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Mercoledì 6 Gennaio 2021, Epifania del Signore, Solennità
Giornata Mondiale dell’infanzia Missionaria

Introduzione del celebrante
Gesù si manifesta al mondo e viene riconosciuto dai magi come Dio e Salvatore. L'Epifania è l'inizio. Domandiamo che la stella che li ha condotti all’incontro con Gesù illumini tutti gli uomini e conduca a Lui i bambini della terra.

1. Per la Chiesa, perché l’annuncio e la testimonianza dei pastori e di tutto il popolo di Dio diventi diventino luce per il mondo e offrano ad ogni uomo l’occasione di incontrare la novità di vita del Vangelo,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Per tutti i bambini del mondo, per quanti sono custoditi nel grembo materno, perché siano garantiti nei loro diritti e possano fiorire alla vita,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Per quanti hanno smarrito il senso della vita, per chi cerca una strada buona per sé e per i propri figli, perché come i Magi vincano gli inganni del potere e seguano la stella della fede,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Per il nostro mondo che cerca la liberazione dalla pandemia; per la ripresa delle attività lavorative, sociali, scolastiche; perché il Signore rinnovi il dono della speranza e della carità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
I Magi hanno presentato i loro doni a Gesù insieme con Maria e Giuseppe; noi presentiamo al Signore le nostre preghiere per tutto il popolo cristiano e per il mondo intero. Per Cristo nostro Signore. Amen

Spunto della festa
Con la festa dell’Epifania, il Natale si allarga a tutta l’umanità, particolarmente ai bambini del mondo. Gesù è il punto di arrivo della nostra ricerca di verità e felicità. Così è stato per i Magi e per tante persone nella storia, che per grazia hanno incontrato il Signore. Così è accaduto anche per noi. La risposta di Dio alla domanda del cuore umano e a tutti i bisogni dell’umanità, non è un discorso, ma una presenza, un incontro: è facile riconoscerla e aderirvi per chi ha il cuore semplice come i veri sapienti che riconoscono la verità e come i bambini. Tutti i cristiani sono chiamati a collaborare a questa storia che continua.

Domenica 10 Gennaio, Battesimo del Signore, Festa, Anno B

Introduzione del celebrante
Avvicinandosi al fiume Giordano per essere battezzato da Giovanni, Gesù viene riconosciuto e proclamato come Figlio di Dio. Così apre la strada anche per il nostro battesimo che ci libera dal male e ci rende figli di Dio.

1. Signore Gesù, nel Battesimo al fiume Giordano ti presenti come Agnello di Dio che si carica dei nostri peccati: liberaci dal male che ci allontana da Dio e dai fratelli,
Preghiamo: PER IL MISTERO DEL TUO BATTESIMO,
SALVACI O SIGNORE

2. Il Battesimo ci fa cristiani, figli di Dio e ci inserisce nella Chiesa. Domandiamo questa grazia per tutti gli uomini e affidiamo coloro che ci hanno aperto la porta della fede: genitori, sacerdoti e tanti cristiani,
Preghiamo: PER IL MISTERO DEL TUO BATTESIMO,
SALVACI O SIGNORE

3. Perché nella festa di oggi rinnoviamo la gioia e la grazia del nostro Battesimo e testimoniamo la novità della vita cristiana in famiglia, in comunità, nella società,
Preghiamo: PER IL MISTERO DEL TUO BATTESIMO,
SALVACI O SIGNORE

4. Perché tutti possano essere raggiunti dal Vangelo; perché ogni persona nel mondo possa collaborare al bene del prossimo, nella vigilanza e nella carità,
Preghiamo: PER IL MISTERO DEL TUO BATTESIMO,
SALVACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Dio Padre, con il battesimo del tuo Figlio Gesù tu apri una nuova strada di salvezza per tutti. Affidiamo a te i desideri e le invocazioni nostre e di tutti gli uomini e le donne del mondo. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della festa
Nel suo battesimo al fiume Giordano, Gesù viene presentato davanti a tutti come salvatore dell’umanità, Agnello che prende su di sé i peccati del mondo. Egli ci raggiunge al livello della nostra condizione di peccatori per donarci la sua stessa vita di Figlio, aprendoci la strada per vivere figli di Dio e fratelli e sorelle. Il Battesimo è all’origine della nostra personalità cristiana e del nostro modo di stare al mondo. Ci configura secondo la nostra vera immagine che ci fa sempre risorgere daL nostro male per camminare in una vita nuova.

Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

PRIMI INCONTRI

Questo Vangelo è la sponda che unisce e separa l’antico e il nuovo, Battista e Gesù. Andrea e Giovanni, che hanno visto il Battista indicare Gesù, si staccano da lui e seguono il nuovo maestro, rimanendo con lui ‘quel giorno’, ‘nel luogo dove dimorava’. E’ l’inizio di una grande sequela che percorre i secoli. Il giorno dopo o Andrea coinvolge il fratello Simone e lo porta da Gesù, facendolo così diventare Pietro! La stessa storia ha raggiunto e coinvolto anche noi.

 

Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

IL ‘VERBO’ DI DIO SI FA CARNE

Il prologo del Vangelo di Giovanni è un grande portale che introduce nella visione del Dio. Dio - Padre e Figlio e Spirito Santo - si esprime nella creazione del mondo. Nell’incarnazione del Figlio, Dio comunica personalmente se stesso: il Verbo – cioè la Parola nella quale il Padre ‘dice’ tutto se stesso – si fa carne e abita tra noi, mostrandoci volto, cuore, opere di Dio. Accogliere il Figlio di Dio fatto uomo, è salvezza per noi e per tutti gli uomini. Abbiamo il compito di annunciarlo e testimoniarlo.

 

VANGELI DA GUARDARE

Nel periodo natalizio echeggiano nella liturgia i Vangeli dell'infanzia, secondo il racconto di Matteo e Luca. È bello non solo ascoltare il Vangelo, ma anche guardarlo, nelle scene dei presepi e nei dipinti che percorrono tutto l'arco della storia della chiesa, a partire dalle raffigurazioni dei primi secoli nelle catacombe. Occorre certamente essere accompagnati a guardare, apprendendo l'alfabeto visivo ed entrando nella specifica ambientazione storica. Ecco qui una guida puntuale che presenta in otto raggruppamenti i fatti narrati dai 'Vangeli dell'infanzia': Annunciazione, Visitazione, Natività, Presentazione di Gesù, Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, Strage degli Innocenti, Disputa di Gesù nel tempio. Micaela Soranzo, architetto, da diversi anni presenta nel mensile Vita pastorale una rubrica che riporta le raffigurazioni artistiche riguardanti infatti del. Vangelo e le feste del calendario cristiano. Qui vengono risistemati i materiali che riguardano il Natale. Per ciascuna scena evangelica viene proposto un veloce percorso storico sulle raffigurazioni pittoriche, descrivendo i personaggi, l'ambiente; vengono descritti sinteticamente gli oggetti, gli animali, i simboli delle varie scene. Guardando, si entra nel racconto evangelico, se ne coglie il messaggio di fede e la caratterizzazione teologica. La scena storica rivive nelle caratteristiche del tempo e dei personaggi, attualizzando i fatti del Vangelo nel conteso delle varie epoche.
Cristo è venuto per gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo. Lo documentano le centinaia di dipinti esaminati succintamente in questo libro, quattordici dei quali vengono riprodotti a colori in altrettante pagine.
Micaela Soranzo, I Vangeli dell'Infanzia - L'arte racconta la Bibbia 1 - Ancora, Milano 2020 pp 112 € 9,90

 

Micaela Soranzo, I Vangeli dell'Infanzia

Vangelo secondo Giovanni 1,19-28

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

IN CERCA DI GESU’

Ora che è venuto, e lo sappiamo presente nel mondo, ci mettiamo alla ricerca di Gesù. L’avventura della vita ci fa incrociare persone significative, come accadde a quanti si interrogavano sull’identità di Giovanni Battista. Incontriamo maestri e ‘profeti’ che ci trattengono nel cerchio della loro esperienza umana. E’ una grazia quando la persona che incrociamo non ci lega a sé ma ci conduce a Cristo, unico maestro e salvatore, come ha fatto il Battista e tanti altri nella storia della Chiesa, come i grandi Basilio e Gregorio.

IL MIO TE DEUM dell’ANNO 2020

Arriviamo al TE DEUM dell’ultimo giorno dell’anno, che tira le somme e dice un giudizio vero su quanto abbiamo vissuto. Per che cosa lodare e ringraziare? Il cuore è stretto dalle notizie su chi - anche tra amici e conoscenti - è morto a causa del virus, e di tanti altri, malati o appesantiti dalle conseguenze del Covid. Tutti siamo bloccati in una "mezza" vita, per una serie infinita di limitazioni, e afferrati dalla paura. Basta incontrare qualche amico medico o insegnante o impiegato nel turismo o in altre attività, per capire quanto la situazione è drammatica per tutti. Tanta gente è arrivata alla soglia della povertà. Per non parlare di come va la nostra bella Italia e con essa il mondo. Quale Te Deum possiamo cantare? Ci sentiamo sfiorare da un'ombra di sconforto, come mi è capitato di sperimentare nei pochi giorni di quarantena a causa di un contatto con persone 'positive' .
Eppure, dentro tutto questo dramma, mi trovo il cuore pieno di gratitudine. Prima di tutto per la marea di dedizione e di intraprendenza che questa situazione ha provocato. Mi colpiva la lettura del diario del prete spagnolo che ha lasciato l'insegnamento per andare in corsia. Quanti preti, medici, infermieri, persone di diverse professioni o semplici volontari, si sono mosse con generosità e responsabilità.
Personalmente, pur vivendo isolato e limitato come tutti, non mi sono mancate la compagnia e l'assistenza delle persone. Anche attraverso le occasioni offerte da tv e internet. Anch'io ogni mattina stavo davanti alla tv per la messa del Papa alle 7, ed era ogni volta un raddrizzamento della giornata. Ho scoperto le possibilità dello zoom per collegamenti nei quali ho pregato insieme, ho ascoltato testimonianze semplici e straordinarie, ho continuato quel formidabile percorso di fede che è la scuola di comunità con amici e con collegamenti più estesi; ho condiviso i ritiri mensili con i preti diocesani e con gruppi di religiose. Tutte occasioni per riconoscere che Gesù viene a farci compagnia e ci ripete parole di liberazione. Durante l'estate ho goduto di una inaspettata vacanza con famiglie, sorprendendomi della bellezza della fede sperimentata anche in condizioni difficili e dolorose, e testimoniata da due genitori che raccontavano della vocazione sacerdotale di un figlio. Mi hanno molto accompagnato tre libri: il racconto della prigionia di Van Thuan, la riflessione di don Julian Carron che riposiziona l'anima rispetto alla pandemia, e l'esperienza dell'ateo Azurmendi, che si trova la vita ribaltata dall'incontro con le fraternità cristiane della Spagna. La misericordia di Dio non ci abbandona e ci fa ricominciare ogni giorno, stupiti per il dono della vita, Il dono della fede conduce a imparare dalla propria fragilità, e regge l’urto del tempo e delle circostanze anche in questo strano 2020.
Come non ringraziare e lodare con un grande Te Deum? Dentro al cuore, un desiderio: che la grazia in azione nella mia vita e in quella di tante altre persone, possa estendersi e diventare speranza ed energia per tanti altri. Per tutto il mondo, durante la pandemia e nel tempo che seguirà.

don Angelo

Vangelo secondo Luca 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

LA MADRE E IL FIGLIO

All’inizio dell’anno nuovo, ci viene consegnata la Madre: Maria, Madre di Gesù, Figlio di Dio Padre. Madre di un uomo che è Dio: Madre di Dio. Maria genera il Figlio di Dio affinchè ogni uomo e ogni donna possano incontrarlo e siano salvati dalla sua presenza misericordiosa. Iniziamo l’anno nuovo non con una speranza generica, ma con la certezza che il Figlio di Dio è tra noi e ci accompagna al compimento del nostro buon destino. Maria ci renda attenti e accoglienti verso Suo Figlio.

 

Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

LA VITA DEL FIGLIO

L’anno si conclude con uno sguardo proteso alla profondità del tempo, anzi dell’eternità. Da quel ‘principio’ sgorga la vita del mondo. Da quell’origine giunge a noi la luce di Dio, visibile nel Verbo che ‘si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi’. La presenza di Gesù, Figlio eterno del Padre, permane nel tempo e viene comunicata ad ogni uomo e ogni donna per la testimonianza di quanti hanno visto e udito Dio nel Figlio Gesù che 'lo ha rivelato'.

Vangelo di Luca, 2,36-40

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

SENTINELLE DEL TEMPIO

La profetessa Anna, che accoglie Gesù al tempio insieme con il vecchio Simeone, è un po’ il simbolo delle donne, vergini o vedove, che da sempre si dedicano al tempio del Signore. La cura della chiesa, la pulizia dell’ambiente e la preparazione dei servizi liturgici, l’accoglienza di volta in volta delicata o spiccia delle persone che entrano ed escono nel tempio, rappresentano caratteristiche ben vive nella memoria di quanti le riconoscono come sentinelle del mattino e della notte.

 

Vangelo secondo Luca 2,22-35

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

LA SALVEZZA NEGLI OCCHI

La salvezza è una lunga attesa nel cuore del vecchio Simeone – così come nel cuore di Anna, presentata nello stesso Vangelo domenica scorsa. Il desiderio e l’attesa aprono gli occhi al vecchio Simeone che riconosce nel Bambino il salvatore di tutti i popoli. Quante persone attendono e desiderano? Che cosa potrà intercettare il loro desiderio, rispondere al loro bisogno, al bisogno di noi tutti? Solo l’incontro con una realtà presente, riconosciuta e accolta come segno del Dio che viene a salvare la nostra vita.