Vai al contenuto

Giovedì 25 giugno 2020 San Guglielmo da Vercelli, abate 1085-1142 – Madonna della Navicella, Chioggia-Sottomarina

Vangelo secondo Matteo 7,21-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

DIRE E FARE

Il Vangelo non va solo ascoltato, non va solo proclamato. Va vissuto e sperimentato. Così diventa come le fondamenta della nostra casa umana, della persona e della vita. Quando viviamo il Vangelo ne sperimentiamo la validità e la saldezza, come un punto stabile di fronte a obiezioni e difficoltà. Chiediamo la grazia di poter finalmente dire: Riconosco che è vero, non solo perché Gesù l’ha detto, ma perché ne ho riscontrato la verità nella pratica della vita.