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Domenica 30 maggio 2021 - SOLENNITÀ DELLA SS. TRINITÀ, Ciclo B

Introduzione del celebrante

Siamo figli di Dio Padre, salvati dal Figlio Gesù, santificati dallo Spirito Santo, qui riuniti nella comunione del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Rivolgiamo la nostra preghiera al Dio Uno che vive in Tre Persone.

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Padre che sei nei cieli, donaci la grazia di vivere come tuoi figli; tutti gli uomini giungano a conoscerti, amarti, adorarti,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Figlio Unigenito del Padre, che ti sei fatto uomo per noi uomini e per la nostra salvezza, donaci di incontrarti e seguirti come discepoli, fratelli, amici nella vita della Chiesa,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. O Dio Spirito Santo, apri per noi un cammino di santità con la Parola del Vangelo e i sacramenti. Liberaci dalle nostre paure e sostienici negli slanci del bene,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

  1. Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, raccogli nell’unità i popoli della terra; donaci di vivere un’esperienza di fraternità per diventare tuoi testimoni nel mondo,

Preghiamo: Santissima TRINITA’, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante:

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, accogli le invocazioni degli uomini, creati, redenti e santificati dalla tua grazia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

SEGNATI DALLA TRINITA’

La Trinità non è un’idea da spiegare, ma un fatto da raccontare. La riconosciamo guardando Gesù, che si manifesta come Figlio del Padre, affinché anche noi diventiamo figli, santificati nello Spirito Santo. La storia di Dio Trinità con noi, inizia con il Battesimo nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, e prosegue con il segno di croce di ogni giorno e di ogni Messa. Siamo ‘segnati’ dalla Trinità, come figli e fratelli. La Chiesa è raccolta nell’unità del Padre, Figlio, Spirito Santo e viene mandata nel mondo come segno dell’Amore di Dio: una Chiesa che comincia nella nostra persona, nella famiglia, nei rapporti fraterni.

Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

COSA HAI LASCIATO???!!!

A Pietro, sicuro di avere lasciato tutto, verrebbe da dire: “Cosa hai lasciato, Pietro? Cosa conta quello che lasci, rispetto a quello che ottieni?” Non tanto perché hai guadagnato in case – infatti trovi ospitalità anche in case non tue – o in fratelli e sorelle e familiari, nella grande compagnia della Chiesa. Tu hai incontrato Cristo, sei stato con Lui tre anni, hai goduto di una compagnia assolutamente unica al mondo. Hai trovato il senso della vita e la vita stessa…. Lascia perdere i paragoni.

Vangelo secondo Giovanni 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

IL POSTO DI MARIA

Tra ieri, festa di Pentecoste, e oggi, inizio della prima settimana del tempo ordinario dell’anno liturgico, troviamo Maria in due situazioni profondamente diverse. Oggi Maria è sotto la croce del Figlio, che la consegna come Madre a Giovanni, mentre alla Madre consegna Giovanni. Ieri, Maria stava nel Cenacolo con gli altri centoventi e accoglieva con loro il dono dello Spirito. Ambedue le situazioni inseriscono Maria nel cuore della Chiesa e allargano l’ambito della sua maternità fino a noi, fino a me.

Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

LO SPIRITO CHE DA’ VITA
Pentecoste: quel Gesù che abbiamo visto salire in cielo, manda a noi il suo santo Spirito che lo rende presente e vivo nel mondo, nella Chiesa, e nei nostri cuori. Con lo Spirito Santo la storia di Gesù diventa un fatto attuale per noi, un’esperienza personale. Nello Spirito ritroviamo vigore, speranza, fortezza. Il dono divino dello Spirito agisce nella Chiesa: nei sacramenti, nella convocazione eucaristica, nella carità aperta alla missione. Rinnova il mondo cambiando il cuore e la vita delle persone. Apriamoci allo Spirito Santo e collaboriamo con Lui, convocati con Maria nella Chiesa.

Vangelo secondo Giovanni 21,20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

LA FIRMA DELL’EVANGELISTA

Con questa conclusione del Vangelo che raccoglie la ‘testimonianza vera’ dell’apostolo che ‘vide e credette’, l’autore mette in qualche modo la sua firma. Egli attesta così di aver vissuto più a lungo degli altri testimoni di Gesù, e nello stesso tempo afferma che è impossibile contenere in un testo scritto le ‘molte altre cose compiute da Gesù’. La realtà della vita di Gesù potrà essere trasmessa attraverso la testimonianza dei discepoli che – come Santa Rita - vivono amando e seguendo il Signore, illuminati e corroborati dallo Spirito Santo.

Vangelo secondo Giovanni 21,15-19

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

MI AMI TU?

Le tre domande di Gesù sono staffilate che colpiscono il cuore. Che cosa ci domanda Gesù? Di essere bravi, fare cose eccezionali, essere perfetti? A Simone Pietro domanda solo di amarlo, e questo basta per affidargli ‘agnelli e pecore’ del suo regno. Quanti uomini e donne, e perfino bambini e ragazzi, hanno dato la vita a Gesù come all’amore più grande, in una quotidiana fedeltà o nel tormento del martirio? Oggi ricordiamo due gruppi di martiri del ‘900, rappresentanti di una schiera senza numero.

Vangelo secondo Giovanni 17,20-26

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

ANCHE PER NOI

Nell’Ultima Cena, Gesù ha pregato anche per noi, che abbiamo creduto attraverso una lunga catena di testimoni. La fede non è un fenomeno solitario, ma ci lega a un lungo passato e si allarga a tutti i credenti del presente. Gesù prega il Padre perché diventiamo una cosa sola, cristiani del passato e del presente, del nord e del sud: segno visibile dell’unità del Figlio con il Padre, e inizio di un mondo nuovo. Ogni passo in questa direzione, salva il mondo.

 

Vangelo secondo Giovanni 17,11-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

CUSTODITI E LIETI

Le parole di Gesù nell’ultima Cena esprimono tutta l’intensità del suo amore per i discepoli presenti e per noi. Anche Gesù ‘trema’ al pensiero di lasciare i suoi amici. Per questo li affida al Padre perché li custodisca nell’unità e li difenda dal Maligno mentre sono ancora nel mondo. In questa unità con il Padre e con il Figlio Gesù, i discepoli potranno sperimentare ‘la pienezza della mia gioia’, anche vivendo nel mondo in mezzo a contrasti e tribolazioni. Così ci vuole bene Gesù!!

Domenica 23 maggio 2021 - PENTECOSTE, Ciclo B

Introduzione del celebrante:

In questo giorno di Pentecoste, convocati in questa assemblea eucaristica nella fede della Chiesa, invochiamo insieme lo Spirito di Dio.

Ripetiamo: VIENI SANTO SPIRITO

  1. Dio Padre, che rinnovi il mondo con lo Spirito del tuo Figlio, infondi il dono dell’unità e della pace nei popoli, nelle famiglie, nel cuore delle persone,

Preghiamo: VIENI SANTO SPIRITO

  1. Signore Gesù, Figlio del Padre, rinnova la tua Chiesa con l’effusione dello Spirito Santo sul Papa, i vescovi, i sacerdoti e tutti i fedeli cristiani, perché siano tuoi testimoni,

Preghiamo: VIENI SANTO SPIRITO

  1. Spirito Santo del Padre e del Figlio, effondi sui fedeli cristiani i tuoi sette santi doni, attraverso i sacramenti della Chiesa,

Preghiamo: VIENI SANTO SPIRITO

  1. Signore Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, la tua grazia sostenga la vita che sorge nel grembo della madri e faccia crescere nel mondo i frutti e le opere del bene,

Preghiamo: VIENI SANTO SPIRITO

Conclusione del celebrante

Vieni, Spirito di Dio, per farci vivere, amare e sperare. Rinnova la faccia della terra e il nostro cuore. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

LO SPIRITO CHE DA’ VITA

Pentecoste: quel Gesù che abbiamo visto salire in cielo manda a noi il suo santo Spirito che lo rende presente e vivo nel mondo, nella Chiesa, e nei nostri cuori. Nella grazia dello Spirito Santo la storia di Gesù diventa un fatto attuale per noi, un’esperienza personale. Nello Spirito ritroviamo vigore, speranza, fortezza. Il dono divino dello Spirito agisce nella Chiesa: nei suoi sacramenti, nella convocazione eucaristica, nella carità aperta alla missione. Rinnova continuamente il mondo, cambiando il cuore e la vita delle persone. Collaboriamo con lo Spirito Santo e invochiamolo, convocati insieme con Maria nella Chiesa.