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Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

PERCHE’ LA PREGHIERA

Che cosa ottiene la preghiera? Ci ottiene la consapevolezza di essere figli voluti e amati; la consapevolezza di essere fratelli. Insieme, ci rende collaboratori di Dio Padre e dell’opera redentiva del Figlio Gesù, nella grazia dello Spirito Santo.
Abbiamo visto tanta gente in ginocchio, nella piazza di Kiev e nelle piazze della Polonia, nelle nostre chiese e nel cuore delle persone che sono minacciate dalle bombe e fuggono. La preghiera apre il desiderio del Regno, dove ci attende il Padre che sta nei cieli.

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

IL VOLTO DI GESU’

Arriva puntuale questo discorso di Gesù e ci colpisce al cuore. Cosa rispondere oggi al richiamo del Signore? Ogni giorno abbiamo sotto gli occhi persone che hanno fame e sete, fuggono dalle loro case e cercano rifugio nei sotterranei delle città o affrontano viaggi pericolosi e pesanti per fuggire dalla guerra. Oggi Gesù ha il volto di quelle donne, quei bambini e anziani. Gesù vive il loro dramma. Diventiamo tenaci nella preghiera, e domandiamo un cuore grande di carità.

 

Vangelo secondo Luca 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

TEMPO DI UNITA’ E DI RIPRESA

La Quaresima ci ricorda la lunga storia dalla quale veniamo e il popolo al quale apparteniamo: vedi   prima lettura. Questa storia continua nei drammi e nelle speranze del presente. Il mondo, e ciascuno di noi è sottoposto alla tentazione del possesso dei beni, del potere, della superbia, della sfida a Dio. Il tempo della Quaresima ci chiama ad essere uniti nella preghiera, nel digiuno, nella carità: questa è l’opera che spetta a ciascuno e che ciascuno può fare, in unità con familiari, amici, colleghi. E’ l’inizio dell’opera della pace.

Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

DAL PECCATO ALLA CONVERSIONE

 

La chiamata di Levi-Matteo è subito decisiva: l’esattore delle tasse diventa discepolo e apostolo. Il cerchio si allarga ad amici e conoscenti, per un festoso banchetto con Gesù. Uno scandalo per i benpensanti, i ‘giusti’ farisei e scribi.

Che ne sappiamo noi del mistero della chiamata di Dio, che ne sappiamo del mistero del cuore umano attratto dal Signore? Noi possiamo solo desiderare e pregare, per noi e per tutti, affinchè avvenga la conversione dal male al bene, dalla guerra alla pace.

 

Vangelo secondo Matteo 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

LA SPOSA FERITA

Sono dunque arrivati i giorni del digiuno, non solo per il tempo di Quaresima, ma anche per il dramma dei fratelli ucraini colpiti dalla guerra, costretti nei rifugi o in fuga dalla loro patria, con le città dilaniate dalle bombe. Partecipiamo con la preghiera, il digiuno, la larghezza della carità, disiderando manifestare un segno della vicinanza di Gesù, lo sposo che piange sulla sposa ferita. In attesa della liberazione, in attesa della risurrezione.

Vangelo secondo Luca 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

IL CAMMINO DI GESU’

La Quaresima delinea fin da subito il cammino di Gesù verso la passione e morte e verso la risurrezione. Nello stesso tempo indica il cammino del discepolo, il nostro cammino dietro a Lui.
Che dobbiamo fare dunque? Non c’è da inventarsi chissà quali penitenze. Occorre prendere ogni giorno la propria croce, portandola per amore. Occorre sciogliere il cuore dal vincolo dell’egoismo, dall’intreccio dell’orgoglio, dalla pesantezza della pigrizia e dell’ignavia e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del Padre che ci conduce dalla croce alla risurrezione.

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

 

QUARESIMA DI DIGIUNO E PREGHIERA

 

L’inizio della Quaresima ci rende personalmente partecipi del dramma delle persone dell’Ucraina ferocemente colpite dalla guerra. Anche noi vorremmo muoverci in qualche modo come Papa Francesco che è andato personalmente a incontrare l’ambasciatore russo in Vaticano. A quale Ambasciatore di Pace potremo rivolgerci se non a Cristo stesso, re di pace? Il Mercoledì delle Ceneri ci invita alla preghiera e al digiuno, che Francesco ripropone oggi ai cristiani come gesto di solidarietà con i fratelli e di intercessione a Dio. Come potremo mancare?

Domenica 6 marzo 2022 – Prima di Quaresima, anno C

Introduzione del sacerdote

Ci uniamo alla preghiera di tanti nostri fratelli nel mondo per domandare la conversione dei cuori e la pace in Ucraina e in tutti i luoghi del mondo percossi da violenze e ingiustizie. Il Signore Dio accolga la nostra preghiera.

  1. Signore Gesù, la nostra Quaresima diventi tempo di rinnovamento per il mondo intero. Converti il cuore e le decisioni dei potenti, per un cammino di pace in Ucraina e in tutti i luoghi del mondo percossi da violenze e ingiustizie,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  1. Signore Gesù, che hai vinto Satana e le sue tentazioni, donaci di superare le tentazioni dell’orgoglio, della prepotenza, del potere, della vendetta. Donaci di vincere il male con la preghiera, la carità, il digiuno

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti preghiamo per la Chiesa che vive nel mondo. Le nostre comunità e tutti i cristiani diventino testimoni e costruttori di pace e di solidarietà. Ti affidiamo tutte le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa, e tutte le vittime della guerra,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, rendici uniti nella Chiesa, partecipi del dolore e delle gioie gli uni degli altri, fiduciosi nel bene della preghiera e nella grazia dei sacramenti,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del sacerdote

Deponiamo davanti a te o Signore la nostre domande, la nostra vita, e la vita dei nostri fratelli e sorelle, con la fiducia dei figli

TEMPO DI UNITA’ E DI RIPRESA

La Quaresima ci ricorda la lunga storia dalla quale veniamo e il popolo al quale apparteniamo: vedi   prima lettura. Questa storia continua nei drammi e nelle speranze del presente. Il mondo, e ciascuno di noi è sottoposto alla tentazione del possesso dei beni, del potere, della superbia, della sfida a Dio. Il tempo della Quaresima ci chiama ad essere uniti nella preghiera, nel digiuno, nella carità: questa è l’opera che spetta a ciascuno e che ciascuno può fare, in unità con familiari, amici, colleghi. Chiediamo a Dio, per noi e per tutti, la luce della mente e la semplicità del cuore per vedere il bene e per compierlo.

Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

LA PROMESSA

Si compie la promessa del Signore? E’ documentato questo ‘centuplo’ che precede il dono della vita eterna? Chi realmente ‘lascia’ casa e padre e madre tutto il resto, realmente lo sperimenta. E’ un di più della vita, la pienezza del cuore, del sentimento di sé e della propria realizzazione, che si compie ‘nell’esperienza di un grande amore’, come diceva Romano Guardini. Il cuore dell’uomo e della donna desidera l’infinito, ed è straordinario percepirne il fiato già da questa terra.