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Vangelo secondo Luca 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

RICONOSCERE GESU’

Questo è il compito della vita: riconoscere Gesù. Non solo come Colui che è nato, vissuto, morto, risorto. Ma come Colui che è vivo e presente. Prima delle nostre ‘buone azioni’, c’è questo riconoscimento che invade la persona per essere testimoniato al mondo. Quando riconosciamo Gesù, la vita viene rilanciata ad ogni istante e ritrova tutta l’energia che le viene donata. Nella storia della Chiesa, il più grande spettacolo è quello di coloro che hanno riconosciuto Gesù, fino al sacrificio della vita.

Venerdì 15 ottobre 2021 - Santa Teresa d'Avila vergine e Dottore della Chiesa, Spagna, 1515-1582

Vangelo secondo Luca 12,1-7

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

POTENZA DI AMORE

“Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato”. C’è una potenza della grazia, che sempre d manifestarsi. Quello che Gesù ci dona – vita, Vangelo, presenza – domina il cuore, esplode nella vita, e viene riconosciuto. Travolge perfino i nostri mali, limiti, difetti. Così è stata la vita di Teresa d’Avila, che – per questa potenza di amore – ha vinto le resistenze del suo tempo ed ha aperto una via di santità per tante donne e uomini del suo tempo e del nostro tempo

Vangelo secondo Luca 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

PROFETI E MAESTRI

I profeti, chi sono? Non tanto quelli che predicono il futuro, quanto quelli che leggono il presente scoprendovi i segni che svelano la presenza di Dio e la sua volontà. I profeti giudicano il presente e lanciano prospettive. Sbilanciano la nostra tranquillità e smobilitano la nostra ‘giustizia’ preconfezionata. I profeti vanno a scovare i desideri profondi del nostro cuore, e li portano a galla. Oltre all’ascolto, nasce il desiderio di seguirli. I profeti diventano quei maestri di vita di cui abbiamo bisogno.

 

Vangelo secondo Luca 11,42-46

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

UN’ALTRA MISURA

Il rispetto delle leggi e il pagamento delle tasse: ok! Ma sopra di tutto la giustizia, misurata sulla giustizia di Dio che ci salva, e l’amore di Dio. Non basta fare buone leggi, e nemmeno basta – quando si è onesti – rispettarle. Nella vita c’è sempre un di più, un oltre, che solo il cuore può riconoscere, e la giustizia di Dio può misurare. Un cuore desideroso e inquieto, perché si lascia attrarre dall’amore senza misura di Dio, che Cristo ha vissuto e mostrato.

Vangelo secondo Luca 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

QUANTE CERIMONIE…

Sembra che le cerimonie e le liturgie accurate e solenni, che si vanno rarefacendo in campo ecclesiale, invadano molti aspetti della vita sociale, soprattutto in vari tipi di raggruppamenti e associazioni istituzionali o libere. Sono un segno identificativo che può degenerare nel formalismo. Come sempre, Gesù ci richiama – i farisei e anche noi – alla sostanza delle cose e dei comportamenti, centrando il richiamo alla carità. Il ragazzo che ricordiamo oggi – Carlo Acutis – è uno splendido esempio di semplicità e verità.

Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

OCCHI E CUORE APERTI

Stiamo lì a domandarci dov’è il Signore, e perché non si mostra dove e come vogliamo. Dobbiamo sempre imparare a tenere occhi e cuore aperti per riconoscere l’opera di Dio almeno a due livelli. Il primo è questo mondo che si sveglia alla luce ogni mattina, mentre la vita rinasce attorno a noi da tutte le parti. Il secondo livello sono le carezze che Dio ci fa nel corso della giornata: persone, amicizie, coincidenze, fatti. Quante persone, quante cose ci vengono donate ogni giorno?

Vangelo secondo Marco 10,17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

UN BUON CAMMINO

Quello che il cuore desidera: vita, felicità, pienezza, lo cerchiamo in tutte le direzioni e con tutte le forze. Come il giovane del Vangelo, possiamo rivolgerci a Gesù: “Che dobbiamo fare per essere felici?”. Possiamo seguirlo, domandare la sua sapienza, ascoltare la sua parola e accogliere la sua testimonianza. Un passo al giorno, un desiderio continuo ci conduce a un cambiamento del cuore e delle azioni. Camminiamo nella Chiesa, guardando le testimonianze dei santi come Daniele Comboni - che si è dedicato all’Africa - e delle persone che ci circondano,

 

Vangelo secondo Luca 11, 27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

IL SI’ DELLA MADRE

Una donna si entusiasma al sentire parlare Gesù, ed ne esalta la madre, riconosciuta proprio nella funzione materna: portare il bimbo in grembo e allattarlo. Cosa c’è di più umano della vita donata e trasmessa dalla madre al figlio? Eppure c’è un livello che supera la maternità fisica. Applicandolo a Maria, lo ritroviamo un attimo prima che lei diventi madre: il sì all’Angelo del Signore. Maria ha ascoltato la parola del Signore, e l’ha portata a compimento nella sua persona.

Vangelo secondo Luca 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

ALLO STESSO LIVELLO

La preghiera non è una formula, ma uno sguardo, un’invocazione, un affidamento. Come un figlio che si rivolge al padre e alla madre; come un amico che guarda l’amico. In qualche modo, la preghiera ci mette al livello di Dio, o meglio, con la preghiera Dio si mette al nostro livello accettando di diventare nostro interlocutore e nostro sostegno. Soprattutto, Dio diventa nostra compagnia e speranza per il tempo e per l’eternità. Perché è Padre.