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Giovedì 9 giugno 2022, Sant’Efrem, diacono e dottore della Chiesa, Nisibi 306 – Edessa 373

Vangelo secondo Matteo5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

QUALE GIUSTIZIA?

La giustizia delle leggi giuste, della giusta misura, della giusta punizione, dei giusti regolamenti, del giusto mansionario, della giusta burocrazia… Una gabbia che inchioda i rapporti e non salva le persone. Nemmeno la giustizia del buon rispetto delle persone ci basta. Occorre un allargamento del cuore, una presa di iniziativa verso chi pensiamo ci abbia fatto del male o ci abbia trattato ingiustamente. Occorre riconoscersi amati così tanto, da non aver timore di riversare questo amore in chi non ci ama.