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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La nostra riflessione sulla misericordia di Dio ci introduce oggi al Triduo Pasquale. Vivremo il Giovedì, il Venerdì e il Sabato santo come momenti forti che ci permettono di entrare sempre più nel grande mistero della nostra fede: la Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Tutto, in questi tre giorni, parla di misericordia, perché rende visibile fino a dove può giungere l’amore di Dio. Ascolteremo il racconto degli ultimi giorni di vita di Gesù. L’evangelista Giovanni ci offre la chiave per comprenderne il senso profondo: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1). L’amore di Dio non ha limiti. Come ripeteva spesso sant’Agostino, è un amore che va “fino alla fine senza fine”. Dio si offre veramente tutto per ciascuno di noi e non si risparmia in nulla. Il Mistero che adoriamo in questa Settimana Santa è una grande storia d’amore che non conosce ostacoli. La Passione di Gesù dura fino alla fine del mondo, perché è una storia di condivisione con le sofferenze di tutta l’umanità e una permanente presenza nelle vicende della vita personale di ognuno di noi. Insomma, il Triduo Pasquale è memoriale di un dramma d’amore che ci dona la certezza che non saremo mai abbandonati nelle prove della vita. ...continua a leggere "Il Triduo Pasquale nel Giubileo della Misericordia – Udienza di Papa Francesco – Mercoledì 23 marzo 2016"

Via Crucis 2016 -02Accorreranno tutti, mi dico, sospinti dall'attrattiva e pieni di desiderio. Non se lo lasceranno scappare. Vanno pure a vedere la partita, corrono a inseguire l'ultima firma della pubblicità. E qui c'è ben più di un uomo famoso e quotato. Gli sono andati dietro tutti, gente di ogni età e ogni razza, di tutte le culture, uniti o distinti in tutti i riti e tutte le confessioni. Questi giorni sono i suoi giorni. La liturgia cristiana li esalta cancellando tutte le altre ricorrenze e concentrandosi sui Tre Giorni, perla preziosa per la quale vale la pena tralasciare e trasfigurare tutto il resto. Davanti a Lui si sono bloccati i soldati, i quali non l'hanno catturato, dicendo: 'Nessuno ha mai parlato come quest'uomo”. E allora, in questi giorni si riempiranno le chiese. La gente vorrà vederlo, sentirlo, condividere un fatto che determina la vita. Alcuni verranno a curiosare giovedì mattina in cattedrale, per vedere la grande schiera di preti che con il vescovo consacrano gli oli santi. Alla sera dell'Ultima Cena domanderanno che Lui gli lavi i piedi.
A meno che.... ...continua a leggere "Settimana Santa – LA FOLLA in cammino verso PASQUA"

Vangelo secondo Matteo 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

IL TRADIMENTO E LA CONSEGNA
Ci pare di venire trascinati verso l’abisso. ...continua a leggere "Mercoledì 23 marzo 2016 – San Turibio da Mogrovejo, vescovo, 1538-1606"

Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. ...continua a leggere "Martedì 22 marzo 2016 – San Basilio di Ancira sec. IV; Santa Lea, sec IV"

Via Crucis 2016 -17Occorre venire trascinati dentro, come il Cireneo. Si viene dai propri lavori, dai contrasti e contraddizioni, e si è buttati dentro un'altra cosa, più grande, più vera, più consistente. Trascinati in un'altra strada, presi da un altro legame.

Come chi, mosso da circostanze esteriori, si ritrova attratto da un amore: così deve essere stato per Maria, per Veronica, per le donne, per Giovanni. Non avrebbero potuto essere altrove, con il corpo e con il cuore. Lì interamente, a guardare. Non ho guardato volti e nemmeno la croce. Sentivo. Le parole del Vangelo, consuete e nuove, e poi le parole trafiggenti di Giussani, lette una partecipazione che ne diceva la verità. Sentivo le parole della vocazione, del volto. Che cosa sono io senza quel volto, senza questa storia che è nata da Lui e per fare incontrare Lui? Senza questa verità che mi raccoglie dalla distrazione, dalle tensioni, dalle divisioni. ...continua a leggere "Quella VIA CRUCIS – lunedì 21 marzo – in solitaria e in comunione"

Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

GESU’, L’AMICO

Mancano sei giorni a Pasqua, come oggi. Casa di Betania, ospitale per Gesù, a breve distanza da Gerusalemme, a un corto intervallo dalla sua passione e morte. E dalla risurrezione. Restiamo commossi o scandalizzati dal gesto della donna? Gesù aveva bisogno di quell’accoglienza, di quella carezza, di quel profumo, di quell’amicizia. Egli non è un soldato che va coraggiosamente in guerra, non è un automa che affronta imperterrito il pericolo. Gesù è un uomo che ama, ed è amato: disposto a dare tutto se stesso, ma quanto consolato dal gesto dell’amicizia!

Foto Dom Palme 2016Vangelo secondo Luca 19,28-40

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

INGRESSO nella GRANDE SETTIMANA

Questa gente che accoglie in festa il Signore, siamo noi. Noi, contenti di essere cristiani e di riconoscere Gesù che entra in città, in casa, nella vita. Un momento dopo possiamo girargli le spalle. Di solito non con cattiveria, ma per superficialità: subito qualcosa ci distrae, subito c’è un’altra cosa da fare. Nella settimana santa che si apre oggi, Gesù ci invita a guardarlo, pensarlo, seguirlo. Come si guarda, si pensa e si ama un familiare, un amico: il Dio Figlio, nostro fratello che ci ama fino a dare interamente - e dolorosamente - se stesso.