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Introduzione del celebrante
Oggi avviene un’accoglienza reciproca: Il Signore ci accoglie nella sua casa, e noi lo accogliamo nella nostra casa, nella nostra vita, nel nostro mondo.

  1. Signore Gesù, donaci di riconoscerti, accoglierti e ascoltarti in questa assemblea eucaristica, per imparare a riconoscerti e servirti nei familiari, negli amici, nei colleghi di lavoro, nei poveri e bisognosi,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti domandiamo che attraverso il papa, i vescovi, i sacerdoti, i fedeli e le comunità, la tua Chiesa sia un luogo di vita in cui tutti – ragazzi, giovani, anziani, famiglie – possono incontrarti e seguirti,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, venuto ad abitare tra noi, solo tu puoi convertire il cuore dei potenti per arrivare a decisioni e opere di pace. Dona salvezza ai popoli percossi dalla guerra,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, con l’intercessione di Maria, Madonna del Carmelo, ti presentiamo la nostra vita, la famiglia, il lavoro, i figli e gli anziani. Donaci di vivere e sperare da cristiani,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio nostro, accogli la nostra preghiera e portala a compimento secondo la tua promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

CON GESU’, DIO VIENE NELLA NOSTRA CASA
Gesù in casa di Marta e Maria, e i tre misteriosi personaggi accolti da Abramo e Sara. Si può vivere così, riconoscendo di avere Dio come ospite nella vita. Vivevano così i santi, anche tante persone che abbiamo conosciuto e che hanno accolto e servito il Signore nella fede e nella carità. Domandiamo la grazia di portare con noi il Signore, così come un genitore ha presente i figli, come si ricordano tra loro gli innamorati, come portiamo in cuore un grande maestro… A partire da questa Eucaristia festiva.

Vangelo secondo Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

CI ACCORGIAMO???

Abbiamo occhi per riconoscere la visita del Signore e i suoi doni? Nelle cose che accadono ogni giorno siamo propensi a unirci al coro di lamentele di amici e colleghi. Occorrono occhi limpidi e cuore aperto per riconoscere il Signore nelle circostanze che viviamo: non soltanto nelle tante cose belle e nelle persone buone che ci vengono donate, ma in tutte le situazioni, anche quelle difficili e dolorose, spesso assai più ricche e feconde dei giorni in cui tutto va bene.

Vangelo secondo Matteo 10,34-11,1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.                                                                                                                                                                                                                                                              

UN AMORE TOTALE                                                                                                                                                                                                                                                                         

Parole che sconcertano. Gesù si pone dentro la vita delle persone come amore assoluto, totale, principio e scopo della vita. Chi può parlare così se non Colui che è la vita ed è capace di dare la vita? Da parte nostra, ci accorgiamo che la nostra dedizione a Lui è sempre parziale, sempre deve essere rinnovata e deve crescere. Solo nell’esperienza del nostro sì a Lui ci accorgiamo di non perdere la vita, ma di guadagnarla e di viverla veramente.

 

Vangelo secondo Luca 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

UN SAMARITANO PER TUTTI

Lo sguardo sul mondo, vicino e lontano, mostra le piaghe della guerra, della fragilità, della vendetta: uomini, donne in guerra, malati senza soccorso e medicine, bambini abbandonati, persone perseguitate e sole. Un mondo che Gesù è venuto a condividere e a salvare. Collaboriamo alla sua opera di Buon Samaritano, accorgendoci di chi ci è vicino e ha bisogno di noi. “Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica…”. Apriamo gli occhi e porgiamo la mano.

Vangelo secondo Matteo 10,24-33

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

LIBERI COME FIGLI

Apparteniamo a Dio come figli amati e protetti, a Gesù come discepoli che Egli fa diventare maestri, come testimoni da Lui riconosciuti e amati. La nostra identità, il nostro ‘stato’ è determinato dall’essere creati da Dio Padre e dall’essere amati e inviati da Gesù, con la grazia e la forza del Suo Spirito. Navighiamo il mare della vita con la barca della Chiesa, nel vento della Trinità e nella compagnia dei fratelli.

Cambiano le fisionomie dei santi. Non li guardiamo più solo come statue degli altari, quel San Luigi con il giglio in mano e quel Sant’Antonio con il Bambino in braccio che dall’infanzia ritrovo a sinistra e a destra dell’altare dei santi nella chiesa parrocchiale. Qua e là spuntano numerosi santi nuovi e vivi, alcuni dei quali abbiamo avuto modo di conoscere in carne e ossa. Alcuni santi giovani ci hanno segnati fin da ragazzi, in particolare Piergiorgio Frassati che scalava le montagne e faceva ogni giorno la comunione. Giovane prete, mi affascinava Benedetta Bianchi Porro con i suoi diari di studentessa e di malata. In uno scaffale della biblioteca di casa si allineano libri e libretti con la calligrafia infantile di Nennolina, la bambina che insistette a chiedere in anticipo la prima Comunione. Più di una quindicina di anni fa presentavamo Carlo Acutis ai ragazzi del catechismo, insieme con la sua straordinaria mostra sui miracoli eucaristici; ho tra mano la sua vita raccontata a fumetti, e insieme il ‘romanzo’ che racconta in tratti episodici la vita di Piergiorgio Frassati: è bello che questi due giovani siano proclamati santi insieme nel prossimo settembre. Spuntano qua e là libri e libretti che raccontano la vicenda di santità di giovani e ragazzi, la cui esistenza è stata interrotta da un incidente stradale oppure è stata logorata dalla malattia. E’ scoppiato recentemente il ‘caso’ di Sammy Basso con la straordinaria sorpresa della sua fede.

Di alcuni giovani, il brillio della santità era già apparso in vita; altre volte la santità è emersa da un diario e da testimonianze successive: Chiara Luce Badano con l’offerta della sua dolorosa malattia, Alberto Marvelli giovane ingegnere, Sandra Sabattini fidanzata; Rolando Rivi, giovane seminarista ucciso dai partigiani, Rosario Livatino giudice…
Nel catalogo di alcune case editrici abbondano biografie tutte da scoprire. In un banchetto di libri vedo un libretto nel quale Marcos Pou, giovane spagnolo morto a ventitre anni, aveva cominciato a raccontare la sua storia, con il passaggio dalla vita scapestrata a un fertile cammino che l’ha portato a muovere i primi passi della vocazione sacerdotale.

Tutt’intorno vedo salire la marea di uomini più o meno illustri per i quali si è aperta la causa di beatificazione, chiamati ‘servi di Dio’: Enzo Piccinini, chirurgo che ho conosciuto personalmente, come pure don Luigi Giussani; Alcide De Gasperi, grande statista del quale mi riecheggia la voce autorevole e pastosa che da bambino ascoltavo per radio. Anche nel corso della mia vita di paese intravedo la segnaletica di alcune figure ‘sante’ rimaste nel nascondimento, uomini e donne innamorati di Cristo e totalmente dedicati alla Chiesa e alla missione, e alcuni ragazzi. Mi affiora frequentemente alla memoria la figura di un ragazzo poco più grande di me; si chiamava Tonino, era di una disponibilità impressionante, mi insegnava a fare il presepio, parlava di Gesù con confidenza, lo vedevo pregare; morì a dodici-tredici anni per un’appendicite non curata; da allora, la mamma sua non è più uscita di casa. Non so quanti santi e sante, giovani o maturi, siano sparsi per le nostre comunità e custodiscano le nostre famiglie. La speranza cristiana invoca che questo fiume non si inaridisca, ma faccia germogliare nuove piante per rinfrescare e rinnovare l’aria che respiriamo.

don Angelo Busetto

Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

SAN BENEDETTO E L’EUROPA

San Benedetto è una delle grandi radici, diventata albero e foresta, da cui è nata e cresciuta l’Europa: cultura, scienza, democrazia, lavoro, socialità, dignità della persona, valore della vita fino al trascendente, accoglienza e comunità hanno in Benedetto e nell’opera benedettina una sorgente viva. Con la presunzione dell’ideologia, l’Unione europea trascura di riconoscere, in teoria e in pratica, questa sorgente, perdendo così volto, cuore, anima. Occorre ripartire dall’origine.

Vangelo secondo Matteo 10,7-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

ACCOGLIERE IL VANGELO

Annuncio, testimonianza, carità, vittoria sui demoni: come si potrebbe rifiutare una presenza che opera in questo modo? Il Vangelo testimoniato e vissuto è salvezza per chi lo incontra e lo vive. Per questo Gesù è così severo verso chi rifiuta per preconcetto o chiusura di cuore i suoi inviati. Nel paragone con Sodoma e Gomorra, Egli fa intendere che il rifiuto della verità è più grave di ogni corruzione morale.

Vangelo secondo Matteo 10,1-7

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

UNA MISSIONE AUTOREVOLE

La missione di Gesù sulla terra continua attraverso i discepoli. Non solo in una vita di testimonianza che riverbera la presenza del Signore, ma anche nell’affidamento di un compito, nell’investitura di un ‘potere’ per scacciare satana e vincere il male. La missione dei dodici apostoli, che perdura nel papa e nei vescovi, è garanzia per tutti i cristiani e segno di riconoscimento per il mondo. Nella loro unità, che si comunica a tutti i battezzati, Cristo si manifesta al mondo.

Introduzione del celebrante
Gesù, Buon Samaritano, ci accoglie nelle nostre fragilità e ci salva. Domandiamo di seguirlo sulla via della carità.

  1. Signore Gesù, Ti affidiamo la nostra umanità ferita da guerre, odio, calamità e disgrazie; dona ai popoli e ai loro rappresentanti di aprire le vie della pace e dell’intesa reciproca,

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, sostieni la tua Chiesa perché nell’insegnamento e nell’opera di Papa Leone, del vescovo e dei sacerdoti, e di tutti i cristiani, diventi segno di unità e di fraternità per tutti i popoli,

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo i ragazzi, i giovani, le famiglie; in questa estate possano scoprire il dono della vita e della creazione, e vivano l’esperienza della fraternità e dell’accoglienza.

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, donaci attenzione a carità verso le persone sole e bisognose, verso chi è solo e malato. Donaci di scoprire la bellezza del dono di sé,

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore, vieni sempre in nostro aiuto, accogli la nostra preghiera e salva il nostro mondo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

UN SAMARITANO PER TUTTI

Lo sguardo sul mondo, vicino e lontano, mostra le piaghe della guerra, dell’odio, della fragilità, della vendetta: uomini, donne in guerra, malati senza soccorso e medicine, bambini abbandonati, persone perseguitate. Un mondo che Gesù è venuto a condividere e a salvare. Collaboriamo nel nostro ambiente alla sua opera di Buon Samaritano, accorgendoci di chi ci è vicino e ha bisogno del nostro aiuto. “Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica…”. Apriamo gli occhi e porgiamo la mano.