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LE COSE E LE PERSONE

La giornata è tutta schiarita dal sole, la piazza e le strade del paese si aprono da ogni lato sul panorama dei monti lontani e delle valli vicine. La chiesa si innalza bianca e imponente emergendo dall'amplissimo scalone e il campanile aguzzo segna la direzione del cielo. Sono belle tutte le cose, e anche le case, che tuttavia rimangono mute con tanti balconi chiusi. È nell'incontro con la gente che tutto prende forma e figura.L'amico prete che ci accompagna nei giri dentro e fuori paese chiama per nome il ragazzino in strada, ferma la macchina per congratularsi con la ragazza che ha appena concluso gli esami, indugia a scambiare un saluto e una battuta con gli operai che lavorano. Ci conduce per una stradina lungo il costone sul quale si arrampica un gruppetto di case sparse, fino alla chiesetta che ospita un grande dipinto dell'ultima cena. In questa zona abita un uomo soltanto, ma d'estate tornano molti dei vecchi abitanti. Incontriamo una coppia sull'uscio di casa, e più oltre sentiamo il rumore di un tagliaerba. Gente che ha trascorso anni di lavoro in Svizzera o in Francia, o anche in Canada, e ci rende partecipi della propria vita. Le case e le cose prendono il volto e il nome delle persone che incontriamo: il lavoro, l'incontro amoroso e il matrimonio, i figli, i nipoti, la malattia, la fede.... Il giovane parroco conosce tutti ed è conosciuto e amato da tutti tra queste case, alla malga dove saliamo in uno splendido giro panoramico, nel bar di paese dove tre arguti avventori salutano cordialmente il nostro gruppetto, e nell'albergo che ci ospita. Una viva accoglienza, un apprezzamento, un'attenzione alle persone ci fanno riconoscere questo prete come un punto di unità della vita e della fede di molti. Non solo mette in cantiere bellissime iniziative di anno in anno e nel passaggio dalla chiusura della pandemia alla ripresa della vita sociale e religiosa, ma si espone con  una presenza limpida e cordiale. La nostra piccola vacanza in sua compagnia tra preti amici, non è appena uno svago, ma acquista il valore di una testimonianza. Avviene anche tra noi il miracolo di quella apertura d'animo che non è appena una confidenza o uno sfogo, ma introduce alla saggezza di un giudizio sulla vita, in un dinamico confronto con una determinante proposta di fede. Anche le cose e le case e le chiese si illuminano del volto delle persone.

 

Vangelo secondo Matteo 8,23-27

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

NELLA STESSA BARCA

Siamo ancora nella stessa barca con Gesù. Ancora fragili e timorosi. Tuttavia non vogliamo ripiegarci su noi stessi, sui nostri malanni o nostre sventure. La lamentela che insiste nel rilevare le proprie disgrazie e.o i mali altrui, induce alla depressione e porta alla sconfitta. Come gli apostoli gridiamo al Signore che è nella nostra stessa barca. Egli ci sorprenderà con il suo intervento che salva e che ci rinnova nell’adesione a Lui.

Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

IL FONDAMENTO DELLA FEDE

La fede di Pietro e di Paolo è la radice dalla quale spunta e fiorisce la fede dei cristiani. Pietro incontra personalmente Gesù e aderisce a Lui con intelligenza e passione, affidandosi alla sua misericordia nella debolezza, e al suo amore nella missione. Paolo viene travolto dall’incontro con Cristo nella via di Damasco, immedesimandosi con il mistero della sua vita, morte, risurrezione. Ambedue, per vie diverse, arrivano a Roma e costituiscono il fondamento e il riferimento della fede dei cristiani, identificata e personalizzata nella figura e nella missione del Papa.

Vangelo secondo Matteo 10,37-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

UN AMORE PIU’

Come un sole che irrompe in cielo attraversando le nubi e svelando un mondo diverso, così Gesù invade la nostra vita e la sovverte. Non per rovinarla ma per schiarirla, scaldarla, rivelarla a se stessa. Gesù si dimostra come l’amore assoluto, nel quale e dal quale trae origine e volto ogni amore: verso il padre e la madre, verso se stessi, verso il prossimo. Ogni buon sentimento, ogni gesto di carità, ogni azione di bene ha consistenza e valore quando sgorga da questo amore più grande e ad esso conduce. Gesù porta a pienezza la nostra umanità.

Vangelo secondo Matteo 8,5-17

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie”.

ESPERIENZA DI SALVEZZA

L’atteggiamento del centurione impressiona Gesù, che non trova in Israele una fede simile alla sua. Impressiona anche la Chiesa, che ne riprende le parole per dichiarare la nostra indegnità di fronte al dono del Corpo di Cristo. A Gesù questa fede allarga il cuore, e subito prende l’iniziativa di guarire la suocera di Pietro e di accogliere e sanare le persone, ferite nell’anima e nel corpo, che gli vengono presentate. Gesù prende su di sé le nostre infermità e le nostre malattie. E’ impressionante!

Vangelo secondo Matteo 8,1-4

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

UNA GUARIGIONE INTERA

Domandiamo al Signore di venire guariti, anzi purificati, come il lebbroso. Non solo per essere liberati dalla malattia che rovina i polmoni e da altre malattie, ma anche per ottenere la purificazione della mente da pensieri malvagi e traditori, e del cuore da attrattive che distolgono dal vero Amore della vita che apre alla felicità. Il richiamo di Gesù al lebbroso, di presentarsi al sacerdote, potremmo oggi tradurlo anche come invito al sacramento della confessione.

28 giugno 2020 – XIII del Tempo Ordinario, Ciclo A 

Giornata per la carità del Papa 

Introduzione del celebrante

Convocati insieme nella assemblea eucaristica, ci rivolgiamo con fiducia al Signore Gesù.

  1. Gesù ci invita ad amarlo in ogni cosa e in ogni persona e più di ogni cosa e di ogni persona. Ci doni la grazia di sperimentare la bellezza di vita che nasce quando lo seguiamo,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Domandiamo al Signore Gesù di poter riconoscere e sostenere l’opera di chi annuncia e testimonia il suo Vangelo, come papa Francesco e i nostri pastori, per servirlo nei piccoli e nei poveri,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Affidiamo al Signore Gesù i cristiani che vivono la fede in condizioni difficili. Tutti gli uomini possano godere del dono della libertà e della pace,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Ringraziamo il Signore Gesù che ci dona la gioia di radunarci nella celebrazione eucaristica; gli affidiamo i battezzati della nostra comunità, gli abitanti e gli ospiti della nostra città,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

O Signore Gesù accogli le invocazioni del tuo popolo secondo la tua volontà con l'intercessione dei Santi Pietro e Paolo. Sostieni il nostro cammino, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Spunto della domenica

Gesù entra nella nostra vita con una ‘pretesa’ senza limiti. Chiede di essere amato più delle persone care; ci domanda di essere disposti a perdere la vita per lui; si identifica sia con il profeta sia con i più piccoli. Dichiara così di c’entrare con ogni aspetto della vita, con gli affetti, gli interessi, le scelte. Tutto, vissuto in riferimento a Lui e al suo amore, diventa più vero e più grande.

 

 

Vangelo secondo Matteo 7,21-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

DIRE E FARE

Il Vangelo non va solo ascoltato, non va solo proclamato. Va vissuto e sperimentato. Così diventa come le fondamenta della nostra casa umana, della persona e della vita. Quando viviamo il Vangelo ne sperimentiamo la validità e la saldezza, come un punto stabile di fronte a obiezioni e difficoltà. Chiediamo la grazia di poter finalmente dire: Riconosco che è vero, non solo perché Gesù l’ha detto, ma perché ne ho riscontrato la verità nella pratica della vita.

Vangelo secondo Luca ,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

LA VOCE DEI PROFETI

Dio prepara i suoi uomini, prepara i profeti. Sono persone disposte a dedicarsi interamente alla missione che viene loro proposta. Per il Battista si è trattato di una missione di preparazione e introduzione. Egli non ha avuto la grazia di seguire personalmente Gesù, ma quella di indicarlo ai suoi discepoli, alcuni dei quali - Giovanni e Andrea - lo hanno seguito. ‘Dare la vita per un altro’: è la missione del profeta e del testimone. Con l’annuncio e con la vita, come è stato per Giovanni Battista.

Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!

COSE PREZIOSE

Da pari a pari: trattiamoci così, e non da superiori e padroni gli uni degli altri. Occorre abbassarci fino al livello dell’altro, per accorgerci che il suo è forse anche il nostro livello. Usiamo una parola in disuso: umiltà, per scoprire la misura più giusta del giudizio. Ecco il nostro tesolo, la nostra vera grandezza: la fede, i sacramenti, la Chiesa. Non buttiamolo in piazza, né per ostentazione, né per mancanza di prudenza, per non esporci al dileggio altrui.