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Vangelo secondo Marco 3,22-30

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

RICONOSCERE LA REALTA’

Tutti si accorgono che Gesù dice e fa cose straordinarie. I suoi oppositori, che vedono scalzata la loro autorità, non vogliono riconoscere la sua origine divina, e tirano in ballo i demoni. Gesù ha buon gioco: Satana non può andare contro se stesso; questa gente non sa guardare la realtà. Questo è il vero peccato contro lo Spirito Santo, la vera bestemmia: negare l’origine divina del bene che Gesù compie. Occorre aprire gli occhi per vedere, e il cuore per riconoscere.

Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

IL MAESTRO E’ QUI E CI PARLA

Formidabile l’inizio del Vangelo di Luca, che dobbiamo ringraziare per la sua attenta documentazione. Bellissimo l’inizio del ministero di Gesù a nella sinagoga di Nazaret, dove si fa riconoscere per colui che compie la promessa di salvezza. Gesù è presente e ci parla nella assemblea eucaristica e si comunica a noi. E’ Lui la parola vera e reale: il punto a cui guardare e al quale affidarci. Siamo lieti, come gli ebrei che esultano per aver ritrovato il libro della Parola dopo l’esilio. Il Maestro, il Salvatore, la Parola è con noi, ci accompagna e ammaestra.

Vangelo secondo Marco 3,20-21

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

 

E’ FUORI DI SE’

 

Questo è uno degli episodi più sconcertanti del Vangelo: i suoi, parenti e familiari, vanno fino a Cafarnao, lo sorprendono in una casa e si passano voce: “E’ fuori di sé”. Cos’era diventato quel ragazzo, quel giovane, quell’uomo che avevano visto crescere e lavorare? Certamente aveva perso la testa. Rispetto ai luoghi comuni e convenzionali, Gesù è fuori. Anche i suoi discepoli, quando fanno sul serio, sono considerati fuori, un po’ vitati, esaltati. Pazzia per il Signore: averne almeno un po’!

Vangelo secondo Marco 3,13-19

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

CHIAMATI E SALVATI

Quattro dei dodici chiamati vengono qualificati: Simone diventa Pietro, Giacomo e Giovanni sono ‘figli del tuono’; Giuda è il traditore. Ciascuno con la sua storia, il suo presente e il suo futuro. Ciascuno con un compito, valoroso o perverso. Il Signore Dio fa rientrare tutto in un piano provvidenziale che conduce Cristo alla risurrezione. La nostra vita di discepoli, anche nei nostri maldestri tentativi, quando non ci sottraiamo, viene avvolta dalla sua misericordia che conduce alla salvezza.

Vangelo secondo Marco 3,7-12

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

DOMANDA DI SALVEZZA

Pressato dalla folla, Gesù domanda una barca sulla quale salire: talmente grande è il bisogno di salvezza. Nello stesso tempo avviene l’invasione degli ‘spiriti impuri’ che manifestano la sua identità, confondendola con quella di un taumaturgo a buon mercato; Gesù li fa tacere. Quale salvezza dunque possiamo domandare a Gesù? Certo da tutti i nostri mali presenti e in particolare dalla pandemia. Ma Gesù, prima di essere salvatore con le opere che compie, è salvatore con la sua stessa persona che ci abbraccia.

Vangelo secondo Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

IL BENE sùbito

Gesù non aspetta il giorno dopo per fare il miracolo. Prende anzi l’iniziativa e chiama in mezzo l’uomo dalla mano paralizzata. Il bene va fatto subito. Quante volte il rimando al giorno dopo o a un’altra circostanza, fa svanire sia il proposito e sia l’azione di bene. Né possiamo nasconderci dietro il paravento della liceità o illiceità: il bene va fatto sempre. Per questo occorre un cuore nuovo, semplice, pronto, con lo slancio del fanciullo e la grazia del Signore.

Vangelo secondo Marco 2,23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

ALLARGARE LA CARITA’

Cosa ci dice di fare Gesù verso i fratelli che hanno fame, hanno freddo, scappano dalle loro case, inseguiti dalla persecuzione? Non si tratta solo di strappare spighe dai campi. Di fronte a problemi enormi e complessi, almeno una spiga possiamo strappare dal nostro cuore, superando ogni formalismo. Sciogliamo la nostra durezza e aridità imparando dai santi, e partecipiamo a occasioni di carità aiutando persone vicine e inviando sostegni concreti a istituzioni caritative e missionarie fidate.

Vangelo secondo Marco 2,18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

ANCORA LO SPOSO

Ieri abbiamo visto Gesù a nozze. Oggi Gesù stesso si qualifica come sposo, manifestando la sua presenza che rassicura e allieta come una festa di nozze. Gli invitati diventeranno sempre più numerosi e la festa sarà più grande. Tuttavia, Gesù annuncia i tempi dell’assenza dello sposo, nei giorni della sua passione e in seguito anche della persecuzione dei discepoli. I tempi che seguiranno l’ascensione, pur con la sua presenza nel ‘segno’, saranno velati di tristezza, in attesa della festa finale.