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Vangelo secondo Luca 15,3-7

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

UNA POTENZA DI AMORE

Il Cuore di Gesù è una potenza di amore. Raccoglie l’amore infinito i Dio e lo esprime umanamente. E’ una vibrazione, un affetto, un legame realizzati in tutta la vita di Gesù: parole, miracoli, compassione per chi soffre, benevola ‘passione’, misericordia e amicizia verso ciascuna delle persone che incontra. “Ha amato con cuore umano”, dice il Concilio Vaticano II. Lo sperimenta ogni uomo e ogni donna che si apre a riconoscerlo nella propria vita, e comincia a corrispondervi, ritrovando anche in sè una nuova capacità di amare.

Vangelo secondo Luca 1,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

LA VOCAZIONE A UN COMPITO

La solennità della Natività di Giovanni Battista viene anticipata di un giorno per lasciare posto, domani venerdì, alla festa del Sacro Cuore di Gesù.

Chiamato alla vita e predisposto alla vocazione di ‘Precursore’ del Signore, Giovanni Battista vive tutto – fin dal grembo materno - in funzione del compito a lui affidato. Vale anche per i genitori, sorpresi dalla iniziativa di Dio nella loro lunga attesa per un figlio: le modalità dell’annuncio e della nascita di Giovanni comunicano loro la certezza di essere convocati a partecipare a un mistero più grande. “Che sarà mai questo bambino?”

 

Vangelo secondo Matteo 7,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

PROFETI DA SCARTO

In giro per il mondo, troviamo tanti profeti che predicano il presente e annunciano il futuro di una nuova umanità, dove tutti saranno cosi uguali da poter cambiare a piacere la propria fisionomia e il proprio ruolo: maschio o femmina, sposato o divorziato, solo o accompagnato. Chi non si adegua alla nuova immagine del vivere, è retrogrado e viene scartato.
‘Dai loro frutti li riconoscerete’: aumentano la dispersione e la fragilità della gente. Gesù è il maestro e il profeta da seguire.

Domenica 26 giugno 2022 - XIII DEL TEMPO ORDINARIO, Anno C

GIORNATA PER LA CARITA’ DEL PAPA

Introduzione del celebrante

Venire in chiesa, partecipare all’Eucaristia, è un gesto della sequela di Gesù, che ci apre a seguirlo e testimoniarlo nella vita.  Presentiamo con fiducia le nostre preghiere al Signore.

  1. Signore Gesù, in cammino verso Gerusalemme per compiere la tua missione, donaci di seguirti senza pentimenti e senza pretese, sulle orme dei Santi Pietro e Paolo,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, che doni alla Chiesa e al mondo il ministero e la testimonianza di Papa Francesco, rendici ben disposti a sostenere la sua azione di misericordia e di carità verso tutti,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, in un mondo ferito dal male, dalla menzogna e dalla guerra, domandiamo a te il dono della pace e della libertà. Rendici disponibili a soccorrere chi è nel bisogno,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo il cammino della nostra estate e le iniziative per i ragazzi e i giovani. Sostieni la testimonianza delle famiglie cristiane in faccia al mondo,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Gesù, accogli la nostra preghiera; donaci un cuore libero per amarti e seguirti. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

VIVERE DA DISCEPOLI E TESTIMONI

Il cristiano non è semplicemente ‘uno che crede’, ma un discepolo che guarda il Maestro e lo segue nella vita. Abbiamo davanti l’esempio dei santi di questo mese: martiri Felice e Fortunato, martiri ugandesi, sant’Antonio, san Luigi, san Giovanni Battista, i santi Pietro e Paolo e i primi martiri romani… E tanti maestri e fratelli nella fede, semplici laici, sacerdoti e suore, che ci hanno segnato la strada: guardandoli sperimentiamo che la fede è una scuola di vita, è un bene per la società e il mondo.

 

Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

LA PORTA STRETTA DI LUIGI

La vita di Luigi Gonzaga fa scoprire la porta stretta. Non una porta angusta, ma una grande attrattiva. A Luigi non bastavano feste di corte, raffinatezze dei vestiti, godurie della compagnia. L’attrattiva era una realtà più viva, impersonata dai seguaci di Ignazio di Loyola, lanciati nella missione e nella carità. La sua dedizione totale a Cristo - l’ideale più grande - si concretizzò anche nel soccorso ai malati di peste. Luigi, contagiato, raggiunse la gioia totale in paradiso a 23 anni.

Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

CHI FA IL PRIMO PASSO

Mentre Gesù insiste di giorno in giorno a proporci un altro livello di vita, a noi viene da domandarci se siamo cristiani in modo reale o per finta. Possiamo almeno desiderare e soprattutto domandare di vivere quel tipo di umanità che Cristo, prima di proporlo a noi, ha personalmente vissuto. E’ un cammino di umanità vera, buona, giusta, sia a livello personale, sia a livello sociale. Comincio da me stesso, dal primo passo mio, dal piccolo mondo del mio cuore convertito.

Vangelo secondo Luca 9,11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

‘UNA COSA SOLA CI MANCA…’

Di che cosa abbiamo bisogno per vivere? Domandiamo tante cose, soprattutto quando ci sono crisi e difficoltà. Sappiamo però che ‘una cosa sola ci manca’, come ha detto Gesù a Marta, sorella di Maria. Nella compagnia di Gesù Eucaristia troviamo un amore presente che dona valore e sostegno   alla vita. Abbiamo bisogno di un contatto con Lui non solo interiore, ma sacramentale cioè visibile e sensibile; non solo individualmente, ma nella comunità della Chiesa e nell’amicizia cristiana. L’estate che si apre diventi occasione per trovarci a pregare davanti all’Eucaristia.

Domenica 19 giugno 2022
SOLENNITÀ DEL SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO, Anno C

Introduzione del sacerdote
Gesù vive tra noi e cammina con noi come Maestro e guida, donandoci il pane del cammino e il vino della gioia. Rivolgiamo a Lui la nostra preghiera.

1. Signore Gesù, Tu ci accompagni nel cammino della vita e ci sostieni con il pane dell’Eucaristia: rendi lieta la nostra speranza e certa la nostra fede. Ti ringraziamo perché percorri con noi le strade della vita,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ogni domenica tu ci convochi a celebrare la tua presenza e ad accogliere la tua parola nella Messa: rendici desiderosi di incontrarti insieme con i fratelli della comunità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, insegnaci a pregare e ad adorare: da soli e insieme. Donaci di scoprire la tua presenza nei fatti che accadono e nelle persone che incontriamo,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, Ti affidiamo il nostro mondo; dona pensieri, decisioni, azioni di pace tra le nazioni in guerra; dona serenità e amore alle famiglie,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del sacerdote
Ti ringraziamo per la tua presenza come Pane di vita e Pastore del popolo cristiano. Donaci la grazia di non lasciarti e di non disperderci. Tu che vivi e regni.

‘UNA COSA SOLA CI MANCA…’

Di che cosa abbiamo bisogno per vivere? Domandiamo tante cose, soprattutto quando ci sono crisi e difficoltà. Sappiamo però che ‘una cosa sola ci manca’, come ha detto Gesù a Marta, sorella di Maria. Nella compagnia di Gesù Eucaristia troviamo un amore presente che dona valore e sostegno alla vita. Abbiamo bisogno di un contatto con Lui non solo interiore, ma sacramentale cioè visibile e sensibile, non solo individualmente, ma nella comunità della Chiesa e nell’amicizia cristiana. L’estate che si apre diventi occasione per trovarci a pregare davanti all’Eucaristia.

 

 

Vangelo secondo Matteo 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

UN UNICO AMORE

Si può appartenere a due amori? Amore, non l’emozione mutevole, ma il punto di aggancio dell’essere, la sua sorgente e consistenza. Gesù usa il simbolo del ‘padrone’, qualcuno che domina la vita, qualcuno a cui appartieni e a cui decidi di appartenere: cuore, energie, scopo della vita. Solo Dio, mostrato in Gesù, può esserlo. In paragone, le ricchezze o qualsiasi cosa o persona, diventano cappio e prigione. Il rapporto filiale con il Padre libera da ogni preoccupazione e angustia e lancia la vita.