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Mercoledì 30 dicembre 2020 – San Raniero di Forcona, vescovo, m.1077

Vangelo di Luca, 2,36-40

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

SENTINELLE DEL TEMPIO

La profetessa Anna, che accoglie Gesù al tempio insieme con il vecchio Simeone, è un po’ il simbolo delle donne, vergini o vedove, che da sempre si dedicano al tempio del Signore. La cura della chiesa, la pulizia dell’ambiente e la preparazione dei servizi liturgici, l’accoglienza di volta in volta delicata o spiccia delle persone che entrano ed escono nel tempio, rappresentano caratteristiche ben vive nella memoria di quanti le riconoscono come sentinelle del mattino e della notte.