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Affido alle persone di Rosolina e a quanti lo desiderano l'incontro svolto a Rosolina ieri sera, martedì 20 febbraio. Questa parte è stata preceduta da una accurata presentazione di due persone della Parrocchia, dal saluto di don Lino Mazzocco e da un filmato preparato dalla stessa Parrocchia che racconta il rapimento e l'uccisione del Beato Rolando Rivi, di grande efficacia. Mentre viene travolto dalla violenza, Rolando dice: "Io sono di Gesù". E' la sostanza della preghiera.

La testimonianza che chiude questa registrazione appare staccata da quel che precede. Dopo averla letta a conclusione del mio parlare sulla preghiera, non è stata registrata al momento, ma in seguito.

Non viene riportata qui la registrazione del seguito dell'incontro, con qualche domanda e qualche riflessione, molto opportune e anche profonde.

Se qualche persona desidera mettersi in contatto con me per riprendere queste riflessioni sulla preghiera, può farlo al                                                                              cellulare 3386539107                                                                                                               via mail angelobusetto24@gmail.com

Grazie!!

don Angelo

IL MISTERO PRENDE VOLTO

Il cammino della Rete di teologia “Santi Angeli” attorno alla parola Mistero è ripreso il 27 novembre 2024 nel Seminario diocesano. Il secondo incontro è stato dedicato al punto centrale e sommo nel quale il Mistero si è rivelato e donato, la vicenda di un uomo di nome Gesù. Ciascun partecipante era stato invitato a riflettere e a lavorare personalmente sul percorso dei primi che hanno incontrato Gesù: quale cammino di scoperta hanno fatto coloro che hanno incontrato Gesù, per poter risalire dalla sua condizione umana, dalle sue parole, dalle sue azioni, fino alla sua condizione di Figlio di Dio mandato dal Padre a salvare l’umanità?  Come Gesù è la pienezza del Mistero di Dio rivelato e donato? Gli interventi hanno ripercorso i Vangeli e alcune ‘vite di Gesù’, da quella classica di Giuseppe Ricciotti a quella più recente di Andrea Tornielli. Nei Vangeli i discepoli incontrano un uomo e gli vanno dietro. Attraverso la sua umanità e dentro la sua umanità scorgono un di più, intravvedono il MISTERO di quest’uomo. E si interrogano: chi sei? che cosa dici di essere?

Gesù suscita sorpresa, stupore, meraviglia

I discepoli sono sorpresi dalla persona di Gesù, dalla sua umanità che è accoglienza, attenzione, cura. Anche prima dei miracoli, appena lo incontrano, Giovanni e Andrea gli chiedono: “Maestro, dove abiti”, desiderando seguirlo. Natanaele, quando viene chiamato, esprime stupore. I soldati, mandati a catturarlo, non lo catturano ed esclamano: “Nessuno ha mai parlato come quest’uomo”. Anche Erode ha voglia di sentirlo parlare. Le folle lo seguono meravigliate, dimenticando di portarsi dietro le provviste per il cammino. Gesù ama l’umanità così com’è. Piange su Lazzaro, e alla vedova madre del figlio morto dice di non piangere. Ha compassione della gente che lo segue, la raggiunge nel suo bisogno, nei suoi stessi desideri.

Gesù rimanda al Padre

La preghiera al Padre caratterizza Gesù: si ritira al mattino a pregare; prega prima di compiere azioni importanti, prima di scegliere i discepoli. Quando gli chiedono “insegnaci a pregare”, Lui dice: “Padre…”. Si affida completamente al Padre: “Non pensate al domani, guardate come il Padre veste i gigli del campo, nutre gli uccelli del cielo”.

Gesù sovverte i parametri della vita e della pratica della fede

Sconvolge il rapporto con il sabato e con il tempio, dichiarando di valere più del sabato, più del tempio: “Misericordia io voglio, non sacrifici”. Sovverte il rapporto con i peccatori: “È più facile dire: alzati e cammina o perdonare i peccati?”. Muta il rapporto con le prostitute, i pubblicani, le donne, i bambini, i malati, i lebbrosi, gli ‘scomunicati’…

Gesù sovverte i progetti dei discepoli, senza fermarsi alla loro misura

Egli annuncia la drammatica prospettiva della sua vita: cattura, condanna, morte, risurrezione e questo provoca le proteste dei discepoli, che non capiscono. Annuncia un regno senza potenza, dove chi serve è il più grande, il regno dei poveri e dei peccatori. “Capite quello che vi ho fatto lavandovi i piedi?” “Amate i vostri nemici!”.

Gesù affascina, vale la pena seguirlo

Sgorga dall’ esperienza fatta con Gesù la domanda “Da chi andremo?”. Dopo il tradimento, Pietro si pente e piange, riconoscendo in Gesù il senso della sua vita.  Giovanni e le donne lo seguono fino alla croce. I discepoli, in seguito, lo seguiranno fino al martirio. Accogliere Gesù cambia la vita, porta la salvezza, come accade al decimo lebbroso e al cieco nato.

Un uomo così, chi è?

I parametri normali non sono sufficienti a dirlo. I discepoli usano le parole e le categorie del tempo: maestro, profeta, Cristo, Figlio dell’uomo (come nel profeta Daniele). In sua compagnia, a chi è con lui in cammino, passo passo, Gesù rivela il suo mistero, il suo essere Figlio, il suo essere una cosa sola con Dio. Senza esserne geloso, senza trattenere questo suo tesoro: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.

Si apre un cammino anche per noi, che continuiamo ad essere suoi discepoli. Un cammino di scoperta che invade tutta la vita: “Signore Gesù, svelaci il mistero della tua persona”. È un cammino che riprenderemo nel prossimo incontro del 22   gennaio 2024.

Gianni Colombo

 

 

 

Se possibile, si potrebbe affiancare all’articolo questa immagine (Masaccio, Il tributo).

 

 

Alla scoperta del Mistero

In una bella ‘aula studio’ del nostro seminario, il 9 ottobre 2023  ha ripreso il cammino la Rete di teologia “Santi Angeli”, alla quale si sono aggregate quest’anno altre persone interessate a un percorso di approfondimento e di confronto sulle tematiche essenziali della fede cristiana.  E’ stato individuato un tema di fondo che introduce e attraversa tutta la fede cristiana e che  ne diventa una chiave di accesso: il MISTERO, una categoria usata in tutti i tempi e in tutti gli ambiti della vita della Chiesa. Il dialogo parte da alcune domande sulle quali i partecipanti erano già stati invitati a riflettere e a documentarsi: cosa significa mistero nella mentalità comune? e nella nostra? e nella liturgia e negli altri ambiti del Cristianesimo? Assai spesso il mistero è… mistero: qualcosa di ignoto, sconosciuto, inarrivabile, inconoscibile. Mistero è diverso da enigma, che indica qualcosa di difficile e di complesso, ma che può essere scoperto o risolto dall’uomo stesso.

Mistero è parola antica. E’ stata proposta da uno dei partecipanti una sintesi su mistero/misteri nel mondo greco-romano, dove la partecipazione ai Misteri rimanda al bisogno di salvezza dell’uomo, che si affida a un potere superiore e nascosto al quale si accede in cerimonie segrete per via irrazionale ed emozionale.

Il Cristianesimo riprende la parola mistero, non ricavandolo dal mito, ma ritrovandolo in un avvenimento che accade nella storia e che contiene ed esprime il divino; è il ‘tragitto’ del Logos che si fa carne. Gesù stesso nei Vangeli sinottici parla di “mistero del Regno”, Paolo annuncia la “rivelazione del mistero”, la liturgia della Messa proclama il mistero della fede, noi preghiamo i misteri del Rosario…

Cos’è dunque il mistero? Non una realtà nascosta da credere con fede cieca. Il “mistero della salvezza” infatti si svela nella “storia della salvezza” con la sua faccia umana nei i fatti nei quali agisce, diventando conoscibile dalla ragione, anche se non può mai essere esaurito nella sua fenomenicità. Occorre quindi superare la nozione intellettualistica di mistero, che non consiste solo nelle ‘verità da credere’, come si limitava a dire il Concilio Vaticano I nel 1870.

La profondità e la inesauribilità del mistero richiama la profondità e, in qualche modo, la ‘infinità’ del cuore umano, che si protende verso di esso perché non trova compimento e risposta in alcuna realtà terrestre, come documenta tutta la storia, in particolare nella ricerca di filosofi e poeti. La categoria di mistero si presenta, quindi, come una strada maestra per indagare e scoprire tutto ciò che ci circonda e ci costituisce: Dio, Cristo, il creato, l’uomo, al fine di capire e vivere più consapevolmente il dono della fede.

Il prossimo incontro, a fine novembre, sarà dedicato al punto centrale e sommo nel quale il Mistero si è rivelato e donato, la vicenda di un uomo di nome Gesù. Quale cammino di scoperta hanno fatto coloro che hanno incontrato Gesù per risalire dalla sua condizione umana, dalle sue parole e azioni, fino alla sua condizione divina, di Figlio di Dio mandato a salvare l’umanità? È il percorso dei primi che hanno incontrato Gesù, ed è anche il nostro, nella scoperta del Vangelo e nell’esperienza della vita.

 

 

 

 

 

 

 

“Rete Teologica”: sintesi dell’incontro del 16 maggio 2023
IL CONCILIO VATICANO II
UN CAMMINO DI RINNOVAMENTO DELLA CHIESA

Nell’incontro di maggio della Rete di Teologia ‘Santi Angeli’ è stato preso in considerazione il discorso di Papa Benedetto XVI alla Curia Romana del 22 dicembre 2005 sulla retta interpretazione del Concilio Vaticano II. Si tratta di un intervento importantissimo per comprendere correttamente il significato del Concilio e il rinnovamento successivo. Sul Concilio Vaticano II è stata scritta una montagna di libri, con interpretazioni talora scorrette e pretenziose. È necessario, quindi, affidarsi alla voce autorevole e sapiente di Papa Benedetto, che visse da protagonista il Concilio come grande avvenimento dello Spirito, e la stagione post-conciliare.
Cosa è stato dunque il Concilio per la Chiesa di Dio? È stato un evento di innovazione fino a rinnegare la Tradizione, o di rinnovamento nella fedeltà? “Ermeneutica della discontinuità e della rottura” oppure “ermeneutica della riforma”? Quello che nel post-Concilio veniva considerato ‘lo spirito del Concilio’, ha espresso realmente il contenuto del Concilio oppure l’ha deformato?
L’intento del Concilio avviato da papa Giovanni XXIII era di ripresentare il cristianesimo nella sua integralità nel contesto al mondo d’oggi. Sull’articolato discorso di Ratzinger, profondo e stringato, il dialogo si è svolto secondo alcune sottolineature.
Il Concilio doveva determinare in modo nuovo il rapporto tra Chiesa ed età moderna. Su questa linea, il Concilio ha avviato il superamento del contrasto tra scienza e fede, che perdurava dai tempi di Galileo; scienza e fede si muovono in ambiti diversi, con uno sguardo diverso e complementare sul mondo. La scienza è sempre più consapevole che il suo sapere e la sua competenza non coprono tutto il mistero dell’uomo e dell’universo; la Chiesa discute e rispetta le acquisizioni della scienza, valutandone le conseguenze sul destino dell’uomo e il bene comune.
In un percorso analogo, è stata chiarita la provvidenziale distinzione tra Stato e Chiesa, vita civile e fede cristiana, dopo il lunghissimo periodo di ‘cristianità’ nel quale la vita civile tendeva a coincidere con la vita religiosa. Emerge la necessità di una sana laicità dello Stato, che non significa la cancellazione della religione dalla vita pubblica (modello francese), ma il rispetto di ogni espressione anche pubblica della religione e la possibile convivenza di varie forme religiose. La libertà religiosa viene intesa non come indifferentismo o egualitarismo, ma come rispetto della coscienza e della libertà della persona nel perseguire le proprie scelte e il proprio destino. Su questo terreno, il dialogo tra le religioni può condurre a un reciproco vantaggio.
Il Concilio ha acquisito l’impiego del metodo storico-critico applicato alla lettura della Bibbia, e nello stesso tempo la sua relativizzazione, in quanto il contenuto della rivelazione cristiana non viene determinato dalla ermeneutica storico-critica dei testi biblici, ma si riferisce alla storia del dialogo di Dio con gli uomini.
La fede cristiana professata dal Concilio incontra il mondo moderno, ne accoglie le gioie e le speranze, ne affronta i problemi e i drammi. La fede non si limita alla professione teorica, ma si esprime nella vita vissuta personalmente e comunitariamente.
Nel dialogo, particolarmente intenso e partecipato, viene acquisita nei riguardi del Concilio Vaticano II il giudizio sintetico di Papa Benedetto: “È in questo insieme di continuità e discontinuità a livelli diversi che consiste la natura della vera riforma”.
In conclusione, ci siamo dati alcuni suggerimenti di lavoro per i mesi estivi:
- Riprendere personalmente i documenti del Concilio Vaticano II, a partire dalle quattro costituzioni: Chiesa (Lumen gentium), Chiesa-mondo (Gaudium et spes), Liturgia (Sacrosanctum Concilium), Parola di Dio (Dei Verbum).
- Familiarizzarsi con il linguaggio teologico attraverso la lettura di qualche testo di Ratzinger (Introduzione al cristianesimo – La festa della fede - testi antologici)
È previsto di ritrovarsi prossimamente insieme per una serata conviviale e di dialogo, nella quale condividere la memoria e l’esperienza che ciascuno ha del Concilio e del post-Concilio.

Gianni Colombo

Il testo del discorso di Papa Benedetto si può trovare nel sito vaticano
ttps://www.vatican.va/content/benedictxvi/it/speeches/2005/december/documents/hf_ben_xvi_spe_20051222_roman-curia.html

Si può trovare, insieme con altri preziosi testi, in: Benedetto XVI, Con Dio non sei mai solo, Prefazione di Padre Federico Lombardi. Rizzoli-Editrice Vaticana 2023, pp 166 € 15,00

Molto utile anche il libro postumo con gli ultimi interventi del Papa emerito:
Benedetto XVI, Che cos’è il Cristianesimo. Quasi un testamento spirituale, a cura di Elio Guerriero, Mondadori, Milano 2023, pp 190 € 20,00

Canto: Ti ringrazio Signore, per tutto quello che mi hai dato, don Renato Feletti

Una domanda: Che cosa avremmo desiderato di più nei giorni della pandemia…      il contatto con le persone

(Marco 5,21-43): Gesù interpellato da Giairo, toccato dalla donna, tocca la bambina: Un rapporto con-creto, fisico per arrivare a ‘sanare.salvare’ la persona: fisicità dell’amore, dell’abbraccio, del bacio.  Gesù incontra le persone in modo immediato, concreto, come un amico, un padre, un medico.                                Nel Vangelo c’è anche un caso di ‘guarigione a distanza’, il figlio del centurione che gli dice: Non sono degno che tu entri nella mia casa…  Nemmeno noi siamo degni. Ma il Signore vuole venire nella nostra casa… In quante case è andato: la casa di Pietro, di Zaccheo, ricco fariseo, Marta, Maria, Lazzaro… Il cristianesimo è incontro personale di Gesù con te, la sua visita nella tua casa, un contatto diretto.

+ Come avviene, dal momento che Gesù non è più con noi ed è salito al cielo?All’origine un fatto fondamentale: Gesù non è un morto, ma è una persona vivente. Certamente è morto, dolorosamente, e sepolto. La Sindone lo mostra nella sua immobilità, ma nello stesso tempo svela già la sua resurrezione che ha ‘fulminato’ il lenzuolo con una energia nuova. I testimoni: Maddalena, gli apostoli al sepolcro, nel cenacolo, la provvidenziale incredulità di Tommaso…

+ Gesù dice: io sono sempre con voi. Chi ascolta voi ascolta me. Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io. Se uno mi ama e ascolta la mia parola, il Padre lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo casa-dimora presso di lui.

+ Andandosene in cielo nell’ascensione, Gesù dice: Andate in tutto il mondo, fate miei discepoli tutti, battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

+ Nell’Ultima cena dice: Prendete e mangiate; prendere e bevete. Fate questo in memoria di me.

Ancora oggi delle persone compiono azioni che proseguono la sua presenza, le sue azioni.

Chi oggi desidera incontrare Gesù, chi incontra? Agostino incontra Ambrogio; missionari, noi. Una comunità, un papa, un vescovo, una chiesa, un sacerdote, delle azioni. Gesù ci vuole incontrare personalmente e per questo investe la vita delle persone: “Andate, raccontate, battezzate. Voglio entrare nella vostra vita perché abbiate la vita, e l’abbiate abbondantemente”.
Persone che non hanno ‘incontrato’: Pavese, premi, donne, ideali. Pasolini e la sua ricerca di vita.  Persone che hanno ‘incontrato’: Silvio Catterina e i ragazzi che hanno tutto, cercano tutto e trovano la noia di vivere; esprime un grido, un urlo: Guardate me, ma guardate Gesù attraverso di me, guardate quello che io guardo. E quei ragazzi, anche sottoposti a dura disciplina (conversione) cambiano, e lo guardano e vogliono seguire quello che segue lui.

  • Non ci bastano i sentimenti religiosi, le emozioni che ci saltano addosso e se ne vanno come le ballerine; non ci bastano le bevute e i regali.
  • Abbiamo bisogno di un incontro personale con Gesù. Un incontro che avviene attraverso altre persone e che apre al desiderio del Battesimo, della Eucaristia, della Confessione, del Matrimonio religioso…
  • Un segno che contiene il mistero, che porta la presenza. Pensiamo a un oggetto caro di un genitore: una collana, un orologio, un vestito Il segno sacramentale non solo ricorda, ma contiene il mistero, cioè Gesù nei fatti della sua vita, Dio fatto uomo.
  • Il cristianesimo è ‘materiale’, ‘corporale’, ‘fisico’, concreto. Non ci basta l’abbraccio col telefonino, la messa per tv. Presenza, persone, perché Dio ha un volto, il nostro volto, il volto delle persone.
  • Persone unite a Lui. Persone unite tra loro perché unite a Lui: Comunità cristiana, Chiesa!

Il sacramento è il termine di passaggio, il ponte che introduce; è l’immagine di questo Volto, di questa Presenza, come Lui ha voluto, per cui Lui ha invocato il Padre, ha mandato lo Spirito Santo.

Qui Lui ci incontra per essere per essere più veri e più contenti del nostro destino.

 

5 marzo 2022    -     Un Ritiro di Quaresima, Don Angelo Busetto

IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO: UNA VITA NUOVA

Canto. A.Mascagni: Al mattino – Chiara Voli

foto: Battistero Laterano, Roma

Contesto:

+ Inizio della Quaresima. Inizio del cammino verso il Signore. La vita cristiana è sempre un nuovo inizio, come il sorgere del sole ogni giorno. Si inizia dallo sguardo: così iniziano ad apparirci le cose, le persone, il cammino, il senso della vita. Ogni giorno ‘iniziamo’ ad andare verso il Signore che si manifesta a noi. Un cammino non solitario ma accompagnato da tutta la Chiesa, con il suo passato e il suo presente. Teniamo sullo sfondo il Messaggio del Papa. “Non stanchiamoci di fare il bene” e il Messaggio dei vescovi: “Conversione all’ascolto”.

+ La situazione del mondo. La guerra in Ucraina. Il sollievo ‘dopo’ la pandemia…

Introduzione

Abbiamo percorso un ‘buon cammino’ alla ‘scoperta’ o riscoperta dell’organismo sacramentale.

  • Abbiamo ripulito gli occhi per guardare il mondo e tutto l’universo grande e piccolo come ‘segno-sacramento’ che porta l’orma di Dio e induce alla lode e al ringraziamento.
  • Cristo si svela come sacramento primordiale, fontale; sacramento ‘totale’, che nella sua forma umana contiene e rivela, nella vita e nelle opere e parole, la presenza di Dio, e la rende attiva ed efficace per noi e per tutti.
  • La Chiesa, nella sua vita e nella sua globalità, è ‘sacramento di Cristo’: Cristo risorto, nel dono dello Spirito, è presente e attivo, si manifesta e si dona nelle azioni compiute dalla Chiesa, in particolare quelle che specifichiamo come ‘i sette sacramenti’.

Questo accade anche oggi. E’ possibile annunciarlo e viverlo oggi.

Nel dicembre scorso, in un ritiro agli universitari, il sacerdote, Xavier Prades, diceva:“Duemila anni fa, la nuova vita era stare con la sua presenza. Oggi la vita nuova è stare con Lui, quindi con coloro che, afferrati da Lui, segno di Lui, sono testimoni di un altro mondo in questo mondo. L’umanità nuova di Gesù ha trapassato i secoli, ha retto l’urto del tempo, fino a rendersi sperimentabile nelle aule e nei chiostri delle nostre università…” (Tracce gennaio 2022 p 34 e 32).

Fino a scoprire una puntuale coincidenza dei sacramenti con il percorso delle tappe della nostra vita, tappe che segnano la nostra storia personale, quella della nostra famiglia, della nostra parrocchia, del nostro mondo. Nei nostri ambienti, nelle nostre parrocchie, ancora, togliete i sacramenti dalla vita di una persona, di una famiglia, di una parrocchia, che cosa resta? Togliete le celebrazioni sacramentali dalle nostre chiese, dal paesaggio delle nostre città e paesi, che cosa resta?

E’ stato ed è forse ancora un poco il dramma vissuto in questi anni a causa della pandemia: la riduzione delle celebrazioni e della partecipazione della gente alle azioni sacramentali – dai battesimi ai matrimoni – produce una desertificazione della fede… Intanto rimane la silhouette dei campanili, la forma delle chiese e il loro ristoro…

Possiamo notare che tutto il mondo si esprime nei termini di una sorta di liturgia laica, ha bisogno di segni espressivi, partecipati insieme e comunicati ad altri. Sono da ricordare l’insediamento di Mattarella nel secondo giro della sua elezione a capo dello Stato; le coreografie che circondano lo sport, olimpiadi di Tokio e invernali di Pechino; la cosmografia del festival di San Remo. Una visibilità multicolore, fino ad essere ‘aggressiva’, a schiacciare il telespettatore, o volere imporsi…

La ‘forma’ del sacramento è discreta, e noi siamo spesso tentati di sovraccaricarla di altri elementi, fin quasi a nasconderla di fiori e di elementi accessori, impedendole di esprimersi nella sua essenzialità.

I sette sacramenti

+ Anche oggi il passaggio del Signore percorre le vie dell’udito e dello sguardo, attraverso la sensibilità provocata dall’esterno. Ancora ‘quello che abbiamo visto e udito’, che vediamo e udiano! Questa è la via che il Signore percorre attraverso i sacramenti della Chiesa, che visualizzano, ‘materializzano’ la sua presenza e azione sulla linea della incarnazione.

Cristo ci incontra oggi nei sette passaggi fondamentali della nostra vita. Sette, un rapporto ‘compiuto’ al di là della esattezza numerica, visto che due sacramenti, battesimo e cresima, si possono assommare; anche confessione e unzione degli infermi hanno analogie...

Non possiamo ridurci alla sola vita ‘interiore’, al Signore nell’anima, nel cuore, che potrebbe perfino decadere nell’intimismo e nell’interiorismo solitario, se fosse vissuto in alternativa alla vita sacramentale. Gesù ha percorso e ancora percorre le strade del mondo. Il Verbo si fa carne, si immerge nella vita umana, muore e risorge, manda il suo Spirito, vive nel corpo sacramentale della Chiesa e viene a esprimersi nelle azioni sacramentali.

Il Battesimo, nuova vita per il mondo

+ Il Battesimo corrisponde alla nascita. La nascita è l’imprinting che determina il senso ultimo, compiuto della nostra fisionomia. Chi nasce? Un uomo, una donna, proprio con la nascita, fin dalla nascita svela il senso del suo vero essere, ne pone la semente che cresce fino alla piena realizzazione. Quell’uomo lì, quella donna lì e non altri, nonostante tutti i tentativi di cambiamento provocato con i mezzi più invasivi. Per tutti esiste un’unica vocazione e un’unica strada essere e vivere come figlio: tutti siamo figli.

+ Il Battesimo di Gesù al fiume Giordano è il fondamento – cioè l’origine, la sorgente del grande fiume - del Battesimo nella Chiesa. I due momenti del Battesimo di Gesù al Giordano:

-la liberazione del peccato nell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.

-la dichiarazione di figliolanza e il dono dello Spirito Santo:la voce del Padre, il volo della colomba.

Nel Battesimo al Giordano Gesù prende coscienza piena di sé nella pienezza della sua maturità umana, e ‘decide’ per la missione.

+ E tuttavia Gesù parla di un ‘altro Battesimo’ nel quale Egli dovrà immergersi, quello della Passione-Morte-Risurrezione. Il suo ‘battesimo d’acqua e di spirito’ si esprime e si attua nella sua stessa vita, fino alla passione-morte-risurrezione. La corrente del Giordano continua a scorrere nella sua esistenza e viene a irrigare la nostra esistenza.

+ Segue un altro Battesimo per tutti noi, in Spirito Santo e fuoco, come lo definisce Giovanni Battista. Gesù lo determina in questo modo:

“E Gesù, avvicinatosi, disse loro: ‘Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo’”. Matteo 28,18-19.

+ Abbiamo l’immagine dei Battesimi ai quali abbiamo partecipato:

Bambini appena nati, quel ragazzetto che ha cominciato a partecipare al catechismo senza essere battezzato e chiede il battesimo insistendo con i genitori. I battesimi degli adulti la notte di Pasqua. O i battesimi in missione, nei territori delle nostre missioni. Testimonianze di conversione che giungono alla richiesta del Battesimo.

“PUÒ UN UOMO NASCERE DI NUOVO QUANDO È VECCHIO?”

Dal Cardinal Scola: Orazione di Colletta: «Dio, nell’acqua del Battesimo hai rigenerato coloro che credono in te». La rigenerazione che salva avviene solo nel presente. “l’amata persona di Cristo, presente qui ed ora, sta rigenerando, sta salvando proprio me, proprio te qui ed ora. Sono io, sei tu il rigenerato, «l’uomo nuovo di cui Cristo parlava a Nicodemo, l’uomo che nasce dall’alto: dall’alto, cioè dall’Altro!» «Si tratta realmente di una “concezione” di sé, di una concezione generata dal riconoscimento e dall’accettazione dell’Altro come l’attrattiva che mi costituisce»

Doppio significato della parola concezione: nel Battesimo ogni uomo è concepito di nuovo come figlio nel Figlio; da qui ha origine per lui una nuova concezione di sé. Benedetto XVI: «“Io, ma non più io”: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula della novità cristiana chiamata a trasformare il mondo» Verona, 19.10.2006).
Anche dopo tanti anni di cammino cristiano percepiamo l’urto, di queste affermazioni di radice paolina, pur nella nostra distratta abitudine. L’uomo è concepito come cristiano nel Battesimo”.

La Nascita alla fede: il Battistero lateranense

    Il Battistero lateranense, adiacente alla Basilica di San Giovanni in Laterano, conosciuto anche come San Giovanni in Fonte, è il primo Battistero costruito subito dopo la libertà di culto concessa ai cristiani nel 313 d.C. dall’imperatore Costantino. Sorge su un impianto termale di epoca romana (fine II sec. d.C.), facente parte di una delle ville romane che sorgevano in questa zona.Fin dal primo secolo, a Roma, i battesimi si celebravano in prossimità di sorgenti o acque correnti; Tertulliano, avvocato romano del II sec. d.C., convertitosi al cristianesimo, ci informa che Pietro a Roma battezzava nel Tevere (cfr. De baptismo 2,3).

Nell’arco di circa trecento anni, nell’impero romano si erano avute ben dieci persecuzioni cruente contro i cristiani. Proviamo ad immaginare l’esultanza dei cristiani del IV secolo quando, finalmente, poterono professare la fede nel Signore Gesù e battezzare i propri figli senza essere perseguitati. L’imperatore Costantino fece costruire il Battistero a forma circolare, che venne inaugurato in un anno tra il 320 e il 325 d. C. In seguito, Papa Sisto III (432 – 440) cambiò la forma in ottagonale. Nell’architettura romana l’idea del cerchio rappresentava la perfezione: i mausolei avevano forma circolare, come il mausoleo di Adriano - Castel sant’Angelo.

La forma ottagonale rappresenta il giorno della Risurrezione; Gesù Risorto appare agli Apostoli all’ottavo giorno, “il primo dopo il sabato” (Gv 20,19). Con il battesimo si entra nel nuovo tempo, inaugurato dalla Risurrezione di Cristo. L’ottavo giorno è anche il giorno della nuova creazione, dove l’uomo viene introdotto nella vita eterna.

I catecumeni pronunciano la triplice formula di rinuncia alle tentazioni, al peccato e al diavolo. Segue il triplice assenso con la parola: “credo”: il catecumeno esprime la fede in Dio Padre creatore, in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio, nello Spirito Santo, e si affida alla Chiesa.

I catecumeni si voltano ad occidente per la rinuncia a Satana e poi verso oriente per la professione di fede. Ad ovest il sole tramonta, ad est il sole sorge: la vita nuova del figlio di Dio.

Il battesimo avviene per immersione. Rivestiti delle vesti bianche, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, ricevono la cresima. I neofiti escono dal Battistero per entrare in basilica e celebrare l’Eucaristia. Il rito del Battesimo avveniva durante la notte di Pasqua.

Papa Sisto III, su ogni lato dell’architrave, iscrive una catechesi in otto versi sul battesimo:

Nasce da questo seme divino un popolo da santificare
che lo Spirito fa nascere da quest’acqua fecondata.
Immergiti, peccatore, nel sacro fiume per essere purificato.
L’acqua restituirà nuovo quello che avrà accolto vecchio.
Non c’è più distanza tra coloro che rinascono,
una sola fonte, un solo Spirito, una sola fede (li) uniscono.
La madre Chiesa partorisce verginalmente in quest’acqua
i figli che concepì per ispirazione di Dio.
Se vuoi essere innocente purificati in questo lavacro
sia che ti opprima la colpa paterna (di Adamo), sia la tua.
Questa fonte è la vita e lava tutto il mondo,
prendendo principio dalle ferite di Cristo.
Sperate nel regno dei cieli voi rinati a questa fonte.
La vita felice non riceve coloro che sono nati una sola volta.
Né qualunque numero o forma dei propri peccati atterrisca:
chi è nato a questo fiume sarà santo”.

La Madre Chiesa

Avendolo ricevuto da bambino, il Battesimo fiorisce in una nuova concezione di vita quando avviene l’incontro personale con Cristo nella Chiesa, riconosciuta come la Madre che ci ha generato. Questo incontro rende persuasiva la grazia del Battesimo e dell’istituzione ecclesiale e ci induce ad acconsentire e a collaborare. E’ bello e utile riconoscere e ricordare il quando e il come di questo incontro personale, per continuare a restarvi fedele.

Questa grazia non viene posseduta come si possiede un oggetto. Non è una cosa, ma un rapporto vivo con Cristo che si rinnova nel cammino insieme con altre persone, nelle occasioni della vita, tra slanci e cadute, nella fedeltà di Dio che sempre ci insegue. «Come può nascere un uomo quando è vecchio?» (Gv 3,4); o «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Gv 6,60). La Chiesa continua ad accompagnarci con la sua vita, la sua azione e parola, le sue testimonianze.

L’uomo di oggi

Giussani: Come può l’uomo di oggi credere e riconoscere Cristo come il Salvatore, cioè rinascere dall’alto, dall’Altro, l’uomo post-moderno, tentato di cercare la salvezza nelle strabilianti scoperte delle tecnoscienze in campo evolutivo, biologico, neuroscientifico?

L’unica condizione, anche nell’attuale frangente storico resta l’incontro con testimoni di una umanità redenta, perciò piena e conveniente, quindi ben radicata nella post-modernità, nel lavoro, nelle condizioni della vita di oggi.

Vivere da uomini redenti non significa essere impeccabili, ma “amare la vita nuova” perché riconosciamo di essere amati da Colui che ci ama per primo. «Deus prior dilexit nos», dice Agostino. Avere coscienza di una novità presente nella vita, e desiderarla con intensità.

L’uomo nuovo si riconosce dall’unità della sua persona: una persona unita in se stessa: non divisa tra dentro e fuori, fra un ambiente e un altro, fra una mansione e un’altra, fra un’età e un’altra: un’unica vocazione, un’unica vita. Non è questione tanto o soltanto di coerenza morale, che è il miracolo che solo Dio può compiere in noi, ma di fedeltà all’ideale, coscienza di appartenere a quell’unico amore. Sono ‘io’ sempre.

L’unità della persona vive di relazioni buone. A partire da quelle primarie col papà e con la mamma, fino ad includere tutte le relazioni in cui l’uomo ri-nasce scoprendo ogni volta, anche dopo la caduta o i naufragi, il disegno buono del Dio fedele.

E’ un cammino garantito dall’autorità della Chiesa e dalla autorevolezza della comunità e delle persone che ci accompagnano. Unità dell’io, unità della Chiesa guidata dal Successore di Pietro e dai successori degli Apostoli. E unità con chi nella compagnia vocazionale, ha ricevuto la responsabilità oggettiva di guida. Un’unità che non teme la correzione…

Descrivendo la vita e la missione di Pietro, dice il Libro degli Atti: «E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti…». In questo «far visita a tutti» sono espressi l’orizzonte e la natura propria della missione della Chiesa e di ciascuno. Il cristianesimo è l’avvenimento di un uomo nuovo che per sua natura diventa un protagonista nuovo sulla scena del mondo.

La novità di vita introdotta nel mondo con il Battesimo: dignità della persona, uguaglianza di dignità tra le persone, riconoscimento tra persone, comunità, popoli, carità, perdono…

L’esperienza del rinascere continuamente: Tarkowski

“Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fa più. E d'un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno - uno sguardo umano - ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice.”

Canto - Anima Christi salva me - Frisina

Testimonianza

Taiwan. Il cammino di Emilia dai primi incontri fino al battesimo.                                        Così lontana, Emilia. Viene da Taiwan e si è laureata in italiano nel giugno 2013 all’Università Cattolica di Fu Jen. Così vicina, Emilia: dal 2010, frequenta la Scuola di Comunità che si tiene presso l’università. Nel 2013, durante la notte di Pasqua, ha ricevuto il Battesimo.

Quando hai incontrato Comunione e Liberazione?
Tre anni prima. Su Facebook avevo visto le foto di alcuni compagni del corso di italiano che erano venuti con voi in Italia, al Meeting. Ho cercato informazioni su Internet e ho trovato il calendario delle attività di Cl. Tra gli appuntamenti, c’era l’incontro settimanale di scuola di comunità. Mi sono presentata. Ero nervosa, non conoscevo nessuno ma tutti mi hanno trattato con simpatia. Da allora, non ho mancato un incontro.

Che cosa ti ha attratto?
L’amicizia. Ho sempre avuto molti amici ma erano rapporti superficiali: si parlava dell’ultimo film uscito, di una borsa nuova, del tale che si era messo con la tale. Una serata allegra, quattro risate, tutto finiva lì. Durante quei nuovi incontri, ho scoperto che potevo essere me stessa, parlare delle esperienze più vere e imparare dagli altri.

Quando hai pensato al battesimo?
Nessuno me lo aveva proposto direttamente ma spesso parlavamo di Dio, di Gesù. Ancora non Lo conoscevo ma, in qualche modo, sapevo che Lui mi stava aspettando. Ricordo bene il giorno in cui mi hai chiesto se volevo venire al corso di catechismo. Ho detto sì. E il sabato pomeriggio, dopo la caritativa nella parrocchia di Tai Shan, dove insegnavo inglese ai bambini, ho iniziato a fare catechismo, con Lele e con te. Tre attività che presto sono diventate un’unica cosa: la caritativa, il luogo in cui imparavo a dare qualcosa di mio, il catechismo, dove ero io a ricevere, la Scuola di Comunità, dove condividevo la vita con gli altri.

Quando hai sentito nominare don Giussani?
A Fu Jen, con quel gruppetto di studenti, leggevamo un suo libro, Il senso religioso. Era una lettura interessante: don Giussani utilizza esempi tratti dalla sua esperienza e ti fa capire cose a cui da solo non potresti arrivare. Poi è stata la volta di Tracce d’esperienza cristianaIl senso della caritativa. Ci sono stati i volantoni di Natale e di Pasqua. Recentemente, mi hanno chiesto di tradurre parti di un video su don Giussani e due testi sulla Fraternità di Cl.

Sono rimasta colpita da una frase che ha detto a Roma il 30 maggio del 1998: «Il protagonista della storia è il mendicante, ovvero il cuore dell’uomo mendicante di Cristo e Cristo mendicante del cuore dell’uomo». Pensavo a Gesù come a un re, un Dio onnipotente, non come a un mendicante. Poi ho capito. Gesù è colui che da sempre mi aspetta. Mentre io Lo cercavo, Lui mi stava aspettando.

Che cosa ti sorprende oggi nell’esperienza di Cl?
Mi ha sempre colpito la bellezza, quella dei canti o delle immagini, la bellezza della nostra amicizia. Da quando vivo questa esperienza, il mondo per me è come una grande casa dove ogni persona che incontro è un fratello, una sorella.

Quando a Taiwan arriva qualcuno di Cl, è come se arrivasse un vecchio amico. Nel 2011 ero in Italia, a Roma. Tu mi avevi detto di andare a trovare le suore alla Magliana. Sono arrivata davanti a casa loro, ho suonato ma non c’era nessuno. Stavo per andare via quando ho visto due ragazze: pensavo fossero studentesse, invece erano novizie. Ho detto loro che ero amica di don Paolo e don Lele, abbiamo chiacchierato a lungo. Poi abbiamo cantato, perché in Cl si canta sempre. Infine, ho insegnato loro una canzone in cinese: quando hanno scritto la traslitterazione, l’emozione mi ha fatto piangere di gioia.

Seconda parte:

Filmato su Romano Guardini: Diocesi di Trento, Zucal. La concezione cristiana della vita.   Youtube, 10 min.

Martedì 4 febbraio 2020 ore 20.45 Contarina per il Vicariato di Loreo

Centrati in Gesù Cristo

Il Volto e il rapporto con il Signore Gesù, nella luce dell’Evangelii Gaudium

A otto mesi dalla sua elezione a Papa avvenuta il‎ 13 marzo 2013,il 24 novembre 2013 festa di Cristo re, Francesco lancia l’ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi alle persone consacrate e ai fedeli laici sull'annuncio del vangelo nel mondo attuale. 288 numeri che corrispondono a circa 200 pagine per dichiarare non tanto il ‘programma’ del suo pontificato, quanto piuttosto il suo stile, il suo metodo, la modalità del suo cammino pastorale.                                                                    Che cosa dice? Dice che il Vangelo è gioia: Evangelii Gaudium, la gioia del Vangelo.

  • E’ gioia della vita, quando lo si riceve.
  • E’ gioia del cuore, quando lo si annuncia.

Più che un documento, si tratta quasi di una confessione, di una espressione del suo volto, del suo cuore, delle sue scelte, dei suoi atteggiamenti. E’ come se dicesse a parole quello che egli è e che esprime con i fatti: ecco perché saluto la gente in questo modo, accolgo così, giro il mondo così…

I. La gioia del Vangelo

La gioia del Vangelo sempre una sorpresa, ma non è una cosa nuova. Il Vangelo comincia come annuncio di gioia. Ecco come comincia il cristianesimo:

  • ‘Kaire, rallegrati’, Maria piena di grazia
  • ‘Vi annuncio una grande gioia’: Angeli ai pastori. Pastori e magi gioiscono a vedere il Signore
  • L’incontro di Maria ed Elisabetta e dei due bambini nel grembo materno: ‘Il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E te beata che hai creduto’. ‘L’anima mia glorifica il Signore’.
  • La gioia del vecchio Simeone e della profetessa Anna, alla presentazione al tempio: Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…

La gioia non è appena un sentimento dell’animo che accade per una sensazione che si prova, quasi senza motivo, quando uno è contento e non sa perché. La gioia è la reazione a un fatto che capita, a un annuncio buono, a una presenza che accade: Un Bambino, un Figlio. La gioia accade, come una sorpresa, davanti a un fatto. E’ la gioia dei genitori e – si direbbe – soprattutto dei nonni e di tante altre persone. “Niente è più grande di questo fatto. Non immaginavo fosse così.”                                                                                            Ricordo l’annuncio della nascita della mia prima nipotina – avevo otto anni: la faccia gioiosa di una cugina che, arrivando di corsa, batteva il vetro della finestra di casa della zia – dove mi avevano confinato – e lei che gridava: “Una bambina!!”.  E prima ancora, all’asilo, qualcuno è venuto a chiamarmi dalla porta della classe dei bambinetti perché mio fratello era tornato dalla prigionia in America. Avrò avuto cinque anni.   Annunci di gioia per uno che nasce, per uno che arriva…

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