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Vangelo secondo Marco 10,13-16

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

COME BAMBINI

E’ una provvidenziale coincidenza trovare questo Vangelo, mentre a Roma e nelle diocesi si celebra la prima Giornata Mondiale dei Bambini. Nel Vangelo Gesù mette i bambini in prima fila e li presenta come modello a tutti coloro che cercano il Regno di Dio. Così dobbiamo essere di fronte a Dio: come i bambini che Gesù toccava, benediceva, prendeva in braccio: lieti di essere amati, fiduciosi di venire accompagnati nell’avventura della vita.

L’ISOLA RINASCE DALLA FEDE

Il cammino di Cristo nella missione della Chiesa

L’isola di San Giulio appare come un gioiello nella cornice del lago d’Orta; vi domina la torre campanaria circondata da un saliscendi di edifici piccoli e grandi. Qui, oltre le rive percorse dai turisti tra lussureggianti bancherelle più o meno consuete, si distendono i caseggiati di un grande monastero. Non era così, cinquant’anni fa. Nello scoglio selvatico che nel IV secolo era stato reso abitabile da San Giulio primo evangelizzatore di tutto il circondario, dopo varie vicende storiche, a metà del 1800 venne costruito un seminario che fu abitato fino al 1947, sottoposto poi a una decadenza inesorabile. La ripresa iniziò nel 1973, quando il vescovo di Novara Aldo Dal Monte ebbe l’idea di richiedere all’abbazia di Viboldone che un gruppetto di monache andassero ad abitare nell’isola. Tra esse, Anna Maria Cànopi. I primi tempi furono segnati dalla più stretta povertà, ma a poco a poco la costanza delle monache e la vivacità della Provvidenza favorirono sotto ogni aspetto la ripresa del monastero, che oggi è abitato da una settantina di monache, con sempre nuovi arrivi. L’isola ha ripreso vita anche a livello turistico. Madre Cànopi veniva richiesta da varie parti d’Italia per ritiri e incontri, e si trovò a collaborare con i vescovi italiani per la elaborazione dei nuovi testi liturgici e della nuova edizione della Bibbia. Il suo cammino terreno si compì nel 2021, ma i suoi scritti e discorsi già pubblicati continuano ad essere richiesti, e ancora le sue monache ne riprendono e trascrivono di nuovi. E’ stata ristampata nel 2019 la sua breve autobiografia già pubblicata nel 2012, deliziosa nel racconto dei primi anni di vita e appassionata nella descrizione della vocazione e della vita monastica. Vari fascicoli riproducono lezioni e incontri con seminaristi e sacerdoti. Alcuni libri ripercorrono le letture delle feste degli anni liturgici, altri insegnano a pregare o descrivono vari aspetti della vita cristiana.

Fra i testi più notevoli, una ‘rilettura’ degli Atti degli Apostoli, che le monache sue ‘figlie’ hanno messo insieme dopo la sua morte raccogliendo la registrazione di tanti incontri. Madre Canopi legge le vicende narrate negli Atti non con piglio storico ed esegetico, ma con la semplicità dello sguardo di fede. Nel secondo libro dell’evangelista Luca riscontriamo che la storia di Cristo viene ripresa e rinnovata nel cammino della Chiesa con l’azione dello Spirito Santo. Il commento che accompagna passo passo i testi degli Atti si muove in due prospettive. Da una parte la vita di Gesù, riflessa nella vita degli Apostoli Pietro e Paolo. Quello che Cristo ha vissuto - vicende, parole, miracoli, persecuzioni – non solo viene rievocato nei discorsi dei nuovi protagonisti, ma viene ripreso con la loro vita; Cristo risorto è vivo nella Chiesa. In una seconda prospettiva gli Atti degli Apostoli offrono un paragone e uno stimolo per la vita cristiana del presente. L’energia di Stefano e di Pietro nell’annuncio cristiano, l’apertura ai popoli pagani, la fortezza nelle persecuzioni diventano paradigma per i seguaci di Gesù in ogni tempo. L’energia indomabile di Paolo, che rinasce come avesse ‘mille vite’, il suo appassionato amore a Cristo, la dedizione alle nuove comunità e alle persone, segnano il cammino missionario della Chiesa per il futuro. Sulla semente degli antichi padri e madri la Chiesa si rigenera e diventa strumento di salvezza per tutti i popoli. Madre Cànopi ci accompagna a ripercorrere il mistero di Cristo, intensamente amato e interamente seguito fin nella forma della vita, in un cammino di verità e di felicità aperto a tutte le vocazioni, quella della consacrazione monastica, quella sacerdotale e quella di ogni cristiano, in qualsiasi modalità ci si trovi a compiere la missione. Anche oggi, anche noi possiamo continuare a vivere e a scrivere gli Atti degli Apostoli.

Canopi, Una vita per amare. Ricordi di una monaca di clausura. Nuova edizione con poesie. Interlinea 2019  pp 110 € 12,00

Anna Maria Cànopi, La loro voce percorre la terra, Lectio divina sugli Atti degli Apostoli, San Paolo 2022, pp 348 € 22,00

Angelo Busetto

Vangelo secondo Marco, 10,1-12

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

PIENEZZA DELL’AMORE

Con la partenza dalla Galilea e l’ingresso in Giudea, Gesù si avvicina alla tana del lupo. Subito un drappello di ‘giusti’, i farisei, lo affronta con una domanda insidiosa che vuole metterlo in difficoltà. Gesù riporta la questione all’origine: Che cosa ha fatto il Creatore, quale strada ha aperto per la vita coniugale? La risposta di Gesù ci sfida ancora. Siamo fatti per la pienezza. L’amore coniugale trova verità e pienezza nella fedeltà che perdura nel tempo: affidàti a Maria, l’Ausiliatrice.

Traendo spunto dalla discussione in corso nella mia diocesi e in tante altre sulla iniziazione cristiana, presento due considerazioni e proposte che sottopongo al giudizio delle due riviste e dei rispettivi lettori.

CONSIDERAZIONI E PROPOSTE SULLA INIZIAZIONE CRISTIANA

  1. LE FAMIGLIE NEL CAMMINO DELLA COMUNITA’

L’iniziazione cristiana dei ragazzi non è un percorso autonomo rispetto alla vita della comunità cristiana. Ogni comunità cristiana vive l’annuncio ricevuto e comunicato, l’esperienza sacramentale, la carità e la missione. Il coinvolgimento delle famiglie con figli avviene dunque non per iniziative separate ed esclusivamente ad esse dedicate, ma nel contesto del cammino e delle iniziative proprie dell’intera comunità.

Il calendario liturgico con le sue feste e ricorrenze, vissuto nella comunità, potrà diventare il cammino proprio delle famiglie dell’iniziazione, coinvolte in modo diretto a vario titolo per la preparazione e lo svolgimento nelle varie circostanze.

La catechesi proposta a tutta la comunità, sistematica o in alcuni periodi dell’anno, costituita da incontri di annuncio, incontri del Vangelo, testimonianze può costituire il cammino delle famiglie dei ragazzi dell’iniziazione, si trattasse anche solo di un incontro al mese. L’esperienza dice che si possono promuovere e favorire anche incontri in singole famiglie e in gruppetti di famiglie, in particolare riprendendo il vangelo della domenica precedente o seguente, con una periodicità più o meno mensile.

La vita di carità, con il clima di servizio reciproco e le iniziative particolari, come la visita a persone anziane e malate in famiglia o in casa di riposo, le raccolte di cibo a raggio parrocchiale o nazionale, ecc… diventa ambito di attenzione e di partecipazione delle famiglie dei ragazzi e dei ragazzi stessi. Le esemplificazioni potrebbero continuare in riferimento a tutti gli ambiti della vita delle persone e al cammino della comunità cristiana…  Con questa modalità di azione diminuisce nei protagonisti della pastorale lo stress per le tante iniziative particolari che si sovrappongono a quelle generali; nello stesso tempo crescono l’attenzione e la cura all’intera comunità e alle singole persone. E soprattutto si realizza un ‘cammino di Chiesa’.

 

  1. IL TEMPO DELL’EUCARISTIA

Il sacramento dell’Eucaristia è il cuore che sempre batte nella comunità cristiana. I ‘piccoli’ partecipano all’Eucaristia ‘necessariamente’ con i genitori, e vengono introdotti progressivamente nella celebrazione insieme con loro e con la comunità. La comunione eucaristica non verrà rimandata alla fine del percorso, ma potrà attuarsi per singoli bambini o a piccoli gruppetti in varie celebrazioni ‘normali’ della celebrazione eucaristica festiva, a seconda della intensità e fedeltà di partecipazione dei bambini con le loro famiglie, nell’ambito del periodo che corrisponde alla scuola primaria: “Lasciate che i bambini vengano a me”.                  In seguito, magari nel tempo che corrisponde alla Scuola secondaria, avverrà la celebrazione comunitaria della Cresima. L’iniziazione cristiana troverà compimento in quella che si usa chiamate ‘Messa di maturità’. Questa scansione del cammino dell’iniziazione appare più cadenzata rispetto ai tempi di maturazione e più attenta alla libertà delle persone, al loro cammino e alla loro domanda

Vangelo secondo Marco 9,41-50

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

IL SALE DELLA VITA

Per i discepoli, stare con Gesù è una scuola di vita, per quello che lui è e quello che lui dice. Gesù si impersona con il povero, il bambino, il bisognoso. Egli conduce i suoi amici alla verità della loro condizione, mettendoli in guardia da tutto quello che impedisce il compimento della vita: tagliare mano o piede o buttar via l’occhio – certamente in senso figurato – spesso diventa liberazione da impacci e futilità. Il sale è per dare gusto alla vita.

Vangelo secondo Marco 9,38-40

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi»

IN LOTTA CONTRO IL MALE

Il nostro Maestro ha uno sguardo largo, e riconosce come collaboratori anche coloro che operano fuori della sua cerchia. Seguendo Gesù con cuore aperto e deciso avremo uno sguardo acuto nel percepire il bene e un ardore indomabile nel compierlo, ma lo Spirito di Dio soffia dove vuole e dona energia a chi vuole. Il Regno di Dio supera la nostra opera e la vicenda della Chiesa nel mondo. Possiamo lottare contro il male in compagnia di tanti fratelli e sorelle.

Introduzione del celebrante

Ogni mattina ci alziamo con il segno di croce, e con il segno della croce iniziamo ogni Messa invocando il Padre che ci ha creati, il Figlio che ci ha redenti, lo Spirito Santo che ci santifica. Rivolgiamo la nostra preghiera al Dio Uno che vive in Tre Persone.

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Padre che ci hai creati e ci vuoi bene, donaci di vivere come tuoi figli e come fratelli; conduci tutti gli uomini a riconoscerti come Padre buono che ci salva,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Figlio Unigenito del Padre, fatto uomo nella vita e nell’opera di Gesù di Nazaret, donaci di partecipare al dono della tua amicizia nella Chiesa, accogliendo la tua parola e partecipando ai tuoi sacramenti,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Spirito Santo, che prolunghi nel tempo la presenza e l’opera del Figlio Gesù, dona a tutti gli uomini di collaborare insieme nell’opera della pace,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, raccogli nell’unità i popoli della terra; donaci di vivere un’esperienza di fraternità nelle nostre famiglie, in comunità, nei luoghi di lavoro,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante:

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci di vivere come figli creati, redenti e santificati. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

SEGNATI DALLA TRINITA’

Dopo il percorso da Natale a Pasqua e Pentecoste, apriamo lo sguardo a riconoscere Dio Uno e Trino che realizza l’opera di salvezza. La Trinità ci svela Dio Padre Creatore, il Figlio Gesù Redentore, lo Spirito Santo Santificatore, un solo Dio in Tre Persone, Potenza, Sapienza e Amore. Guardiamo Gesù che ci manifesta il Padre e ci dona il suo Spirito. La nostra storia con il Dio Trinità si realizza nella Chiesa che vive nel mondo perché tutti si riconoscano come figli e fratelli e sorelle.

Vangelo secondo Marco 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

DIETRO A GESU’

Ci mettiamo in cammino con Gesù nella nostra Galilea, come i primi discepoli. Dovremo fare attenzione ai suoi passi e alle sue parole, più che alle nostre pretese nei suoi riguardi e alle nostre competizioni rispetto ad amici e colleghi. Ci pare così importante essere riconosciuti e valere più degli altri? Domandiamo un cuore di bambino, per andare dietro a Gesù nel suo percorso di morte e risurrezione. Possiamo esercitarci accogliendo un bambino, un anziano, una persona debole…

Vangelo secondo Giovanni 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

MARIA NELLA NOSTRA VITA

Dalla croce Gesù affida Giovanni a Maria e Maria a Giovanni. Nel Concilio di Efeso del 431 Maria viene acclamata dai cristiani come Madre di Dio.  A conclusione del Concilio Vaticano II viene espressamente riconosciuta come Madre della Chiesa. Celebrare questa festa subito dopo Pentecoste, nel primo giorno della ripresa del tempo liturgico ‘ordinario’, colloca Maria nella normalità dei giorni che scorrono. La devozione mariana del mese di maggio si inserisce nel calendario che celebra le tappe del mistero cristiano.