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Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

CON PIETRO E CON IL PAPA

La festa della Cattedra di Pietro celebra colui che Gesù ha scelto come garante della fede di tutti. Pietro ha riconosciuto e dichiarato la identità di Gesù. Non solo per la sua esperienza con Gesù, ma come dono del Padre. L’unità con Pietro e successori diventa garanzia della fede del cristiano. E’ bello ricordare come i santi hanno ricercato l’unità con il Papa anche accogliendone i condizionamenti umani. Così è stato per don Giussani, ricordato oggi nel diciannovesimo anniversario della morte.

 

Affido alle persone di Rosolina e a quanti lo desiderano l'incontro svolto a Rosolina ieri sera, martedì 20 febbraio. Questa parte è stata preceduta da una accurata presentazione di due persone della Parrocchia, dal saluto di don Lino Mazzocco e da un filmato preparato dalla stessa Parrocchia che racconta il rapimento e l'uccisione del Beato Rolando Rivi, di grande efficacia. Mentre viene travolto dalla violenza, Rolando dice: "Io sono di Gesù". E' la sostanza della preghiera.

La testimonianza che chiude questa registrazione appare staccata da quel che precede. Dopo averla letta a conclusione del mio parlare sulla preghiera, non è stata registrata al momento, ma in seguito.

Non viene riportata qui la registrazione del seguito dell'incontro, con qualche domanda e qualche riflessione, molto opportune e anche profonde.

Se qualche persona desidera mettersi in contatto con me per riprendere queste riflessioni sulla preghiera, può farlo al                                                                              cellulare 3386539107                                                                                                               via mail angelobusetto24@gmail.com

Grazie!!

don Angelo

25 Febbraio 2024, Domenica II di Quaresima, Anno B

Introduzione del celebrante
Partecipando a questa Eucaristia, Gesù ci conduce con sé sull’alto monte, per introdurci nel mistero della sua vita. A Lui ci affidiamo.

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo per la gioia di stare con te. Donaci di seguirti nelle circostanze facili e in quelle difficili, per ascoltarti come Figlio del Padre e nostro Salvatore,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo per tutte le persone che ci accompagnano nel nostro cammino di fede: Papa Francesco, il nostro vescovo… i sacerdoti e tanti fratelli cristiani; donaci di camminare con umiltà e fiducia

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, salva il nostro mondo: conduci alla pace e alla riconciliazione i popoli in guerra; dona speranza e conforto a famiglie, anziani, giovani, bambini; in ogni ambiente venga rispettata la dignità della donna, e venga accolto il dono dei figli,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, in questo tempo di Quaresima, insegnaci a pregare, da soli, in famiglia, in Chiesa con la messa festiva. Donaci di riscoprire la Domenica, giorno della festa e della comunità; rinnovaci il tuo perdono nel sacramento della Confessione,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Gesù, accogli la nostra preghiera salga a te e venga trasfigura dalla tua grazia, per arrivare al nostro Padre che è nei cieli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

UNA VITA TRASFIGURATA
Ci sembra strano, in Quaresima, salire sul monte della Trasfigurazione. Gesù, che ci chiama a seguirlo portando la nostra croce, ci vuole con sè nello splendore e nella gioia: ci tratta come tratta i suoi tre amici più cari. La fede è stare con Gesù nel momento della gioia e nel tempo della fatica e sofferenza. Gesù trasfigura le nostre giornate, in qualsiasi condizione ci troviamo. Anche la prova più dura, come quella di Abramo chiamato a riconsegnare il Figlio, diventa via di salvezza.

Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

IL SEGNO E’ DENTRO

Il segno che cerchiamo è già donato. In questi giorni è la Quaresima, con il richiamo di Gesù alla conversione, più grande di quello di Giona agli abitanti di Ninive. Abbiamo ben più di Salomone, più gratificati della regina di Saba con Salomone. Dobbiamo solo accorgerci del dono di Dio, accoglierlo e viverci dentro. Dentro il Vangelo, dentro il cuore di Cristo, dentro la Chiesa. Tutto questo non in modo astratto, ma dentro le circostanze che ci sono date da vivere.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

PREGATE COSI’

Pregate perché siete figli, voluti, amati, accompagnati. Pregate perché tutti riconoscano il nome di Dio, e di essere fatti per il suo regno in terra e in cielo. Pregate per realizzare la volontà di bene che Dio ha per voi e per tutti. Pregate per vivere ogni giorno del frutto del vostro lavoro e della benevolenza dei fratelli. Pregate con cuore disposto a perdonare. Pregate e affidatevi quando siete tentati, quanto il male travolge voi e il mondo. Voi siete figli e siete fratelli.

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: ‘Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi’.
Allora i giusti gli risponderanno: ‘Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?’. E il re risponderà loro: ‘In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: ‘Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato’.
Anch’essi allora risponderanno: ‘Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?’. Allora egli risponderà loro: ‘In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me’.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

SI IDENTIFICA CON NOI E CI SALVA

Ci siamo abituati alla lettura di questo Vangelo. Ma chi avrebbe potuto immaginare l’identificazione di Gesù con l’affamato e l’assetato, con il povero e il carcerato? Incontrando, visitando, aiutando un povero, noi ‘aiutiamo’ Gesù! Ma allora, quando noi ci ritroviamo poveri, soli, derelitti, trascurati o abbandonati o forse traditi, noi stessi possiamo identificarci con Gesù, e scopriamo di essere amati da Lui! Veramente il Dio Crocifisso è anche il Dio risorto che ci salva in qualsiasi condizione di vita.

Vangelo secondo Marco 1,12-15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA

Gesù in lotta contro Satana ci rappresenta tutti e ci apre la via per la vittoria sulle tentazioni che ci spingono al male. Si rinnova la speranza che il bene spenga i fuochi di cattiveria e di male che infiammano il mondo e bruciano il cuore. La vita cristiana si rinnova con la grazia del Battesimo, richiamata dal sacramento della confessione e rinvigorita dalla preghiera e dalle opere di carità. Percorriamo il cammino della Quaresima verso Pasqua: “Convertitevi e credete nel Vangelo”

Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

PER CHI E’ VENUTO

Che pensata ha fatto Gesù, a chiamare un pubblicano, un collaborazionista dell’Impero Romano, un esattore delle imposte… Quell’uomo lascia tutto e va con Lui. Non bastasse, Gesù accetta di partecipare al banchetto che Levi-Matteo gli prepara nella sua casa, con tantissimi invitati della sua specie. Uno scandalo! Se non fosse che Gesù non è venuto per i sani, che non hanno bisogno del medico, ma per i malati. Non è venuto per i giusti, ma per ‘i peccatori perché si convertano’.

Vangelo secondo Matteo 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

PERCHE’ (NON) DIGIUNIAMO

Questo Vangelo ci raggiunge dopo il veloce digiuno del Mercoledì delle Ceneri e nell’astinenza del Venerdì: piccoli segni di condivisione del ‘digiuno’ e della Passione di Gesù. Digiuno e astinenza richiamano anche alla moderazione nel cibo e nell’uso delle cose, e diventano un invito alla carità. Mentre ci manca la visibilità di Gesù nella sua umanità concreta, ma non ci manca la sua presenza e la sua compagnia, nel profondo del cuore e nel cammino materno e fraterno della Chiesa.