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Vangelo secondo Giovanni 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

LA SUA GIOIA

La Sua vita a noi. Il Suo amore, che Egli riceve dal Padre, donato a noi. Una comunicazione che non è solo un fremito di sentimento, ma una vita operosa nel comandamento dell’amore a Dio e al prossimo. Un travaso di gioia da Lui a noi. “La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”: che cosa ci può dare di più? Che cosa possiamo desiderare di più?

5 maggio 2024 - VI DOMENICA DI PASQUA, Anno B

Introduzione del celebrante
Nel Vangelo Gesù ci sceglie a far parte della sua amicizia: “Vi ho chiamato amici”. In questa eucaristia gli presentiamo la nostra preghiera per noi, per la Chiesa, per il mondo.

1. Signore Gesù, Tu ci chiami amici: ti affidiamo la nostra vita, la vita della Chiesa e del mondo intero. Dona a noi e a tutti di vivere il tuo comandamento di amore.
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, dona alla Chiesa di manifestare il tuo amore nell’accoglienza, nella carità, nella missione attraverso il ministero del Papa, del vescovo, dei sacerdoti e la vita dei cristiani,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, tanti nostri fratelli e sorelle vivono situazioni drammatiche di guerra, di persecuzione, di fame; apri nelle menti e nei cuori le vie del dialogo, della pace, della riconciliazione,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, con l’intercessione di Maria, tua e nostra Madre, ti affidiamo tutte le mamme. La grande missione della maternità e della paternità trovi conforto nei figli e sostegno nella società,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Padre Santo, noi tuoi figli amati, affidiamo a te la nostra preghiera. Accoglila nel tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

L'AMORE DI DIO ACCOLTO E VISSUTO
Una cascata di amore, come un torrente benefico viene da Dio e si riversa nell’umanità. Quasi a compimento del tempo pasquale Gesù ci dice: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. Questa è la storia di Dio con noi, il nostro tracciato di vita. Il cuore dell’uomo e della donna rinasce da questa fonte: verso il coniuge, figli, genitori, familiari, colleghi e quanti incontriamo nella vita di ogni giorno. Un atteggiamento nuovo, aperto al mondo. Un Vangelo che vive.

LE PENNE DI DIO

Version 1.0.0

Avevano cominciato gli incontri in una parrocchia di periferia, ma il vescovo della diocesi e segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi, ha suggerito di spostarli al centro di Cagliari, per allargare gli spazi e la possibilità di partecipazione. Di che cosa si tratta? Si tratta di andare alla scoperta di ‘cammini religiosi’ nella letteratura. Non attraverso le opere dei santi o dei padri della Chiesa, ma attraverso grandi autori, cristiani o estranei alla fede o addirittura atei, nei quali si riscontrano percorsi di domanda e attesa, e immagini e parabole di fede. Tutti gli interventi proposti fra ottobre 2022 e giugno 2023, vengono ora raccolti in un’unica pubblicazione. Ecco la carrellata degli autori, distinti in tre parti. Nella prima, che ha per titolo ‘Il grido dell’uomo’, intercettiamo i Canti di Leopardi, gli Ossi di seppia di Montale, l’Edipo di Sofocle, l’attesa di Buzzati, la Butterflay di Puccini, il folle volo dell’Ulisse dantesco. La seconda parte ha per titolo ‘L’incontro con Cristo’ e si apre con un intervento su ‘Senso religioso e incarnazione in Luigi Giussani’; procede con la conversione dell’Innominato dei Promessi Sposi, Miguel Manara di V.Milosz, Jean Valjean de I Miserabili, Quo vadis di Sienkiewicz, gli incontri di Galilea e un monologo teatrale su Pietro. La terza parte ha per titolo ‘Dalla morte alla vita’. Racconta la ‘kénosis o la credibilità dell’amore’, il Mysterium paschale con i canti gregoriani e corali, la teologia di Harry Potter, Le cronache di Narnia, Delitto e castigo di Dostoevsskij, l’Annuncio a Maria di Claudel, il pellegrino Charles Péguy e perfino il cristianesimo di un parroco dell’ottocento, Antonio Mura, per concludere con il Paradiso di Dante. Una postfazione del vescovo Baturi presenta I Malavoglia di Verga.  Le trattazioni, pur accurate, sono svolte con linguaggio scorrevole e si documentano con la citazione dei testi; si rivelano come una lieta sorpresa proprio perché nelle fessure dell’umano fanno intravvedere il bisogno di Dio e fanno percepire il raggio della sua presenza. Dio non è lontano dal cuore dell’uomo e continua ad accadere lì dove si agita il dramma umano e dove si spalanca la bellezza.

Matteo Vinti (a cura), Le penne di Dio, Un cammino di fede attraverso la letteratura, Metic Academic Press, Quartu S.Elena 2023, pp 430, € 28,50

Angelo Busetto

Vangelo secondo Matteo 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

UNA NOVITA’ PER TUTTI

Se pensiamo che un falegname fa da padre a Gesù, una donna di una sperduta contrada di Galilea gli è madre, un gruppo di familiari e parenti circonda la sua vita… restiamo stupiti come la gente di Nazaret: “Da dove gli vengono tutte queste cose?”. Gesù viene da Dio e dona nuovo valore alla nostra umanità, all’uomo e alla donna, all’anima e al corpo, al lavoro e alla fatica, alla vita e alla morte. Uno sguardo nuovo su tutto e un nuovo modo di vivere.

Vangelo secondo Giovanni 14,27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: ‘Vado e tornerò da voi’. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

LA PACE: DONO CHE VIENE DAL PROFONDO

La pace che ci dona Gesù viene dall’ultima cena, dall’offerta del suo corpo e del suo sangue.  Gesù ci dona la pace che abita nel profondo del cuore e ci riconcilia con noi stessi, con le persone difficili, cattive, odiose, e si diffonde nel mondo con gli uomini che compiono le opere della pace. Come Gesù, possiamo sottrarci al dominio di satana ed entrare nell’orbita di Dio, che è Padre, principio e termine della nostra esistenza.

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

UNA SANTA DI VITA

La festa di Santa Caterina allarga il cuore. Una donna viva rimette in azione la Chiesa, nell'amore a Cristo, nell'unità attorno al Papa, nella libertà di presenza nel mondo, nella lotta contro menzogna e falsità. Caterina è donna vera, appassionata, aperta alla fede e alla costruzione di un mondo giusto e vero. Cerchiamo ogni giorno il volto dei Santi, il volto di Caterina per far risplendere un raggio di bellezza nel volto di ogni donna e di ogni uomo sulla terra.

Vangelo secondo Giovanni 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

UNA VITE VIVA

Cristo vive. Come una vite rigogliosa estende i suoi rami nel tempo e nello spazio. Si diventa cristiani perché Egli ci unisce a sé nel Battesimo e negli altri sacramenti. Partecipiamo alla vita della Chiesa con la famiglia, gli amici, la comunità. Qui scorre la linfa della Grazia, chiarita dalla Parola e alimentata dalla fede dei fratelli. Qui siamo uniti a Cristo come i tralci alla vite. Il cristianesimo è stare attaccati a Lui nella vita della Chiesa, come hanno fatto Paolo e tanti fratelli cristiani.

Vangelo secondo Giovanni 14,7-14

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: ‘Mostraci il Padre’? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

DOVE IL PADRE SI MANIFESTA ED OPERA

Con parole chiare ed esplicite Gesù mostra se stesso come immagine umana del Padre celeste. L’Onnipotente, l’Eterno, l’Invisibile diventa visibile e realizza la sua opera attraverso Gesù, il Figlio fatto uomo. Questa inimmaginabile ‘discesa’ di Dio in Gesù viene poi comunicata a ‘chi crede’ nel Figlio e lo segue, per fargli compiere opere ancora più grandi di quelle compiute da Gesù, che sta per lasciare la terra per tornare al Padre. Le parole di Gesù vincono ogni nostra paura e debolezza.

Vangelo secondo Giovanni 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

UN POSTO CON LUI

Entriamo con Gesù nell’ultima cena e ascoltiamo oggi le sue prime parole. E’ chiara la prospettiva dell’imminente partenza dal mondo, anche se non viene detto come. Gesù rassicura i suoi: non solo non vuole perderli, ma garantisce loro un posto ancora ‘con me’. Quale delicatezza e quanta amicizia! Per quale via ci potranno arrivare? La via è Gesù: il rapporto con Lui, un’amicizia vissuta. Se noi ci smarriamo, Lui ritorna a camminarci accanto, come con i discepoli di Emmaus.