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Vangelo di Luca, 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

PICCOLI DAVANTI A LUI

Un Vangelo così ridesta il bisogno e il desiderio di incontrare il Signore. Non fa ostacolo essere piccoli davanti a Lui, anzi è la condizione perché Egli si sveli, come vediamo negli occhi di meraviglia dei bambini quando raccontiamo di Gesù. Già essi ‘vedono’ il Signore, insieme con tutti i ‘piccoli’ che lo guardano e ascoltano la sua parola. Occorre prestagli finalmente attenzione, facendo spazio al silenzio interiore che mette a tacere pretese e distrazioni.

Vangelo di Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

PRIMI INCONTRI

Guardare il primo incontro di Gesù con Andrea e gli altri pescatori, è emozionante. Camminando sulla spiaggia Gesù vede due pescatori in azione; più discosto, altri due rassettano le reti. Li chiama: “Venite…”. Lasciano barca e reti e lo seguono. Prima ancora, Andrea e Giovanni avevano cercato il Battista al fiume Giordano e avevano seguito Gesù. E’ l’inizio di tutto. L’ondata di quella chiamata lambisce le sponde dei secoli e giunge fino a noi. L’attrattiva di Gesù sospinge a seguirlo, allora come oggi.

SE CAMBIA IL MESSALE….

Non saranno solo le luminarie, apparse con largo anticipo sulle strade, ad accompagnarci verso il Natale. Nè solo le sagge raccomandazioni o le minacciose previsioni riguardanti l’andamento del virus. Sul piede di partenza dell’Avvento, ecco scattare il nuovo Messale, il librone che accompagna la celebrazione dell’Eucaristia. Un po’ meno imponente di quello in uso da decenni, ma bello e pulito e senza pagine ormai sgualcite dall’uso. Celebrare l’eucaristia con il Messale nuovo nella prima domenica di Avvento, all’inizio dell’anno liturgico, potrà dare un po’ l’emozione del primo giorno di scuola elementare, con il sussidiario tutto nuovo. Le parole riprenderanno il loro corso come un’acqua vivace che rimbalza con spruzzi di novità: lo sguardo aperto a ‘fratelli e sorelle’, il Gloria cantato dagli ‘uomini amati dal Signore’, la rugiada dello Spirito Santo, fino alla rinnovata domanda del Padre nostro, per finire con lo slancio del congedo finale. Il Messale è un libro, e non prega da solo. Diventa vivo con il sacerdote che celebra, la comunità che partecipa, l’assemblea che canta, i gesti che uniscono. Di questi tempi, ci sentiamo tutti un po’ ingessati tra mascherine e posti distanziati. E tuttavia, vederci e sentirci ‘in presenza’ allieta il cuore e sostiene la speranza. Il Messale suggerisce le parole della preghiera, segna il ritmo del tempo sull’altalena delle stagioni e sul corrimano della vita di Gesù, e conduce tutta l’umana esistenza dentro il mistero di Dio. Lo sperimentiamo nel calendario dei santi antichi e nuovi, da Maria Maddalena dichiarata ‘apostola degli apostoli’, agli ultimi santi, papi, nuovi martiri, medici e donne di casa e ragazzi al computer. L’antico diventa nuovo, il nuovo germoglia dal passato, il presente si proietta nel futuro. Il Messale – con la buona compagnia del Lezionario - è un po’ la Bibbia attualizzata, è la storia della salvezza in azione. Dovremo fare attenzione a percorrerlo tutto, di stagione in stagione, di mese in mese, di settimana in settimana, di giorno in giorno. Senza scavalcare le parole o modificare i contenuti. Senza che il ‘turbamento’ della preghiera che segue il Padre nostro si banalizzi in ‘paura’, e senza che ‘i nostri peccati’ vengano attribuiti alla Chiesa, sposa santa e santificatrice. E via di seguito. Il contenuto del Messale è di più, e non va rimaneggiato con le nostre fantasie o modificato con le nostre invenzioni. Ci lasciamo accompagnare con umiltà e fiducia dentro il mistero di Dio che ci abbraccia con la vicenda umana del Figlio che si abbassa fino alla croce e si innalza fino al Padre. Mistero grande, dal Natale alla Pasqua, dal Messale alla vita.

Vangelo secondo Marco 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

UN AVVENIMENTO NUOVO

L’Avvento che inizia intercetta perfettamente la nostra attesa. Attendiamo un avvenimento nuovo, che ci liberi delle paure e dalle angosce che premono sul cuore. Attendiamo il Natale. Non un Natale vuoto, da usare come pretesto per altro: vacanza, gite, neve… Quello di cui abbiamo bisogno, è il Natale di Gesù: la sua presenza nella vita, la sua compagnia nella Chiesa, il suo calore in famiglia, la sua luce nel cuore. Il vangelo dice di vegliare, cioè di guardare nella direzione giusta. Con il profeta Isaia gridiamo: “O se tu squarciassi i cieli e scendessi”. San Paolo ci avverte che, se è vero che siamo ancora in attesa del giorno della sua venuta, già ci è donata la grazia della sua presenza, con la sua parola e la sua conoscenza. Oggi, l’uso del nuovo Messale, con piccoli ma significativi cambiamenti, ci rende più desti e attenti.

Vangelo di Luca 21,34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.

ATTESA VIGILE E FIDUCIOSA

Non ci vengono risparmiate le difficoltà e le fatiche della vita. Né possiamo fuggirle mentendo a noi stessi e abbandonandoci alla finta allegria. Possiamo invece sempre guardare avanti, secondo la promessa che ci è stata fatta. La salvezza verrà da un avvenimento nuovo, non prodotto dalle nostre mani. Supereremo ogni potenza di male vegliando e pregando, cioè con un vero affidamento a Colui che ci libera dal male e porta a compimento il nostro destino.

 

Vangelo di Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

I GERMOGLI DEL MONDO NUOVO

Gesù non annuncia una fine e una distruzione, ma l’inizio di un mondo nuovo, che Egli ottiene da Dio Padre per noi uomini. Di questo mondo nuovo scorgiamo i germogli fin da quaggiù. In mezzo alla dissoluzione e alla morte che sono tra noi, scorgiamo sempre nuovi semi di speranza: li riconosciamo in chi spende la vita per il prossimo, in chi non teme di credere nella bontà di Dio anche in mezzo alla difficoltà e vive una consapevole gioia.

 

Vangelo di Luca 21,20-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

VERSO LA LIBERAZIONE

Come in una visione del futuro, Gesù vede la distruzione di Gerusalemme sull’orizzonte della fine del mondo. Tuttavia l’avvenimento che si impone su tutto è la venuta gloriosa del Figlio dell’uomo, cioè di Gesù stesso. Nessuno può sottrarsi all’ora della fine, ma – sulla parola del Signore - possiamo risollevarci e alzare il capo, e andare incontro a Lui, nostro liberatore. Gesù è il nostro liberatore non solo per il tempo finale, ma anche per ogni giornata e ogni circostanza che viviamo.

 

Vangelo di Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

LA VITA PER GESU’

Il martirio è la più grande testimonianza che i cristiani danno a Gesù: manifesta che la fede e l’amore a Lui valgono più della vita. Chi perde la vita per Cristo la trova, per sé e per gli altri. Vive nella gloria della vita divina, e la sua testimonianza dona slancio ad altri cristiani e a persone che proprio per il loro martirio arrivano alla fede. Santa Caterina, donna intelligente e decisa nella fedeltà a Cristo, ne è testimone.

 

Domenica 29 novembre 2020 - I DI AVVENTO, Ciclo B

Introduzione del celebrante

All’inizio dell’Avvento riconosciamo che l’attesa del nostro cuore si apre alla promessa del Signore. Rivolgiamoci a Lui con fiducia.

  1. Signore Dio, tu sei la risposta alla nostra attesa; volgi verso di te i passi della nostra giornata, con la preghiera e la carità; rendici fedeli al compito della vita, vigilanti per riconoscerti,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Dio, insegnaci il silenzio e la preghiera, sull’esempio delle persone consacrate, che affidiamo a te insieme con Papa Francesco, il vescovo, i sacerdoti, i diaconi e tanti cristiani tuoi testimoni,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore, ti presentiamo le gioie e le speranze, i drammi e le tragedie del nostro mondo. I governanti e quanti esercitano un potere sociale o economico, operino per il vero bene delle persone,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore, la partecipazione festiva all’Eucaristia, accompagnati dal nuovo messale, sostenga l’amore degli sposi, la cura verso i figli, il rispetto per gli anziani, l’apertura al prossimo, la carità verso chi è nel bisogno,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Dio nostro, guarda le nostre necessità e vieni incontro al desiderio e alla domanda che poniamo davanti a te con fiducia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli

Spunto della domenica   (*)

L’Avvento che inizia intercetta perfettamente la nostra attesa. Attendiamo un avvenimento nuovo, che ci liberi delle paure e dalle angosce che premono sul cuore. Attendiamo il Natale. Non un Natale vuoto, da usare come pretesto per altro: la vacanza, le gite, la neve… Quello di cui abbiamo bisogno, è il Natale di Gesù: la sua presenza nella nostra vita, la sua compagnia nella Chiesa, il suo calore in famiglia, la sua luce nel cuore. Il vangelo ci dice di vegliare, cioè di guardare nella direzione giusta. Con il profeta Isaia gridiamo: “O se tu squarciassi i cieli e scendessi”. San Paolo ci avverte che, se è vero che siamo ancora in attesa del giorno della sua venuta, già ci è donata la grazia della sua presenza, con la sua parola e la sua conoscenza. Oggi il nuovo Messale, con piccoli ma significativi cambiamenti, ci fa più desti e attenti.

(*) Questo ‘Spunto della domenica’ potrà essere usato anche nel foglietto parrocchiale della domenica, come già si usa fare.