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Il verde fascia mezza Italia con un mare di sfumature leggere o intense, punteggiate di alberi e case, tagliate da fiumi e piccoli corsi d'acqua, segnalate da chiese e campanili, sull'altimetro di colline e distese pianeggianti. Una armonia e un ordine che fanno intravedere il lavoro della gente che abita sulle alture o sul piano, e semina, coltiva, difende e raccoglie. Un intreccio di rapporti palesi e sotterranei, spiccioli come i saluti del buongiorno o complessi come le trattative economiche, mette in relazione persone vicine e lontane, iniziative e imprese.
Che cosa anima questo piccolo grande mondo che intravvedi dal finestrino del treno attraversando la grande terra verde; quale fermento percorre le fibre degli esseri che si muovono e vivono? Dove rinasce ogni giorno la voglia di lavorare e incontrare, progettare e proseguire? La novità sorge dal profondo del cuore dell’uomo che ogni mattina si scopre vivo, va incontro alle cose della giornata con gratitudine ed edifica la sua propria impresa. Nessuno è solo nell'orizzonte della vita. Ciascuno porta con sé non solo i rapporti e gli intrecci del presente ma anche le sorgenti che salgono dal passato e la promessa dell'avvenire. Seguiamo percorsi aperti da antichi maestri e inventiamo ancora nuovi tracciati: un mondo di relazioni che non sono provocate appena dalla funzionalità economica o dall'ambizione di una posizione migliore. C'è una molla più profonda dentro di noi, un'aspirazione più umana. Lo sperimentiamo quando rapporti casuali o di lavoro fioriscono in amicizie vere e salde. Allora si svelano non solo progetti o interessi, ma persone vive. Sulla distesa dei rapporti umani spunta il fiore della gratuità, ed è come il sorgere del sole sul mare. E’ una nuova modalità di incontro, che spesso vediamo germogliare e fiorire dalla semente della fede. Il volto di Gesù fa convergere gli sguardi in un unico punto, ridestando accoglienza e misericordia. Anche nella città immensa e sconosciuta trovi una casa in cui sei accolto come Gesù da Marta e Maria. C’è chi si fa carico della tua stanchezza, gusta con te l’imponenza di un panorama e moltiplica l’emozione della visita a una straordinaria raccolta di opere d’arte. Le difficoltà della vita, l’impaccio degli spostamenti carichi di precauzioni e di riserve nel contesto della pandemia che impone ancora gel e mascherina, vengono attraversati da una brezza sottile, come il lieve agitarsi delle foglie nel gran parco dove di prima mattina la gente viene a cercare ristoro. La linfa della vita torna a scorrere.

Vangelo secondo Giovanni 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

QUANTA VITA PER L’EUROPA

Sposa e madre di otto figli educati nella fede cristiana. Quindi vedova, pellegrina a Roma, Terrasanta e altri luoghi; mistica, consigliera e scrittrice. Come la vite del Vangelo, la sua esistenza è stata tagliata e potata, per portare più frutto. Nei vari stati di vita e nei suoi percorsi, Brigida è stata profondamente unita alla passione del Signore, e vi ha richiamato schiere di cristiani, collegando l’Europa in una rete di unità. Ancora la invochiamo come patrona d’Europa.

Domenica 26 luglio 2020 - XVII del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante

Riuniti nella casa del Signore, riconosciamo i suoi doni e gli domandiamo di poter cercare e operare il vero bene.

  1. Signore Gesù tu sei la perla preziosa e il tesoro della vita; donaci un cuore saggio e intelligente per riconoscerti come nostro unico vero bene,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù saggezza di mente e apertura di cuore al Papa, al nostro vescovo, ai sacerdoti, per accompagnare e sostenere il cammino di tutta Chiesa e di ciascun cristiano,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti affidiamo tutti i cristiani, in particolare quelli dell’Oriente e dell’Asia, affinché vengano accompagnati a vivere in comunione con la Chiesa di Roma,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

    1. Signore Gesù sii vicino a chi è in vacanza, a chi è malato e a chi assiste i malati. Sostieni e libera il nostro mondo dal flagello della pandemia.                                                                                                                                              Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Presentiamo le nostre preghiere al Signore e continuiamo a ricercare ciò che è vero e buono. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della domenica

Cerchiamo la cosa che più ci aiuta a vivere e diamole il nome che le dà il Vangelo: perla preziosa, tesoro nascosto. Salomone ha chiesto la sapienza. A noi è stato fatto un dono ancora più grande: Gesù e l’appartenenza a Lui nella sua famiglia, la Chiesa. Qui ritroviamo la fonte di sapienza e di giudizio; la compagnia nella vita; la speranza che ci permette di valorizzare ogni cosa, ‘poiché tutto concorre al bene per quelli che amano Dio’. Come potremmo vivere soli, senza questa perla preziosa?

 

 

 

Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”»
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

GLI OCCHI E IL CUORE DI MADDALENA

Seguiamo con gli occhi del cuore il cammino di Maria Maddalena al sepolcro, la scoperta della pietra rotolata via, la corsa verso gli apostoli. Il suo cuore sobbalza quando la voce di Gesù la chiama per nome. Gesù risorto si presenta a lei prima che a qualsiasi altra persona e la rende testimone per tutti. E’ il privilegio donato all’amore, l’amore appassionato e solerte di una donna. Si apre un mondo nuovo, comincia una nuova storia. Guardiamo Gesù con gli occhi e il cuore di Maria Maddalena.

Vangelo secondo Matteo 12,46-50

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

LA MADRE, I FRATELLI, LE SORELLE

Maria, la madre di Gesù, sa già che quel figlio non le appartiene. Ora, nel progressivo distacco, sperimenta una famiglia più grande. A Cana, basta un suo cenno perché il figlio salvi la festa di un’altra famiglia. Sotto la croce accoglie Giovanni e viene accolta da lui. A Pentecoste si ritrova con gli apostoli e con la schiera dei primi discepoli. Lei, che per prima ha detto sì, desidera che tanti compiano la volontà del Padre, per diventare familiari del figlio Gesù.

 

Vangelo secondo Matteo 12,38-42

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
UN SEGNO

 

Il segno è lui, Gesù stesso, con la sua vicenda di morte e risurrezione; prima e più di ogni azione straordinaria e di ogni miracolo, è la persona stessa di Gesù, la sua presenza e sapienza, la sua parola. Gesù introduce a scoprire la sua vera identità: non un ‘uomo superiore’, ma Uno che ha un’altra origine e consistenza, senza paragone con qualsiasi uomo della terra, fosse efficace come Giona o sapiente come Salomone. Egli è Figlio dell’uomo, Figlio di Dio.

Vangelo secondo Matteo 13,24-43

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

CHE IL BENE CRESCA

Ancora dalla barca, sul lago, Gesù parla, davanti a buoni e cattivi. Bontà e malizia si confondono nel cuore dell’uomo. Siamo disposti a fare il bene più semplice e più grande, e capaci di compiere ogni male. Non siamo completamente buoni, non siamo del tutto cattivi. Volendo estirpare la radice del male si rischia di strappare anche il bene. Quale compito abbiamo? Far crescere il bene, in noi e nel mondo nel quale viviamo. Solo il giudizio finale di Dio salverà tutto il bene e condannerà tutto il male.

Vangelo di Matteo 12, 14-21

In quel tempo i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni.

IL SERVO FEDELE

Gesù non è una vittima sacrificale che si lascia catturare e uccidere a sua insaputa. Di fronte alla determinazione dei farisei di ‘farlo morire’, egli si allontana e prosegue la sua opera di guarigione e salvezza, come servo amato, fedele a Dio. Arriverà il tempo il cui il ‘servo di Dio’ offrirà volontariamente se stesso per salvare i suoi fratelli, riscattando la loro ribellione, ‘obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.

Vangelo di Matteo, 12,1-8

In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato»

OLTRE L’ALTARE

Perché le offerte all’altare? Dio non ha bisogno dei nostri sacrifici, del nostro e del pane. Perché gli animali e i pani offerti nell’antico tempio? Prima di tutto per riconoscere che niente è nostro e tutto quello che abbiamo è dono di Dio. Poi perché è un gesto di condivisione. Denaro e viveri che si portano all’altare sono per la carità verso i bisognosi e per la missione della Chiesa verso tutti. Un grande compito e una grande responsabilità per chi offre e per chi riceve.

Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

OLTRE LA GIUSTIZIA

Gesù chiama a sé coloro che sono stanchi e oppressi. Bastano a salvarci le medicine, gli accurati servizi medici e le provvidenze economiche e alimentari? Nel mensile Tempi una citazione del cardinale Etchegaray: “Il lebbroso ha diritto a essere curato, ma non ha diritto al bacio di san Francesco; eppure ne ha tanto bisogno. La carità esige la giustizia, ma va oltre: le cure sono la giustizia, ma il bacio è qualcosa di più di cui l’uomo ha bisogno, è la carità”. Gesù va oltre. Anche Maria, la Madre.