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Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

PRIMA DELLA VENDETTA

Gesù interrompe la spirale della vendetta e della rappresaglia. Non è un invito a ‘non fare giustizia’, tanto meno un incitamento alla debolezza di fronte al male. Quante contese e violenze spariscono sul nascere, quando non ci si inalbera a reclamare quella giustizia e quella verità che farebbero pareggio tra offesa e menzogna da una parte e riparazione e punizione dall’altra? Gesù ci vuole attivi nell’accondiscendenza e nel perdono, per avviare la conversione del cuore e il cambiamento del mondo. Domandiamo la grazia di vivere così.

Vangelo secondo Giovanni 6,51-58

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

IL DONO DELLA PRESENZA

L’Eucaristia è un punto nel quale convergono il movimento di Dio verso l’uomo e il movimento dell’uomo verso Dio. Dio interviene nella vita del popolo eletto; nel Figlio che si fa uomo entra nella storia degli uomini; attraverso l’Eucaristia Gesù si rende presente con il mistero dell’intera sua vita. Anche l’uomo desidera il rapporto con Dio, e lo incontra nel sacramento del Corpo e Sangue di Cristo. Nei mesi trascorsi abbiamo desiderato e invocato di ‘vedere e toccare’ l’Eucaristia che fa di noi un solo corpo con Cristo e i fratelli. Viviamo e proclamiamo la grandezza e la bellezza del Dono del Signore.

Vangelo secondo Matteo 5,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

SEMPLICI DAVANTI A DIO

Gesù invita ad essere semplici e retti davanti a Dio e davanti al prossimo. Dio vale per se stesso, e anche l’uomo vale per se stesso. La tua parola non ha bisogno di nessuna altra conferma che non sia il tuo cuore, la correttezza del desiderio e l’onestà dell’agire. Chiediamo a Dio che ci purifichi il cuore e ci chiarisca la mente. Sarà di aiuto la conoscenza di santi come Sant’Antonio, rischiarati dall’ardore della cuore e del mente e dalla limpidità della lingua.

Domenica 14 Giugno 2020

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

(Corpus Domini), Solennità, Anno A (bianco)

Introduzione del Celebrante

Nel cammino della vita, Gesù è con noi e si svela in questa celebrazione Eucaristica del Suo Corpo e del Suo Sangue. Ci rivolgiamo a Lui con fiducia.

  1. Signore Gesù, tu ci raduni in questa celebrazione per donarci te stesso, Pane vivo che ci sostiene nel cammino. Dona a noi e a tutto il popolo cristiano di riconoscerti e accoglierti con amore e fedeltà,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, rinnovaci nella fede e nell’impegno di una vita fraterna. Sostieni tutti coloro che sono impediti o ostacolati nel lavoro e nelle attività dell’estate,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, Ti ringraziamo per il ministero dei sacerdoti che edificano il popolo cristiano nell’Eucaristia. Rendili santi e donaci nuove vocazioni sacerdotali e religiose,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, sostieni con il cibo dell’Eucaristia i nostri fratelli perseguitati. Ti affidiamo i cristiani che non possono partecipare alla celebrazione eucaristica,

Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Affidiamo a te, Signore Gesù presente in questa celebrazione eucaristica, la preghiera del popolo cristiano che tu custodisci ed edifichi nella Messa e nell’adorazione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della festa

Di che cosa abbiamo bisogno per vivere? La presenza di Dio si fa vicina e diventa cibo per il cammino della vita. Ne abbiamo percepito in modo intenso il bisogno nel tempo della pandemia. Tutti i beni del mondo, i cibi, i luoghi, le bellezze, le vacanze, sono insufficienti al cuore dell’uomo e trovano valore in quanto segno di Lui. Viviamo con desiderio l’Eucaristia che ci fa diventare Corpo di Cristo insieme con i nostri fratelli.

 

Vangelo secondo Matteo 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

UN CAMMINO DI BELLEZZA

Siamo alla ricerca di una felicità più grande, che disseti come l’acqua e non bruci come l’alcol. Così è la gioia vera che allieta il cuore, rispetto al piacere che lo consuma. La gioia che viene da un amore vero e non rapace, da uno sguardo puro e non contaminato, da un abbraccio semplice e non possessivo. Gesù ci avvia su una strada che appare ripida come un sentiero di montagna, ma che conduce a un panorama pieno di bellezza.

DOVE TROVARE DIO

Per tanto tempo dentro una bolla, garantiti da scienza e tecnica e medicina; rotolando sopra la realtà con pattini che facevano sognare un mondo bello e pulito, libero da plastica e petrolio, pieno di amicizia e libertà. Diventeremo presto padroni di tutto, padroni del mondo.  Poi arriva la sorpresa del sottile pungiglione del coronavirus, e la bolla scoppia; tocchiamo terra e ci guardiamo intorno smarriti. Bisogna fare i conti con il destino, con la vita e la morte, con il lavoro e la casa. Dove trovare il confine dell’esistenza, come intercettare il garante della vita??

Da gran tempo la nostra società ha eliminato Dio dall’orizzonte della terra e del mare. Un lungo processo culturale ci aveva convinti di poter costruire da soli i sentieri che conducono alla felicità e alla salvezza. Dopo la violenza dei sistemi ideologici che progettavano la costruzione di un nuovo uomo e una nuova umanità distruggendo la libertà e azzerando la religione, ci siamo incamminati per i sentieri dell’individualismo, garantito dallo Stato che sovrintende a tutto. E dunque, sconfiggeremo il coronavirus, e andrà tutto bene. Ospedali, vaccini, e tutte le nostre provvidenze. Prescrizioni di politici e esperti, ricerche di tecnici e scienziati, dedizione di medici e infermieri.

Ma non è andata così. Ci sono stati i morti, il crollo dell’economia, la dispersione della scuola, l’avvilimento delle persone. Cristiani e non cristiani, siamo rimasti acquattati per mesi nelle nostre case, digiuni dei sacramenti e privati della comunità, in coincidenza perfetta con il tempo quaresimale e pasquale svuotato di celebrazioni e richiami. Dio tagliato fuori dalla vita pubblica, la religione relegata nelle case, la fede abbandonata a se stessa. Si può vivere così? Una chiesa senza voce nella piazza svuotata, emarginata e succube degli eventi. Nella ripresa, le comunità cristiane, indebolite e mortificate, rallentano il cammino e riducono le presenze.

Chi ci salverà? Il dolore della ferita ci fa gridare, coscienti che non bastano a salvarci le provvidenze economiche e le prescrizioni sanitarie. Il grido invoca una salvezza più grande, come il cieco Bartimeo che ai lati della strada incontra Gesù. Possiamo toccare il mantello del Signore come la donna malata, domandando quella salvezza che nessun medico può produrre. Attratti dalla piccola folla che cerca il Signore, possiamo gridare insieme, chiedere perdono, sostenerci nella carità. Ci vuole un cuore sanato per sanare il corpo. Ci vuole un Salvatore e un luogo in cui trovarlo. Senza respingimenti e chiusure. Fare posto a Dio, al Padre che ci sveglia ogni giorno, al Figlio che siede a tavola con noi, allo Spirito che rinnova la vita. Solo il ritorno di Dio ci salva.

Vangelo secondo Matteo Mt 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

GRATUITAMENTE

Che cosa c’è di più gratuito del dono della fede? E’ grazia l’incarnazione del Figlio di Dio; è grazia l’incontro con Lui. Gratuitamente abbiamo ricevuto la fede, gratuitamente collaboriamo alla missione di Gesù nel mondo. E’ un dono da condividere, senza preoccuparsi di sostenerlo con grandi strutture e grandi opere: “Strada facendo”, dice Gesù. Camminando nel mondo, vivendo tra gli uomini, il Signore Gesù si manifesta e si comunica. Fino al sacrificio della vita nel martirio, come accadde a Felice e Fortunato, giovani mercanti.

Vangelo secondo Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

FEDELTA’

 

Gesù non è un rivoluzionario, di quelli che per fare un mondo nuovo hanno bisogno di distruggere il passato o di eliminare la libertà degli altri. Gesù porta a compimento ogni bene che il Creatore ha seminato nel mondo e nel cuore dell’uomo. In particolare, egli fa fruttificare la lunga storia del popolo ebreo visitato da Dio. Ci chiama a rispondere all’alleanza di Dio con noi, non seguendo un capriccio provvisorio e individualista, ma nella fiduciosa fedeltà a un’appartenenza lieta e feconda.

Vangelo secondo Matteo 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

BASTA LA PRESENZA

Il Signore ci riempie il cuore con il dono delle parole che descrivono la nostra identità e missione: sale che dà sapore, luce che illumina. Possiamo essere così solo per derivazione, solo per grazia. Gesù riempie di gusto la nostra vita, e le dà sapore. Lui è la luce che illumina il mondo, e noi ne portiamo il riflesso come uno specchio. Quando accade così, negli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, basta la presenza. E gli altri si accorgono di noi. Anzi, di Lui.

Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

CAMMINO DI BEATITUDINE

Ci sorprende oggi il Vangelo di Matteo, che continueremo a leggere di seguito per molte settimane, con l’annuncio delle beatitudini. Non poteva esserci cosa più grande e più bella di questa promessa di beatitudine, che attraversa tutta la nostra vita, dalla pandemia alle delusioni, dalle malattie alle persecuzioni. Il Signore Gesù si introduce nel nostro cammino umano e ci chiama a seguirlo, ci stringe a sé rendendoci partecipi della sua vita, della sua croce, della sua risurrezione.