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Vangelo secondo Matteo 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

GESU’ E (E’!) LA COMUNITA’

Ecco la comunità, anzi, la Chiesa. Dove trovare Gesù oggi? Dove incontrare la sua compagnia, il suo giudizio, il suo conforto, il suo perdono? Gesù l’ha detto in modo assolutamente preciso: dove anche solo due o tre sono riuniti nel suo nome. La sua incarnazione si prolunga fino alla faccia e al cuore dei fratelli di fede. Dal fondamento della comunità cristiana vissuta come unione nel sacramento, nella parola, nell’autorità, si parte per amare tutti fino ai confini della terra. Grazie, Gesù, per questa tua presenza reale.

Vangelo di Luca, 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

PER LA VITA DELLA PERSONA

E’ proprio vero che i discepoli di Gesù, quando sono con lui, non si rassegnano al digiuno. Passando per i campi, colgono le spighe e le mangiano. Così si sottopongono al giudizio dei farisei, secondo i quali questo ‘lavoro’ non è lecito di sabato. Ma qui c’è il padrone del sabato e il Signore dell’uomo, che ha posto la legge del sabato per onorare Dio e salvaguardare la dignità della persona, che non si riduce al suo lavoro. Dio fa vivere la persona, anima e corpo ogni giorno della settimana.

Papa Francesco:  “Desidero invitare tutti a vivere una giornata universale di preghiera  e  digiuno per il  Libano, venerdì  4  settembre”

Vangelo secondo Luca 5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

PRESENZA E ASSENZA DELLO SPOSO

Gli apostoli e tante persone con loro, avendo Gesù presente, potevano godere come per la presenza dello sposo alla festa di nozze. Arriva il giorno in cui lo sposo viene catturato e ucciso, e i discepoli soffrono la solitudine. Diceva Pascal “L'agonia di Cristo dura fino alla fine del mondo”. Oggi lo vediamo soffrire nelle persone che condividono la sua passione in Libano. Seguendo l’invito del Papa, possiamo partecipare con il digiuno e la preghiera alla passione di Cristo che continua nelle sue membra.

 

Domenica 6 settembre 2020 - XXIII del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante

Signore Gesù, tu ci riunisci nella tua Chiesa e ci dona l’esperienza della comunità fraterna in questa Eucaristia e nella vita. Ci rivolgiamo a te con fiducia.

  1. Signore Gesù, tu sei in mezzo a noi; fa di tutti noi un cuor solo e un’anima sola per diventare segno della tua presenza nel mondo,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti affidiamo coloro che poni come sentinelle nella tua Chiesa perché illuminino la nostra fede e sostengano la nostra carità. Donaci nuove vocazioni alla vita sacerdotale, consacrata, missionaria,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, l’Eucaristia diventi sorgente di amore nelle nostre famiglie, di carità e di impegno nel lavoro e nella vita sociale, nel rispetto di tutta la realtà creata,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti domandiamo che venga favorita una buona ripresa del lavoro e della scuola, nel rispetto della libertà e della sicurezza delle famiglie e dei ragazzi

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore la nostra concorde preghiera salga a te come preghiera di fratelli e figli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN

Spunto della domenica

Nessuno di noi è un solitario. Nessuno di noi si concepisca da solo. Apparteniamo alla comunità della Chiesa, chiamati e riuniti nel suo nome. L’assemblea eucaristica rende evidente quello che siamo: il corpo di Cristo nel mondo. Siamo parte della comunità, persone, famiglie, gruppi, dalla nostra parrocchia fino all’intera Chiesa cattolica, in cui veniamo sostenuti, corretti, lanciati. L’unità nel Suo nome è garanzia e forza per ogni cristiano: da questa esperienza prende avvio la nostra missione nel mondo.

 

 

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

INIZIA IL CAMMINO

Ripercorriamo con l’evangelista Luca la prima chiamata dei discepoli, e la prima risposta. Così il cristianesimo apre il cammino, seguendo Gesù. Con lo sguardo dei discepoli su Gesù, con la loro stupita e spesso impacciata sequela. Soprattutto lo sguardo di Gesù su loro, la sua pazienza, fortezza e dolcezza. La sua azione totalmente coincidente con la sua parola, e la sua vita donata. Gesù inizia e prosegue il cammino nel mondo con uomini e povere donne, come sempre, come noi.

 

Vangelo di Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

I PERCORSI DI GESU’

La sinagoga, luogo della parola e della preghiera; la casa, luogo degli affetti e dell’intimità; la strada, con le persone che la frequentano. Questa pagina di Vangelo descrive gli ambiti della presenza e della missione di Gesù. Egli entra nella vita degli uomini e delle donne del suo tempo, illumina, insegna, salva. Non solo a Cafarnao, la cittadina del lago, ma anche andando verso ‘altre città’. Fino a raggiungere la nostra città, la nostra casa, le nostre persone

Vangelo secondo Luca 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

PRESENZA E PAROLA

 

Lì dove arriva, Gesù non suscita solo sorpresa e accoglienza, ma anche contrasto e opposizione. Egli è una presenza diversa. Se ne accorge in modo particolare satana, il grande nemico e oppositore. E’ iniziata una grande lotta, alla quale ogni uomo è invitato a partecipare. Non possiamo vincere il male con la forza nostra, ma con la potenza di Cristo, che si impone con la sua presenza e la sua parola. Ecco il punto da cui ricominciare.

Vangelo secondo Luca 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

NUOVO INIZIO

Un momento importante nella vita di Gesù. Quasi un nuovo inizio per lui, che nella sinagoga del paese definisce la sua missione, riconoscendosi nella profezia di Isaia circa il messia. Un annuncio troppo grande per i suoi concittadini che paragonano le sue parole con il garzone figlio di Giuseppe che essi conoscevano.

Quando incrociamo Gesù, i nostri schemi e le nostre conoscenze non bastano mai: occorre sempre aprire nuovamente la mente e il cuore al mistero della sua persona.