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Vangelo secondo Luca 17,26-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

MENTRE VIVIAMO

Veniamo posti di fronte al nostro destino mentre viviamo. Nello scorrere normale della vita veniamo sorpresi da notizie di eventi distruttivi: negli ultimi anni la pandemia, la guerra in Ucraina e ora tra Palestina e Israele; senza dimenticare altre guerre e desolazioni per terremoti o disastri ambientali; fatti e notizie di fatti che diventano segno e minaccia della fine del mondo. Attraverso e oltre questi fatti, che cosa attendiamo, che cosa ci salva? Il Figlio dell’Uomo, Gesù che ritornerà nel suo giorno.

GUARDINI, OCCHI CRISTIANI SUL MONDO

I libri di Romano Guardini tradotti in italiano superano abbondantemente la cinquantina e si aprono a una vasta gamma di tematiche: filosofia, teologia, biblica, antropologia, liturgia, letteratura, psicologia e un po’ tutto l’orizzonte delle scienze storiche e umane. Dov’è il centro del suo pensiero, che scorre sempre con chiarezza di dettato, profondità di indagine e vastità di pensiero? E’ Guardini stesso dichiararlo, raccontando un passaggio nodale della sua esperienza di insegnante. E’ il minsitro del Culto e dell’Istruzione della Prussia a raggiungere Guardini a Bonn nel 1923 proponendogli di assumere a Berlino la cattedra di ‘Filosofia della religione e di visione cattolica’, che tuttavia non ha un contenuto definito. E’ Guardini stesso a elaborarne il contenuto nel contesto dell’università di Berlino, nella quale viene praticamente ignorato dagli altri colleghi ma guadagna l’attenzione e la partecipazione di un numero sempre più vasto di studenti, con l’aggiunta di persone esterne all’Università. Di cosa si tratta dunque? Lo esplicita Guardini nelle poche pagine di questo libro, in cui definisce il contenuto di una impostazione che diventa il punto centrale e l’orizzonte di tutto il suo insegnamento e anche della sua vita. Egli definisce dapprima il senso della parola ‘Weltanschauung’, intesa come un ‘moto conoscitivo verso la totalità delle cose e del mondo’, considerati nei particolari e nell’interezza. Guardini avvia una ‘visione cristiana e cattolica’ del mondo. La parola ‘cattolica’ non definisce uno sguardo che si metta in parallelo con altri sguardi, ad esempio, psicologico, storico, artistico; invece, li comprende tutti e li valuta nel loro esplicito riferimento a Cristo. Non si tratta però solo di uno sguardo intellettuale, ma esistenziale; è necessario quindi fare riferimento all’ambito in cui tutte le realtà considerate si ritrovano; questo ambito è la comunità, la Chiesa vissuta. Come la mano resta se stessa movendosi nell’ambito del corpo, così ogni realtà umana realizza pienamente riferendosi allo sguardo che la Chiesa ha sul mondo e sugli avvenimenti, dal punto di vista di Cristo. Comprendiamo allora come l’insegnamento e la produzione letteraria di Guardini si siano sviluppate in un orizzonte così vasto e come continuino a godere dell’apprezzamento di molti lettori, non esclusi gli stessi ultimi papi. In una corposa ‘post-fazione’ il curatore racconta ed esplicita la vicenda di Guardini, insegnante di ‘visione cattolica del mondo’.

Romano Guardini, La visione cattolica del mondo, a cura di Silvano Zucal, Morcelliana, Brescia 2022, pp 109 € 11,00

Angelo Busetto

 

Vangelo secondo Luca 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione.

N MEZZO A NOI

Poche righe di Vangelo per raccontare tutto il dramma della storia, che si concentra nell’accettazione o nel rifiuto di Gesù. Il ‘regno di Dio’ rappresenta tutto il bene e tutta la felicità che gli uomini possono desiderare e cercare. Dove trovarlo? Attenti ai falsi annunci, alle false promesse. Il regno di Dio si concentra nella persona stessa di Gesù, venuto ad abitare sulla nostra terra, morto e risorto e quindi ancora presente in mezzo a noi. Riconoscerlo è felicità e salvezza.

Vangelo secondo Luca 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

GUARIGIONE E SALVEZZA

Nell’incontro con Gesù i dieci librosi sono guariti – anzi ‘purificati’, così da poter venire riammessi nella società civile e religiosa. Quando il decimo lebbroso torna indietro a ringraziare Gesù, si sente dire: “Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. La salvezza è più della guarigione perché include tutto il destino della persona. Quest’uomo si apre all’incontro personale con Gesù, ‘loda Dio a gran voce’, accogliendo non solo la guarigione fisica ma quel rapporto con Gesù che salva la vita.

PREGHIERA DEI FEDELI
19 novembre 2023 - Domenica XXXIII, tempo ordinario A
GIORNATA DEI POVERI

Introduzione del celebrante
Oggi la nostra comunità ringrazia il Signore per i doni che ciascuna persona riceve da Lui, e domanda la grazia di farli fruttificare e di condividerli.

1. Signore Gesù, insegnaci a riconoscere che tutto ciò che possediamo è un dono da trafficare per il tuo regno, usandolo per il bene dei fratelli, soprattutto i più poveri e bisognosi,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti preghiamo per la tua Chiesa, affinché i beni materiali e le doti delle persone vengano impiegati per la carità e la missione; ti affidiamo la vita e l’opera dei nostri Pastori e di tutti i fedeli cristiani,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, accresci il senso di responsabilità e la dedizione di chi lavora nelle pubbliche istituzioni, per favorire la famiglia, la vita, il lavoro, l’educazione,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù accompagna con la tua grazia le iniziative di pace e di sostegno a chi soffre per la guerra e per i disastri naturali; ti affidiamo i poveri, gli anziani, i bambini nel seno materno e quelli appena nati, le persone senza patria, senza casa e senza assistenza medica
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio nostro Padre, apri il nostro cuore alla carità. Mentre ti ringraziamo dei tuoi doni, concedici di vivere con responsabilità e fiducia. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli.

VIVERE INTENSAMENTE LA VITA

Verso la conclusione dell’anno liturgico percepiamo che tutta la vita è dono: noi siamo dono, con tutti i doni che ci sono affidati perché crescano e portino frutto. Questo ci apre alla responsabilità, cioè alla risposta verso il Donatore. Interroghiamoci sull’uso del tempo, intelligenza, doti affettive, e quindi anche di casa, denaro, oggetti. Sono orientati al nostro vero Bene, al nostro Destino? La vera soddisfazione sta nel ‘crescere davanti a Qualcuno’, donandoci per il bene di tutti. Con l’esempio dei santi e di tanti cristiani.

Vangelo secondo Luca 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

SERVO

Guardiamo Gesù, fatto ‘servo’ per noi con tutta la vita, con l‘abbassamento’ di Figlio di Dio nella condizione umana, l’obbedienza al Padre fino ad abitare le nostre case, soccorrere i nostri bisogni, senza avere ‘dove posare il capo’. Fino alla donazione totale e tormentosa della passione e morte in croce. Gesù riceve la risposta piena del Padre nella risurrezione. Un riflesso della sua vita di risorto accade anche a noi quando con verità e sincerità ci facciamo servi dei fratelli.

Vangelo secondo Luca 17,1-6

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

LO SCANDALO E LA FEDE

Gli scandali sono inevitabili come il cuore inclinato al male fin dal primo peccato dell’umanità. Questo non elimina la responsabilità di chi li produce, particolarmente quando sono colpiti i piccoli. Ci sono gli scandali palesi, che fanno chiasso, e quelli che rodono l’anima di chi li compie. Il male fa male. Tuttavia è possibile un riscatto anche per una colpa ripetuta, attraverso la correzione e il perdono. Occorre proprio avere fede, cioè un attaccamento a Gesù più forte del male.

Vangelo secondo Matteo 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

L’OLIO DELL’ATTESA

In questo ultimo mese dell’anno liturgico siamo richiamati a volgere lo sguardo a Cristo, che tutti ci invita alla festa con Lui nel suo Regno. Occorre che la nostra speranza e il nostro desiderio siano rivolti verso di Lui in modo attivo e attento: questo significa l’olio nelle lampade. Una fede viva per poterlo riconoscere quando viene; una carità attiva verso il prossimo, in famiglia, nel lavoro, nella società. Il dono della sapienza ci fa riconoscere il bene della vita vissuta come anticipo e preparazione all’incontro con Lui.

Vangelo secondo Luca 16,9-15

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

UNA VITA DONATA

Tutto sommato, il gesto più famoso di San Martino – il mantello tagliato a metà donato a un povero – è un piccolo gesto. Ma indica il tracciato della vita, interamente dedicata a Cristo per il suo popolo. Martino è il grande evangelizzatore delle ‘Gallie’, pacificatore instancabile tra fazioni in contesa. Il primo a essere riconosciuto come santo pur non essendo martire. I nostri paesi lo festeggiano anche per i frutti di stagione, ma il frutto più bello è un’intera vita donata.