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Vangelo secondo Luca 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

A COSA SERVONO I MIRACOLI?

I miracoli compiuti da Gesù hanno rafforzato la fede dei discepoli e nello stesso tempo hanno sospinto gli avversari a progettare la sua morte. I miracoli hanno dunque una prospettiva ambigua... Quale miracolo ci salva veramente? Quale miracolo conviene chiedere? Il vero miracolo è l'apertura della nostra mente e del nostro cuore, per accogliere la persona di Gesù e riconoscerlo come vera compagnia nella vita. Questo è il miracolo ci salva per il tempo e per l'eternità.

Vangelo secondo Matteo  18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

UNA VITA NUOVA NELLA COMUNITA’ DELLA CHIESA

Nessuno si basta da solo. Nessuno nasce da solo né si fa cristiano da solo. Nasciamo e cresciamo nella comunità della Chiesa, che ogni domenica si rende evidente nella celebrazione eucaristica, centro vivo di ogni persona e di ogni comunità. Riconosciamo questa appartenenza, sorgente di fede e di carità per ogni cristiano. Domandiamo per ciascuno di noi il dono della misericordia e della riconciliazione verso i fratelli, a partire dai più vicini: UNA VITA NUOVA NELLA COMUNITA’ DELLA CHIESA

Vangelo di Luca 6,1-5

Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

IL SIGNORE DEL TEMPO

Se Gesù si proclama ‘signore del Sabato’, allora egli è il dominatore del tempo e nello stesso tempo Colui verso il quale converge la nostra vita. Non viviamo sottoposti alle leggi delle stelle, del sole o della luna, non siamo vittime dei capricci della natura, non ci sottoponiamo alle fantasie degli oroscopi, ma viviamo alla luce del sole che è Gesù, e in cammino verso di Lui. Gesù è il punto di attrattiva della nostra vita e il punto verso il quale tutto converge.

 

Vangelo secondo Matteo 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
Parola del Signore.

LA DONNA NUOVA

L’evangelista Matteo introduce il racconto della concezione di Gesù con la genealogia che risale fino ad Abramo. Gesù appartiene alla stirpe umana e al popolo che Dio ha scelto per rendersi presente tra gli uomini. Maria, Madre e vergine, accoglie e genera il Figlio di Dio fatto uomo. E’ significativo che, dopo aver festeggiato l’8 dicembre la sua Concezione Immacolata, la liturgia celebra oggi la nascita di Maria: una Donna nuova per un Uomo nuovo.

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

UNA PESCA NUOVA

Arriva ben presto il momento in cui Gesù, già ospite nella casa di Simon Pietro, lo coinvolge espressamente nella sua stessa missione. Gesù non intende cambiargli mestiere: Pietro, pescatore di pesci, diventerà pescatore di uomini nel gran mare dell’umanità. Gli occorrerà pazienza e abilità, ma soprattutto fiducia in colui che lo invita a prendere il largo e a gettare sempre nuovamente le reti. Quando il capobarca è Gesù, e di lui ci fidiamo, la pesca può sempre riprendere, con esito garantito.

Vangelo secondo Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

LO SPAZIO DELLA MISSIONE

Accompagniamo Gesù nel procedere della sua giornata: Nazaret, Cafarnao, sinagoga, casa di Simone, notte, mattino con la preghiera in un luogo deserto; circondato dalla folla riparte per ‘altre città’. Una vita ‘ordinaria’ che diventa ‘straordinaria’ per la coscienza che Gesù ha della sua missione, che allarga gli spazi della vita dalla Galilea alla Giudea, da Gerusalemme fino agli estremi confini del mondo e del tempo. Fino a casa mia, a raggiungere me.

10 settembre 2023 - Domenica XXIII, Tempo Ordinario, Anno A

Introduzione del celebrante

Il Signore Gesù ci invita a vivere rapporti fraterni, accompagnati dalla Chiesa nell’esperienza della comunità, che ci viene donata in questa Eucaristia. Ci rivolgiamo a Lui con fiducia.

  1. Signore Gesù, che ci raduni in questa celebrazione eucaristica, fa di tutti noi un cuor solo e un’anima sola per manifestare la tua presenza nel nostro ambiente di vita e di lavoro,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, rinnova la nostra fiducia verso coloro che hai posto come sentinelle nella Chiesa per illuminare la nostra fede e sostenere la nostra carità: papa Francesco, il nostro vescovo e i nostri sacerdoti.

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, la tua presenza e il tuo Vangelo vengano accolti come proposta di vita nelle famiglie e nella società. Donaci di desiderare e costruire la pace, la giustizia, la fraternità tra le persone e tra i popoli

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo i ragazzi e giovani nella ripresa della scuola. Rinnova l’impegno e la dedizione degli educatori e degli insegnanti nella formazione della mente e del cuore delle nuove generazioni,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Padre santo, accogli la preghiera concorde dei tuoi figli e donaci di vivere nell’unità e nella pace. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN

UNA VITA NUOVA NELLA COMUNITA’ DELLA CHIESA

Nessuno si basta da solo. Nessuno nasce da solo né si fa cristiano da solo. Nasciamo e cresciamo nella comunità della Chiesa, che ogni domenica si rende evidente nella celebrazione eucaristica, centro vivo di ogni persona e di ogni comunità. Riconosciamo questa appartenenza, sorgente di fede e di carità per ogni cristiano. Domandiamo per ciascuno di noi il dono della misericordia e della riconciliazione verso i fratelli, a partire dai più vicini: UNA VITA NUOVA NELLA COMUNITA’ DELLA CHIESA

Vangelo secondo Luca 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

UN BENE CHE SUPERA IL MALE

Guardiamo e ascoltiamo Gesù che annuncia un insegnamento ‘autorevole’ ed opera con potenza contro il male. E’ quello di cui abbiamo ancora bisogno oggi: un insegnamento chiaro sulle cose e sugli avvenimenti del mondo, un giudizio che apra la via della vita. Nello stesso tempo, Gesù opera un bene capace di vincere il male nella sua origine, che è il cuore dell’uomo e satana che lo domina. Ne sono testimoni i santi, come Madre Teresa.

Vacanze con famiglie a San Martino di Castrozza, un giro in Calabria con alcuni amici, qualche giorno al Meeting di Rimini: un séguito di scoperte, un percorso dentro una storia, alla ricerca di un mondo costruttivo, positivo, intraprendente. Un mondo nel quale è bene abitare e dove anche l’urgenza del dramma suscita energie e solidarietà.
Nella vacanza in montagna la cosa più bella sono i bambini, insieme con i genitori. Una marea, dai due mesi ai dodici anni, che spuntano da ogni dove, in braccio o in carrozzina, corrono in tutte le direzioni, cantano e guardano. Un inizio prorompente di vita, un mondo di energia indomabile, sguardi attenti a paesaggi e persone. Mamme e papà continuamente a loro dedicati, stanchi e lieti, sempre vivi come i figli. E’ un popolo in cammino, consapevole della propria fede e della chiamata a vivere.
Clamoroso l’incontro con don Leo di Lugo, il prete dell’alluvione di Romagna, che racconta e mostra la fede e l’energia del suo popolo, segnalando il carisma dell’unità, dello sguardo sull’altro, della vita come vocazione in mezzo a tutte le circostanze. Ho anche la ‘soddisfazione’ di una lunga e aspra camminata in montagna, che mi porta a respirare profondamente e a guardare un vasto panorama, ‘guadagnato’ dopo un percorso accidentato e faticoso. Si affrontano le difficoltà e si arriva alla meta se si cammina insieme. Un’appartenenza richiamata nella preghiera del mattino e nella Messa della sera, che ci conduce a percorrere i passi del Mistero presente. Il popolo di Dio vive e si alimenta.
Lo percepisco anche nel viaggio in Calabria, un gruppetto di amici, più quelli incontrati, familiari, gente industriosa e accogliente. Un mondo che ti rende partecipe di una storia, di un lavoro, di una speranza. Passato e presente si intrecciano nelle persone e nei luoghi, aprendosi a una speranza viva e condivisa.
Infine, il Meeting di Rimini, innumerevoli via vai su e giù per gli immensi stand numerati dall’A alla D. Scopriamo il Cavallo rosso della campagna di Russia, il coraggio, l’ardimento, la fede dei soldati e dei capitani, raccontati da Eugenio Corti in uno straordinario romanzo-fiume. Conosciamo il medico industrioso del Venezuela, raccontato con partecipazione da una giovane spagnola, che èvoca il medico di Napoli Giuseppe Moscati; la testimonianza delle monache di Valserena emigrate in Siria, un fiore di fede e di carità nel deserto della guerra. Al Meeting non manca mai la testimonianza del monachesimo, che traspare anche nella mostra all’origine del gusto del lavoro. Spunta anche san Francesco, a dare una dritta all’amore alla natura considerata come opera e dono di Dio.
Sei entrato nei padiglioni come visitatore curioso e ti trovi avvolto nell’intreccio di una “amicizia inesauribile’ come la vita, che riporta il cuore alla sorgente. Nessuno si basta - suggerisce la mostra che descrive esperienze di riscatto con i giovani. Il cammino del Meeting prosegue verso il prossimo anno, con una domanda. “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora, cosa cerchiamo?”.