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Domenica 27 Ottobre 2024, XXX del Tempo Ordinario, Anno B

Introduzione del celebrante
Consapevoli del dono di essere qui insieme convocati dalla stessa fede, presentiamo al Signore la nostra preghiera per la salvezza nostra e del mondo intero

  1. Signore, tu ci salvi e ci raduni nella Chiesa: donaci di riconoscerti e accoglierti ogni giorno, e di invocarti come speranza per ogni uomo e ogni donna che vive sulla terra,

Preghiamo: VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE

  1. Signore, che ascolti il grido del cieco, soccorri quanti ti invocano e sono oppressi da malattie, calamità, guerre e tradimenti. Sostieni tutti coloro prestano aiuto ai più deboli e indifesi,

Preghiamo: VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE

  1. Signore, tu ci accompagni con la guida dei pastori e la testimonianza dei fratelli. Ti affidiamo il ministero del Papa, dei vescovi e dei sacerdoti. Conduci a buon compimento il lavoro del Sìnodo, per il bene di tutta la Chiesa e del mondo,

Preghiamo: VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE

  1. Signore, ti affidiamo questa settimana di vita e di lavoro: le gioie e la fatiche, le difficoltà e i buoni incontri. Donaci di camminare ogni momento alla tua presenza,

Preghiamo: VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE

Conclusione del celebrante
Affidiamo a te o Padre queste nostre preghiere per il bene nostro, della Chiesa e di tutti i popoli della terra. Tu che vivi e regni.

UN GRIDO DI SALVEZZA
Nel cieco che incrocia Gesù e grida a Lui, ritroviamo il bisogno di salvezza di tante persone nel mondo. E’ anche il nostro grido e il nostro bisogno, e anche noi possiamo diventare tramite – e non ostacolo - dell’incontro con il Signore che salva. E’ preziosa la nostra vita, la vita di coloro che vanno dietro al Signore e possono condurre a Lui il grido di tanta gente. Risvegliamo la coscienza della nostra chiamata e della responsabilità della fede cristiana da vivere con gioia in tutti gli ambienti.

Vangelo secondo Luca 12,35-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

LA VIGILANZA CHE FA VIVERE

Svegli, attenti, desiderosi: come chi attende una persona cara e amata che dà senso alla vita. L’attesa e la presenza di Gesù spegne la nostra solitudine e apre ogni giorno il cammino della vita. La compagnia vera non è data dal numero o dal chiasso delle persone che ci circondano, ma da presenze e persone che ridestano l’attesa e la percezione di colui che dà senso e valore a una vita anche povera e solitaria.

Rivista Credere Oggi

IL GRANDE CANTIERE DELLA ‘FORMAZIONE’ ECCLESIALE'

Nel contesto di un mondo che cambia e nell’ambito di una Chiesa che si rinnova, il problema della ‘formazione’ delle persone va ricercando una nuova fisionomia e impostazione. Non si tratta appena di ‘aggiornare’ una modalità a sua tempo utile e valorosa, ma di avviare un nuovo percorso. Questa esigenza viene ulteriormente sollecitata dal sommovimento ecclesiale provocato dalla modalità sinodale che mette in gioco tutta la Chiesa. Cosa si intende per formazione? Quali nuovi processi si stanno avviando o si possono avviare?

Ne offre opportuna documentazione il numero 263 - settembre-ottobre 2024 - della rivista bimestrale di divulgazione teologica CREDERE OGGI . Le nuove linee di sviluppo sembrano svilupparsi secondo due dimensioni. La prima riguarda il contenuto della formazione, che attiene non solo all’aspetto dottrinale e spirituale, ma coinvolge   l’intera persona in un cammino esperienziale, comprensivo di tutti gli aspetti dell’essere umano-cristiano, inteso non in senso individualistico ma nella sua interazione e partecipazione comunitaria. La seconda linea riguarda la estensione e la complementarietà dei soggetti in gioco, che non sono solo gli ‘istruttori’, ma includono tutti gli ‘attori’ dei diversi ambiti ecclesiali. Il primo articolo richiama i ‘dinamismi della coscienza personale’ e l’attenzione alla ‘costruzione di un’identità in dialogo’. Il secondo articolo sviluppa un forte richiamo a una formazione teologica che non si disperda nella frammentazione delle discipline, ma miri alla loro compenetrazione, aperta al confronto con ‘tutti i saperi’ e proposta a tutti i credenti. I ministeri acquistano un particolare rilievo, in quanto estendono a tutto l’ambito ecclesiale quelle funzionalità e quei compiti che dal Concilio di Trento in poi erano attribuiti ai soli sacerdoti o parroci. Ne segue che anche la formazione dei futuri presbiteri cambia modalità, secondo una laboriosa verifica e una varia sperimentazione già avviata, come ricorda l’articolo a firma del vescovo Castellucci. I vari interventi che approfondiscono l’impostazione del problema della formazione, trovano riscontro nel racconto di alcune esperienze. Prima di tutto l’esemplarità di alcuni personaggi biblici che Dio stesso ha ‘formato’ nel percorso della loro vita, Abramo, Giacobbe, Pietro.  Quindi l’esposizione di tre esperienze di formazione: quella della diocesi di Torino che ripercorre l’intera diocesi, quella internazionale che dal Brasile coinvolge online tutto il continente sudamericano, quella dell’Amazzonia che coinvolge tutto il popolo di Dio. Un cantiere che rimane aperto per i cristiani di ogni età e vocazione.

 

Vangelo di Luca, 12, 13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

I BENI CHE ABBIAMO

Quante preoccupazioni e contese per l’eredità! Gesù arriva alla radice: la nostra vita non dipende dai nostri beni. La sicurezza che si pretende dalle ricchezze è provvisoria e ci inganna, perché presto o tardi ci lascia soli. Gesù ci chiede di arricchire presso Dio. Possiamo farlo con un uso delle ricchezze teso non all’accumulo ma al bene della società e alla carità. Possiamo farlo rinunciando al possesso dei beni o riducendoli e impiegandoli per il Signore in favore del prossimo.

Domenica 20 ottobre 2024 - XXIX del Tempo Ordinario, Anno B
GIORNATA MISSIONARIA

Introduzione del sacerdote
In ogni parte del mondo il Signore Gesù raduna il suo popolo per condurlo all’unità e alla pace e aprirlo a una speranza più grande. In comunione con tutte le comunità che celebrano l’Eucaristia presentiamo la nostra preghiera perché si compia il desiderio di salvezza del Signore Gesù.

1. Signore Gesù, donaci un cuore libero, desideroso di venire dietro a te e imitarti nel servizio verso i fratelli e le sorelle che ci vivono accanto e verso coloro che nel mondo soffrono per la tragedia della guerra e della fame,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, concedi alla tua Chiesa di testimoniarti ad ogni persona, camminando per le vie aperte dal Sinodo. Dona ai cristiani e alle comunità della nostra diocesi la libertà e la gioia di camminare insieme con il vescovo e con tutti i nostri pastori,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, seguendo l’invito del tuo vangelo che riecheggia nel messaggio di Papa Francesco – ANDATE E INVITATE TUTTI – apri il nostro cuore e rinnova le nostre energie per l’annuncio del Vangelo e l’invito di ogni persona alla festa della fede,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, converti a decisioni di pace il cuore e la mente dei potenti; dona a tutte le famiglie nel mondo giorni di pace, nella riconciliazione e nel perdono,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del sacerdote
O Dio Padre, accogli la preghiera di ciascuno dei tuoi figli per tutta la Chiesa e per il mondo. Rinnovaci con la tua grazia, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

UN BUON CAMMINO
Papa ha scritto ai nuovi cardinali invitandoli a farsi servi del popolo di Dio. Gesù ci ha preceduto dando la vita. Possiamo seguire il Vangelo ogni giorno, nella condizione in cui ci troviamo e negli ambienti in cui viviamo: un clima diverso da vivere in famiglia, nei luoghi di lavoro, in società. Ciascuna persona, ciascuna famiglia può compiere un gesto di solidarietà e di pace: è la novità del Vangelo per il mondo. Sosteniamo l’opera di chi vi si dedica, accanto a noi o in paesi lontani e diversi da noi.

Vangelo secondo Marco 10,35-45

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

UN BUON CAMMINO

Papa Francesco ha scritto ai nuovi cardinali invitandoli a farsi servi del popolo di Dio. Gesù ci ha preceduto donando la sua vita. Possiamo seguire il Vangelo ogni giorno, nella condizione in cui ci troviamo e negli ambienti in cui viviamo: un clima diverso da vivere in famiglia, nei luoghi di lavoro, in società. Ciascuna persona, ciascuna famiglia può compiere un gesto di solidarietà e di pace: è la novità del Vangelo per il mondo. Sosteniamo l’opera di chi vi si dedica, accanto a noi o in paesi lontani e diversi da noi.

L’AFFONDAMENTO DEL VOPORETTO ‘GIUDECCA’

Memoria di un testimone oculare

Era il venerdì 13 ottobre 1944 attorno alle ore 13. Avevo quattro anni, due mesi, cinque giorni. Abitavo qui davanti, vicino al cantiere Menetto al numero 16, con la porta di casa che allora si apriva verso la laguna. Tempo di guerra, con Pippo che la notte sorvolava i nostri tetti. Ricordo mia mamma che alla sera saliva su una sedia e con stracci riempiva tutte le fessure dei balconi, come fa il carpentiere con la stoppa tra un asse e l’altro della barca, per non far vedere la luce agli aerei che passavano o al ‘tedesco’ in perlustrazione. Spesso alla sera la cucina di casa mia si riempiva di persone, e io mi addormentavo sulla sedia a sdraio. Bambinetto, già cominciavo a giocare in questa piazza, insieme con gli altri bambini. Andavo all’asilo delle Madri Canossiane qui accanto alla Chiesa di Ognissanti, ma quel giorno ero a casa. Non so perché. Una bella giornata di sole, e io come al solito e come tutti i ragazzini, camminavo scalzo. All’improvviso un boato tremendo. Con mia mamma e le mie sorelle ci siamo buttati nel sottoscala, come dentro un rifugio. La mamma teneva salda la porta sbattuta dallo spostamento d’aria. Quando uscimmo dal nostro rifugio mi trovai a camminare sul pavimento di casa pieno di vetri rotti di tutte finestre, meravigliato che i vetri non mi pungevano e non mi tagliavano i piedi scalzi. Siamo usciti fuori. Di fronte a noi il vaporetto del Giudecca delle ore 13 che veniva da Chioggia e andava verso Venezia attraccando alla fermata della Rosa dopo il Santuario della Madonna dell’Apparizione, era fermo a metà laguna, piegato, ferito. Grida in piazza e in laguna. Alcune barche facevano la spola tra il relitto e la riva, e già intravvedevo il sangue di alcuni feriti… Non so quanto fui trattenuto lì. Poco dopo – con mia sorella Maria – andammo verso l’Ospedale di S. Antonio. Sulla riva mi apparve più tragica la visione dei feriti: ricordo un uomo trasportato in una carriola, un altro uomo che cercava di trattenere le viscere che gli uscivano fuori. Vidi le Suore di Maria Bambina che facevano servizio in Ospedale, con il loro soggolo bianco che cingeva il viso: immaginai che anche loro erano state ferite, e che quelle dovevano essere le bende. Non si seppe mai quanti furono esattamente i morti: 120, 150? Anche un sacerdote, don Giuliano Vianello; anche un diacono dei filippini… Quanti feriti e mutilati? Anche persone che poi da grande mi dicevano: C’ero anch’io, non so come mi sono salvato… Una delle tante inutili stragi provocate dagli aerei alleati; senza alcuna ricerca di responsabilità. Per molti mesi vedevo il relitto del vaporetto mezzo affondato che emergeva come uno spettro in laguna vicino alla barena, una ferita sempre sanguinante nel cuore del paese: mi appariva sempre come un incubo tornando a casa da scuola…  Qualche tempo dopo, (o forse prima) ci fu un bombardamento ‘in marina’ cioè verso il murazzo, vicino al campo Tre Rose e perirono molte persone. Mia sorella Maria poco dopo mi portò a vedere le rovine. Mi pareva la fine del mondo. Chiesi a mia sorella: “Allora adesso è finita la guerra?”. Con un cenno del capo mi fece sì.

Ogni anno, nella domenica più vicina al 13 ottobre, dopo la Messa nella Chiesa di Ognissanti, il sacerdote esce in piazza per una benedizione al capitello e alla laguna, e una preghiera per le vittime del Giudecca e di tutte le guerre, con la gente e le autorità. Quest’anno la ricorrenza coincide con la domenica. Abbiamo avuto la guerra in casa, abbiamo portato le ferite della guerra nel cuore. E oggi? La tragedia della guerra ci penetra in casa e nel cuore dalla tv e dai social. Che cosa possiamo fare? Possiamo decidere ogni giorno di essere uomini e donne di pace nelle nostre famiglie, nel nostro ambiente, nel nostro lavoro. Come ci invita papa Francesco, possiamo pregare per la pace, rivolgendoci a Dio Padre di tutti, a Gesù principe di pace, allo Spirito Santo amore e perdono. Possiamo affidarci con il Rosario a Maria, Madre nostra, Regina della pace.

 

Vangelo secondo Luca 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

RICONOSCI GESU’ ?

Riconoscere personalmente Gesù come Figlio di Dio e Salvatore, è grazia grande; riconoscerlo e testimoniarlo ‘davanti agli uomini’ è una grazia ancora più grande e una gioia che supera tutte le gioie. Che non ci accada di non riconoscerlo o di rinnegarlo: sarebbe un’autocondanna, ancor prima che sia Dio a rinnegarci. La storia della Chiesa è ricca di santi e di martiri che l’hanno testimoniato e lo testimoniano con la propria vita, fino al sacrificio totale, come i martiri canadesi.

Vangelo secondo Luca 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

L’EVANGLISTA DELLA MISSIONE

Incontrare l’evangelista Luca è sempre una gioia. Il suo Vangelo fa risaltare personaggi importanti, come Maria la Madre, e altri più nascosti, come le donne che seguono Gesù. Dopo il Vangelo, Luca allarga i confini della missione, raccontando i primi passi della Chiesa fuori Gerusalemme e nel Mediterraneo. La missione dei 72 include tutti i battezzati consapevoli che il dono ricevuto va vissuto e comunicato in faccia al mondo, come principio di fraternità e di pace.

Vangelo secondo Luca 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

LA VIA DEL VANGELO

Gesù continua a picchiare con decisione e precisione contro coloro i quali invadono il terreno della fede con superbia e ipocrisia. Anche oggi siamo circondati da ‘maestri’ che sostituiscono con le loro presunzioni e invenzioni la via della fede, indicando soluzioni false e illusorie. Alziamo lo sguardo per riprendere la via del Vangelo nella compagnia della Chiesa, vicina a noi attraverso persone e proposte, che ci sostiene e illumina. Il ‘mondo’ non è ancora arrivato a eliminare Gesù.