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Vangelo secondo Giovanni 2,1-11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

LO SPOSO CHE CI AMA
Non abitiamo una terra abbandonata e devastata, ma una terra chiamata mia Gioia e Sposata. Gesù alla festa di nozze è segno di questa benevolenza di Dio per noi. E’ Lui lo sposo fedele che ci ama e accompagna. Lo troviamo riflesso nei pastori che in Lui si identificano. Come il nuovo vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, che oggi viene consacrato, e che ha scelto come motto SICUT ET CHRISTUS DILEXIT ECCLESIAM: come anche Cristo ha amato la Chiesa. Accogliamo Cristo nelle nostre famiglie, nelle comunità, nella vita, nelle amicizie: Cristo, fattore di unità e missione.

 

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

 

A PRANZO

 

Se appena ci pensiamo, c’è molto da sorprendersi a vedere quante volte i vangeli raccontano di Gesù a pranzo, con amici, gente per bene, persone equivoche. Egli entra nel tessuto dei rapporti umani, donando amicizia e fraternità. Non è venuto a piantare una religione cerimoniale, ma a riaprire il cuore delle persone alla relazione con Dio e alla riconciliazione reciproca. Suo compito è la ricostruzione dell’umano, nei fondamenti e nell’espressività, come un maestro e un riedificatore.

Vangelo secondo Marco 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

 

LA SORPRESA DI GESU’

 

Avanti e indietro. Ecco Gesù ancora a Cafarnao, come un ritorno ‘a casa’, che doveva essere la casa di Pietro, ancora riconoscibile nella cittadina, accanto ad altre case dove si vede ancora la scalinata del cortile, dalla quale si accede al tetto. Questa gente si fida così tanto di Gesù, da osare un’iniziativa sorprendente. La sorpresa di Gesù, da pari suo, sorpassa tutti: guarisce anima e corpo. Chi può far questo ‘se non Dio solo’? Appunto: è quello che Gesù fa.

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

GESU’ LO TOCCA

Il Vangelo di Marco ci accompagna lungo i giorni e le strade percorse da Gesù. Gesù non solo incontra, ma anche viene incontrato, persino da persone escluse dalla società. Sospinto dal bisogno e attratto dalle voci che circondano Gesù, il lebbroso gli si avvicina, anzi gli si para davanti, mettendosi in ginocchio, fino al punto che Gesù lo tocca, tocca un lebbroso!! Basta una parola a guarirlo e subito Gesù quasi lo scaccia: non gli interessa la fama, ma la vita di quell’uomo. La mia vita.

Vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

GESU’ IN AZIONE

Nella sinagoga, in casa, sulla strada, nel luogo deserto: Gesù è vigile, attivo, attento. La sua radice è il rapporto con il Padre celeste, di fronte al quale Egli si pone consapevolmente in tutti i momenti della giornata. Questo atteggiamento gli permette di stare di fronte a tutte le persone e di vivere tutte le circostanze con cuore aperto, con disponibilità viva. Non strappato e diviso in se stesso, ma teso a una missione che non ha confini. Un modello e una grazia per tutti.

Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

LA DIFFERENZA

Stupiti gli uni, presi da timore gli altri, terrorizzati i demoni. Gesù si impone per la novità e la differenza della sua presenza, parola, azione. Realmente una umanità nuova, che non solo si impone come grande e vera, ma diventa fattore di cambiamento per chi la incontra. Accade ancora quando la presenza di Gesù si manifesta in verità e pienezza attraverso chi si lascia talmente coinvolgere dalla sua vita, da diventarne testimone. E’ una grazia conoscere persone così: nasce la voglia di seguirle.

Vangelo secondo Marco 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

LE PRIME CHIAMATE

Iniziamo il ‘tempo ordinario’ dell’anno liturgico con il Vangelo di Marco che annuncia la prima predicazione di Gesù e in contemporanea la chiamata dei primi discepoli. E’ sorprendente constatare che Gesù chiama subito alcuni a seguirlo in modo particolare, e come questi subito lo seguano. Un movimento convergente. Quando il Signore chiama e la persona risponde, già inizia il cambiamento del mondo, un’era nuova per tutti, piena di promessa per il futuro. Fino ad arrivare a toccare le nostre piccole vite.

 

Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

LA VITA NUOVA DEL BATTESIMO

Oggi riprendiamo coscienza del nostro Battesimo con il quale è iniziata la nostra storia di fede. Inseriti in Cristo, facciamo parte del suo Corpo che è la Chiesa e veniamo introdotti a una vita nuova. Un nuovo senso del vivere, un nuovo pensiero, una nuova considerazione per gli altri, per le circostanze che accadono, per il nostro destino finale. Siamo figli amati e accompagnati dalla sua grazia, attesi nella sua casa. Una vita ricca di presenza e di speranza. Sosteniamoci nella preghiera e nella carità.