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I BAMBINI GUARDANO GIOTTO

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Due fratellini vanno in vacanza con il nonno il 26 luglio, festa di San Gioacchino e Anna, nonni di Gesù. Questo semplice inizio offre il pretesto per raccontare in un dialogo allegro e vivace ‘la storia più bella del mondo’ come la dipinge Giotto nella Cappella degli Scrovegni cominciando da Gioacchino e Anna. Il dialogo tra nonno e nipoti si svolge con notazioni che suscitano la curiosità dei bambini: l’angelo che passa giusto giusto per la finestra che se fosse stata più stretta ci avrebbe perso qualche penna, il bacio di Gioacchino e Anna che forma giusto un cuore, la levatrice che stringe il nasino di Maria appena nata per modellarlo ben bene, e via di seguito con il violino panciuto, le rughe del volto di Anna ed Elisabetta, le croci disegnate nascostamente nella scena della Natività e soprattutto i cammelli che fanno ooh vicino ai re magi. Di scena in scena un agile e raffinato album a colori percorre la vita di Maria e l’infanzia di Gesù per arrivare al Battesimo nel fiume Giordano. I bambini si accorgono che la preghiera del vecchio Simeone quando Gesù viene portato al tempio a quaranta giorni, è la stessa che i genitori recitano prima di andare a letto, e ritrovano nelle scene gli spunti delle preghiere che cominciano a conoscere, come l’Ave Maria, o il Gloria, o addirittura l’Angelus. La bellezza del Vangelo di Giotto diventa via alla fede anche per i piccoli.
Roberto Filippetti, Anche i cammelli fanno ooh! Itaca Castelbolognese 2016, pp 48 € 10
a.b.

COME DIPINGE GIOTTO

Il personaggio Giotto, la sua storia e i suoi giri da Firenze a Roma a Rimini a Padova a Napoli a Bologna a Milano, il suo ritratto e le sue opere percorrono le lucide pagine di questa interessantissima ‘Guida’ alla Cappella degli Scrovegni, redatta dallo stesso curatore della Mostra che sta facendo il giro del Veneto e si trova attualmente installata nel tempietto di San Martino a Chioggia. Anche nel corso delle accurate visite nelle quali si viene accompagnati da giovani studenti e da esperti, non si può vedere tutto e dire tutto. E’ interessante quindi scoprire la figura di Giotto: il suo aspetto fisico - ‘un corpo al limite del deforme’ - un ingegno eccellente e un’altrettanto vivace intraprendenza che potremmo definire ‘imprenditoriale’, una cristiana umiltà che gli permette di accogliere le indicazioni di tipo biblico, teologico, spirituale, fornitegli dai suoi dotti suggeritori, domenicani e francescani. Giotto inaugura una svolta nella pittura occidentale, che fino ad allora si richiamava alla nobile staticità delle icone orientali. Egli racconta storie vive, dipinge personaggi reali in situazioni vissute. Il genio si rivela nel preciso ed eloquente tratto del pennello, e in modo speciale nello straordinario rilievo dato alla simbologia cristiana facendo trasparire il segno della croce in varie combinazioni, richiamando la Trinità, raffrontando l’Antico e il Nuovo Testamento, richiamando l’attualità del mistero cristiano sia quando è raffigurato nella vita di Cristo, sia quando viene riflesso nella vita di San Francesco. Giotto è pittore, architetto, poeta. Sullo sfondo della sua pittura impariamo a innalzare lo sguardo al campanile di Santa Maria in fiore a Firenze e alle cattedrali gotiche; scopriamo Dante e l’audacia del realismo e della simbologia della Commedia. Questa Guida introduce a capire il cuore e la tecnica di Giotto, la sua fedeltà al dato biblico e alla tradizione dei Vangeli apocrifi, la sua immersione nella profondità teologica del mistero cristiano che svolge la storia di Dio per incontrare e salvare gli uomini. Il contrappunto delle virtù e dei vizi, la volta celeste trapuntata di stelle e illuminata dal sole di Cristo e dalla luna di Maria, lo sfondo della controfacciata della Cappella, che apre su paradiso e inferno, immergono il visitatore in uno spazio senza confine, carico di passato e aperto alla promessa del futuro. Veniamo avviati in un percorso di bellezza estetica, umana e cristiana, che avvolge l’uomo e il suo destino, come solo un genio toccato dalla grazia può esprimere.

Angelo Busetto

Il grido umano

Ci sono dei libri che si rivelano amici, libri che terrai sul comodino per gustarli a piccoli bocconi come un dolce squisito. Eccone uno. Il colore del libro è dato dall'espressione di un russo: "Se la Russia è quello che è, è perché io sono quello che sono". Ai tempi della repressione bolscevica religiosa e culturale, nessuna resistenza o opposizione al regime era ritenuta possibile. Eppure quel regime potente e pervasivo cadde senza alcuna violenza. Com’è stato possibile? Venne chiesto a Gorbaciov quale fosse stato il colpo che fece cadere il comunismo. Lui rispose: una nuova cultura. La cultura del samizdat, la cultura dei dissidenti, comunicata da persona a persona. Una cultura che metteva la persona al di sopra di tutto. Questo libro ne contiene l'eredità attraverso l'opera di un grande uomo che amò profondamente la Russia. Padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, morto a 93 anni nel 2016, per lunghi anni aveva raccolto, riordinato, commentato una notevole mole di scritti del samizdat e li aveva consegnati alla curatrice di questo libro perché li componesse in una forma editoriale. Ne è risultato un lavoro prezioso, dal punto di vista storico ma soprattutto per il contenuto. Artisti, poeti, scrittori, pope, gente semplice, scienziati, comunità esprimono la verità, la ricchezza e la libertà dell'animo umano. Lettere, poesie, riflessioni sull'uomo e il suo destino, sulla croce e la gloria, sulla Chiesa e il mondo, sull'amicizia e l'amore, sul perdono e la trasfigurazione, sulla comunione e la missione. Un mosaico di ricca umanità segna i passi del buon vivere. Non è solo una profonda documentazione di un drammatico periodo storico, saturo di violenza ideologica e pratica e d’altro canto ricchissimo di umanità, di intelligenza e di buon sapore, ma si rivela anche una variegata e intensa risposta al grido dell'uomo d'oggi.

Romano Scalfi, La mia Russia, Samizdat: una risposta al grido dell’uomo di oggi, La Casa di Matriona, Seriate, Bergamo 2017 pp 176 € 12,00

 

Presentazione del libro “Dov’è Dio?”

UNO SGUARDO NUOVO

Giovedì 16 novembre, entrando nella Cattedrale già gremita di persone, mi sono sentita accolta, quasi avvolta fisicamente nell’abbraccio di tanti fratelli che come me non avevano voluto perdere quell’evento. Sicuramente portavamo tutti nel cuore e nella mente un profondo interesse per ciò che è espresso nella domanda che fa da titolo al libro, “Dov’è Dio?”, l’intervista di Andrea Tornielli a don Jualiàn Carròn, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Una domanda che non sorge in astratto, ma da un cuore ferito nell’affronto delle circostanze quotidiane, nei rapporti familiari, nel lavoro, nelle situazioni sociali e pubbliche spesso drammatiche.

Mi hanno colpito molto i fatti evangelici citati, dove sorprende la bellezza dell’incontro di Gesù con persone come Zaccheo, la Samaritana, la peccatrice, e con lo stesso San Paolo. Don Carròn ricordava che questo è il metodo di Dio, iniziato con Abramo, culminato con la venuta del Figlio Gesù e che continua oggi incontrando ciascuno di noi,  me,  te, così come siamo,  senza pre-condizioni. Lo sguardo pieno di tenerezza di Gesù è entrato nella storia, in ogni storia particolare. Che sussulto al cuore far memoria della mia storia dove Gesù continua ad incontrarmi, qui ed ora, a perdonarmi, a riprendermi. Il modo chiaro ed incisivo con cui  il sacerdote, sollecitato dalle domande di Tornielli, raccontava l’esperienza cristiana, non poteva che farmi riflettere su come io vivo la mia fede. La gratitudine e la gioia per la Grazia ricevuta non possono che spingermi a desiderare di condividerla con gli altri. La  modalità, si diceva, ce la indica Papa Francesco ed è quella di stare nella vita con lo sguardo di Gesù, non riportando discorsi, ma con gesti e parole intrinsecamente legati. Mi piace una frase di Mounier citata nel libro: ”Il portiere della storia non ascolterà i vostri argomenti, guarderà i vostri volti”. “E prima ancora del portiere, anche le persone che incontriamo ogni giorno guardano i volti dei cristiani più che ascoltare le loro lezioni di dottrina, cogliendo la simpatia umana e la compassione sincera di chi abbraccia senza giudicare, perché a sua volta è stato ed è continuamente abbracciato e perdonato.” Don Carron ha concluso la serata con una frase che gli era stata rivolta da una giornalista catalana e che sintetizza tutto questo: ”In questa società abbiamo bisogno della luce dei credenti.” Per noi cristiani , penso, non ci sia sfida più grande di questa. Alla fine dell’incontro ci siamo sentiti ridestati e rilanciati a domandare questo sguardo nuovo, fedeli alla consapevolezza del Mistero presente.  Ora rimane da proseguire l’incontro continuando a leggere il libro!

 

Carissimo Andrea,

Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di leggere

in anteprima “DOVE È DIO“, il libro con  il tuo dialogo con don Julian Carron. Prima di tutto è stato un godimento. La puntualità delle domande e la chiarezza delle risposte mi hanno affascinato, facendomi desiderare che anche questo tuo libro – un po’ come la tua intervista a Papa Francesco sulla misericordia - faccia il giro del mondo. La sua 'leggibilità', anche nell'affronto di questioni impegnative, ne apre la strada.

 

Considero molto buona l'impostazione. Si tratta di un dialogo e non semplicemente di un'intervista. Il che rende più coinvolgente la lettura, in quanto i protagonisti di fronte al lettore diventano due, reciprocamente coinvolti nella loro esperienza di fede e nel loro nel mondo, anche se la tua parte rimane discreta e non toglie spazio all’interlocutore.

Interessante la scansione del libro. Si parte da una descrizione e da un giudizio sull'oggi e sulle sue radici. Vi echeggia in maniera sintetica e precisa il precedente libro di don Carron, 'La bellezza disarmata'.  Quindi tu interpelli don Carron sulla sua vicenda personale, partendo dalla chiamata a fianco di don Giussani e retrocedendo fino agli inizi della sua storia e all'ambito del suo lavoro di biblista e di educatore.

Infine, il dialogo sul movimento di Comunione e liberazione, raccontato nella sua essenza e valutato nella sua storia, senza evitare punti critici e controversi.

È la parte più 'mordente' ed è quella che ogni lettore si aspetta.  In modo molto opportuno, il libro sboccia e si conclude nel racconto del rapporto del movimento con i vari papi.

La lettura diventa più interessante e convincente anche per tutta una fioritura di episodi riportati nelle parole di don Carron e anche nelle tue interlocuzioni.

I lettori vengono introdotti a un giudizio critico sul tempo in cui viviamo, stimolando una presa di posizione di fronte ad esso e favorendo il cammino d
i fede di ciascuno. Anche quelli che apriranno il libro solo per curiosità, ne trarranno vantaggio per una fede vissuta come riconoscimento dell’avvenimento di Cristo presente.

Credo si debba dire un grosso grazie a te e a don Carron.

Attendiamo ora la presentazione del libro in tandem qui a Chioggia, tu e don Carron insieme, prevista in Cattedrale per la serata del 16 novembre.

Un caro augurio di buon lavoro.

Don Angelo

JULIÀN CARRON,  DOV’È DIO? Una conversazione con Andrea  Andrea Tornielli, La fede cristiana al tempo della grande incertezza, Piemme, Milano 2017 pp 212 € 15,90 

‘Camminare sull’acqua’: a Chioggia si può…

Una sala completamente riempita, nella sua semplice sontuosità, abbraccia le persone accorse per la presentazione del libro ‘Camminare sull’acqua’. E’ una lucente serata di inizio ottobre, giorno di festa per i Santi Angeli e alcuni amici hanno voluto stringersi attorno a Don Angelo Busetto, parroco del Duomo, narratore di una vita buona in Chioggia.
‘Questa non è appena la presentazione di uno dei più intensi libri di Don Angelo’ dice Piergiorgio Bighin che apre la serata ‘ma la scoperta, che commuove noi stessi mentre la facciamo, che qui a Chioggia esiste la possibilità di camminare sull’acqua, cioè di vivere una compagnia come quella che il libro di Don Angelo racconta. Questa compagnia, che è la chiesa, si forma e riforma continuamente come una marea che tocca le nostre vite e le vite di coloro che per grazia incontriamo, anche stasera…’ ...continua a leggere "Presentato l’ultimo libro di Don Angelo Busetto nella pinacoteca della Santissima Trinità"

Piergiorgio Bighin presenta il libro CAMMINARE SULL'ACQUA, di Angelo Busetto, Edizioni San Paolo,

nella Pinacoteca della SS.ma Trinità,  2 ottobre 2017. Prima parte.

Il libro si può trovare o richiedere nelle librerie. A Chioggia, Libreria Giunti e Libreria Cattolica. A Sottomarina Libreria il Leggio.

Presentazione del libro CAMMINARE SULL’ACQUA

di Angelo Busetto, ed. San Paolo

Camminare sull'acqua

2 ottobre 2017 Pinacoteca SS.ma Trinità,

Intervento di Piergiorgio Bighin

Stasera non è appena la presentazione di uno dei più bei libri di Don Angelo. Su questo non ci sarebbe molto da dire, basterebbe guardarlo: copertina con formella del Ghiberti dal Battistero di Firenze, premessa dotta del vaticanista Tornielli, titolo accattivante e amniotico, camminare sull’acqua appunto.
Non è appena la presentazione del libro che pur faremo, perché ci tocca fare, ma è la scoperta che commuove noi stessi mentre la facciamo che qui in Chioggia esiste la possibilità di camminare sull’acqua, cioè di vivere una compagnia come quella che il summenzionato libro ci racconta ad ogni pagina.
E ci sorprende ancora come questa compagnia che è la Chiesa si formi e si riformi continuamente come una marea che tocca le nostre vite e le vite di coloro che per grazia incontriamo e incontreremo anche stasera... ...continua a leggere "CAMMINARE SULL’ACQUA"

Invito amici e quanti lo desiderano, in un luogo di Chioggia molto bello, la Pinacoteca della Santissima Trinità, in piazzetta XX settembre presso il Municipio, Lunedì 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi, alle ore 21. Piergiorgio Bighin e alcuni altri amici ci faranno gustare alcuni RIFLESSI DI VITA dalla lettura di

CAMMINARE SULL'ACQUA

l'ultimo mio libro che le Edizioni Paoline hanno pubblicato con la presentazione di Andrea Tornielli.

Mi farà molto piacere vedervi.

Un caro saluto!!

don Angelo

Camminare sull'acqua

 

Un pastore che ti accompagna

Quante cose in noi ce le rimproveriamo spesso e sempre di nuovo e ci sembra di non riuscire mai a correggerci. S. Benedetto dice che il problema è correggere ed emendare. Correggere implica l'offerta di un accompagnamento di qualcuno che ti si fa vicino per guidarti sulla buona strada, camminando con te, sostenendoti con la sua presenza. Non è una correzione a distanza, teorica, un giudizio che ti viene gettato in faccia e col quale sentirti solo giudicato. La correzione è l'approssimarsi a te di un pastore che ti guida. Chi mi corregge è un pastore che è con me, che mi guida sul retto cammino anche passando per valle oscura. Ma questa grazia non è imposta, chiede la mia libertà.

citazione da

Mauro-Giuseppe Lepori: RICONOSCERE CRISTO, MISERICORDIA DEL PADRE