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Vangelo secondo Matteo 2,13-18

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

BAMBINI UCCISI

Oggi è necessario parlare dei bambini uccisi: bimbi vittime delle guerre, bimbi lasciati soli a morire, bimbi uccisi nel grembo materno da chi ne uccide madre; bimbi uccisi appena concepiti o quando hanno preso forma e sono cresciuti nel grembo. E insieme, bimbi maltrattati e violentati. Con le bombe o con mani di velluto, è la suprema e terribile crudeltà dei potenti verso di deboli, dei cattivi verso gli innocenti. Domandiamo al Signore la conversione della mente, del cuore, delle mani.

Domenica 31 dicembre 2023
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE Anno B

Introduzione
Accolti dalla Famiglia di Nazaret, Gesù, Maria e Giuseppe, partecipiamo a questa Eucarestia con la nostra famiglia nella grande famiglia della Chiesa. Presentiamo al Bambino Gesù la nostra preghiera.

1. Signore Gesù, nella famiglia di Maria e Giuseppe hai sperimentato la tua condizione di Figlio di Dio Padre. Ti affidiamo le famiglie perché ti accolgano nell’amore fedele, nei sacramenti del Matrimonio, del Battesimo e dell’Eucaristia, in cammino con la Chiesa,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ciascuno di noi ti ringrazia per il dono del padre e della madre, dei fratelli e delle sorelle, dei nonni e di tutti i familiari. Accompagnaci nella carità fraterna e nell’amore, per la edificazione della Chiesa e la costruzione di un mondo fraterno,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, la nostra società e tutti i responsabili delle nazioni sostengano il bene delle famiglie nell’amore fedele e nell’accoglienza dei figli; ti affidiamo le famiglie povere, senza casa e senza patria, senza amore e senza pace,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù rinnova nei giovani la vocazione, il desiderio e la decisione di mettere su famigli. Rinasca in tutti il senso della responsabilità e del compito della vita,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione
Dio Padre, ti ringraziamo per la famiglia che ci ha accolto e fatto nascere e per la famiglia che ci hai affidato come vocazione. Donaci di vivere tutti come tuoi figli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

IN FAMIGLIA

Nasce, cresce, vive in una famiglia umana. Il prodigio della concezione verginale di Gesù esalta la maternità di Maria, ma non toglie valore alla paternità legale e attiva di Giuseppe. Gesù nasce e cresce come vero uomo in una famiglia: ecco il modo ‘umano’ per nascere e crescere. Noi, concepiti e cresciuti nella nostra famiglia umana, ‘subito’ veniamo inseriti nella famiglia di Gesù, accolti e accompagnati dalla Chiesa con i sacramenti del Battesimo, Cresima, Eucaristia, Matrimonio… Occorre tornare all’origine della nostra identità umana.

 

Lunedì 1 Gennaio 2024, Maria Santissima, Madre di Dio, Solennità
Giornata Mondiale della Pace

Introduzione del celebrante
Oggi, prima Messa e prima preghiera dell’anno proclamata insieme nella nostra comunità. La consegniamo al Cuore di Dio attraverso Maria, la Madre del Signore Gesù, raccogliendo le speranze e le attese nostre, della Chiesa e del mondo.

1. Il Signore Dio nostro Padre ci consegna un nuovo anno da vivere. Domandiamo che sostenga il desiderio di conoscerlo, amarlo e servirlo in tutti i giorni della nostra vita,
Preghiamo: DONA LA TUA PACE, SIGNORE

2. Gesù, Figlio di Dio Padre, nato uomo da Maria, entra nel tempo. Domandiamo che tutti i popoli della terra trovino la via della pace, della riconciliazione, della fraternità. Affidiamo tutte le persone colpite dalla tragedia della guerra,
Preghiamo: DONA O SIGNORE LA TUA PACE

3. Lo Spirito Santo è l’amore tra il Padre e Figlio. Domandiamo che rinasca in ogni persona la semente della speranza e della fiducia; secondo il messaggio del Papa, le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, rendano più vere e fraterne le relazioni tra le persone
Preghiamo: DONA O SIGNORE LA TUA PACE

4. La Santa Trinità è origine e vincolo di unità. Contemplando Maria Madre di Dio, tutte le famiglie siano aiutate a vivere il matrimonio nell’unità e nell’amore, con il dono dei figli, la gioia dei fratelli, la prosperità della vita,
Preghiamo: DONA O SIGNORE LA TUA PACE

Conclusione del celebrante
Alla Santissima Trinità, Padre, a Figlio, allo Spirito Santo, affidiamo l’inizio del nuovo anno, attraverso le mani e il cuore di Maria, Madre di Dio. Per Cristo nostro Signore.

MARIA E LA PACE, INIZIO DEL NUOVO ANNO
L’iniziativa di Dio nella maternità divina di Maria inaugura un mondo nuovo con Gesù, Figlio eterno del Padre che entra nel tempo. Dio viene ad abitare la sua casa, la nostra casa, il mondo. Anche attraverso gli sviluppi della scienza e della tecnica, come l’intelligenza artificiale, secondo l’invito del Papa, la nostra vita, la nostra casa e il mondo intero percorrano le vie della verità, della fraternità e della pace, superando ogni artificio e ogni inganno.

Vangelo secondo Giovanni 20,2-8

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

LA CORSA DI GIOVANNI

Giovanni, correndo insieme con Pietro, giunge per primo al sepolcro di Gesù, ma lascia a Pietro il compito del primo testimone - dopo Maria di Magdala - della risurrezione di Gesù. Giovanni è uno dei tre discepoli prediletti, insieme con Pietro e Giacomo. Il più aperto e acuto fra coloro che hanno colto il Mistero di Gesù, Verbo di Dio e Figlio del Padre, glorioso in tutta la sua vicenda terrena, fin sulla croce. Con Giovanni ci appoggiamo al cuore di Cristo.

Vangelo secondo Matteo 10,17-22

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

PER CHI VIVERE

Gesù è venuto, vive con noi e apre la Sua vita alla nostra. Oggi incontriamo la prima persona che, fidandosi completamente, si è donata a Lui. Certo, a Stefano per primo la vita è stata violentemente strappata da chi odiava Gesù. Mentre veniva lapidato, Stefano, ‘pieno di Spirito Santo, fissando il cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio’. Questa nostra vita, anche travagliata e percossa, è un cammino in compagnia dei fratelli, verso la felicità piena nel Signore.

Vangelo secondo Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

DIO SI E’ FATTO COME NOI

Il Figlio di Dio nasce bambino e diventa uomo. Si fa vicino per condividere ogni tratto della nostra vita e volgere il nostro cuore verso Colui che ci è Padre. Dal suo Natale, la vita del mondo e la nostra vita personale riprendono con nuovo inizio. Ricominciamo ad essere uomini e donne; ricominciamo ad essere cristiani. Ci scopriamo amati da Dio e guardiamo gli altri come fratelli e sorelle. Ritroviamo lo scopo e la responsabilità della vita, accompagnati da Maria e Giuseppe, dai santi del passato e del presente.

Vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

LA NOSTRA VITA: UNA TERRA ABITATA

 

Può la terra accogliere il Figlio di Dio Padre che viene ad abitare tra noi? Non basta il tempio progettato da Davide e costruito da Salomone. Dio prepara il cuore e il grembo di una donna e viene a vivere nella sua vita e nella sua casa. Da questo punto di accoglienza, la Sua presenza si dilata nel mondo e arriva alla soglia del cuore di ogni uomo. Come? Attraverso la mia e la tua accoglienza, il mio e tuo annuncio, la mia e tua vita, attraverso i santi e i missionari. Viviamo un Natale cristiano nella liturgia, nella confessione, nella carità.

Vangelo secondo Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

CHIAMATO A UN COMPITO

Arriva il tempo di Dio, si compie il tempo della promessa. Nasce il figlio di Zaccaria ed Elisabetta, e riceve un nome nuovo, che lo distanzia dal legame parentale e lo avvia alla nuova missione che dovrà intraprendere verso il Figlio di Maria. “Che sarà mai questo bambino?” La sua vita prende valore da questo rapporto, che lo qualifica come precursore. E’ il compito che ogni cristiano – in questi giorni e sempre – è chiamato a svolgere in faccia al mondo.

Riviste
NATALE DI DRAMMA E SPERANZA
Come nell’intreccio di un dialogo a distanza, due riviste presentano la bellezza e il dramma del Natale. Luoghi dell’infinito non smette di farsi ammirare per la chiarezza delle parole e il fascino delle immagini. Nel numero di dicembre, il punto focale è l’ottavo centenario del presepio di Greccio, quando Francesco, che aveva toccato le pietre e il paesaggio di Betlemme, volle raffigurare Gesù in carne e ossa nella figura di un bambino e lo attualizzò nel sacramento dell’Eucaristia celebrata lì accanto. Quel presepio raccoglieva un’antica tradizione documentata nelle catacombe, con il Bambino in braccio alla Madre e un profeta che lo indica. Anche noi percorriamo il tempo, perché vogliamo andare a vedere e udire e toccare la realtà del Bimbo di Betlemme in ogni tempo e in ogni luogo. Scopriamo il marmo vivo del presepio di Arnolfo di Cambio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a  Sant’Alfonso che lancia la prima immagine dei presepi napoletani, allarghiamo lo sguardo alla scenografia del teatro liturgico, a tutte le tendenze dell’iconografia sacra fino alle visioni delle mistiche. Il cristianesimo nasce da un fatto che entra nelle nazioni e nelle culture, con i dipinti, le sculture, le rappresentazioni al vivo, facendo risplendere di bellezza le chiese e le case, i monti e le campagne. E’ impossibile sintetizzare il giro di bellezza, come una magnifica danza, di questo numero di Luoghi dell’infinito, che esplode nella gloria di Gaudì con l’interno e l’esterno dell’impossibile cattedrale già annunciata in copertina con la facciata della Natività.
Ma il Natale non è solo un fatto di storia e arte. E’ un fatto del presente, che rivive dentro il dramma del nostro tempo. E’ emozionante e straziante il Natale nella chiesa della Sacra Familia di Gaza, dove le voci dei bambini si alternano ai sibili dei missili; il parroco, padre Gabriele Romanelli racconta: “Ogni giorno il Santo Padre si collega con noi per pregare insieme e dare la sua benedizione. Non abbiamo altra forza se non nella celebrazione della Messa quotidiana”. Lo registra il numero di Tracce di dicembre che, dopo l’intervista al cardinal Parolin e il dialogo con dom Bernardo Gianni, abate di San Miniato, mostra la consacrazione di Maria Ruiz, avvenuta a Gerusalemme davanti al Cardinale Pizzaballa. Jean-François Thiry, dopo trent’anni di lavoro  culturale a Mosca, vede nella cassetta della posta una lettera del Ministero dell’Interno che lo invita ad andarsene; tra le varie possibilità, accoglie l’invito dei francescani di Damasco e riprende il suo lavoro nella Siria martoriata dalla guerra e dal terremoto. Altre storie di dramma e di speranza percorrono la pagine della rivista con i volti di bambini dagli occhi spalancati. C’è ancora spazio
per il Sinodo con un articolo di Tornielli, e per presentare il Premio Nobel per la letteratura, l’irlandese Seamus Heaney. La vita rinnova la sua corsa.
Angelo Busetto

Libro: NATALE CON I FIORETTI DI SAN FRANCESCO
Il candore dei ‘Fioretti’ di San Francesco si inserisce bellamente nel clima del bianco Natale. Composti tra di 1370 e il 1390 da un autore anonimo toscano, raccolgono una serie di miracoli ed esempi del santo, scritti cinquant’anni prima in lingua latina da un frate marchigiano. Tanto per chiarire le cose, ecco l’incipit: “Per prima cosa è necessario considerare che il glorioso messere Santo Francesco, in tutti gli atti della sua vita fu conforme a Cristo benedetto”.
Questa ennesima edizione, economica e di piccolo formato, riporta il testo originale traslato in italiano corrente, mantenendo fedeltà al saporoso linguaggio originale. Sono pagine candide e serene, che si leggono e rileggono con frutto di letizia. L’analogia con la vita di Cristo, l’amore per le creature, l’accettazione delle circostanze della vita come dono di Dio, segnano in Francesco
d’Assisi un percorso agile e vivo di sapienza e fede.
Il testo dei cinquantatre fioretti è accompagnato da una ventina di belle illustrazioni in bianco e nero. Vengono riprodotte anche le cinque considerazioni sulle stimmate, e la cronologia della vita di Francesco.
I Fioretti di San Francesco, a cura di Giuseppino de Roma, Paoline 2023, pp 360 € 8,30