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Vangelo di Matteo, 18,1-5.10

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

L’ANGELO DI OGNI GIORNO

Un Angelo per ciascuno, per indicarci la strada e sostenerci nel cammino. Non solo gli Arcangeli, protagonisti della grande storia del mondo, ma gli Angeli di ogni giorno, quelli dei bambini e degli anziani, dei figli e delle figlie, dei padri e delle madri. Non esiste solo Satana il grande tentatore, con tutti i suoi diavoli. Esiste il mio Angelo personale, al quale mi rivolgo ogni giorno, affidando la mia vocazione, la mia strada, la mia destinazione. Possiamo invocarlo come bambini, per diventare uomini veri.

Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

IL DONO PIU’ GRANDE

E’ sempre una gioia iniziare il mese di ottobre con il volto di Teresa di Gesù Bambino, la santa totalmente determinata dall’amore di Gesù. Da qui sgorga la sua sapienza, per cui è stata riconosciuta dalla Chiesa come maestra di fede e di spiritualità. Da qui nasce anche il suo cuore missionario, ed è stata proclamata patrona delle missioni. Chiusa in un monastero, morta a ventiquattro anni. Non aveva niente - né borsa né sacca – da donare al mondo, se non Cristo. Cioè tutto.

Introduzione del celebrante
Il Signore ci chiama in questa Eucaristia per condividere il canto per la sua vigna, la Chiesa sua sposa. Gli affidiamo la nostra preghiera.

1. Signore Dio, noi siamo la tua vigna. Ti ringraziamo per la tua cura e il tuo amore; donaci la grazia di portare frutto con la nostra vita,
Preghiamo: SALVACI, SIGNORE

2. Signore Dio, nel mese di Ottobre dedicato al Rosario, concedici di meditare ogni giorno i misteri della tua vita, accompagnati dalla intercessione di Maria tua Madre, e dalla testimonianza del nuovo Beato Padre Marella,
Preghiamo: SALVACI, SIGNORE

3. Signore Dio ti affidiamo, l’opera missionaria della Chiesa in Italia e nel mondo. Tutti possano essere raggiunti dalla parola del Vangelo e per vivere in vera fraternità,
Preghiamo: SALVACI, SIGNORE

4. Signore Dio, ti affidiamo le persone malate o sofferenti. Sostieni i familiari e quanti lavorano per la salute del corpo e dell’anima,
Preghiamo: SALVACI, SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Signore, presentiamo a te la nostra preghiera, noi che siamo ua vigna e tuo popolo. Donaci la grazia di portare frutto. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Spunto della domenica
Con l’immagine della vigna Gesù descrive la storia del popolo ebreo, e con esso anche la nostra storia: la cura che il Signore ha avuto di noi, della nostra vita e delle nostra fede, e la trascuratezza del suo popolo, che lo dimentica e tradisce. Ricostruiamo o meglio lasciamo ricostruire a Dio la sua vigna: la nostra anima, la nostra famiglia, la nostra comunità, il nostro mondo, attraverso la fede, la preghiera, l’unione fraterna. Ricominciamo dalla liturgia e dalla catechesi, riprendendo il nostro cammino in comunità e in tutta la vita della Chiesa.

 

Vangelo secondo Luca 9,57-62

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

UNA DEDIZIONE TOTALE

Gesù prende tutta la nostra persona, perché Egli è il senso pieno della vita, come un amore totale ed eterno. Accettando di metterci alla sua sequela, iniziamo l’avventura che ci conduce a accogliere Lui e a capire noi stessi, e diventiamo finalmente utili al mondo. Come dice Gesù, chi si perde per Lui e per il Vangelo, guadagna la propria vita. E’ l’esperienza di San Girolamo e dei santi, ma anche di tanti cristiani che percorrono la via di Gesù.

Vangelo secondo Giovanni 1,47-51

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

MISSIONE SPECIALE

Ci sorprendiamo perché l’esplorazione dell’universo rivela l’esistenza di miliardi di galassie e scopre elementi sempre più infinitesimali. La creazione di Dio è sovrabbondante e ciascuno degli esseri creati – visibili e invisibili - è in relazione con gli altri. Alcuni degli esseri invisibili, gli angeli, hanno una missione speciale nella storia della salvezza. La Bibbia lo documenta per Michele combattente contro satana, Gabriele l’annunciatore, Raffaele l’accompagnatore. Li possiamo guardare e invocare anche oggi, come sostegno della vita della persona, della Chiesa, del mondo.

Vangelo secondo Luca 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

IL MIRACOLO DEL CAMBIAMENTO

Quale cammino educativo ha dovuto compiere Gesù nei riguardi dei discepoli più vicini, quelli che lui stesso aveva chiamato a seguirlo! Si preoccupano di chi è il più grande e sono invidiosi di altri che agiscono nel suo nome. Come potranno cambiare? Attraverso un rapporto continuo con Gesù potranno aprirsi a un’ammirazione e a uno sguardo nuovo verso di lui; il loro cuore sobbalzerà e le decisioni prenderanno un’altra direzione. Nel dinamismo dell’amicizia, la grazia di Dio opera il miracolo del cambiamento.

Vangelo secondo Matteo 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

IL SI’ E IL NO

Attraverso alcuni SI’ e alcuni NO si svolge tutta la nostra vita. Qualche volta ne siamo consapevoli; a volte ce ne accorgiamo a cose fatte. Spesso si tratta di decisioni irreformabili, che imprimono una particolare direzione alla vita. Quando è possibile che il NO diventi SI’, entra in gioco una grazia da non perdere. Occorre mettersi di fronte al volto di Colui che ci ha chiamato perché cuore cambi e il nostro No si trasformi in Sì. Allora la vita riprende il suo buon cammino.

Vangelo secondo Luca 9,43-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

UNA SCOPERTA NELLA VITA

 

I Vangeli di questi giorni ci concentrano sulla figura del Signore Gesù: chi è, che cosa fa, che cosa c’entra con noi. Seguendolo di giorno in giorno, Gesù si svela nelle parole che dice e nelle azioni che compie. Non basta nemmeno ‘sapere a memoria il Vangelo’, se pur fosse. Possiamo sperimentare nella nostra vita personale, nella vita degli altri cristiani, dei santi e di tutta la Chiesa, il cammino di croce e risurrezione che ci svela il vero volto del Signore Gesù.

 

Vangelo secondo Luca 9,18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

IL CAMMINO DI GESU’ E IL NOSTRO

Gesù interroga le folle e gli apostoli circa la sua identità. Pietro dà la risposta vera, grande e misteriosa e Gesù la riempie di contenuto nuovo. Il Cristo-Messia percorre un cammino negli abissi della condizione umana, fino alla croce, e riceve una vita nuova per se e per tutti. Perchè sorprenderci dunque se anche il nostro personale compimento passa attraverso la croce? Lo scopriamo in tanti seguaci di Gesù, in modi diversi. Ad esempio, nel passaggio ‘sacrificale’ di Padre Marella, prossimo beato.

Vangelo secondo Luca 9,7-9

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

CHI E’ DUNQUE COSTUI?

La curiosità di Erode è cattiva e presuntuosa. Egli indaga su Gesù con la pretesa che non ci possa essere nessuno che prevalga sul suo potere. Eppure, proprio la perplessità di Erode esprime ancora una volta la grandezza di Gesù, che non può essere definito da nessuna categoria umana. Il mistero di Gesù è più grande della misura di Erode e può essere svelato solo ai piccoli e ai semplici che si mettono a seguirlo.