La Preghiera dei fedeli di Domenica 7 novembre 2021, XXXII dell'anno B
verrà messa nel sito e spedita personalmente entro le ore 9 di sabato 6 novembre.
Un caro saluto!!
don Angelo Busetto
la vita non è una traversata solitaria…
La Preghiera dei fedeli di Domenica 7 novembre 2021, XXXII dell'anno B
verrà messa nel sito e spedita personalmente entro le ore 9 di sabato 6 novembre.
Un caro saluto!!
don Angelo Busetto
Vangelo secondo Luca 15,1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
UN AMORE CHE PRECEDE
Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro, perché il loro cuore si ravveda e possano cambiare vita. L’accoglienza, la vicinanza, l’amore precedono il cambiamento della persona, e arrivano a provocarlo. L’amore di Dio ci precede, e Gesù lo realizza concretamente, abbracciando e lasciandosi abbracciare, accogliendo l’invito e invitandosi lui stesso, come nel caso di Zaccheo. Gesù è l’amore di Dio che cerca e salva questa nostra umanità perduta. Lo vediamo realizzato in tanti cristiani: San Carlo ne è un esempio clamoroso.
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Può Gesù ‘pretendere’ che lo amiamo più del padre e della madre, più di tutti e perfino di noi stessi? Può farlo perché l’amore a Lui raddrizza la nostra vita e la conduce allo scopo vero: la libertà interiore e la felicità. Questo amore riempie il nostro cuore, e ci abilita ad amare senza possesso e senza lamentele. E’ la giusta misura anche per l’amore coniugale. Ho sentito alcuni sposi dire: “Il mio sì alla moglie – o al marito – è prima di tutto un sì a Gesù”.
Vangelo secondo Giovanni 6,37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
INSIEME VERSO LA META
La liturgia della Chiesa non dimentica nessuno. Dopo aver celebrato la comunione con i Santi del Paradiso, apre alla commemorazione di tutti i defunti, non solo in una memoria di gratitudine, ma anche nell’implorazione affinché giungano godere la luce e la gioia di Dio. Dopo il Paradiso, un richiamo al Purgatorio, ‘luogo’ e momento per una purificazione alla quale possiamo collaborare. Nessuno è solo, nella vita terrena e dopo: ci prendiamo per mano fino alla mèta, il cuore di Dio.
Vangelo secondo Matteo 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
LA VIA DELLA SANTITA’
La festa di tutti Santi apre lo sguardo sulla grande famiglia della Chiesa, bella e lieta, dove ogni male e ogni dolore viene riscattato e ogni bene viene portato a compimento. Viviamo accompagnati dalla comunione dei santi del cielo e della terra. Impariamo a conoscere i grandi santi della storia della Chiesa e i santi del nostro tempo; domandiamo la compagnia e l’intercessione dei santi. Santità significa vita buona, vera, giusta, che realizza la nostra umanità a immagine di Gesù e porta a compimento la vocazione che Dio ci ha dato.
Lunedì 1 Novembre 2021, Tutti i Santi, Solennità
Introduzione del celebrante
La santità realizza la vera umanità e l’unità tra persone e popoli. Domandiamo di camminare nella via della santità e affidiamoci a tutti santi del cielo.
1. Signore Gesù, tu proclami le beatitudini come strada di felicità; donaci la libertà del cuore per sperimentare che la promessa di beatitudine si realizza nella pratica della vita,
Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
2. Signore Gesù, donaci di riconoscere la santità nella vita di tante persone vicine e lontane; rinnova la nostra speranza e sostieni il nostro cammino di vita cristiana,
Preghiamo. PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
3. Signore Gesù, donaci persone sante nella vita pubblica e nel lavoro, in famiglia e nella Chiesa, per un mondo nuovo di verità e di pace,
Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
4. Signore Gesù, ti ringraziamo per la nostra comunità e per tutta la Chiesa, che ci apre la via della santità con la parola, i sacramenti, la testimonianza delle persone. Rendici attenti e partecipi,
Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
Conclusione del celebrante
Dio di santità, Padre, Figlio, Spirito santo, a te affidiamo la nostra preghiera, nella compagnia dei santi del cielo e della terra. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli
LA VIA DELLA SANTITA’
La festa di tutti Santi ci fa vedere la grande famiglia della Chiesa, bella e lieta, dove ogni male e ogni dolore viene riscattato e ogni bene viene portato a compimento. Viviamo accompagnati dalla comunione dei santi del cielo e della terra. Impariamo a conoscere i grandi santi della storia della Chiesa e i santi del nostro tempo; domandiamo la compagnia e l’intercessione dei santi. Santità significa vita buona, vera, giusta, che realizza la nostra umanità, portando a compimento la fisionomia e la vocazione che Dio ci ha dato.
Martedì 2 Novembre 2021, Commemorazione di tutti i fedeli defunti
Introduzione del celebrante
Tanti fratelli e sorelle hanno lasciato questo mondo. Desideriamo che tutti siano resi partecipi della gloria di Dio in Paradiso. Li affidiamo all’abbraccio del Padre, attraverso il Signore Gesù Risorto.
1. Dio onnipotente, Creatore e Signore della vita, ti affidiamo tutti coloro che hanno lasciato questo mondo, perché vivano in te e possano godere della felicità di figli,
preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
2. Signore Gesù, morto e risorto per noi, ti affidiamo i nostri familiari, e tutti coloro che ci hanno accompagnato e ci hanno voluto bene nella vita terrena; vengano accolti dalla tua bontà e misericordia,
preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
3. Spirito Santo, che sei Signore e doni la vita per l’eternità, concedici di vivere fin da quaggiù un anticipo di paradiso, nell’amore verso te e verso il prossimo, nell’attesa della patria celeste,
preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
4. Santissima Trinità, sostieni la speranza del mondo, per vivere ogni giornata nell’orizzonte delle cose future, desiderando l’incontro con te e con i nostri cari,
preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Conclusione del celebrante
Dio della vita, accogli la preghiera per tutti i defunti, consola il cuore di chi soffre per la perdita dei propri cari, apri il nostro cuore alla speranza cristiana. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli
Vangelo secondo Marco 12,28-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
I COMANDAMENTI CHE FANNO VIVERE
Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge. La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre una vita buona. Gesù conduce a riconoscerci come figli di Dio, che è nostra origine e nostro punto di arrivo. Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella da amare e aiutare. Con il Vangelo, una nuova corrente di vita è cominciata a scorrere dentro l’umanità.
Una famiglia cristiana, una comunità cristiana, che si raduna nel tempio, casa di Dio, diventano l’ambito educativo che accompagna a imparare e a vivere come figli e come fratelli.
Domenica 31 Ottobre 2021, XXXI del Tempo Ordinario, Anno B (verde)
Introduzione del celebrante
Come il popolo convocato da Mosè, ci accostiamo al Signore Dio per domandare la grazia che ci fa vivere, invocandolo per noi e per tutti.
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Rendici uniti nella salvaguardia della creazione e nella protezione dei popoli indifesi,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
Conclusione del celebrante
A te, Dio nostro Padre, per il Figlio suo Gesù Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, consegniamo la nostra preghiera. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge. La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre una vita buona. Gesù conduce a riconoscerci come figli di Dio, che è nostra origine e nostro punto di arrivo. Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella, da amare e aiutare. Con il Vangelo, una nuova corrente di vita è cominciata a scorrere dentro l’umanità. Una famiglia cristiana, una comunità cristiana diventano l’ambito educativo che accompagna a ricordare e a vivere come figli e come fratelli.
Vangelo secondo Luca 14,1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
LA BELLEZZA DEL PRIMO POSTO
Quanto dura un primo posto? Il pranzo finisce, termina il grande incarico, si conclude la gara che ti ha visto vincitore. Conviene occupare il primo posto agli occhi di Colui che ti ha creato e ti ama. Per Lui, ciascuno è il primo e l’unico, amato personalmente qui in terra e con il posto riservato in Paradiso. Il posto di ciascuno è unico: lo puoi occupare solo tu, nel cuore di Dio e nel cuore delle persone che ti vogliono bene.
Vangelo secondo Luca 14,1-6
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
CHE L’UOMO VIVA
…Alla fine, hanno condannato Gesù perché violava il riposo del sabato. In realtà, Gesù continuava e continua il ‘lavoro’ di Dio che crea il mondo, crea l’uomo e lo porta a compimento passando per tutti i sette giorni della creazione. Che l’uomo viva, dunque! Questo è lo scopo del Dio creatore. Per questo il Figlio di Dio, venuto a condividere la nostra vita fino alla morte, l’ha condotta alla risurrezione, e in anticipo ha gettato semi di vita sul nostro percorso terreno.