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Domenica 19 luglio 2020 - XVI del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante

Invochiamo lo Spirito Santo perché accompagni la nostra preghiera e interceda per noi secondo i disegni di Dio.

  1. Signore Dio, tu hai cura di tutte le cose e continui a spargere nel mondo la buona semente; donaci di vincere il male con il bene,

Noi ti preghiamo: DONACI IL TUO SPIRITO, SIGNORE

  1. Signore Dio, il tuo Spirito venga in aiuto alla nostra debolezza, per insegnarci a pregare in modo conveniente secondo la tua volontà,

Noi ti preghiamo: DONACI IL TUO SPIRITO, SIGNORE

  1. Signore Dio, sostieni con il tuo Santo Spirito i giovani, i ragazzi, le famiglie. Ti affidiamo quanti sono sottoposti alla prova della pandemia e delle sue dolorose conseguenze,

Noi ti preghiamo: DONACI IL TUO SPIRITO, SIGNORE

  1. Signore Dio, ti ringraziamo per il tempo dell’estate; concedici un giusto riposo, buone occasioni per godere della tua compagnia e dell’amicizia delle persone,

Noi ti preghiamo: DONACI IL TUO SPIRITO, SIGNORE

Conclusione del celebrante

O Signore la grazia del tuo Santo Spirito accompagni la nostra preghiera e porti a compimento ogni bene. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della domenica

Siamo realisti: nel campo del mondo e in quello del nostro cuore viene seminato il bene e il male. E’ all’opera Dio ma è all’opera anche Satana. Lo riconosciamo senza ingenuità, con un giudizio chiaro e non rassegnato. Il male esiste nel mondo e nel nostro cuore. Proprio per questo vogliamo fare il bene: in famiglia, nell’educazione dei ragazzi, in vacanza, nei luoghi di lavoro, nei rapporti sociali, in comunità. Valgono più un’opera di bene, un incoraggiamento, uno sguardo e un’azione positiva, che non la lamentela, il rimprovero e la denuncia. Verso di noi e con noi, Dio continua a fare tutto il bene possibile.

 

 

Vangelo secondo Matteo 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

UN CUORE SEMPLICE

Il vangelo si combina con il santo di oggi, Bonaventura, seguace e successore di San Francesco e suo biografo. Le parole di Gesù descrivono l’ideale vissuto da San Francesco e da coloro che l’hanno seguito: semplicità di cuore nell’accogliere il Gesù del Vangelo; docilità nel seguirlo, compiendone alla lettera la parole. Questa posizione umana conduce alla vera conoscenza di Dio, il quale diventa un fatto percepito con la mente e con il cuore e realizzato nella vita.

Vangelo secondo Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

LA SUA VISITA

A Betsàida, luogo di nascita degli apostoli Pietro, Andrea e Filippo, Gesù aveva compiuto miracoli documentati nel Vangelo. Di quanto Gesù abbia realizzato a Corazin non abbiamo documentazione.

In quanti luoghi della terra Gesù è passato, e non ne è rimasta traccia?! E’ passato anche per i nostri paesi, a casa nostra, nella nostra vita, nel nostro cuore. L’abbiamo accolto, l’abbiamo seguito, l’abbiamo custodito? Fino ad oggi? Con tutta la vita? Questa è la grazia più grande che ci possa accadere.

 

Vangelo secondo Matteo 10,34-11,1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

CHI E’ COSTUI?

Chi è costui che ha la pretesa di guadagnare il nostro cuore, di conquistare la nostra vita più che non il padre e la madre, il figlio e la figlia? Chi è costui che si identifica con il Padre celeste e nello stesso tempo con un piccolo bambino? Egli è ben più che un uomo, ben più che un sant’uomo. Egli è il Dio della vita e la sorgente dell’amore. Chi Lo ama e Lo segue, ritrova se stesso e si apre alla più grande dedizione.

LA BELLA ESTATE

E’ arrivata. E’ arrivata la bella estate con il sole chiaro e il venticello rasserenante. E anche con i nuvoloni neri e la pioggia violenta e il vento scontroso come una persona dal cattivo carattere. L’estate della laguna e del mare, l’estate ‘dei lunghi mattini e delle albe senza rumore’, come dice il poeta. Imbocchi la strada che scivola veloce nel traffico intenso e scorrevole, svolti alla traversa che taglia la campagna e svela un mondo quasi ignoto e bellissimo. Alberi ombrosi e campi distesi, argini e ponticelli, canali e fiumi e finalmente la chiesa e la gente che arriva. A casa degli amici si fa festa per l’ultimo battesimo.

L’estate sembra rimarginare le ferite della stagione passata. Quello che più conforta è la Parola che sale dalla liturgia quotidiana e risuona con nuovi accenti; è l’Eucaristia che raccoglie e fa vivere il popolo dei cristiani. Da qui rinasce la speranza cristiana. I chierichetti che prolungano la quarantena potranno presto rientrare in servizio, e intanto in ogni chiesa un drappello di fedeli si ritrova a pregare, e cura con passione il corporale e le tovagliette e tutto il servizio dell’altare. Risuona a ripetizione nella liturgia dei giorni l’episodio di Gesù in barca con gli amici, beatamente addormentato e bruscamente svegliato da urla terrorizzate per l’improvvisa tempesta. Le nostre barchette navigano su acque di laguna più tranquille di quelle del lago; le tempeste che ci sorprendono e dissestano, hanno come ultimo esito quello di rinnovare la fede e di ampliare il cerchio delle persone con cui navigare.

Il ristoro dell’aria e la pace della sera ridestano la preghiera di adorazione che si inoltra nella notte e giunge a svegliare il mattino. “Pur mettendo la sveglia mi sono alzato 10 minuti prima che suonasse, - sento raccontare - perché quando Qualcuno mi aspetta sono teso a quella cosa anche dormendo. Il cuore ha un sobbalzo quando Gesù mi aspetta, ed è Lui che mi sveglia. Magari poi il sonno viene durante l'adorazione o al lavoro ed è un bel sacrificio che mi richiama ad ogni minuto e mi fa dimenticare di meno a Chi appartengo.”

Ci si riconcilia anche con il fastidio delle mascherine. "Gesù imparò l'obbedienza da ciò che sofferse." Noi a chi obbediamo? A delle regole? I bimbi a chi obbediscono, da chi imparano?

In fondo alla chiesa ecco un papà con la mascherina e i figli piccoli tutti con mascherina. Si fa volentieri il sacrificio dell’obbedienza alla Chiesa sapendo che quella strada conduce a Cristo, nelle chiese di campagna e in quelle della città.

Vangelo secondo Matteo 13,1-23

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

LA SEMENTE SUL MONDO

Fissiamo negli occhi l’immagine di Gesù che esce di casa (di Pietro?) e siede in riva al mare. Sale sulla barca (di Pietro!) e parla alla folla riunita sulla spiaggia. Gesù allarga lo sguardo e osserva la realtà: il lago e i campi, la casa e il lavoro. Il mondo è un immenso campo dove Dio getta le sementi, non solo nei solchi ben preparati, ma sulla strada e sui sassi e sui rovi. Crescerà qualcosa nei cuori aridi, superficiali, aspri? La semente cresce anche sul ciglio della strada e sui dirupi dei monti. Nel terreno del cuore ben disposto la vita fiorisce, porta frutto e rallegra il mondo.

Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

NULLA ANTEPORRE A CRISTO

Benedetto lascia la famiglia, la sua Norcia, e poi la grande città di Roma, per cercare Dio solo. Lui stesso viene cercato da tanti giovani e uomini, che lo scelgono come abate-padre di vita. Inizia in Italia e si diffonde in Europa un nuovo modo di abitare, pregare, bonificare la terra e lavorare; una stabilità che supera il capriccio, un’obbedienza che esalta la persona. Il monastero diventa modello della comunità umana, che ne riprende molti aspetti. Benedetto: un santo a cui guardare.

Vangelo di Matteo, 10,16-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.

MISSIONE FEDELE

Con quali mezzi, con quale metodo si svolgerà la missione che Gesù ci affida? L’unica garanzia è l’incarico che abbiamo ricevuto, è la grazia dello Spirito Santo che ci accompagna. Appartenendo a Lui, possiamo essere messi allo sbaraglio, venire insultati, vilipesi, perseguitati. Ma chi potrà rapirci il dono della chiamata, il dono dell’appartenenza, il dono della missione? La perseveranza di una vita ci condurrà in faccia al Signore che viene nel suo ultimo giorno.

Domenica 12 luglio 2020 - XV del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante
La Parola del Signore ci viene donata come una semente che cresce nella nostra vita; domandiamo la grazia della fioritura.

1. Domandiamo di accogliere con vivo desiderio e cuore aperto la buona semente del Vangelo, che viene gettata nel terreno della nostra vita ogni domenica e anche ogni giorno,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Il Signore ci conceda attenzione e disponibilità verso i nostri pastori che ci aprono la via del Vangelo; ci conceda di accogliere la buona testimonianza di tanti fratelli che annunciano e vivono la parola di Dio,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Affidiamo le famiglie e i popoli sottoposti a varie calamità e a guerre. I poteri politici ed economici si volgano al bene delle persone e delle nazioni,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Il dono dell’estate rinnovi alle famiglie e alle persone il conforto e la gioia dell’amicizia, del riposo, delle opere di carità, del lavoro e della ripresa della vita sociale e comunitaria
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Signore la tua parola trovi un buon terreno e giunga a maturazione nella vita nostra e dei nostri fratelli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Spunto della Domenica
Il semente gettata dal Signore con la sua parola e la sua vita, è abbondante. L’abbiamo ricevuto da piccoli e continua ad essere seminata nel campo della nostra vita, in particolare attraverso la Parola della domenica nella Messa, che ci accompagna come una strada segnata. Ascoltiamo, leggiamo, guardiamo la Parola viva, per crescere nella conoscenza del mistero di Dio e aprirci all’amore verso i fratelli. Scopriamo la parola vissuta nella testimonianza di tanti nostri fratelli.

Vangelo di Matteo, 10, 7-15

Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città.

INVITO ALLA MISSIONE

Già subito Gesù manda in missione i suoi. Egli non è venuto nel mondo per scaldare i suoi in una bella compagnia, ma per renderli protagonisti della sua stessa missione. Dovranno donare quello che hanno ricevuto.
Anche noi abbiamo incontrato e ricevuto Gesù, la sua amicizia, la speranza per il tempo e per l’eternità. Gesù ci consegna tutto quel che costituisce la felicità delle persone e che noi non possiamo produrre con le nostre mani. E’ bello corrispondere al suo invito