Vai al contenuto

Corpo e anima, interiore ed esteriore, caldo e freddo, bene e male, io e gli altri: quello che ciascuno è si può paragonare a un albero del bosco, ben piantato nel terreno, illuminato dal sole e velato dalla notte, sballottato dal vento e dalla pioggia, accarezzato dagli uccelli e violentato dagli spari. Mi trovo spesso, a pranzo e cena, con il telegiornale davanti agli occhi e negli orecchi, con la solita sequenza di notizie ed eventi. Dapprima l’ultimo fatto di cronaca violenta, uccisione o disastro; segue la carrellata dei politici pro o contro qualsiasi cosa; le guerre in corso con le trattative di pace mai concluse; un intervallo di notizie varie, e quindi moda, sport, e sempre un pizzico di sesso che insapona il finale. Di giorno in giorno e di ora in ora i servizi proposti dalla tv anche oltre i telegiornali, ossessivamente ci trascinano a individuare le mosse e le intenzioni dell’ultimo delitto commesso in famiglia e.o contro le donne, con indagini, interviste, previsioni. Quale scroscio di male e di malessere si riversa nell’anima, nel cuore, nella mente di chi vede e ascolta, anche distrattamente e svogliatamente, a tavola o in poltrona? Un torrente alluvionale che entra dentro, percuote, modifica, impressiona e un po’ ti divora; un senso di malessere, una tristezza montante, un’insorgente sfiducia verso la vita, una delusione per il presente e una paura del futuro; uno stillicidio di giorni, settimane e mesi, come l’indottrinamento e l’infiacchimento di un detenuto in una prigione nazista o comunista.Se ne rendono conto i responsabili delle reti televisive, i detentori degli strumenti sociali, i responsabili politici? Ce ne rendiamo conto noi, fruitori abituali di tutte le reti? Cervello, cuore, pelle e membra, quasi in un dormiveglia, veniamo contaminati come Pinocchio che si lascia bruciare i piedi nel sonno.
C’è altro nella vita, come percepiamo vivacemente quando siamo di ritorno da un pellegrinaggio, da una vacanza bella con amici, dal compimento di un’opera di carità, dall’aver partecipato a un evento di grazia, dove la vita si ridesta, la mente si ripulisce, il cuore torna a battere con lieto impulso. Non ci si rassegna a bere acqua inquinata e cibi contaminati. Cerchiamo, nelle circostanze che ci accadono e poi in tv e giornali, la vita che cresce, ama, desidera, costruisce, perdona, raddrizza ed edifica, anche dentro i mali e le tragedie del mondo, anche dentro la malattia, la guerra, l’inondazione, in un fiotto di energia e di speranza. Attraverso la montagna del male, non spaccando la roccia con il piccone o gli esplosivi, ma nello scorrere di un’acqua che rigenera e nello spirare di un fiato che ristora.

Angelo Busetto

ROMANO GUARDINI: L’UOMO NEL MONDO E NELLA STORIA

Stilare un elenco degli interessi culturali di Romano Guardini, e quindi delle sue pubblicazioni, è impresa laboriosa: fede e cultura, teologia e filosofia, arte e letteratura, storia e attualità, tutto lo spettro della condizione umana è oggetto della sua indagine, elaborata e espressa negli anni di insegnamento universitario come visione cristiana del mondo, ‘weltanschauung’. Certo è che il suo interesse si concentra sull’uomo e su tutto ciò che lo costituisce, lo circonda, lo condiziona. Insieme con i numerosissimi scritti, Guardini ha prodotto anche una serie di conferenze, invitato per varie occasioni a trattare temi specifici. Il grosso libro che abbiamo tra mano ne raccoglie un robusto grappolo, con un titolo significativo che esprime la sua tensione per il vero bene dell’uomo. La raccolta è distinta in due parti. La prima riguarda la condizione umana come tale. I temi, di disparato interesse, riguardano il rapporto tra la condizione naturale e lo sviluppo culturale; la ‘teologia del mondo’; la fede, la libertà, il rispetto della vita umana ancora in formazione nel grembo, la domenica, la santità, e infine la possibilità di considerarsi cittadino della propria nazione mentre si va affermando una coscienza europeista. Nella seconda parte l’indagine si allarga al mondo in cui viviamo: pace, dialogo, potere, ambito del servizio e della carità, le nuove frontiere aperte dalla psicanalisi di Freud, la questione dell’idolo e dei nuovi idoli, le problematiche derivanti dal cinema, il persistere della fede nella evoluzione del mondo. Ogni questione è posta da Guardini in un orizzonte più largo, che va dalle radici storiche agli influssi sulla persona e sulla società: il tutto in paragone con la fede cristiana. Alcuni interventi sono particolarmente illuminanti, come il quelli sulla libertà e sulla psicanalisi. Altri risentono dell’usura del tempo, come quello sul cinema. Certamente, dalla lettura dei testi di Romani Guardini non si esce mai come si era entrati; si acquista un nuovo sguardo sull’uomo e una nuova prospettiva sull’orizzonte del mondo e della storia.

Romano Guardini, Ansia per l’uomo, Morcelliana, Brescia 2024.2; pp 470 € 34,00

 

 

 

 SINODO: IL LABORIOSO CAMMINO PER UNA CHIESA CHE SI RINNOVA

Non si tratta di un concilio in incognito, ma di una iniziativa tesa a coinvolgere tutto il popolo di Dio. Il Sinodo della Chiesa Cattolica, inaugurato dopo il Concilio Vaticano II da Paolo VI nel 1965 come assemblea di vescovi, in questi ultimi tempi, per iniziativa di papa Francesco allarga la sua tenda fino a comprendere tutto il popolo di Dio, pur con funzioni diverse e diversa responsabilità dei fedeli. Nell’intenzione di Francesco non si tratta solo dell’ampliamento di una istituzione già avviata. In un suo discorso del 2015 la ‘sinodalità’ viene descritta come ‘una dimensione costitutiva della Chiesa’, cioè un modo di essere e di realizzarsi nel tempo. Sono questi i passaggi descritti dall’autore, un teologo chiamato a far parte della dirigenza del Sinodo. Egli ricorda che, soprattutto a partire dal Concilio di Trento, la struttura e la missione della Chiesa sono andate a concentrarsi nel sacramento dell’ordine e quindi nel compito della gerarchia, lasciando ai margini il resto del ‘popolo di Dio’, il quale semmai veniva chiamato a ‘collaborare’ con preti, vescovo e papa. Sull’onda del Concilio Vaticano II, in questi ultimi decenni è avvenuta la riscoperta del sacramento del Battesimo come ‘sacramento della vita e della missione cristiana’ e principio di uguaglianza fra tutti i fedeli.

Il volume riprende un filo che parte dai tempi della Chiesa, quando i cristiani venivano definiti ‘quelli della via’, gente che si caratterizzava non per un nuovo culto ma per un modo diverso di camminare nelle vie del mondo. L’autore ha buon gioco a evidenziare la condizione del cammino di Dio e del suo popolo, a cominciare dall’Esodo dell’antico popolo ebreo, fino a Gesù che si identifica come Via e ai primi cristiani missionari nel mondo. Con una ricerca attenta e puntuale l’autore riprende poi i testi del Concilio Vaticano II, per evidenziarne sia gli aspetti che si muovono nella nuova prospettiva comunitaria, sia le incertezze che la frenano, e rileva poi i sentieri del passaggio dalla ‘collegialità’ dei vescovi, alla ‘sinodalità’ dell’intera Chiesa. Egli nota che la vita della Chiesa non si concentra nella celebrazione di eventi eccezionali, ma “nell’apprendimento di nuovi modi di ascoltare e di prendere decisioni”. E’ quindi significativo che il tema affidato al ‘cammino sinodale’ in corso sia proprio la ‘sinodalità dell’intera Chiesa’, cioè una nuova modalità nel considerare il rapporto tra tutti i fedeli e di guardare alla missione della Chiesa nel mondo; il dialogo e l’ascolto reciproco ne sono componenti essenziali, come è manifestato anche dalla disposizione dei tavoli nella grande aula Paolo VI dove si svolgono i lavori sinodali.

Nei capitoli successivi viene proposto un tentativo di valutazione circa il lavoro della prima sessione del Sinodo, svolta nell’ottobre del 2023, dove è confluito il cammino precedentemente svolto dalle comunità locali, nazionali, continentali. E’ in atto ‘processo’ che avrà una tappa fondamentale nella seconda sessione che si apre in questo mese di ottobre, ma che è destinato a proseguire nel tempo per dare un nuovo volto e un nuovo cuore all’intera Chiesa, Un cantiere aperto per tutti, dal papa ai vescovi, dai sacerdoti ai fedeli e a tutte le comunità cristiane in missione nel mondo.

Christoph Theobald, Un concilio in incognito? Il sinodo, via di riconciliazione e di creatività, EDB Bologna 2024 pp 194 € 19,00

Angelo Busetto

 

 

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

I PICCOLI

I piccoli, cioè coloro che hanno il cuore aperto e sono sempre desiderosi di imparare, accolgono tutto intero il mistero di Dio che si rivela e si comunica, e vi si immedesimano. Così ha fatto Francesco, vivendo il Vangelo con un amore totale a Gesù. In questa ‘povertà’ divenuta ricchezza, Francesco si è aperto alla fraternità con ogni persona – poveri, estranei, nemici - e ha lodato il Signore in ogni creatura

Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: ‘Pace a questa casa!’. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: ‘È vicino a voi il regno di Dio’. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: ‘Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino’. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

LA MISSIONE DELLA VITA

Gesù manda in missione ‘altri settantadue’, dopo aver inviato i dodici. Arriverà il tempo in cui coloro che lo seguono si disperderanno nel mondo e vivranno la missione testimoniando quello che a loro è capitato: l’incontro con Gesù e la comunione con altri che l’hanno visto e udito. Cos’è infatti la missione, nel passato e nel presente, se non il racconto della vita di Gesù e la testimonianza di quello che Egli ancora sta operando in noi e nella storia del mondo?

Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

UN MONDO ABITATO

Un mondo abitato dagli Angeli che camminano accanto ai piccoli e ai grandi, volgendo occhi e cuore al Padre nostro che è nei cieli: lo spazio di tutto ciò che esiste è immensamente più grande di quello che possiamo misurare. Così come l’immensità insondabile delle galassie nell’universo, o l’infinitesima particella nell’atomo. Anche il tempo si allarga all’eternità, e le nostre giornate si aprono all’infinito. L’Angelo custode, creduto, amato, invocato, apre a questo cammino che ci conduce ‘oltre’, piccoli grandi.

PREGHIERA DEI FEDELI

Domenica 6 Ottobre 2024, XXVII del Tempo Ordinario, anno B

Introduzione del celebrante
Questa prima domenica di ottobre ci pone accanto al Signore Gesù insieme con la Madonna del Rosario, aperti alla vita come missione. Domandiamo l’aiuto del Signore Gesù insieme con la nostra famiglia e con la nostra comunità di fratelli e sorelle.

  1. Signore Gesù tu ci poni davanti agli occhi e al cuore l’immagine della famiglia nata dal tuo amore, con il dono dei figli: dona a tutte le famiglie di vivere e amare secondo la misura del tuo Cuore,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù sostieni la tua santa Chiesa nel cammino del Sinodo mondiale e nella vita delle diocesi e delle comunità. Rinnova la nostra fede, speranza e carità nel vivere la comunione e la missione,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, in questo mondo che patisce guerra e violenza, apri i cuori a propositi di pace, sostieni le popolazioni stremate, le famiglie in fuga, gli anziani e i bambini,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. O Signore, accompagna con la tua grazia la vita dei giovani, aprendoli all’amore vero nel sacramento del matrimonio, nella vita religiosa, sacerdotale e missionaria,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Dio nostro Padre, principio della vita e dell’amore, accogli la preghiera che ti rivolgiamo con la nostra comunità e con la nostra famiglia. Per Cristo nostro Signore.

RITROVARE UNA VITA VERA

Questo Vangelo – insieme con il racconto della Genesi nella prima lettura – ci pone davanti agli occhi e al cuore l’immagine della famiglia, con l’amore fedele dei coniugi e la presenza dei figli. Domandiamo che questo diventi un seme di verità nel modo di considerare e di vivere la famiglia, il matrimonio, i figli. Quando ci allontaniamo dal Vangelo di Gesù e dall’opera del Dio creatore, perdiamo il senso dell’umano, dell’amore, della famiglia. Una mentalità nuova e scelte secondo il Vangelo, donano un’esperienza di umanità e di felicità!

Vangelo secondo Luca 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

UNA FERMA DECISIONE

Una svolta nella vita di Gesù: ora, nel Vangelo di Luca, Gesù si mette in cammino verso Gerusalemme, dove sarà ‘elevato in alto’. Questo cammino l’ha intrapreso anche Teresa, ponendo cuore e i soi passi dietro Gesù. Prima in famiglia e poi in convento questa ragazza limpida e intelligente ha vissuto un amore tenero e intero verso Gesù, che l’ha spalancata al mondo. La sua missione, terminata sulla terra a 24-25 anni, produce ancora frutto in chi la incontra.

Vangelo secondo Luca 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».                  .

IL BAMBINO E L’ESTRANEO

La misura di Gesù contraddice l’istintività ed esalta la verità e il valore delle persone. L’accoglienza del bambino, che nella società antica non aveva valore per se stesso, viene equiparata all’accoglienza dello stesso Gesù, anzi di Dio suo Padre e Creatore di tutti. L’estraneo che combatte i demoni viene valorizzato da Gesù, come ogni bene che c’è nel mondo. E’ molto più bello uno sguardo grato e positivo sulle persone e sulle cose, che non il rifiuto e la lamentela.

LA FEDE IN DIALOGO
Immerso nella realtà ‘spirituale’, il nostro ‘io’ vive nel rapporto con il ‘tu’

Affiorano sul filo della mente due visioni della vita e della persona che sembrerebbero alternative alla fede cristiana, ma che possono invece essere riconosciute come sue dimensioni integrative. Sono due visioni che vibrano nell’aria da molto tempo. La novità spunta nell’imbattermi in una persona immersa in una prospettiva ‘spirituale’, come documentano la sua libreria fornitissima di libri di Oriente e Occidente e la sua forma di vita impregnata di preghiera e di carità: è la prima visione. La seconda visione si presenta con l’ascolto su you tube di una lezione della filosofa Michela Marzano al Festival della filosofia di Modena, a metà settembre, che ragiona sull’io in una conferenza dal titolo: “Dimmi chi sono”. Consapevolmente o meno, le due visioni traducono in termini di scienza, di filosofia e di pratica vissuta alcuni aspetti della fede cristiana.
La prima afferma che il singolo ‘io’ appartiene a un tutto globale, pervaso da uno ‘Spirito’ che tutto attraversa e permea con immensa energia vitale. Le nostre azioni non sono mai solitarie, né sono appena un nostro prodotto, ma promanano dallo Spirito universale e risultano tanto più efficaci quanto più rimaniamo collegati con esso: avviene innanzitutto per mezzo di quella che viene chiamata “intenzione”, cioè proiezione verso un obiettivo, uno scopo. Quello che ‘intenzionalmente’ desideri, inserito in questa energia universale, troverà sicuramente compimento.
Credo risulti evidente che questa visione richiama la parola di Gesù: “In verità io vi dico: se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Dio è tutto in tutti, e lo Spirito del Signore pervade l’universo e soffia dove vuole; la sua potenza e il suo influsso agiscono nel cuore dell’uomo e nel mondo. Particolarmente dopo Pentecoste, lo Spirito Santo è protagonista della vita della Chiesa e del mondo. Come afferma San Paolo e come richiama Teilhard de Chardin, l’universo procede in una tensione all’unità; creati da Dio, a Lui apparteniamo, protesi al nostro destino che è la partecipazione alla sua Gloria. Con una frase famosa di don Giussani possiamo dire: “Io sono Tu che mi fai”. Dobbiamo solo imparare ad accorgerci dell’azione dello Spirito di Dio in noi e nel mondo, e collaborare a tutti i livelli della nostra condizione umana.
Nella seconda visione si afferma che la consistenza dell’io personale non si sperimenta in solitudine, ma emerge e si sviluppa nel rapporto interpersonale. E’ nell’incontro, nel dialogo, nella socialità che il singolo scopre se stesso e si realizza. Per Cartesio, dice la filosofa citata, la persona esiste in quanto pensa; dopo Cartesio la filosofia si domanda ‘chi’ è questa persona che ‘pensa’, e scopre che germoglia e vive nella relazione con l’altro.
Considerando questa seconda visione, è inevitabile scorgervi un’apertura sul panorama della Trinità, di cui la persona umana è riflesso. In Dio le tre persone emergono, vivono, si esprimono in quanto relazione l’una all’altra, come dichiarano i loro stessi nomi, Padre, Figlio, Spirito Santo. Il dinamismo che costituisce l’essere di Dio si riflette nella persona umana e nelle espressioni comunitarie in cui questa si realizza e gioca la sua partita nella storia. Riaprire l’accesso alla vita trinitaria e perciò alla gioia che ha dato origine al mondo, dona un rinnovato rapporto con le creature: non più il ‘il naufragar m’è dolce in questo mare’ come nella poesia di Leopardi, ma la letizia francescana in cui fraternità e lode del creato sono eco una dell’altra.
Viene facile riconoscere come queste due prospettive, adottate come metodo di vita, producono frutti di sapienza, fraternità, carità, così come vediamo accadere nella vita di coloro che le professano e le vivono: a ciascuno dei quali possiamo infine dichiarare: “Non sei lontano dal Regno di Dio”.

Angelo Busetto