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Vangelo secondo Matteo 7,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

IL FRUTTO BUONO

Qual è il frutto buono? Grandi imprese, grandi progetti, grandi realizzazioni? Il frutto buono si colloca nel cuore della persona, che si apre all’amore di Dio e del prossimo dentro tutte le circostanze e le fatiche della vita. Il frutto buono è la carità e la misericordia. E’ la santità, cioè la pienezza umana già realizzata, se non compiuta, fin da quaggiù. Un frutto di bene che permane nella memoria delle persone e continua a germogliare nel profondo della storia.

 Dal fondo dell’Inferno

Un cammino di scoperta della Divina Commedia, proposto ai giovani e non solo

Che cosa ne sarebbe stato del suo viaggio nell’oltretomba, se Dante invece di descriverlo attraverso un grande poema in terzine, l’avesse raccontato con un romanzo? A parte l’inesorabile caduta di stile, ne sarebbe risultata una maggiore facilità di lettura. Anche a persone addestrate ai libri, infatti, accade di inciampare fra le terzine della Commedia; e accade pure che tanti commenti al poema, accurati e dotti, nel tentativo di chiarire il testo finiscano per appesantirne e rallentarne la lettura.                                                                        Ecco dunque la sorpresa, pensata ed elaborata da uno studioso di Dante e suo divulgatore. Franco Nembrini ha presentato per anni la Divina Commedia nelle aule scolastiche e sugli schermi televisivi, e ha prodotto un corposo ed elaborato commento pubblicato in una imponente edizione. Ora, in collaborazione con un insegnante di scuola primaria, se ne esce con una ripresa della prima cantica della Commedia – l’Inferno – presentata con il fascino del romanzo. Ciascuno dei trentatre canti, più quello introduttivo, della prima Cantica del poema, viene presentato attraverso tre livelli, anzi quattro. Come in un grande campo arato, il primo percorso consiste nella seminagione di alcune terzine che fanno gustare il ritmo musicale dei versi di Dante; il secondo percorso è la riscrittura in prosa del testo dantesco; il terzo è un commento scritto in rosso, che rimbalza a intervalli nelle pagine. Ne risulta un racconto vivace, chiaro, attualizzato. Nembrini dialoga con i giovani lettori, come si trovasse in classe o magari attorno a un tavolo a mangiare la pizza. Il testo dantesco emerge nella sua scorrevolezza, i personaggi risaltano nella loro individualità e il lettore procede lestamente alla scoperta di storie e situazioni. Un ‘quarto livello’ è costituito dai disegni, simbolici e figurativi, che offrono al testo scritto una suggestiva ambientazione visiva.                                  A fine anno scolastico, si potrebbe cogliere l’opportunità di presentare – o forse regalare – questa prima Cantica della Commedia a giovani amici, come una lettura da centellinare nel corso della lunga estate. Incontreranno Virgilio guida sapiente e attenta, Paolo e Francesca, Farinata, il conte Ugolino e tanti altri; si sorprenderanno delle storie, delle fantasie, delle immagini, della lingua, dei lampi di genio di Dante. Un percorso di vita, fatto di minacce e speranze, di punizioni e desolazioni, nel disegno drammatico dell’esistenza umana sottoposta al giudizio di Dio.  “Ne abbiamo vissuti di inferni, in questi anni…” scrive Nembrini nell’introduzione. Che ne sarebbe di noi senza il passo successivo del Purgatorio e senza la mèta del Paradiso? Il cammino prosegue: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

Angelo Busetto

Franco Nembrini, Gianluca Recalcati, Uscimmo a riveder le stelle. La Divina Commedia raccontata ai ragazzi Vol.1, Inferno. Illustrazioni di Samuele Gaudio, Edizioni Ares, Milano 2022, pp 286 € 20,00

 

2 luglio 2023 – Domenica XIII anno A

Introduzione del celebrante

La partecipazione all’Eucaristia ci offre l’occasione di pregare insieme, presentando al Signore il mondo, la Chiesa, la nostra comunità e la nostra famiglia.

  1. Signore Gesù, che ci inviti ad amarti in ogni cosa e ogni persona, e sopra ogni cosa e ogni persona, donaci la grazia di seguirti ogni giorno, tenendo fisso su di te lo sguardo e il cuore,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti preghiamo per coloro che chiami al sacerdozio e alla vita religiosa: rendili testimoni di un amore totale e generoso. Ti affidiamo Papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti e i giovani e ragazzi in cammino verso la consacrazione,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù rinnova nei cristiani lo spirito di carità e di accoglienza, per diventare tuoi testimoni nel mondo. Sostieni il lavoro educativo delle parrocchie e dei gruppi in questa nostra estate,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, guarda il nostro mondo: fa che le potenze che lo dominano nella politica, nella economia, nel commercio, nei mass-media, percorrano le vie dell’onestà, della pace, della fraternità,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Dio nostro Padre, che ci hai creati e ci vuoi bene insieme a tutti i nostri fratelli e sorelle, ti affidiamo la nostra comune preghiera, perché tu la porti a compimento con la tua provvidenza.

Per Cristo nostro Signore

UNA VITA CHE VALE

Quanto vale la vita mia, tua, quella di ogni persona? Creature di Dio, nel battesimo il Padre ci ha riconosciuto come suoi figli, salvati nella croce e risurrezione del Figlio Gesù. Riconoscerci così, è dare dignità e valore a noi e agli altri, con un cuore aperto alla fraternità, al servizio, al perdono. Il tempo dell’estate, in città e in vacanza, in casa e nei luoghi pubblici, offre molte occasioni per sperimentare la verità e la bellezza del Vangelo. Incontriamo la realtà tenendo fisso Gesù nel cuore e negli occhi.

Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

I PASSAGGI DELLA VITA

Nel ‘discorso della montagna’ che inizia con le Beatitudini, l’evangelista Matteo raccoglie vari discorsi e detti di Gesù. Il primo fa pensare al rispetto dovuto alle ‘cose sacre’ e in particolare all’Eucaristia. Il secondo riporta la ‘regola d’oro’, che Gesù porterà a un altro livello nel ‘precetto dell’amore’: “Amatevi come io ho amato voi”. Il terzo sottolinea i passaggi della vita che sembrano facili e sono invece scivolosi; conviene passare per quella ‘porta stretta’ che, con fatica e sacrificio, conduce alla vita.

Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

NON GIUDICARE

Non possediamo il cuore di nessuno, e Dio solo ha tutti gli elementi per un giudizio compiuto sulle persone. Non si tratta di non valutare il bene o il male che abbiamo intorno, come se tutto fosse indifferente. Ma chi può raggiungere il cuore di una persona? E chi potrebbe impedire a ‘quel tale’ di ravvedersi e cambiare? Semmai, si tratta di imparare a riconoscere il bene che vibra nel cuore di ciascuno.

Giornata per la carità del Papa

Vangelo secondo Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

UNA STRADA NELLA TEMPESTA

Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza. Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore delle persone e la drammatica storia del mondo: ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme. Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.

 

Vangelo secondo Luca 1,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

IL MISTERO DELL’INIZIO

Dio sceglie ciascuna persona per un compito, una missione. Il nostro compito è dirgli Sì, all’inizio e ogni giorno. La missione è il contenuto della vita. Per i genitori di Giovanni è accogliere in tarda età quel figlio, consegnandogli il nome indicato da Dio, crescerlo e lasciarlo andare. Per Giovanni Battista è ‘preparare la via del Signore’. Per noi, è operare per il Regno di Dio secondo la nostra personale vocazione: famiglia, lavoro, società, mondo… Il ‘mistero dell’inizio’ realizzato nel Battista ci segna la strada.

PREGHIERA DEI FEDELI,
25 Giugno 2023, Domenica XII del Tempo Ordinario, Anno A
Giornata per la carità del Papa

Introduzione del celebrante
Uniti in questa assemblea liturgica, insieme con i santi che ci accompagnano in questi giorni nel calendario cristiano, san Luigi Gonzaga, san Giovanni Battista e i Santi Pietro e Paolo, presentiamo al Signore la nostra preghiera.

1. Ti ringraziamo, Signore Dio Padre, che ci sostieni ogni giorno con la tua Provvidenza. Donaci di riconoscerci come tuoi figli amati e di condividere il nostro bene con i fratelli,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Ti ringraziamo Signore Gesù, per papa Francesco, il nostro vescovo e tutti coloro che partecipano alla missione della Chiesa. Donaci di collaborare alla carità del papa, ‘rendendoci partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno’,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Ti ringraziamo Spirito Santo, per il dono del Battesimo e di tutti i sacramenti: rendici chiari testimoni di fede e di carità nei drammi e nelle attese del nostro mondo
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Dio nostro, ti affidiamo le iniziative dell’estate con i giovani e i ragazzi. Rendi fruttuoso il tempo del lavoro e il tempo della vacanza,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
A te, Signore Dio nostro, Padre, Figlio es Spirito Santo, presentiamo le nostre preghiere, confidando nella vostra Provvidenza. Per Cristo nostro Signore

UNA STRADA NELLA TEMPESTA
Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza. Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore e la vita delle persone: ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme. Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.

Vangelo secondo Matteo 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

QUALE TESORO

Quale occhio sarà necessario per scoprire quali sono i veri nostri tesori? Quale scaltrezza evangelica ci potrà essere donata per scovare i luoghi dove custodire i nostri tesori? Prova a donare il tuo tempo senza attendere ricompensa: un’azione di carità, una visita, un atto di pazienza ‘perdendo tempo’. Prova a dare in modo sistematico una parte dei tuoi soldi (il dieci o l’uno per cento) per sostenere un’opera di bene. Troverai il tuo cuore cambiato. Troverai un tesoro in cielo.