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Quante volte sentiamo o leggiamo e magari commentiamo la stessa notizia, insistentemente annunciata, ripetuta, commentata da tv, giornali e miriadi di social? Intuiamo in anticipo la scaletta del telegiornale, lo stillicidio dei commenti dei politici di opposta tendenza, l’altalena di spese e pranzi e regali fatti o da fare. La grancassa del mondo diventa monotona, schiacciata dal mucchio delle solite cose. E’ tutto qui il mondo da conoscere, è questo che ci interessa, sono questi gli avvenimenti che meritano di essere raccontati?

Viene l’occasione di tirarsi fuori dalle cose solite: alcuni giorni di ritiro spirituale o di vacanza con amici; oppure un avvenimento forte, lieto o doloroso, che interrompe il ritmo consueto. La scena cambia, per la lontananza dai luoghi abituali; le giornate ti vengono incontro con il volto delle persone. Riscopri un giro di parenti e amici, e il cuore vibra con una danza leggera; si svelano luoghi, panorami, case, chiese, monti, sentieri, ambienti che allargano l’orizzonte. Si ridesta la sensibilità per quello che incontri, una percezione acuta del senso della vita, un’esperienza diversa dell’esserci e dell’abitare. Ti domandi: dov’era tutto questo mentre me ne stavo a casa tra le solite cose? Cominci a desiderare che anche la vita che scorre immobile nelle giornate mantenga lo stesso tipo di attenzione alle cose, lo stesso sguardo sulle persone, la stessa partecipazione agli avvenimenti. L’orizzonte si allarga e il dialogo si apre su altre finestre. Il tempo diventa disponibile per altre iniziative. Cerchi – e a volte trovi – un numero più ampio di persone da visitare; vai a rovistare nella marea dei libri e scovi gli autori che sempre ti hanno attratto e che restavano relegati in seconda o terza fila; ti schiudi alla novità del silenzio e ti fai prendere dallo stupore della liturgia ben cantata. Spuntano gli autori classici e assapori il gusto del linguaggio chiaro e diretto di un Padre della Chiesa, ti lasci avvolgere dalla musica dei concerti che girano il mondo non solo a Natale e Capodanno, mentre intanto scorri i giornali o riordini gli oggetti dispersi in un cassetto. Accogli l’invito di un vecchio amico di scuola, intravvedi una possibilità di contatto con una persona malata e con la famiglia con bambini piccoli, così difficile da intercettare.                                             Hai sempre bisogno di venire risvegliato a una visione più vera di ciò che accade nel mondo. E dunque, meno tv e telegiornali, e più attenzione alle pagine del quotidiano che ti introducono al senso delle cose, più tempo a quei due o tre settimanali, a quei tre o quatto mensili che hai tra mano, per superare la banalità della cronaca e svincolarti dallo standard dei giudizi scontati. Pian piano la vita torna a respirare. Non restiamo schiavi di chi guida il treno, pur senza bisogno di scendere dalla carrozza. Il panorama ci scorre davanti pieno di sorprese. E chiudendo gli occhi su quel che  succede là fuori, vedi scorrere vite autentiche, capaci di affrontare il male e di costruire il bene. Esiste dunque una vita ‘altra’, più vera. Esistono notizie ‘altre’, che appassionano. Non più rassegnati a sprofondare nel vuoto del nulla che una società annoiata continua a raccontare.

  1. Mentre il pensiero gira su queste cose, arriva un messaggio: “Mio figlio ventenne dice essere stufo delle notizie dei soliti tg. Ha scoperto tv 2000, e trova che le notizie dal mondo hanno un altro sapore”.

Don Angelo Busetto     3386539107

Vangelo secondo Marco 2, 18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".
Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!".

LA FESTA DELLO SPOSO

Dopo il racconto del miracolo alla festa di nozze a Cana, oggi il Vangelo ci presenta Gesù come sposo; la sua presenza è la festa dei discepoli. La vera opportunità per la nostra vita non viene dalla capacità di risolvere tutti i problemi, nostri o del mondo, ma dalla certezza della sua presenza che ci accompagna nell’amicizia della Chiesa e ci sostiene dal profondo del cuore. Un vestito nuovo e un vino nuovo per ogni giorno.

Vangelo secondo Giovanni 2,1-11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

UNA FAMIGLIA CHE VIVE E SI RINNOVA

Possiamo guardare con fiducia le famiglie del presente e del futuro, o ci lasciamo travolgere dai problemi della vita e dalla mentalità del mondo? Il Vangelo presenta una famiglia in difficoltà già nella festa di nozze. Chi la salva? Gesù, sollecitato da Maria. Ecco da dove ripartire con speranza e decisione. Guardiamo le testimonianze delle famiglie che si amano e sono unite anche in tempi difficili, e tanti sposi santi. Ripartiamo dai sacramenti del Matrimonio, Battesimo, Eucaristia, Confessione, celebrati e vissuti.

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

PECCATORI CHIAMATI

La folla va da Gesù, attratta dal fascino della sua persona, dai suoi miracoli e dal suo insegnamento. Come per caso, Gesù, vede lungo la strada Levi-Matteo e lo chiama a seguirlo. Si tratta di un uomo considerato come peccatore perché collaboratore dell’impero romano come esattore delle imposte. Gesù va a casa sua dove trova suoi amici e colleghi. Scoppia la protesta degli scribi dei farisei, detentori della moralità pubblica. Ma se Gesù non incontrasse i peccatori, che salvatore sarebbe???

Vangelo secondo Marco 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

ECCO LA SALVEZZA INTERA

Questo è un altro esempio di ‘salvezza intera’, che non si limita alla guarigione delle membra ma scende nel profondo del cuore. Dal perdono inizia realmente la salvezza della persona e dell’umanità. E’ un’opera che solo Dio può compiere, come attestano con la loro diffidenza anche gli scribi. L’evangelista Marco vede attraverso gli occhi di Pietro quello che accade: nota che i portatori del paralitico sono quattro, e che il tetto viene scoperchiato nel punto giusto… La grazia degli amici!!

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

MIRACOLI: SI’ O NO?

Gesù non è venuto a fare miracoli. Quando li fa, è quasi sempre su richiesta altrui; e gli evangelisti notano che si lascia prendere dalla ‘compassione’. Dopo il miracolo, Gesù taglia ogni pubblicità e invita a non divulgarlo. La divulgazione della guarigione del lebbroso lo costringe a tenersi fuori dalle città. Gesù non vuole essere ridotto a guaritore. Lui è di più: è il salvatore dal male e dalla morte: questo si potrà riconoscere dopo la sua risurrezione.

Vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

GESU’ IN AZIONE

Il secondo miracolo che Gesù compie – nel Vangelo di Marco – è la guarigione della suocera di Pietro dalla febbre: un miracolo piccolo e casalingo. Poi i miracoli arrivano a valanga per tutti gli abitanti della città, guarendo malattie e cacciando demoni. Non basta, c’è il mondo attorno, vicino e infine lontano. La presenza e l’azione di Gesù continuano attraverso i secoli, guarendo e salvando, fino alla fine del mondo, fin oltre questo mondo.

II Domenica, Tempo Ordinario, Anno C

Introduzione del celebrante
Anche noi, come Maria alle nozze di Cana e poi come quegli sposi, ci rivolgiamo a Gesù perché non venga meno la festa della vita, e le famiglie cristiane possano testimoniare a tutti la presenza e l’azione del Signore che ci salva.

  1. Signore Gesù, con il miracolo alle nozze di Cana tu manifesti la tua partecipazione alla vita di ogni famiglia. Dona alle famiglie la gioia e la forza della tua presenza; dona ai giovani e alle ragazze il desiderio di accoglierti nel sacramento del matrimonio,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, dona a tutti di guardare con fiducia al futuro, con l’amore fedele dei coniugi, la grazia dei figli, l’amicizia della comunità cristiana, il sostegno della Provvidenza, la gioia di ricominciare ogni giorno,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ridesta la nostra fede, principio di unità e di pace. Ti affidiamo le famiglie percosse dalla guerra, dall’ingiustizia e dalla prepotenza,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, donaci di vivere un’esperienza di fraternità e pace nelle famiglie, nelle comunità cristiane, nei luoghi di lavoro, con il sostegno, l’insegnamento, la testimonianza di tutti i pastori della Chiesa,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Padre Santo, sorgente di vita e di amore, ti affidiamo le nostre comunità e le nostre famiglie e tutto questo nostro mondo che domanda pace e amore. Per Cristo nostro Signore.

UNA FAMIGLIA CHE VIVE E SI RINNOVA

Possiamo guardare con fiducia le famiglie del presente e del futuro, o ci lasciamo travolgere dai problemi della vita e dalla mentalità del mondo? Il Vangelo presenta una famiglia in difficoltà già nella festa di nozze. Chi la salva? Gesù, sollecitato da Maria. Ecco da dove ripartire con speranza e decisione. Guardiamo le testimonianze delle famiglie che si amano e sono unite anche in tempi difficili, e tanti sposi santi. Ripartiamo dai sacramenti del Matrimonio, Battesimo, Eucaristia, Confessione, celebrati e vissuti.

 

 

Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

UNA PAROLA AUTOREVOLE

Il primo miracolo di Gesù è la liberazione di un uomo posseduto da uno ‘spirito impuro’, cioè da satana, il quale provoca immediatamente Gesù, mentre subito dopo Gesù imperiosamente gli domanda di uscire da quell’uomo. Questo fatto ci conduce all’origine del male, che precede e supera la condizione dell’uomo, nello scontro diretto tra Dio e satana. La vittoria sul male impersonato in satana - ieri e oggi - non può venire da noi, ma dalla parola autorevole di Gesù.