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Vangelo secondo Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

IL BENE sùbito

Gesù non aspetta il giorno dopo per fare il miracolo. Prende anzi l’iniziativa e chiama in mezzo l’uomo dalla mano paralizzata. Il bene va fatto subito. Quante volte il rimando al giorno dopo o a un’altra circostanza, fa svanire sia il proposito e sia l’azione di bene. Né possiamo nasconderci dietro il paravento della liceità o illiceità: il bene va fatto sempre. Per questo occorre un cuore nuovo, semplice, pronto, con lo slancio del fanciullo e la grazia del Signore.

Domenica 23 gennaio 2022 - III del Tempo Ordinario, Anno C

Introduzione del celebrante
Il Signore Gesù è in mezzo a noi come nella sinagoga di Nazaret e annuncia la sua missione di salvezza per il mondo. Ci affidiamo a Lui.

1. Signore Gesù, ti accogliamo tra noi come nostro Salvatore; ti ringraziamo per quanti ti rappresentano vivo nella Chiesa, come pastori e maestri, e come tuoi discepoli e amici,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

(seconda e terza preghiera per la diocesi di Chioggia)
2. Signore Gesù, ti ringraziamo per il ministero di annuncio, azione, testimonianza che il vescovo Adriano ha svolto per quasi tredici anni nella nostra diocesi. Rendi ancora fruttuosa la sua vita per il bene di tutta la Chiesa,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

3. Signore Gesù, ti ringraziamo per il dono dello Spirito santo con il quale hai consacrato un nuovo pastore per la nostra diocesi. Donaci di vivere con il vescovo Giampaolo una vera esperienza di fede e di carità e un nuovo slancio nella missione,
Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

4. Signore Gesù, donaci di ritrovare e vivere l’unità con tutti i cristiani del mondo, nella Chiesa cattolica, nella nostra comunità, nella nostra famiglia,
Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

5. Signore Gesù ti affidiamo le persone colpite dalla malattia e dai drammi della vita; sostieni l’opera di quanti si dedicano alla cura dei malati e degli infermi, per lavoro o per scelta di vita,
Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Signore, presentiamo davanti al tuo cuore e alla tua volontà le nostre preghiere, confidando nella tua misericordia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

IL MAESTRO E’ QUI E CI PARLA
Formidabile l’inizio del Vangelo di Luca, che dobbiamo ringraziare per la sua attenta documentazione. Bellissimo l’inizio del ministero di Gesù a nella sinagoga di Nazaret, dove si fa riconoscere per colui che compie la promessa di salvezza. Gesù è presente e ci parla nella assemblea eucaristica e si comunica a noi. Abbiamo un punto a cui guardare e al quale affidarci, per rinnovare la fede e insieme un retto giudizio sulle cose del mondo. Siamo lieti, come gli ebrei che esultano per aver ritrovato il libro della Parola dopo l’esilio. Il Maestro, il Salvatore, la Parola viva è con noi, ci accompagna e ammaestra.

Vangelo secondo Marco 2,23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

ALLARGARE LA CARITA’

Cosa ci dice di fare Gesù verso i fratelli che hanno fame, hanno freddo, scappano dalle loro case, inseguiti dalla persecuzione? Non si tratta solo di strappare spighe dai campi. Di fronte a problemi enormi e complessi, almeno una spiga possiamo strappare dal nostro cuore, superando ogni formalismo. Sciogliamo la nostra durezza e aridità imparando dai santi, e partecipiamo a occasioni di carità aiutando persone vicine e inviando sostegni concreti a istituzioni caritative e missionarie fidate.

Vangelo secondo Marco 2,18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

ANCORA LO SPOSO

Ieri abbiamo visto Gesù a nozze. Oggi Gesù stesso si qualifica come sposo, manifestando la sua presenza che rassicura e allieta come una festa di nozze. Gli invitati diventeranno sempre più numerosi e la festa sarà più grande. Tuttavia, Gesù annuncia i tempi dell’assenza dello sposo, nei giorni della sua passione e in seguito anche della persecuzione dei discepoli. I tempi che seguiranno l’ascensione, pur con la sua presenza nel ‘segno’, saranno velati di tristezza, in attesa della festa finale.

Vangelo secondo Giovanni 2,1-11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

LO SPOSO CHE CI AMA
Non abitiamo una terra abbandonata e devastata, ma una terra chiamata mia Gioia e Sposata. Gesù alla festa di nozze è segno di questa benevolenza di Dio per noi. E’ Lui lo sposo fedele che ci ama e accompagna. Lo troviamo riflesso nei pastori che in Lui si identificano. Come il nuovo vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, che oggi viene consacrato, e che ha scelto come motto SICUT ET CHRISTUS DILEXIT ECCLESIAM: come anche Cristo ha amato la Chiesa. Accogliamo Cristo nelle nostre famiglie, nelle comunità, nella vita, nelle amicizie: Cristo, fattore di unità e missione.

 

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

 

A PRANZO

 

Se appena ci pensiamo, c’è molto da sorprendersi a vedere quante volte i vangeli raccontano di Gesù a pranzo, con amici, gente per bene, persone equivoche. Egli entra nel tessuto dei rapporti umani, donando amicizia e fraternità. Non è venuto a piantare una religione cerimoniale, ma a riaprire il cuore delle persone alla relazione con Dio e alla riconciliazione reciproca. Suo compito è la ricostruzione dell’umano, nei fondamenti e nell’espressività, come un maestro e un riedificatore.

Vangelo secondo Marco 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

 

LA SORPRESA DI GESU’

 

Avanti e indietro. Ecco Gesù ancora a Cafarnao, come un ritorno ‘a casa’, che doveva essere la casa di Pietro, ancora riconoscibile nella cittadina, accanto ad altre case dove si vede ancora la scalinata del cortile, dalla quale si accede al tetto. Questa gente si fida così tanto di Gesù, da osare un’iniziativa sorprendente. La sorpresa di Gesù, da pari suo, sorpassa tutti: guarisce anima e corpo. Chi può far questo ‘se non Dio solo’? Appunto: è quello che Gesù fa.

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

GESU’ LO TOCCA

Il Vangelo di Marco ci accompagna lungo i giorni e le strade percorse da Gesù. Gesù non solo incontra, ma anche viene incontrato, persino da persone escluse dalla società. Sospinto dal bisogno e attratto dalle voci che circondano Gesù, il lebbroso gli si avvicina, anzi gli si para davanti, mettendosi in ginocchio, fino al punto che Gesù lo tocca, tocca un lebbroso!! Basta una parola a guarirlo e subito Gesù quasi lo scaccia: non gli interessa la fama, ma la vita di quell’uomo. La mia vita.

Vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

GESU’ IN AZIONE

Nella sinagoga, in casa, sulla strada, nel luogo deserto: Gesù è vigile, attivo, attento. La sua radice è il rapporto con il Padre celeste, di fronte al quale Egli si pone consapevolmente in tutti i momenti della giornata. Questo atteggiamento gli permette di stare di fronte a tutte le persone e di vivere tutte le circostanze con cuore aperto, con disponibilità viva. Non strappato e diviso in se stesso, ma teso a una missione che non ha confini. Un modello e una grazia per tutti.

Domenica 16 gennaio 2022 - II del Tempo Ordinario

Introduzione del celebrante
Nel Vangelo delle nozze di Cana Maria, la Madre del Signore, ha guardato con fiducia il suo Figlio Anche noi come Maria ci affidiamo al Signore Gesù.

1. Signore Gesù, tu partecipi alle nostre gioie e ai nostri dolori. Come a Cana di Galilea, dona alle famiglie il vino nuovo dell’amore, della fedeltà, della gioia,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti affidiamo le famiglie che vivono nei luoghi della guerra, colpite da disastri e tragedie, costrette a migrare e oppresse da violenza e persecuzione. Libera il mondo dalla disgrazia della pandemia,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, donaci di ricercare l’unità nelle famiglie, nel lavoro, nella società. Dona a tutti cristiani di camminare verso te nella fede e nella carità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, ti affidiamo i nostri pastori, in particolare il Papa, i vescovi, i parroci. (Per la diocesi di Chioggia: Ti ringraziamo per il ministero del vescovo Adriano e per il nuovo Vescovo Giampaolo che in questa domenica riceve la grazia della consacrazione).
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Grazie o Signore per averci riunito come a Cana di Galilea, donandoci la tua presenza, come sposo e capo della tua Chiesa. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

LO SPOSO CHE CI AMA

Non abitiamo una terra abbandonata e devastata, ma una terra chiamata Mia Gioia e Sposata. Gesù alla festa di nozze è segno di questa benevolenza di Dio per noi. E’ Lui lo sposo fedele che ci ama e accompagna. Lo troviamo riflesso nei pastori che in Lui si identificano. Come il nuovo vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, che oggi viene consacrato, e che ha scelto come motto SICUT ET CHRISTUS DILEXIT ECCLESIAM: Come anche Cristo ha amato la Chiesa. Accogliamo Cristo nelle nostre famiglie, nelle comunità, nella vita, nelle amicizie: Cristo, fattore di unità e missione.