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Vangelo secondo Luca 11, 27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

IL SI’ DELLA MADRE

Una donna si entusiasma al sentire parlare Gesù, ed ne esalta la madre, riconosciuta proprio nella funzione materna: portare il bimbo in grembo e allattarlo. Cosa c’è di più umano della vita donata e trasmessa dalla madre al figlio? Eppure c’è un livello che supera la maternità fisica. Applicandolo a Maria, lo ritroviamo un attimo prima che lei diventi madre: il sì all’Angelo del Signore. Maria ha ascoltato la parola del Signore, e l’ha portata a compimento nella sua persona.

Vangelo secondo Luca 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

ALLO STESSO LIVELLO

La preghiera non è una formula, ma uno sguardo, un’invocazione, un affidamento. Come un figlio che si rivolge al padre e alla madre; come un amico che guarda l’amico. In qualche modo, la preghiera ci mette al livello di Dio, o meglio, con la preghiera Dio si mette al nostro livello accettando di diventare nostro interlocutore e nostro sostegno. Soprattutto, Dio diventa nostra compagnia e speranza per il tempo e per l’eternità. Perché è Padre.

Vangelo secondo Luca 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

IL CUORE DI MARIA, LE MANI DI MARTA

Suscita sempre un accento di simpatia imbattersi nelle due sorelle che ospitano Gesù con un atteggiamento così diverso. Ci sorprende Marta che si lamenta della sorella in modo schietto; e ci sorprende il richiamo che Gesù le fa, mentre speriamo che la preparazione del pranzo abbia buon esito. Desideriamo essere attenti come Maria a Gesù presente, che ci parla, e nello stesso tempo vorremmo svolgere i tanti servizi della vita: con il cuore di Maria e le mani di Marta

 

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

LA SORGENTE CRISTIANA

Guardare san Francesco, è ritornare a vedere il cristianesimo sgorgare dalla sorgente. Francesco legge il Vangelo e lo riproduce alla lettera nella sua vita. La povertà diventa totale spogliazione di sé perché emerga la figura di Cristo. Non accade per uno sforzo di imitazione, ma per una grazia della immedesimazione, che giunge fino a ripercuotere nelle membra le ferite di Cristo crocifisso. Da questa sorgente, avviene nella vita di Francesco una nuova ‘edificazione’ della Chiesa, non solo a San Damiano, ma nel mondo.

Vangelo secondo Marco 10,2-16

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Un nuovo orizzonte per vivere

Gesù entra nella vita, nella famiglia, per accompagnarci nelle scelte concrete. Egli ci conduce a chiamare le cose e le persone con il loro vero nome, il nome che Dio ha dato fin dall’origine: uomo, donna, amore, fedeltà, matrimonio, fecondità, figli… Il rispetto della realtà delle cose, mette sulla strada della felicità. La fede cristiana aiuta a capire e a vivere ciò che è veramente umano. Diventa giudizio e sostegno nella confusione di idee e di comportamenti del mondo. Nel mese di ottobre ci vengono incontro Maria, con il Rosario e la compagnia dei santi, come Francesco.

Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

GLI ANGELI ACCANTO

Scrive un’attenta seguace dell’invio del Vangelo: “Angelo di Dio è la mia preghiera preferita. Mi riporta all’infanzia, a quel bel tempo dorato in cui riecheggia la voce calma di mia madre, seduta sul letto vicino a me, poco prima di dormire.” Gli Angeli custodi rendono Dio vicino. Gesù li ha visti nella sua vita terrena, all’inizio della missione, nel deserto, e poi nell’orto degli ulivi. Gesù li vede accanto ai bambini e a chi, restando un po’ bambino, domanda aiuto e protezione.

Vangelo secondo Luca10, 13-16

In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

 

UN AMORE MISSIONARIO

Abbiamo ricevuto la visita del Signore, l’abbiamo riconosciuta ed Egli siede alla nostra mensa. Domandiamo di custodirla nel cuore e nella vita, attraverso l’opera di tutta Chiesa la quale, come Madre, accoglie e fa crescere in noi e per noi la Sua presenza, come fanno i santi. Come ha fatto la giovane Teresa, che ha amato Gesù e voleva farlo conoscere al mondo. Vissuta nel silenzio e nell’amore del suo monastero, è stata proclamata patrona delle missioni nel mondo.

Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

PRESENZA E VOCE

Gesù ha davanti il mondo; attorno a lui c’è un drappello di 72 discepoli, oltre ai 12 apostoli. Ha fretta di mandarli come operai nella grande messe. Non con intenti di conquista e pianificando progetti, ma ponendo una presenza, offrendo una testimonianza, porgendo una parola. Ciascuno al suo lavoro: zolla dopo zolla, casa dopo casa, l’annuncio arriva.
Quattro secoli dopo, Girolamo compie una grandissima opera, traducendo nella lingua parlata – Vulgata – tutta la Bibbia, dall’Antico Testamento ai Vangeli. La testimonianza acquista voce.

Mercoledì 29 settembre 2021
Santi Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli

Vangelo secondo Giovanni 1,47-51

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

IL CIELO APERTO

Quando il cielo si apre, vediamo di più. A suo tempo, vedremo e gli angeli di Dio correre e volare fra terra e cielo per portare messaggi e prestare soccorsi. Così come è popolato di stelle, l’universo è attraversato dagli angeli, alcuni dei quali con una missione particolare: Michele difensore conto il male, Gabriele annunciatore di salvezza, Raffaele compagno nel cammino. Non siamo dunque soli, tra il brulicare di creature visibili, minime o immense, e lo scorrere delle creature celesti.