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Sabato 23 dicembre 2023 – San Giovanni da Kety-Canzio, sacerdote, Polonia, 1390 – Cracovia, notte di Natale, 1473

Vangelo secondo Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

CHIAMATO A UN COMPITO

Arriva il tempo di Dio, si compie il tempo della promessa. Nasce il figlio di Zaccaria ed Elisabetta, e riceve un nome nuovo, che lo distanzia dal legame parentale e lo avvia alla nuova missione che dovrà intraprendere verso il Figlio di Maria. “Che sarà mai questo bambino?” La sua vita prende valore da questo rapporto, che lo qualifica come precursore. E’ il compito che ogni cristiano – in questi giorni e sempre – è chiamato a svolgere in faccia al mondo.

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