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Martedì 20 marzo 2018, San Giovanni Nepomuceno, sacerdote e martire, Boemia 1330-1383

Vangelo secondo Giovanni 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

IN VETTA: “IO SONO”

Gesù ci conduce alla vetta della rivelazione, sul panorama che svela la sua identità. “Io sono di lassù”. E infine: “Io sono”: il nome con il quale Dio si svela a Mosè dal roveto ardente sul monte Oreb. Può un uomo esprimersi così? Ecco la conferma: “Dico al mondo le cose che ho udito da lui. Faccio sempre le cose che gli sono gradite”. Gli interlocutori hanno davanti agli occhi la concretezza di queste ‘cose’. Anche noi, come i ‘molti’ del Vangelo, crediamo in Lui.