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Vuoi stare accanto a Gesù in croce, con Maria e Giovanni e le donne? Un vero atto di amore. Per Chioggia: ore 15 Celebrazione della Croce a San Domenico. Ore 20 Celebrazione della Croce in Cattedrale. Ore 21 Via Crucis dalla Cattedrale a San Domenico. E’ il cammino del Venerdì Santo….

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42

….I soldati presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

CON GESU’ IN CROCE

Il lungo racconto della Passione del Signore nel Vangelo di Giovanni domina il Venerdì Santo. Oggi decidiamo di stare accanto al Crocifisso insieme con Maria e Giovanni e le donne; insieme con tutti i cristiani che stanno accanto a Cristo in Croce. La grande Azione Liturgica ne fa memoria; il silenzio, il digiuno e la penitenza che la Chiesa suggerisce per il Venerdì Santo ci fanno partecipare come discepoli, amici e familiari. Volgendo lo sguardo e il cuore a Gesù ci affidiamo a Dio Padre.

 

Gesù invita oggi i suoi amici all’Ultima Cena, dove offre il suo Corpo e il suo Sangue, e dove lava i piedi ai dodici Apostoli. Anche tu sei tra i suoi amici e le sue amiche. La comunità degli amici e  discepoli si trova insieme. In Cattedrale oggi alle ore 18. Gesù aspetta anche te, anche voi!.

Vangelo secondo Giovanni 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

IL GIORNO DELLA CONSEGNA

Nell’ultima ora Gesù consegna se stesso. Mentre sta per ‘passare da questo mondo al Padre’, Gesù esprime una duplice consegna ai ‘suoi che erano nel mondo’. E’ il gesto del lavare i piedi, come il servo verso il padrone, e l’invito a ‘lavare i piedi gli uni agli altri’. E’ il gesto dell’offerta del suo corpo e sangue nel segno del pane e del vino. Mentre esce dal mondo, Gesù rimane nella compagnia dei fratelli, divenuti servi gli uni degli altri, e nel suo corpo donato e condiviso

Ciao! Disponiamo il cuore – e gli orari – alle celebrazioni della Settimana Santa e della confessione nei prossimi giorni. Ciao!

Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

L’ORA DELLA GLORIFICAZIONE

Accanto a Gesù e agli altri apostoli, oggi e domani vediamo agire Giuda, il traditore. Gesù ne è consapevole e non si sottrae. Quando Giuda esce dall’ultima cena per dare compimento al suo piano perverso, Gesù proclama l’ora della glorificazione sua e del Padre: il Padre si mostra disposto a ‘perdere’ il Figlio suo, e il Figlio si dona totalmente al Padre. Un cammino misterioso che si chiarisce nei fatti che seguono: la passione, la morte, e finalmente la risurrezione del Figlio del Padre.

La settimana inizia con la Via Crucis che parte dal piazzale San Domenico e arriva alla Cattedrale, stasera alle ore 19,15. Proposta a tutti da Comunione e liberazione della Diocesi di Chioggia. Un gesto intenso che per guardare insieme Gesù in questa Settimana.

Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

IL PROFUMO DI BETANIA

Il gesto di amore delicato e struggente di Maria, sorella di Lazzaro risuscitato, accompagna con il suo profumo l’inizio della Settimana Santa. Premonizione della morte e anche della risurrezione di Gesù. E i poveri? Gesù è chiaro e deciso. Coloro che si dedicano veramente a Lui, non esitano poi a dare la loro vita e i loro beni per i poveri. La logica del Vangelo è impellente. Abbiamo sotto gli testimonianza dei santi e di tanti ‘normali’ cristiani.

Con Gesù e con il popolo cristiano, entriamo a Gerusalemme. In Cattedrale ore 10 a partire dal cortile dell’Episcopio. Seguono altre Messe ore 12 e ore 18.
Buona Settimana Santa!

Vangelo secondo Marco 11,1-10

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

UNA STORIA PER NOI

La storia di Gesù non permane appena nel racconto che la rievoca e nella scena che la riproduce.
I drammi sacri, soprattutto quelli che rappresentano la Passione del Signore, e la grande liturgia della Settimana Santa, incrociano ancora un popolo non di soli spettatori, ma di gente fedele che si rende partecipe di quanto accade. Le celebrazioni della settimana Santa non sono teatro e non si riducono all’esteriorità del rito e all'emozione dello spettacolo, ma ripropongono Gesù che rivive i misteri, cioè i fatti della sua vita attraverso il suo permanere nel tempo come risorto.
Si comincia oggi con il solenne ingresso a Gerusalemme e lo sventolio degli ulivi, e con l’intensità della lettura della Passione del Signore Gesù nel Vangelo di Marco. Quando gli occhi si spalancano e il cuore si apre, ci accorgiamo che quanto accade a Gesù è ‘per noi uomini e per la nostra salvezza’.

- Oggi la Giornata della Memoria dei Missionari Martiri coincide con la Giornata diocesana dei giovani. Viene celebrata stasera ore 21 alla Chiesa della Navicella a Sottomarina.

- Grazie per la celebrazione conclusiva della Visita Pastorale nel vicariato di Chioggia , ieri sera. Preghiera e utili indicazioni per tutti. Da riprendere e da vivere!

Vangelo secondo Giovanni 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

NEL VIVO DEL DRAMMA

Certe pagine di Vangelo conducono quasi in presa diretta dentro gli avvenimenti della vita di Gesù. La sua azione sconcerta gli avversari. Persino la risurrezione di Lazzaro, che pur induce molti alla fede, accentua l’opposizione e provoca una decisione perversa. Così, di giorno in giorno per rapidi flash anche noi veniamo introdotti nel dramma della Passione del Signore. Non è solo un racconto del passato. Il dramma di fede e di tradimento continua a ripetersi nella nostra vita e nella storia del mondo.

Arriva la primavera, accogliendo Gesù!!

Vangelo secondo Giovanni 8,31-42

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

SCHIAVI O LIBERI?

Schiavo è chi si allontana da Dio: cade in balia del male. Libero è chi riconosce la verità che gli viene incontro, con il volto e le opere di Gesù. I Giudei di cui parla il Vangelo avevano l’opportunità di riconoscere che la promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza diventava concreta in Gesù. Dio, che aveva parlato ad Abramo, si manifesta ora nelle parole e nelle opere di Gesù. Gesù ci introduce nel cammino dei figli, uomini liberi dal male.

Vangelo secondo Giovanni 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

IN VETTA: “IO SONO”

Gesù ci conduce alla vetta della rivelazione, sul panorama che svela la sua identità. “Io sono di lassù”. E infine: “Io sono”: il nome con il quale Dio si svela a Mosè dal roveto ardente sul monte Oreb. Può un uomo esprimersi così? Ecco la conferma: “Dico al mondo le cose che ho udito da lui. Faccio sempre le cose che gli sono gradite”. Gli interlocutori hanno davanti agli occhi la concretezza di queste ‘cose’. Anche noi, come i ‘molti’ del Vangelo, crediamo in Lui.

Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

GIUSEPPE, SPOSO E PADRE

Umile e grande, gli viene affidata una ‘missione impossibile’. Giuseppe la svolge con fiducia, determinazione, tenacia. Per lui vale solo la chiamata che gli giunge dal cielo, e su questa conduce tutti i passi della vita. Giuseppe, dopo avere accolto, coltivato, protetto e fatto crescere la famiglia di Nazaret, con la sposa Maria e il Bimbo Gesù, entra pazientemente nella considerazione e nella devozione dei cristiani, che lo guardano come sposo, padre, protettore. A Giuseppe, giusto di fronte a Dio e agli uomini affidiamo la Chiesa, le famiglie, il mondo.