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IL PENSIERO FILOSOFICO DI GIUSSANI: REALTA’, PERSONA, COMUNIONE

Teologo ed educatore: sono questi i due aspetti della personalità di don Luigi Giussani, che emergono anche nella successione dei tempi della sua vita, prima nell’insegnamento della teologia, poi nel rapporto con il mondo giovanile. In parallelo, questo volume presenta un’altra dimensione di don Giussani: il suo pensiero filosofico. Il che rimanda al suo concetto di ragione e al realismo, come si incontrano fin dalle prime pagine del suo libro più famoso, il Senso religioso. Il cammino di fede intrapreso da don Giussani, approfondito a livello teologico e attuato a livello pedagogico, muove i primi passi sul terreno della ragione e del soggetto che ragiona. Giussani accompagna i suoi interlocutori a ‘rendersi conto’ – come già suggeriva San Pietro - ‘della speranza che è in noi’. Rendersi conto della realtà, incontrata nella sua oggettività, attraverso la percezione del cuore; inteso in senso biblico, il cuore identifica l’uomo intero, munito di intelligenza, affettività, volontà. Questa premessa introduce a riconoscere e approfondire il ‘pensiero filosofico’ di don Giussani, in questo ampio saggio, frutto del lavoro intrapreso da ventisei autori, in gran parte filosofi professionisti in Università non solo italiane.

I fondamenti del pensiero filosofico di Giussani sono rilevabili nella sua apertura alla realtà fattuale, che rimanda alla nozione di ‘essere’, così come lo descrive l’ontologia cristiana sulla linea che va da Agostino a Tommaso d’Aquino e prosegue fino ai nostri giorni: un’attenzione a quello che esiste e a quello che accade. Da qui derivano l’accentuazione della categoria di ‘avvenimento’ e poi di ‘esperienza’, intesa non come occasionale e fuggevole, ma come contributo alla formazione della persona. L’io, il soggetto umano che pensa e agisce, viene considerato in tutto il suo valore; così, il concetto di ragione non si esaurisce nel procedimento logico, ma include la comprensione affettiva e comunionale.

Il pensiero filosofico di Giussani deriva dagli studi che l’hanno messo in contatto con autori classici e moderni, e si esprime nella sua impostazione di vita, nell’impianto del suo insegnamento in ambito universitario e scolastico e nello sviluppo della sua opera pastorale ed educativa. Gli interventi di questo volume permettono di coglierne le radici, e nello stesso tempo ne svelano la collocazione nel panorama della modernità. E’ il passaggio da una visione statica della realtà, a una comprensione storica e in via di sviluppo, sempre tesa a guardare e a imparare. Giussani si paragona con poeti, scrittori, grandi autori. Alcuni interventi del volume si soffermano sul rapporto con la filosofia e teologia protestante americana, con Newman e von Balthasar, riferendo una ricca serie di contatti con poeti, scrittori, artisti. Il percorso di questa indagine vasta e complessa permette di introdursi nel cuore e nella mente di un uomo che, attraverso i contributi della storia e della vita, ha aperto il cammino della fede a tante persone nel mondo, con nuova intensità e nuovo fascino.

Carmine Di Martino (a cura), VIVERE LA RAGIONE, Saggi sul pensiero filosofico di Luigi Giussani, Bur saggi 2023, pp 550 € 20,00

Angelo Busetto

Sentieri di donne che incontrano Dio

Un mondo sconosciuto, guardato a volte con sospetto, tanto più quando viene rappresentato da protagoniste femminili. La parola ‘mistica’ appare velata di mistero non come luce inafferrabile, ma come nube o nebbia. Sarà necessario lasciarsi prendere per mano da chi ne ha fatto esperienza e ci conduce per nuovi sentieri. E’ il cammino proposto dall’autrice di questo libretto sottilissimo e profondo, che ci accompagna all’ascolto di alcune donne. Etty Hillesum è già famosa per i diari e le lettere, nella drammatica vicenda che l’ha condotta a morire in lager a ventotto anni. Simone Weil è nota per il coinvolgimento con le lotte operaie. Adrienne von Speyr è la grande ispiratrice del teologo-cardinale Von Balthasar che ne ha trascritto le ‘rivelazioni’; Cristina Campo è apprezzata dai letterati. Accanto a loro, Madeleine Delbrel e Antonella Lumini, piuttosto nell’ombra. Che cosa accomuna queste donne che emergono sulla scia delle antiche Ildebranda di Bingen, Caterina da Siena, Teresa d’Avila? La vita porta in sé un segreto infinito, che non spazia solo tra le galassie, ma penetra la profondità del cuore. Un cuore che riflette l’identità trinitaria del Creatore; uno squarcio sull’abisso dell’essere, svelato nel suo fascino misterioso.

Qual è il contenuto della mistica? Che cosa ‘vedono’ i mistici? I mistici ‘vedono Dio’ nei drammi della storia e nello proprio specchio del loro essere, e vivono dell’immensa ricchezza di un dialogo spesso senza parole. L’assenza di Dio si capovolge in presenza, come in Simone Weil. Etty Hillesum vuole ‘aiutare Dio ad essere presente nel lager’, e per questo cerca il bene presente e ama i persecutori. Cristina Campo trova nelle favole la trama dell’azione di Dio; Adrienne von Speyr vive immersa nel dialogo fra le tre persone divine. Questa lettura accompagna a percorrere sentieri di novità e bellezza, conducendo a scoprire un mondo nuovo, che vive e fa vivere nel tempo e nell’eternità.

Wanda Tommasi, Vivere Dio qui ed ora, La sapienza mistica di autrici del nostro tempo, Prefazione di Antonietta Potenze. Paoline 2023, pp 94 , € 11,00

Angelo Busetto

Gianluca Attanasio, Una strada nella tempesta. Attualità

UNA SAPIENZA ANTICA ACCOMPAGNA IL TEMPO PRESENTE

La storia dell’umanità è un tappeto intessuto di molti fili. Alcuni di questi emergono per il vivido colore e per la robustezza che sostiene la tessitura. Si può dire che rappresentano i grandi uomini o le grandi donne che danno contenuto e vigore alla storia umana. Alcuni vengono segnalati con l’appellativo ‘magno’, per definirne la grandezza della personalità e dell’opera. Gregorio Magno, monaco e papa, è tra questi. Nato a Roma nel 540 e morto nel 604, la sua vita si intreccia con vicende drammatiche. Dopo la caduta dell’Impero romano, l’Occidente è attraversato dalle invasioni barbariche che arrivano ad occupare la penisola italica. Il tempo della vita di Gregorio coincide con l’invasione dei Longobardi. Già prefectus urbis a Roma, viene inviato a Costantinopoli da papa Pelagio. L’attrattiva della vita del monastero, condivisa con altri amici, è un punto fondamentale della sua esistenza, perché gli permette di ritrovare se stesso e di sperimentare la gioia dell’incontro con Dio. Tuttavia, egli non può rimanere nella quiete monastica. Alla morte di Pelagio, viene eletto papa, per sostenere l’urto dei Longobardi e tenere saldo il timone della chiesa. La sua esistenza si svolge tra vita attiva e vita contemplativa, l’una bisognosa dell’altra, disposte ad arricchirsi vicendevolmente. Ed è in questa fruttuosa tensione che emerge la personalità di Gregorio, autore della famosa ‘Regola pastorale’ consegnata ai pastori d’anime, e di vari commenti biblici.

Sulla filigrana del commento di Gregorio al libro di Giobbe, ma anche di altri suoi scritti, l’autore di questo prezioso libretto svolge il suo percorso, non attraverso un commento letterale, ma riflettendo sui testi di Gregorio il riverbero della sua propria esperienza spirituale e pastorale. La personalità di Gregorio che si confronta con il dramma del suo tempo incrocia il dramma del nostro tempo, nei percorsi della vita spirituale e comunitaria, e in particolare nell’esperienza tra i giovani. Si scopre che, pur nella diversità dei tempi e dei modi, il cuore dell’uomo subisce sostanzialmente le stesse tentazioni, reagisce con gli stessi slanci e si incammina per le stesse strade. Emergono i tratti di una sapienza antica e sempre nuova, nella ricerca di Dio, nell’ascolto della sua parola, nella vita comunitaria. Come una pianta che, a partire dal seme, diventa albero e porta tanti frutti. Percorrendo le pagine di commento, di riflessione, di vita vissuta, si potrà scegliere fior da fiore un argomento, una massima, una riflessione, un intero percorso di vita. Scrive Gregorio: “Se io non mi sforzo di accettare voi così come siete e voi non vi impegnate ad accettare me così come sono, non può sorgere l’edificio della carità tra noi, che pure siamo legati da amore reciproco e paziente”.

Gianluca Attanasio, Una strada nella tempesta. Attualità dell’esperienza di Gregorio Magno. Prefazione di Massimo Camisasca. Cantagalli, Siena 2021, pp 202 € 17,00

Angelo Busetto

UNA COLLANA DI GIORNI

Un gioiello, piccolo e prezioso. Alla prima occhiata il libretto bianco risplende con limpidezza. Te lo rigiri tra le mani, scoprendo di pagina in pagina un bagliore, una figura, un colore. Come quando si ha a che fare con un oggetto delicato, che non vuoi contaminare, ma di cui vuoi cogliere i riflessi. Si tratta di un bambino, e di suo padre che racconta. La scansione dei giorni della settimana, mercoledì, venerdì. Il figlio – due anni - ha un passo strano. Una visita all’ospedale: “Non è niente”. Poi un’ulteriore indagine e si torna a casa. La chiamata improvvisa dall’ospedale: “Venga con il bambino”. Leucemia. Ricoverato, lì dove ci sono tanti altri bambini con il capo pelato.

La malattia quasi non viene direttamente raccontata, ma si riverbera nel rumore delle strade, nel colore dei palazzi, negli uccelli che cantano o attendono, nel merlo sotto la pioggia, nella neve che vedi cadere dalla finestra. Soprattutto negli incontri: la cassiera di banca indurita e la fioraia che presta 20 centesimi, il sorriso che, a partire dal volto dell’infermiera, si propaga come un’onda per gli ambienti, il Natale appassito, il tempo che scorre in un’unica danza. Per due anni e mezzo, sulla soglia del dolore. “Una notte dopo l’altra, una siringa dopo l’altra. Un lungo fiume di preghiere”. Finalmente, la passeggiata liberatoria al parco. Lo scivolo, insieme padre e figlio. “C’era una volta un bambino con suo padre, che scivolava giù da una scivolo”. “C’era una volta un bambino che insegna a suo padre a nascere”.

La collana nella quale il libretto è inserito si intitola “tutt’altro”.
Jesùs Montiel, E il fiore verrà, Capire Edizioni, Forlì 2022, pp 64, € 10,00

a.b

 

 

 Dal fondo dell’Inferno

Un cammino di scoperta della Divina Commedia, proposto ai giovani e non solo

Che cosa ne sarebbe stato del suo viaggio nell’oltretomba, se Dante invece di descriverlo attraverso un grande poema in terzine, l’avesse raccontato con un romanzo? A parte l’inesorabile caduta di stile, ne sarebbe risultata una maggiore facilità di lettura. Anche a persone addestrate ai libri, infatti, accade di inciampare fra le terzine della Commedia; e accade pure che tanti commenti al poema, accurati e dotti, nel tentativo di chiarire il testo finiscano per appesantirne e rallentarne la lettura.                                                                        Ecco dunque la sorpresa, pensata ed elaborata da uno studioso di Dante e suo divulgatore. Franco Nembrini ha presentato per anni la Divina Commedia nelle aule scolastiche e sugli schermi televisivi, e ha prodotto un corposo ed elaborato commento pubblicato in una imponente edizione. Ora, in collaborazione con un insegnante di scuola primaria, se ne esce con una ripresa della prima cantica della Commedia – l’Inferno – presentata con il fascino del romanzo. Ciascuno dei trentatre canti, più quello introduttivo, della prima Cantica del poema, viene presentato attraverso tre livelli, anzi quattro. Come in un grande campo arato, il primo percorso consiste nella seminagione di alcune terzine che fanno gustare il ritmo musicale dei versi di Dante; il secondo percorso è la riscrittura in prosa del testo dantesco; il terzo è un commento scritto in rosso, che rimbalza a intervalli nelle pagine. Ne risulta un racconto vivace, chiaro, attualizzato. Nembrini dialoga con i giovani lettori, come si trovasse in classe o magari attorno a un tavolo a mangiare la pizza. Il testo dantesco emerge nella sua scorrevolezza, i personaggi risaltano nella loro individualità e il lettore procede lestamente alla scoperta di storie e situazioni. Un ‘quarto livello’ è costituito dai disegni, simbolici e figurativi, che offrono al testo scritto una suggestiva ambientazione visiva.                                  A fine anno scolastico, si potrebbe cogliere l’opportunità di presentare – o forse regalare – questa prima Cantica della Commedia a giovani amici, come una lettura da centellinare nel corso della lunga estate. Incontreranno Virgilio guida sapiente e attenta, Paolo e Francesca, Farinata, il conte Ugolino e tanti altri; si sorprenderanno delle storie, delle fantasie, delle immagini, della lingua, dei lampi di genio di Dante. Un percorso di vita, fatto di minacce e speranze, di punizioni e desolazioni, nel disegno drammatico dell’esistenza umana sottoposta al giudizio di Dio.  “Ne abbiamo vissuti di inferni, in questi anni…” scrive Nembrini nell’introduzione. Che ne sarebbe di noi senza il passo successivo del Purgatorio e senza la mèta del Paradiso? Il cammino prosegue: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

Angelo Busetto

Franco Nembrini, Gianluca Recalcati, Uscimmo a riveder le stelle. La Divina Commedia raccontata ai ragazzi Vol.1, Inferno. Illustrazioni di Samuele Gaudio, Edizioni Ares, Milano 2022, pp 286 € 20,00

 

FRATELLO DEI MALATI

Accanto a Brescello, il paese di don Camillo, si stende lungo l’argine del Po la località di Boretto, chiaramente individuabile dall’imponente cupolone della Chiesa. In sagrestia il giovane parroco mostra il librone dei battesimi: il 12 ottobre 1880 nasce e viene battezzato Artemide Zatti. E’ un tempo difficile, e in campagna si soffre la fame. L’intera famiglia – padre e madre e sette figli – raggiunge uno zio in Argentina. Qui cerca subito la parrocchia, tenuta dai salesiani. Si apre un nuovo destino per Artemide, giovane di 19 anni, che ben presto domanda di partecipare alla vita dei salesiani. Nella casa di Bernal, vicino a Buenos Aires, il giovane viene colpito dalla tubercolosi. Verrà trasferito a Viedma, località della Patagonia, dove c’è aria buona. In modo inspiegabile, la malattia svanisce e Artemide si trova a prestare servizio a poveri e malati, che soccorre personalmente anche con le medicine della farmacia. Nel territorio viene costruito un ospedale che diventa la casa della totale dedizione di ‘don’ Zatti, il quale non è prete, ma il fratello coadiutore che si prende a carico la salute dei poveri abitanti del circondario, in ospedale e fin nelle case che raggiunge in bicicletta.

Questo libretto, scritto in modo agile e preciso, racconta tanti episodi della sua ‘impresa sanitaria’, unita all’avventura economica di chi confida strenuamente nella provvidenza. Zatti attira l’attenzione e la stima dei superiori e di tutto un popolo. Quando si tratta di decidere chi andrà a Roma alla canonizzazione di don Bosco il giorno di Pasqua del 1934, viene scelto lui. In seguito Zatti vivrà il dramma della demolizione dell’ospedale per iniziativa della diocesi che ha bisogno di nuovi locali per i propri servizi. L’opera ospedaliere viene trapiantata altrove. e la personalità di Zatti cresce in dedizione e apprezzamento. Muore a 71 anni nel 1951. La fama della sua santità non si spegne, finché il 9 ottobre 2022 viene proclamato santo da papa Francesco.  Il libretto, che fa parte di una diffusa collana di santi, costituisce un primo bellissimo approccio – per ragazzi e adulti - a una sorridente figura di cristiano, semplice e attraente.

Enzo Bianco, Artemide Zatti. Parente dei poveri, Elledici 2022, pp 40 € 1,90

Angelo Busetto

 

L’uomo, l’opera, la fede

A centocinquant’anni dalla morte di Alessandro Manzoni, si riaccende il cammino di scoperta dell’intera sua opera e della sua figura. Per molte persone Manzoni rimane ingabbiato nella trama delle letture scolastiche; vengono ricordati alcuni brani dei Promessi Sposi, splendidi di luce o carichi di dramma, e tuttavia ormai appannati dall’abitudine. In questo contesto, tra le iniziative di risonanza nazionale ci raggiunge la bella sorpresa del numero di maggio di Luoghi dell’infinito, un orizzonte aperto sulla figura di Manzoni. Con una finzione letteraria che sembra evocare l’incipit del grande romanzo, è Manzoni in prima persona a raccontare ‘il romanzo della sua vita’ con date e fatti. Nei successivi interventi della rivista, il percorso della vita e dell’opera di Manzoni viene rievocato con interessante evidenza: l’infanzia e la giovinezza, ‘abbandonato’ dalla madre che rivedrà poi a vent’anni; la conversione al cattolicesimo, dapprima nella sua forma giansenista e poi nella serenità gioiosa e aperta di una fede autentica; il matrimonio con Enrichetta Blondel, che morirà nel drammatico Natale del 1833, la morte di alcune figlie; l’intera sua produzione letteraria, anche nel contesto dell’Italia risorgimentale. Emerge con evidenza che l’opera di Manzoni è ‘informata’ dalla fede: le ‘Osservazioni sulla morale cattolica’ e la ‘rivoluzione’ degli Inni Sacri, le varie redazioni del grande romanzo, che documentano il maturarsi del cammino cristiano, i rapporti amichevoli, in particolare con Rosmini, la vita pubblica e ‘politica’ fino alla nomina a senatore del neonato ‘Regno d’Italia’. Notevole l’indagine - nel romanzo - sul rapporto di Manzoni con la storia e con la Bibbia, come pure la sottolineatura della ‘gloria’ del cristiano a partire dal basso, cioè dall’umile condizione di Renzo e Lucia, figure di quel cristianesimo vissuto che troviamo impersonato anche in Padre Cristoforo e nel Cardinal Federigo. ‘I Promessi Sposi’: un romanzo ‘popolare’ anche nel senso della partecipazione del popolo ai grandi avvenimenti della storia, come le incursioni degli eserciti e la peste; con una ricca serie di personaggi minori, citati per nome o senza nome, che arricchiscono la vasta tavolozza dell’umano. Manzoni viene presentato nel suo rapporto di riscoperta e di rilancio della lingua italiana e nel riflesso della sua opera l’arte, il cinema, gli studi letterari e scolastici. Un vasto panorama, una bella scoperta, utile anche a chi credeva già di sapere. Si rinnova la ‘tentazione’ di riprendere – per l’ennesima volta – la lettura del romanzo più famoso della storia letteraria italiana.

I PROMESSI SPOSI, storia di un popolo cristiano

Ed ecco, già pronta sul tavolo, una nuova edizione del grande romanzo. Questo volume de ‘I Promessi Sposi’ si distingue per vari aspetti. Subito evidenti le grandi illustrazioni, in un bianconero parlante, ad opera dei fratelli Gregori, riprese dalle edizioni di Famiglia Cristiana. Poi i commenti e le note a cura di Giuliano Vigini, noto critico letterario che si è occupato a più riprese di letteratura religiosa. Oltre a fornire le necessarie spiegazioni letterarie, storiche e geografiche, le note entrano nel cuore della vicenda, svelando l’anima del romanzo, cosicché il lettore viene amabilmente trattenuto all’interno della pagina, a indugiare con lo sguardo su un paesaggio, un personaggio, sul senso degli avvenimenti, gustando le parole precise e vive con le quali Manzoni ci rende partecipi di quel che accade: come lo scorrere quieto dell’acqua di un fiume ampio e solenne. Da questo fiume si dipartono tanti affluenti che descrivono le fogge dei vestiti, riferiscono dialoghi in presa diretta, svelando un teatro di personaggi in una narrazione con il sapore dell’epopea. All’interno del racconto dei fatti e delle descrizioni di persone e cose, si delinea una trama che tutti coinvolge, segnata dal guazzabuglio delle avversità, dei contrattempi, delle intenzioni e azioni maligne, attraverso cui la Provvidenza tesse il filo che coinvolge singole persone, raggruppamenti di popolo, l’intero mondo: “La c’è la Provvidenza”. I personaggi ‘presi dal popolo’ emergono come protagonisti di una storia grande; Lucia fra tutti, fino al punto che qualcuno ha dichiarato trattarsi del ‘romanzo di Lucia’. Un romanzo ‘cristiano’, non in senso devozionistico, ma come racconto di vite sante o peccatrici, in una vicenda che in finale va a planare nella descrizione di una famiglia serena e felice. Manzoni lo dichiara e lo racconta: Dio “non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e maggiore”.

Alessandro Manzoni, I PROMESSI SPOSI, Commento di Giuliano Vigini. Illustrazioni e disegni di Nino e Silvio Gregori, San Paolo, Milano 2023, pp 888 € 25,00

Angelo Busetto

RICERCA DI SENSO, DOMANDA DI FELICITA’

La nuova edizione de Il senso religioso di Giussani, con prefazione del cardinal Bergoglio

Percorrere le pagine di questo libro è come sfogliare la mappa del continente umano: di pagina in pagina l’orizzonte si amplia e si approfondisce. Ho tra mano la ventunesima edizione – marzo 2023 - de Il senso religioso di Giussani, BUR saggi, con la prefazione del cardinale Bergoglio che, nella presentazione dell’edizione spagnola del 1998 a Buenos Aires, esprime “un doveroso atto di gratitudine verso monsignor Giussani” e dichiara che questo libro “è per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità”. Uscito per la prima volta nel 1986, le sue radici si trovano in un libretto pubblicato nel 1957 a cura della Giac (Gioventù italiana di Azione Cattolica) della diocesi di Milano. Quello attuale è il testo di Giussani più diffuso nel mondo, tradotto in più di venti lingue: oltre a quelle europee, anche arabo, albanese, cinese, giapponese; con l’aggiunta di traduzioni nelle lingue locali degli 80 paesi del mondo dove è presente Comunione e Liberazione. Il testo riproduce sostanzialmente il contenuto degli incontri e delle lezioni di don Giussani con gli studenti del liceo Berchet di Milano dove insegnava religione, e poi dell’Università Cattolica. In parallelo, nei podcast reperibili sul sito di CL è possibile ascoltare dalla viva voce di Giussani le lezioni che affollavano l’aula dell’Università Cattolica.

Dove sta il motivo di un interesse così vasto? Giussani parla all’uomo reale, incrocia le esigenze – e le evidenze - fondamentali di ogni persona, e arriva a scovarle nel profondo del cuore: il desiderio di verità, giustizia, felicità che ci fa vivere e ci mette in moto. Che cosa risponde, che cosa ci basta? Chi è l’uomo, chi sono io? La sorpresa è scoprire se stessi e la realtà come un ‘dato’: l’essere mi viene donato. Giussani evoca un paragone suggestivo: ”Supponete di nascere, di uscire dal ventre di vostra madre all'età che avete in questo momento, nel senso di sviluppo e di coscienza cosi come vi è possibile averli adesso. Quale sarebbe il primo sentimento, cioè il primo fattore della reazione di fronte al reale?” Risponde: “Il contraccolpo stupefatto di una presenza, delle cose, dell’essere, che non faccio io, ma mi si impone”.  Impegnandomi con la vita, ‘vivendo intensamente il reale’, scopro il mio bisogno di infinito, e giungo alle soglie di una risposta che potrebbe venirmi incontro. La posizione più ragionevole è non eliminare la domanda, non tagliare la ricerca, non eludere la possibilità di una risposta ‘altra’.

L’autore procede in un dialogo appassionato con giovani e adulti, e nel paragone con i grandi del passato e del presente; rilegge Leopardi che guarda l’infinito, la donna e le stelle, ed evoca Platone, secondo il quale la traversata del Pèlago della vita risulterebbe più agevole «con l’aiuto della rivelata parola di un dio. Il libro è stato presentato martedì 2 maggio nel Teatro Dal Verme di Milano, in collegamento con centinaia di sale in Italia e nel mondo, in un dialogo tra il teologo spagnolo Javier Prades e la giornalista Irene Elisei. Il senso religioso costituisce la prima tappa del PerCorso di Scuola di Comunità, aperto a tutti, che si svolge a gruppetti con scadenza settimanale o quindicinale; per la diocesi di Chioggia, segnaliamo un primo appuntamento per mercoledì 17 maggio ore 21 al pianterreno della Chiesa di Borgo San Giovanni, con ingresso libero. Info: ass.giannaballarin@gmail.com

Luigi Giussani, Il senso religioso, Volume primo del PerCorso, Prefazione di Jorge Mario Bergoglio, BUR saggi, 2023, pp 220 € 10,00

Angelo Busetto

UNA STORIA E TRE PROTAGONISTI: GESU’, PILATO, IL ROMANZIERE

Càpita di trovarsi in mano questo libro, e di mollarlo appena dopo poche pagine, sconcertati e forse scandalizzati dalla sua impostazione. Gesù viene presentato come un uomo smarrito, in cerca della sua identità; il racconto si svolge audacemente in prima persona, a partire dalla sera della condanna, e rievoca l’infanzia, i sogni e i fatti, anche quelli mai raccontati dal Vangelo e nemmeno registrati dagli apocrifi. La voglia di chiudere il libro prevale.

Chi è l’autore di queste pagine? Il suo nome spunta da qualche rivista e giornale. Eric-Emmanuel Schmitt è nato nel 1960 in Francia. Il suo primo amore non è stato la letteratura, ma la musica e la filosofia. Verso i trent’anni, un fatto gli cambia la vita. Di famiglia anticlericale e di formazione atea e poi agnostica, in un viaggio nel deserto del Sahara, ‘quella notte sotto le stelle’ lo rivolta. Comincia a credere in Dio, e in un’altra notte legge di seguito i quattro Vangeli, trovandoli veri anche in forza delle loro dissomiglianze. Si appassiona a Gesù, ma il suo sguardo non si rassegna alle frasi religiose ripetute e alle immagini oleografiche abituali. Ecco allora questo ‘romanzo’ in cui Gesù è immaginato ‘diverso’, come un ragazzo e un uomo che non sa di essere il Messia e si trova coinvolto in una vicenda che lo supera, ed egli vi si immerge, arrivando all’ultima frase registrata sulla croce: “Padre mio, perché mi hai abbandonato?”.

Fin qui il primo spezzone del libro. Segue un racconto con il doppio di pagine, dove il protagonista, che parla ancora in prima persona, è Pilato, il quale scrive una serie incalzante di lettere “all’amico Tito”. La sorpresa prosegue. Il primo contatto di Pilato con Gesù avviene attraverso la moglie che, dopo un pomeriggio trascorso con Gesù, si ritrova guarita dal flusso di sangue che la tormentava.

Il linguaggio di Pilato nelle lettere è raffinato, elaborato, pronto a registrare i fatti esteriori e i moti dell’anima. Entriamo nel vivo della condanna di Gesù, sulla falsariga del racconto evangelico. La parte più sorprendente ed emozionante corrisponde ai giorni che seguono la morte e sepoltura di Gesù, fino e oltre la scoperta del sepolcro vuoto. Qui Pilato agisce come un detective privato, indagando a tutto spiano su una scaletta di ipotesi successive. Prima l’indagine in casa di Giuseppe d’Arimatea, che potrebbe avere nascosto il cadavere di Gesù, poi in casa di Caifa, poi da Erode, e via esaurendo tutte le vie della ricerca, in un una tensione progressiva. Lasciamo al lettore l’emozione di percorrere i vari livelli della inutile investigazione di Pilato, fino alla conclusione.

Il libro tuttavia non finisce con le lettere di Pilato. C’è ancora una terza parte, che è un ‘racconto del racconto’, Diario di un romanzo rubato. Il nostro autore narra di avere subìto un furto atroce. Gli sono stati rubati i due computer e i dischetti della prima stesura dell’intero romanzo. E intanto l’editore preme. Si butta allora in una affannosa riscrittura, quella che poi viene data alle stampe e che mi ritrovo tra le mani. Ci viene riservato ancora un estremo colpo di coda, che sbuca improvviso nell’ultima pagina e che lasciamo lettore come sorpresa finale.

La perfetta coincidenza della lettura di questo romanzo con l’ultimo scorcio della Quaresima e con la Settimana Santa fino al giorno di Pasqua, ha reso il libro ancora più appassionante e realistico, nonostante alcuni risvolti improbabili e favolistici.

Eric-Emmanuel Schmitt, Il Vangelo secondo Pilato, ed San Paolo, Milano 2013, prima edizione buc pp 348 € 9,00

Un’accoppiata felice brucia la distanza di sedici secoli: nel mese di febbraio a Sant’Agostino è dedicato l’intero numero di Luoghi dell’infinito; a Papa Benedetto è dedicato il numero di Tracce.

La coincidenza editoriale fa risaltare la straordinaria sintonia tra due grandi personaggi della teologia e della storia della Chiesa. Ratzinger aveva ‘incontrato’ Agostino fin dal tempo dei primi studi filosofici e teologici; a lui dedicò la sua tesi in teologia, e da papa trovò in lui ispirazione per la prima Enciclica "Deus caritas est". Il grande padre della Chiesa, associato a San Bonaventura, è rimasto sempre sullo sfondo degli studi e dell’insegnamento di papa Ratzinger.

La pubblicazione di questa monografia di Luoghi dell’Infinito è originata dal fatto che il corpo di Sant’Agostino (354-430) venne traslato a Pavia, capitale del regno longobardo, nel 723; il Comitato Pavia Città di Sant’Agostino – che fa capo all’Ordine Agostiniano, alla Diocesi e al Comune di Pavia e al quale si sono aggregate vari università e istituzionii nazionali – celebra i 1300 anni di questo evento con numerose iniziative. La rivista apre con un intenso saggio del filosofo Massimo Cacciarti che vede nell’opera di Agostino ‘la lotta fra cielo e terra’ in tensione verso la patria celeste. Di seguito, viene riportata una parte dell’omelia che papa Benedetto pronunciò a Pavia nel 2007, dove racconta delle ‘tre conversioni’ di Agostino: al cristianesimo, alla dedizione contemplativa a Dio, al ministero dell’annuncio della misericordia nel servizio al popolo di Dio.                                          Un globale ed efficace intervento dello storico Franco Cardini passa in rassegna la vita di Agostino, coordinandola con le sue opere, tra le quali emergono le Confessioni, la Trinità, la Città di Dio; un secondo intervento dello stesso autore delinea la travagliata ambientazione storica che si riflette sulla sua opera. Nel seguito degli interventi della rivista non poteva mancare la figura di San’Ambrogio vescovo di Milano, dal quale Agostino rimase affascinato, fino a intraprendere il cammino che lo portò al battesimo. Gli articoli che seguono delineano altri aspetti della straordinaria personalità del santo: il viaggio verso la grazia nella ‘autobiografia’ delle Confessioni; il raffronto tra la scuola di retorica a cui Agostino era introdotto, e la novità cristiana; il grande panorama sul destino dell’uomo e della civiltà delineato nella ‘Città di Dio’; la dolce sapienza di Monica, la madre; i luoghi della vita, dall’Africa all’Italia; la variegata iconografia di Agostino, visto da tanti pittori, documentati nelle illustrazioni di questo numero della rivista. Si procede con il racconto della traslazione del corpo di Agostino e la descrizione  dell’arca che lo contiene a Pavia. Agostino ha ispirato percorsi di studi e di spiritualità lungo i secoli, come si rileva dall’Ordine degli  Agostiniani e dalla bellezza di alcune chiese di Milano. Viene presentato il rapporto di Lutero con Agostino e vengono offerti alcuni spunti sulla dottrina della grazia e sul mondo interiore. Infine, alcune segnalazioni bibliografiche permettono di approfondire la conoscenza di Agostino.

Negli interventi sul mensile Tracce, la figura di papa Ratzinger rimbalza quasi come attualizzazione della dottrina e del tratto umano di Agostino. L’intensità della fede, l’amore alla Chiesa, la fiducia nella grazia risaltano negli interventi di tante persone che hanno partecipato alla vicenda umana di Ratzinger-Benedetto.  Si parte dalla sorpresa di un popolo in coda per il saluto al papa emerito - pur a distanza di quasi dieci anni dalla rinuncia – nel quale ha riconosciuto un uomo che ha amato Gesù ed era preso dall’urgenza di trasmettere la fede come ‘un fatto riguardante la vita’, come testimonia il traduttore italiano dell’Opera omnia di Ratzinger, al quale fa eco il curatore della stessa: “Ha testimoniato la fede come incontro con una persona”. Un suo assistente, insegnante di dogmatica all’Università di Friburgo, racconta la propria riscopreta della fede nel dialogo teologico con Ratzinger, mentre un giornalista rivoca commosso i viaggi di Papa Benedetto: all’altare manifestava un atteggimaneto ‘totalmente coinvolto in quel mistero sbalorditivo che  stava accadendo nelle sue mani… ci fossero state milioni di persone o quaranta’. Ratzinger amava la musica e suonava Mozart al pianoforte: la gioiosità e linearità di quella musica corrispondeva pienamente al suo pensiero. Gli interventi di papa Benedetto vengono evocati in un’antologia di citazioni delle sue omelie e di altri pronunciamenti di limpida chiarezza. Ha partecipato al rinnovamento della Chiesa, da lui definita ‘compagnia sempre riformanda’. Per finire, Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Cl, traccia un appassionato profilo di Papa Benedetto, definito ‘il gigante bambino’.