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Vangelo secondo Luca 12, 49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

IL FUOCO DELLA FEDE

E’ il fuoco di cui parlava Santa Caterina: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia”. Il fuoco che brucia le incertezze, scioglie le chiusure, lancia la corsa. E' la fede ‘ardente’ di chi è innamorato di Gesù e desidera farlo incontrare a tutti. Una posizione così non lascia quieti, ma crea distacco dalla situazione precedente: la barca si stacca dalla riva, il figlio esce di casa per realizzare il suo ideale, il cristiano si protende verso Gesù.

 

Vangelo secondo Luca 12,39-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

L’AVVENTURA DELLA RESPONSABILITA’

Ai discepoli più vicini, a quelli che avranno una particolare responsabilità nel popolo di Dio come ‘amministratori’ a cui viene ‘dato molto’ si rivolge Gesù. Essi, ‘fidati e prudenti’, dovranno distribuire a ciascuno‘ la razione a tempo debito’. Riguarda tutti i pastori della Chiesa, dal papa ai sacerdoti. Riguarda anche genitori, educatori e chiunque abbia una qualche responsabilità verso altre persone. Agire per incarico di un Altro, per proporre non se stessi ma il Signore Gesù, è l’avventura più bella e più grande.

Domenica 29 ottobre 2023 – XXX.a                            Tempo ordinario, anno A
(domenica normale)

Introduzione del celebrante
Questa domenica Gesù ci porta sulla vetta dell’esistenza cristiana: i due comandamenti dell’amore. Domandiamo la grazia di viverli e di testimoniarli.

  1. Signore Gesù, che hai vissuto fino in fondo il comandamento dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo, sostieni il nostro desiderio di seguirti e imitarti per vivere e testimoniare la vita buona del Vangelo,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, accompagna i nostri pastori e tutti i fedeli cristiani a manifestare al mondo il tuo amore attraverso l’annuncio del Vangelo e le opere di carità e di misericordia,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, concedi la pace ai nostri giorni; cambia il cuore dei potenti e di tutti gli abitanti della terra perché si spengano l’odio e la vendetta, si difendano i diritti di ogni popolo e di ogni persona, e si aprano vie di pace,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, il tuo amore si stabilisca nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nella società e nella comunità cristiana. Donaci di imparare dalla testimonianza di tanti nostri fratelli. Sostieni le persone malate e in difficoltà,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
A te, Dio nostro Padre, affidiamo la nostra preghiera, perché si realizzi in noi guardando il tuo Figlio Gesù, e invocando il tuo Santo Spirito. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Per Cristo nostro Signore.

IN VETTA AL VANGELO

Il Vangelo ci porta sulla vetta del comportamento morale: l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Con cuore libero e desideroso, lo impariamo guardando Gesù totalmente dedicato all’amore del Padre, e totalmente speso per amore delle persone umane. Egli ci mostra la strada per un cammino di umanità vera e felice. Impossibile? Navighiamo le acque di questo fiume di amore con due remi: una buona volontà continuamente rinnovata e la preghiera di invocazione perché il Signore ci sostenga e ci rilanci. Sull’esempio dei santi del passato e del presente.

 

Domenica 29 ottobre 2023

Anniversario della Dedicazione della propria Chiesa

Introduzione del sacerdote
Preghiamo in questo tempio, luogo di preghiera, casa del popolo di Dio, tempio santo del Signore, dove siamo chiamati e radunati in unità e preghiera.

  1. Ti ringraziamo Signore per questa Chiesa nella quale ci raduni e per tutta la tua Chiesa Santa diffusa nel mondo. Aiutaci a superare ogni egoismo e individualismo e rinnova in noi la gioia di essere tuo popolo insieme con tanti fratelli,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, accompagna i nostri pastori e tutti i fedeli cristiani a manifestare al mondo il tuo amore attraverso l’annuncio del Vangelo e le opere di carità e di misericordia,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, concedi la pace ai nostri giorni; cambia il cuore dei potenti e di tutti gli abitanti della terra perché si spengano l’odio e la vendetta, si difendano i diritti di ogni popolo e di ogni persona, e si aprano vie di pace,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, rinnova in noi e in tutti i fedeli cristiani il desiderio e la decisione di celebrare insieme l’Eucaristia nel tuo tempio santo, come centro e sorgente della nostra vita, della nostra unità, della nostra missione nel mondo,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
In questo luogo santo ascolta o Signore la nostra preghiera per poi poterti riconoscere nella casa della nostra famiglia e in tutti luoghi in cui viviamo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

DOVE RINASCE LA FEDE

Fermiamoci a considerare la nostra chiesa, costruita da noi o consegnataci dai nostri padri. La Chiesa in paese, in quartiere, è segno e strumento di unità per i cristiani e tante altre persone. Non chiudiamoci nel nostro individualismo, nell’egoismo e nell’orgoglio. Non fermiamoci ai social. Siamo chiamati insieme e abbiamo bisogno della fede e della carità degli altri. Questa sorgente di misericordia ci rende partecipi del sacrificio del Corpo e Sangue di Cristo. Nel luogo del battesimo nostro e dei figli, sempre rinasciamo nella fede.

 

 

Vangelo secondo Luca 12,35-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

DI FRONTE ALLA CHIAMATA

Ci buttiamo dentro l’azione da fare e perdiamo la testa; oppure facciamo tutto distrattamente, senza interesse. Che cosa dà dignità e valore alle cose che facciamo, che cosa dà valore e dignità alla nostra vita? Rispondiamo alla domanda: Perché quell’opera, quella decisione? Perché quel sì o quel no dentro ogni giornata? Ci lancia la coscienza della vocazione, di Colui che ci ha chiamato e ci chiama. Ci rinnova la coscienza dello scopo per cui siamo al mondo.

Vangelo secondo Luca 12,13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

GESU’ NELLE NOSTRE CASE

Gesù ci entra in casa, dove accade di litigare tra fratelli. Gesù non si pome come mediatore tra i contendenti, ma va al cuore delle questioni, anzi al cuore delle persone, dove domina la cupidigia, fonte di dissidi. Così, Gesù prende spunto per una parabola semplice ed efficace. Non l’accumulo dei beni di questo mondo ci salva… per chi resta, proprio questi beni possono diventare occasione di contesa. Ci salva l’arricchire davanti a Dio facendo il bene e praticando la carità.

Vangelo secondo Matteo 22,15-21

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

IL BENE DELLA CHIESA, IL BENE DI TUTTI

Conviene a ‘Cesare’, cioè al potere umano, rispettare e fare vivere chi professa una fede: è questione di libertà e porta vantaggio a tutti. Quando ‘Cesare’, cioè il potere, ostacola o abolisce la presenza della Chiesa e l’azione dei cristiani, chiude una sorgente di vita, utile specialmente nelle zone di missione. Lo Stato regoli la vita pubblica e sociale, lasciando libertà di coscienza. Non ci salva lo Stato, né alcuna ‘agenzia’ umana. Ci salva la Chiesa aprendoci alla salvezza che Dio dona a tutti i suoi figli. .

Vangelo secondo Luca 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

RICONOSCERE GESU’

Riconoscere Gesù, così come si riconosce un amico, una persona cara. Senza vergognarci della sua amicizia, e senza ostentarla, ma vivendo nella gioia della sua presenza. Non è solo riconoscere Gesù, ma anche chi condivide la fede, chi opera il bene. Occorrono molte collaborazioni perché la fede e il bene che ne deriva si manifestino al mondo e diano testimonianza al Signore. Potrà esserci contraddizione o persecuzione. Lo Spirito Santo ci insegna e ci accompagna.

Vangelo secondo luca 12,1-7

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

AMICI MIEI

Il tono che Gesù usa verso i discepoli, che a fatica trovano posto vicino a lui nella marea di folla che lo circonda, è di grande attenzione e affetto, fino a chiamarli sorprendentemente ‘amici miei’. Fino a dire, con un filo di ironia, che essi valgono più di molti passeri, e persino i capelli del loro capo sono contati. Anche noi Gesù stringe a sé e vuole salvaguardare dall’ipocrisia dei farisei di oggi e dalla paura del satana di sempre.

Nell’incontro quotidiano della stampa con i giornalisti, ecco cosa scrive, sabato 14 ottobre, l’Osservatore Romano:

….Ha quindi preso la parola dom Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’ordine Cistercense, che partecipa ai lavori nell’ambito dell’Unione dei superiori generali. Il monaco ha parlato di «fase di cenacolo», dove l’importante non è «quello che dobbiamo capire o dire» ma la preparazione a «uno spazio di ascolto dello Spirito Santo, in cui Egli possa dire alla Chiesa ciò che vuole e quello di cui la Chiesa ha bisogno oggi».

Lepori ha messo in evidenza la metodologia seguita nel Sinodo: lo stile di lavoro dei Circoli minori intorno a un tavolo, ha spiegato, «è veramente un aiuto enorme a partecipare», in «un dialogo stretto», a rimanere continuamente «attivi nell’ascolto e nella parola che si dice», come una «responsabilità delegata verso l’insieme». Questo vuole dire, ha aggiunto, «relazioni» e conoscere le persone con la loro storia.

L’abate cistercense ha raccontato che, in questi giorni, era seduto accanto a una donna israelo-palestinese, condividendo così l’esperienza di una persona che «soffre nella sua carne la guerra attua le». E ha, inoltre, fatto notare di essere al Sinodo, perché eletto dell’Unione superiori generali. In questo contesto, ha detto, è chiamato a rappresentare la vita monastica e proprio come monaco sta imparando molto da questo Sinodo. Anche perché, ha confidato, ricorda «un po’ l’impostazione che san Bene detto dà al cammino di ogni comunità», affermando che «l’abate deve regolare il cammino del gregge in modo che i forti non siano mortificati nella loro generosità e i deboli non siano scoraggiati». Questo significa che «si deve regolare il cammino della comunità e il Sinodo lo fa per tutta la Chiesa». Il valore più grande, infatti, «non è tanto quello che diciamo o decidiamo» ma anzitutto che «si mantenga la comunione della Chiesa». Per questo Lepore ha confidato di sentirsi richiamato «a una conversione, a un ascolto», considerando che forse è venuto al Sinodo preoccupato più di quello che doveva dire o si sarebbe detto, e invece si è accorto che «la cosa più importante è quello che lo Spirito Santo dirà e quindi il nostro ascoltarci reciproco». È importante, ha aggiunto, «veramente ascoltarsi senza che la parola mia o dell’altro ci separi».

L’abate ha concluso sottolineando che si è creata e si crea sempre di più come «una comunione di fondo, una simpatia, un’empatia» tra tutti che stupisce e riempie di speranza. «Stiamo andando — ha detto — verso qualcosa che è bello per la Chiesa intera», per cui è bene «dargli tempo, silenzio, spazio», e soprattutto dare la possibilità «a Dio di convertire il nostro cuore». …