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Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

UNA BELLA STRADA

Con la loro vita, i Santi danno ragione al Vangelo: lo documentano con i fatti. Chi ama e segue Gesù con tutto se stesso vive una vita intensa, con umiltà e determinazione, e si spende con libertà per il bene degli altri. Come per tutti, non gli va tutto dritto, ma l’attrattiva di Cristo supera fragilità e debolezze, e permette di non restare bloccato dagli ostacoli della vita e dalle opposizioni altrui. In vita, il cristiano vero è una persona da guardare; in paradiso, un santo da invocare. Una strada percorribile da tutti, con la grazia di Dio.

Vangelo secondo Luca 14,1.7-11

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

IL PRIMO POSTO?

La corsa al primo posto stronca le energie e suscita invidie e inimicizie. Al primo posto si potrà arrivare senza ansie e senza gomitate, per una corrente interiore e per la benevolenza di chi ci riconosce. Se no è violenza e usurpazione. Nella vita conviene occupare il posto che è veramente nostro, quello che corrisponde alla vera misura: ci metterà in pace e ci renderà utili agli altri. Avendo davanti agli occhi e al cuore Gesù, che guarda ciascuno con predilezione.

LA SORPRESA DEI SANTI

Arriva a sorpresa la festa dei Santi. Sbuca di domenica, senza il preavviso pubblicitario che negli ultimi anni la faceva competere con il macabro carnevale di Halloween. I santi sono gente di casa. Alcuni li abbiamo visti sbocciare tra noi e percorrere le nostre strade, nati dalla fede cristiana che attraversa la storia, semina vitalità, ripulisce dai mali e rilancia fede, carità e speranza. In questi tempi abbiamo bisogno dei santi? Alcuni di loro occupano l’immaginario collettivo cristiano, e li troviamo  raffigurati nelle case e nei portafogli delle persone. Eccone una schiera: Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Padre Pio, Faustina Kowalska, e ora il Beato Marella e il Beato Carlo Acutis. Si agganciano ai Santi del passato, quelli che hanno vinto le pandemie, come Carlo Borromeo e Luigi Gonzaga, con un immenso contorno di seguaci. Aprono il nostro sguardo al cielo, sbaragliano la nebbia che ci chiude in noi stessi, lanciandoci oltre l’orizzonte. Noi, attaccati a questa vita, a questo lavoro, a questa casa, a questa poltrona - e l’anima sprofonda nell’imbuto della solitudine – veniamo spalancati all’eternità, invitati alla beatitudine, incamminati all’amore di Dio e dei fratelli. I santi che abitano in cielo nel cerchio della Trinità, ritornano in terra per innalzarci  lo sguardo fino a incrociare il volto di Dio.

Insieme con i santi dichiarati, la nostra gente continua ad avvertire la vicinanza di parenti e amici defunti, dopo averli sostenuti nella malattia e accompagnati con il Rosario e la Messa all’incontro col Padre. La ristrettezza liturgica dei mesi primaverili ha tagliato con una ferita il cuore di chi non ha potuto accompagnarli da vicino con una preghiera pubblica. Ma non si chiude l’orizzonte del cuore, e gli Angeli e i Santi continuano a salire e scendere per la scala di Giacobbe. Nella paura e nella diffidenza che ci chiudono nella prigione di noi stessi, non ci difendiamo appena con la doverosa obbedienza alle prescrizioni sanitarie. Arriva il calendario dei santi che supera la monotonia dei dibattiti televisivi. Arriva la sorpresa del Vangelo, che ogni giorno ce ne fa sperimentare la presenza buona. Arriva la cara memoria delle persone amate che ci guardano dal Paradiso. Dov’è la loro casa, la nostra casa? Risalendo dallo circuito del sospetto, andiamo incontro a una speranza più grande, sulla soglia di un cielo più profondo e luminoso di quello chiarito dal sole e disegnato dalle nuvole. Qui - è scritto nel diario di una persona che già ne sta facendo esperienza - saremo tutti una sola cosa, ci capiremo sempre, ci ameremo sempre.”

Vangelo secondo Luca 14,1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

UN DIO PER LA VITA

 

Ancora sul riposo del sabato. Gesù in casa di un capo dei farisei, strenui difensori dei precetti della legge: è come buttarsi in bocca al leone. Gesù realizza un’altra legge, corrispondente al cuore di Dio: l’amore del prossimo che deriva dall’amore di Dio. Che cosa Dio vuole da noi? Ricevere un onore sterile, oppure essere onorato nelle sue creature, per le quali desidera una vita piena e felice? Gesù viene a dare la vita, e ci chiama a imitarlo.

Vangelo secondo Luca 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

L’OBBEDIENZA DEL FIGLIO

 

La vita di Gesù è minacciata da Erode, e non solo. Egli ne è consapevole, non come vittima che non può sottrarsi all’odio dei nemici. Gesù stesso, obbediente al Padre e in unità con lo Spirito Santo, deciderà tempo e luogo dell’offerta della vita, che avverrà Gerusalemme. Quando arriverà “l’ora”, la morte si schiuderà alla risurrezione del terzo giorno. Gerusalemme si sottrae all’amore di Dio, ma giorno verrà in cui accoglierà Colui che viene nel nome del Signore. Un giorno per noi già arrivato.

Domenica 1 novembre 2020 - Tutti i Santi (solennità)

GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE

Introduzione del celebrante
Consapevoli di essere chiamati alla santità, domandiamo l’intercessione di tutti i Santi, mentre ci affidiamo a Dio Padre, al Figlio Redentore, allo Spirito Santificatore,

1. Signore Dio ti ringraziamo per esserti mostrato come Padre e per averci donato il tuo Figlio Gesù, Maestro da guardare e seguire nella strada della beatitudine,
Noi ti preghiamo: RENDICI SANTI O SIGNORE

2. Signore Gesù, Figlio di Dio Padre, ti affidiamo coloro che hai costituito per noi come padri e maestri nella fede, papa Francesco, i vescovi e i sacerdoti,
Noi ti preghiamo: RENDICI SANTI O SIGNORE

3. Spirito Santo, fonte di amore e di santità, donaci di camminare sulla via percorsa dai santi del passato e di riconoscere i santi del presente, per sperimentare la beatitudine della vita buona del Vangelo,
Noi ti preghiamo: RENDICI SANTI O SIGNORE

4. Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, vi affidiamo il nostro mondo, perché in questo tempo di pandemia ritrovi fiducia e energia per superare questa grande prova,
Noi ti preghiamo: RENDICI SANTI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
O Dio Padre nostro Padre, a te giunga la nostra preghiera, con l’intercessione dei santi, nella comunione dello Spirito Santo, per Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

Spunto della Festa
Il cristianesimo ha introdotto nel mondo la novità di una storia buona di figli di Dio e fratelli e sorelle. Lo scopriamo in modo speciale nella vita dei santi: dignità, carità, missione. Il santo è un uomo vero che vive con pienezza e attorno a sé crea un ambiente più umano. Ricordiamo i santi delle nostre città e campagne, delle nostre parrocchie e delle nostre famiglie. Credo la Chiesa santa. L’orizzonte della vita è oltre la morte e oltre il tempo, nel paradiso che ci fa splendere davanti a Dio.

 

 

 

Lunedì 2 novembre 2020 - Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti

Introduzione del celebrante
Partecipiamo alla preghiera della Chiesa, in comunione con tutti i fratelli che hanno lasciato questo mondo.

1. Signore Gesù, Dio del tempo e dell’eternità, ti ringraziamo per il dono della vita; accompagnaci nel cammino che ci conduce a incontrarti nella gioia del Paradiso,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore nostro Dio, affidiamo a te coloro che hanno lasciato questo mondo: familiari e amici, le persone che ci hanno aiutato a vivere e ci hanno trasmesso la fede; donaci la speranza di ritrovarci insieme nel regno del tuo amore,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore nostro Dio, accogli le vittime della pandemia, quelle delle persecuzioni, della violenza, della guerra. Ti affidiamo coloro che sono morti soli, senza il conforto della fede e della compagnia dei familiari,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. O Dio nostro Padre, il tuo amore consoli il dolore e la solitudine di chi piange una persona cara. La croce del tuo Figlio Gesù e l’amore dello Spirito Santo portino a tutti speranza e conforto,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio nostro, la nostra preghiera accompagni fino alla beatitudine del tuo Regno tutti coloro che hanno lasciato questo mondo. Tu che vivi e regni.

Spunto
La ricorrenza dei defunti ci richiama al senso ultimo della vita e alla realtà che segue alla vita terrena: Paradiso, Purgatorio, Inferno. Un destino che si decide quaggiù, con una vita buona, affidata sempre alla misericordia di Dio.
Viviamo in comunione con le persone che ci hanno preceduto, attraverso la preghiera di ‘suffragio’ per i defunti, anche attraverso l’indulgenza plenaria.
Facciamo in modo che, avvicinandosi l’ora della morte, ogni persona venga accompagnata dal soccorso dei fratelli, nell’assistenza medica e nell’aiuto fraterno, e nell’aiuto della preghiera, che può andare da un’Ave Maria all’Unzione dei malati, al Viatico, alla Benedizione papale.

 

Vangelo di Luca, 6,12-19

 

In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

 

I PRIMI NOMI

 

Eccola la prima semente, il primo lievito. Gesù comincia con dodici nomi, e sotto il sole di Dio la semente fiorisce, setacciata dalle impurità. Ciascuno dei chiamati viene da un proprio mondo, segue Gesù col proprio temperamento, svolge la missione con le sue qualità. Di alcuni apostoli abbiamo smarrito la traccia personale, ma nei solchi della storia la chiesa di Dio continua a germogliare e a crescere. Nel tempo, accade ancora così: qualcuno, alcuni, un gruppo. La Chiesa di Dio nel mondo.

Vangelo di Luca, 13,18-21

 

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

 

DIO FA CRESCERE

 

Due immagini bellissime per definire il regno di Dio: la semente piccolissima e il lievito. Basta pensare al piccolo inizio in Galilea, con il gruppetto dei primi. Gesù detta un metodo, segna una strada. Il regno spunta nel sì di ciascuna persona, nella piccola compagnia di chi ha incontrato il Signore: famiglia, scuola, lavoro, vita pubblica. Un uomo che c’è, una donna che c’è, un giovane che c’è. Quel gruppetto. Dio fa crescere il seme e fa lievitare la farina.

 

 

Vangelo di Luca, 13,10-17

 

In quel tempo Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. 11C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

 

LA CARITA’ DEL GIORNO DEL SIGNORE

 

Gesù provoca un passaggio nella considerazione del Sabato, giorno del riposo e della gloria di Dio. La donna guarita si raddrizza e si innalza a dare gloria a Dio. Dio non gode della nostra immobilità del nostro incenso. Cosa dice questo alle nostre domeniche e feste? Il giorno di festa è occasione di carità per la famiglia riunita con figli e nipoti, amicizie che si incontrano, infermi e bisognosi che si vanno a trovare, servizi che si compiono. La Messa festiva fiorisce in carità.

Vangelo secondo Matteo 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

IL COMANDAMENTO E’ GESU’

Le sfide che gli avversari lanciano in continuazione verso Gesù provocano risultati grandiosi. Oggi Gesù ci ridona il grande comandamento dell’amore, che percorre due strade complementari, una verso Dio, l’altra verso il prossimo. Proponendo questi comandamenti, Gesù delinea la sua stessa personalità. E’ Lui che ama il Padre con tutto il cuore, l‘anima, la mente. E’ Lui che ama il prossimo come se stesso. Lo impariamo ogni domenica, riunendoci nella nostra chiesa consacrata, per diventare noi stessi imitatori di Gesù, con la sua grazia e con la testimonianza di tanti santi e tanti cristiani che amano Dio e il prossimo.