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1 ottobre 2023 - Domenica XXVI, Tempo Ordinario, anno A

Introduzione del celebrante
Convocati nell’ascolto della Parola di Dio e nella comunione con il sacrificio del Corpo e Sangue del Signore Gesù, invochiamo la grazia dello Spirito, perché si compia in noi la volontà del Padre.

1. Signore Gesù, anche noi siamo come i due figli della parabola. Donaci la grazia di rinnovare ogni giorno il nostro SÌ in tutte le circostanze della vita,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti affidiamo il nuovo anno pastorale che si apre in diocesi. Mentre sta per avviarsi la nuova fase del Sinodo, ti affidiamo i vescovi e tutti coloro che vi partecipano: in ascolto dello Spirito Santo, accompagnino l’intero Popolo di Dio a sentirsi responsabili della vita della Chiesa diventando testimonianza viva ed attraente della novità del Vangelo, (*)
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, ti affidiamo i fratelli cristiani che rimangono fedeli a te nella fatica e nella sofferenza, donando la vita fino al martirio. Concedi ai cristiani di avere i tuoi stessi sentimenti, obbedienti al Padre nel servizio dei fratelli,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, dona propositi di pace a tutti gli uomini e libera il mondo dalla guerra. Ti preghiamo per quanti subiscono violenza nella loro terra e cercano una casa in cui vivere.
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Dio nostro Padre, accogli la nostra comune preghiera e la preghiera che ciascuno ti rivolge dal profondo del cuore. Per Cristo nostro Signore.

IL SI’ DELLA SALVEZZA

Guardando la parabola di questi due figli, ciascuno può ricordare quante volte il suo Sì è diventato No, e magari anche quante volte il No è diventato Sì, volgendo in bene le scelte della vita. Abbiamo sotto gli occhi Gesù, che ‘si è fatto obbediente fino alla morte di Croce’; abbiamo sotto gli occhi tanti fratelli e sorelle che si sono convertiti, nel passato e nel presente: un incontro, una presenza, un avvenimento diventano una grazia che salva. Guardiamo, domandiamo, decidiamo.

(*) preghiera ricavata dal prontuario di preghiera per il Sinodo

Vangelo secondo Luca 8,19-21

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

UNA FAMIGLIA GRANDE

Per trent’anni Gesù vive con la madre, nell’ambito di una famiglia ‘patriarcale’ che si allarga a nonni, zii, cugini. Poi se ne esce e inizia la sua missione, che lo spalanca a una famiglia più grande, non più qualificata dal rapporto di parentela fisica o legislativa. Chi ascolta e vive la parola di Dio che Gesù comunica, entra nella sua nuova famiglia: gli diventa fratello o sorella, e perfino madre. Lui ci guarda e ci tratta così. E noi, come ci guardiamo e trattiamo?

Vangelo secondo Luca 8,16-18

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

CRISTIANESIMO LUCE E VITA

Custodire il cristianesimo nel cuore non significa chiuderlo nel segreto, ma tenere viva la fornace che lo alimenta come un grande amore. Gesù non presenta una dottrina per iniziati, ma propone la sua persona, la sua vita, la sua parola; dona la salvezza che si espande dalla sua esistenza terrena, e in particolare dal sacrificio di croce e morte, aperte alla risurrezione. Questo messaggio e questa presenza illuminano la nostra persona perché chi ci incontra ne veda luce.

Vangelo secondo Matteo 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

CON LA LIBERTA’ E LA RESPONSABILITA’ DEI FIGLI

E’ bello vivere la vita come vocazione. È una chiamata ad amare e lavorare con responsabilità e dedizione. La vita è una missione: otteniamo il bene nostro mentre facciamo il bene degli altri. Rinnoviamo lo sguardo e il cuore, nella ripresa delle normali attività: lavoro, scuola, impegno in comunità, responsabilità verso il mondo. Domandiamo la grazia di eliminare ogni pretesa sull’esito, su risultati, gratificazioni, ricompense. Il campo è del Signore e la ricompensa è la sua amicizia: Egli non ci tratta da operai, ma da amici.

Vangelo secondo Luca 8,4-15

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

UNA NUOVA SEMENTE

Abbiamo ancora una semente da gettare sul campo della vita, sul campo del cuore? La ricchezza del Vangelo, la grandezza della storia della chiesa, la meraviglia della santità e delle vie per percorrerla? Oppure la vacuità e la drammaticità delle notizie ci ha svuotato e non abbiamo niente da gettare, perché niente accogliamo? La giornata che comincia, la vita che abbiamo è troppo bella per ridurla al nulla. Apriamo sguardo e cuore, ritorniamo al Vangelo, scopriamo la vita dei santi. Una nuova semente.

Ciao!
Sono ritornato a vedere la mostra della Sindone, THE MYSTERY MAN, dopo che l'avevo appena intravista nella serata della inaugurazione. Insieme con alcuni amici l'abbiamo percorsa muniti ciascuno di audioguida.
Sguardi attenti e ascolto intenso per le spiegazioni precise sulla storia, le accuratissime  indagini scientifiche, la corrispondenza commovente ai racconti evangelici, la bellezza e il coinvolgimento delle immagini, per arrivare all'incontro con Gesù morto. Fino a intravvederlo risorto, Lui che ha voluto arrivare fino a noi con questa sua immagine più efficace e 'reale' di qualsiasi foto.
Desidero invitare tutte le persone che conosco a regalarsi un tempo per la visita, entro il 7 gennaio 2024, nella Chiesa San Domenico, alla quale si accede con una passerella in una zona bellissima di Chioggia.
Audioguida gratuita con il biglietto (€ 10; € 8 per residenti in provincia di Venezia. Ingresso gratuito per sacerdoti e suore )
BUONA VISITA!
Ciao.
don Angelo Busetto

Vangelo secondo Luca 8,1-3

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

LE DONNE

Solo l’evangelista Luca lo annota espressamente: anche un gruppo di donne andava dietro a Gesù e serviva l’intera compagnia. L’evangelista Giovanni le vede accanto alla croce di Gesù, e certo non saranno mancate nella preparazione dell’ultima Cena. Gesù supera ogni barriera e ogni condizionamento, Lui che è venuto per tutti e per tutte, vicini e lontani, giusti e peccatori: anzi, per i peccatori che noi tutti siamo. Domandiamo che questo sguardo evangelico tocchi il nostro cuore e allarghi la nostra vista.

Vangelo secondo Matteo 9,9-13

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

IL PECCATORE SALVATO

Il Vangelo della chiamata di Matteo riempie sempre di gioia. Un uomo compromesso con il potere romano, per il quale esigeva le tasse, forse anche con una maggiorazione di esosità a proprio vantaggio, risponde all’invito di Gesù e subito lo segue. E’ lui che, con la sistematicità alla quale era addestrato, ci racconterà poi la vita di Gesù, vista come compimento delle promesse dell’Antico Testamento. Un peccatore perdonato, un malato salvato. Una speranza per tutti.

Vangelo secondo Luca 7,31-35

In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

IL PARAVENTO

Di fronte a Gesù che entra nella storia del mondo e nella nostra vita, ecco il paravento delle nostre obiezioni, come una corazza che gli impedisce di raggiungere il cuore: la sua proposta è troppo severa o troppo edulcorata; troppo difficile o troppo facile; troppo antica o troppo moderna… I preti, i vescovi, il papa, i cristiani… non sono come si pretenderebbe che fossero. L’opinione personale e il pregiudizio ci bloccano in noi stessi. Intanto Lui viene e passa. Ci sarà un’altra occasione?