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Vangelo secondo Luca 11,14-23

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

CHI CI SALVA?

In chi possiamo confidare per mettere al sicuro la nostra vita? Chi ci può difendere dall’uomo ‘più forte’ che viene a rapirci la pace, la casa, la vita? Chi opera ‘con il dito di Dio’? In questo tempo, in cui prevalgono la violenza della guerra, la potenza della paura, l’incertezza del futuro, chi ci salva? A Lui, il Signore Gesù, noi guardiamo, insieme con tutti i perseguitati. L’unità nella preghiera e nella carità, variamente vissuta in questi giorni, è via di salvezza.

Vangelo secondo Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

PIU’ DELLA LEGGE, LA PERSONA

Gesù non cancella i passi compiuti da Dio per portare a saggezza e al buon vivere gli uomini. Quale dunque il ‘pieno compimento’ realizzato da Gesù? La sua venuta conduce a confrontarci non con una legge scritta, ma con una presenza viva, in una relazione personale che passa anche attraverso il rapporto con le persone nelle quali Egli si identifica: in questi giorni, come ricordano il Papa e come ha ripreso il vescovo di Chioggia, sono le persone che fuggono dalla guerra.

Domenica 27 marzo 2022 - IV di Quaresima, Anno C

Introduzione del celebrante

Il Vangelo del Padre che accoglier con misericordia il figlio ci conduce a domandare la stessa misericordia per noi e per tutti.

  1. Signore Gesù che hai rivelato la misericordia del Padre, dona a tutti gli uomini di sperimentare la tua misericordia che rinnova la vita e di condividerla con i fratelli,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, con le parole del Papa, dei nostri pastori e di tanti fratelli e sorelle tu inviti il mondo alla pace e alla riconciliazione. Converti il cuore e le opere dei potenti della terra e di tutti noi,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo le famiglie e le persone che fuggono dalla loro terra. Dona loro consolazione e speranza e apri tutti noi all’accoglienza e alla carità,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti preghiamo per i figli, per i padri e le madri; dona a tutti di riconoscere il bene ricevuto, di crescere nell’amore vissuto in famiglia, sperimentando la gioia di accoglierci e perdonarci come figli e fratelli,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

O Signore, veniamo a te poveri ma fiduciosi, peccatori ma affidati alla tua misericordia. La tua grazia ci colmi di bene. Tu che vivi e regni

UN CUORE NUOVO PER UN MONDO NUOVO

Il Vangelo ci fa rivivere l’esperienza del figlio che si disperde nella falsità dei sogni che illudono; l’esperienza del padre che attende con pazienza e accoglie con misericordia; l’esperienza del fratello, dominato da una giustizia solitaria e non misericordiosa. In qualche modo ci possiamo ritrovare in ciascuna di queste persone. Lasciamoci dominare dalla figura del Padre, rinnovando la nostra fiducia e speranza in Lui. Domandiamo che la sua accoglienza e misericordia diventi anche nostra, per rinnovare il volto della nostra famiglia, della comunità, della Chiesa e del mondo.

 

 

Vangelo secondo Matteo 18,21-35

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

LA CASCATA DELLA MISERICORDIA

La misericordia scende dall’alto, come una benefica cascata che lava la roccia e va a irrigare il campo. Il perdono, mentre scioglie la catena dell’inimicizia, libera il nostro cuore e rimette in modo la vita. Ma è possibile perdonare senza conteggi e senza misura come dice Gesù nel Vangelo? E’ possibile solo se abbiamo coscienza che a nostra volta noi siamo accolti e perdonati da un Dio che ci è Padre, e da tante persone che ci guardano come fratelli e sorelle.

Vangelo secondo Luca 4,24-30

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

UN BENE ESPANSIVO

Siamo così attaccati ai nostri desideri e alle pretese su cose che ci riguardano, da guardare con dispiacere e invidia il bene degli altri. Gesù ci sfida, come ha sfidato i concittadini di Nazaret, ai quali ha ricordato la preferenza che Dio riserva a stranieri. Cittadini del mondo, verrebbe da dire. Prima ancora, figli di Dio. Il bene ricevuto da Lui è espansivo, e provoca alla carità e alla missione verso tutti. Un cuore buono gode del bene altrui.

Vangelo secondo Luca 13,1-9

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

CAMMINO DI CONVERSIONE E DI PACE

Dio, che ha preso l’iniziativa chiamando Mosè a liberare il suo popolo, manda a noi il Figlio Gesù, che ci accompagna nel cammino della conversione. Viviamo senza lasciarci schiacciare dalle cattive notizie di mali e di guerre, ma accogliendo ogni giorno il dono della speranza, fedeli al nostro compito, aperti alla carità e accoglienza. Per ricominciare nuovamente, lasciamoci abbracciare dalla sua misericordia nel sacramento della confessione. Il mondo nuovo comincia con la nostra conversione.

Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

CAMMINARE NELLA LOGICA DI DIO

Ecco davanti ai nostri occhi Giuseppe, sorpreso per Maria incinta. Cosa è capitato? Giuseppe in sogno accoglie l’Angelo del Signore e si muove secondo il suo ordine. Giuseppe e Maria sono aperti all’intervento di Dio e si muovono dietro la sua iniziativa. Anche nei fatti che seguono - nascita del Bambino a Betlemme, fuga in Egitto, ritorno, vita a Nazaret - Giuseppe e Maria vivono la stessa logica. Gesù ‘diventa uomo’ accanto a questo uomo, Giuseppe, e a questa donna, Maria. Camminiamo anche noi con la stessa logica!

Vangelo secondo Matteo, 21,33-43.45

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

LA SUA VISITA

Con una straordinaria parabola, Gesù racconta la storia dell’intervento di Dio tra gli uomini. La vigna è tutto questo bel mondo che Dio ha creato e donato in consegna agli uomini. I servi sono i suoi rappresentanti e profeti che Dio ha inviato a visitarci. Il figlio è Gesù, che gli uomini hanno crocifisso. E’ una visita che permane, attraverso la presenza viva del Signore tra noi, nella Chiesa e nel segno dei poveri e dei perseguitati. Come lo accogliamo?

Rivista: I Santi che ri-fecero la Chiesa

Il 12 marzo 1622 - esattamente 400 anni fa - papa Gregorio XV proclamava quattro santi più uno: Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa d’Avila, Filippo Neri, e Isidoro, agricoltore patrono di Madrid: un ‘politico’, un missionario, una mistica, un pastore, un cristiano ‘qualunque’.  I primi quattro vengono chiamati i ‘santi della Riforma’, essendo apparsi nel contesto della bufera della Riforma protestante e nel marasma di confusione della Chiesa cattolica. Il Concilio di Trento, che si era protratto per quasi vent’anni, aveva ‘serrato i ranghi’ della Chiesa cattolica, costituendola in certo modo come ‘fortezza dogmatica’ e ‘baluardo morale’. Ma non bastano dogmi e catechismi, non bastato regole e prescrizioni. Occorre la vita. Qui si collocano i santi, miracolo esplosivo dello Spirito Santo e sorpresa per la Chiesa e il mondo.  Lo comprendiamo scorrendo le immagini e leggendo le parole delle pagine patinate del numero di marzo de I LUOGHI DELL’INFINITO, il mensile tutto illustrato del quotidiano Avvenire. Si prende l’avvio con alcune premesse sulla santità: “Il santo è totalmente altro rispetto all’anonimo uomo-massa sperso nella distrazione del mondo liquido”, e si cita Etty Hillesum che scrive: “Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno un pezzetto di te, mio Dio”. La santità è lo specchio di Dio ed è diffusiva. Ecco Ignazio, con i suoi ‘Esercizi’ che sono strada per il cielo, per la quale si sono incamminate schiere di cristiani, e fioriscono altri santi, come Francesco Saverio e si innalzano geniali ricostruzioni dell’umano come le ‘Reducciones’ gesuitiche che costituiscono la semente del cristianesimo in Brasile e in Paraguay; ecco la genialità di Matteo Ricci che si fa cinese per introdurre il cristianesimo in Cina. Segue la ‘rivoluzione’ di Teresa, che reintroduce Gesù Cristo nella spiritualità non solo monacale ma di tutti e ridona alle monache la loro personalità femminile. Arriva la gioia dell’annuncio con Filippo Neri che vive il cristianesimo nell’amicizia e lo fa esplodere nelle strade, nella musica, nella pittura, nel culto della storia. Tante immagini variegate, come la vita. Il paragone con esse ci rilancia nei percorsi, antichi e nuovi, lungo i quali la fede rifiorisce.

Angelo Busetto