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Vangelo secondo Matteo 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

CAMMINARE SULL’ACQUA

Il cammino di Gesù sull’acqua ha attraversato tutta la storia dell’uomo e la nostra stessa vita. In questi ultimi mesi abbiamo visto ancor più Gesù camminare accanto alla nostra barca sballottata dalle onde. Non era un fantasma. Era ed è una presenza viva, carnale, decisa. Ci apre all’audacia di fare cose impossibili, camminando noi stessi sull’acqua, afferrati dalla sua mano forte. “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Egli naviga oggi con noi nella barca della Chiesa: insieme facciamo il tragitto della vita, fino al porto finale.

08-08-1940 / 08.08.2020 = 80

Sabato 8 agosto 2020 – San Domenico, Spagna 1170-Bologna 1221

Vangelo secondo Matteo 17,14-20

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

IL MIRACOLO DELLA FEDE

Con chi se la prende Gesù? Con quel padre che domanda il miracolo ai discepoli? Oppure con la poca fede dei discepoli, che non apre la via al miracolo? Alla fine, Gesù va deciso. Satana può essere vinto solo dalla potenza di Dio; vi riesce solo chi ha fede in Cristo, cioè chi è profondamente unito a Lui. San Paolo dice: “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”. Vivere della Sua vita, realizza il miracolo della vittoria su satana e su ogni male.

Vangelo di Matteo 16,24-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

PER UNA VITA PIENA

Gesù viene incontro al nostro desiderio di vita in un modo paradossale: per salvare la propria vita occorre perderla. Non per buttarla e sprecarla. Chi perde la propria vita per Lui, la trova, e la trova moltiplicata. Portare le croci della vita da soli, è un disastro di fatica e di disperazione. Portare le proprie croci andando dietro a Cristo, è speranza, amore, certezza. Rende la vita utile per tutti, riempie il cuore di gioia, apre alla felicità nell’incontro con il Signore della gloria.

Domenica 9 agosto 2020 - XIX del Tempo Ordinario, Ciclo A

Introduzione del celebrante
Il Signore ci riunisce in questa Eucaristia per accogliere la sua parola e pregare insieme. Lo riconosciamo presente e a Lui ci affidiamo.

1. Anche noi, come gli apostoli sul lago, ci troviamo a navigare nel mare della vita. Domandiamo a Gesù di sostenere la nostra fatica e di stendere su di noi la mano come ha fatto con Pietro,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Affidiamo Papa Francesco e tutti coloro che guidano con lui la barca della Chiesa. Come Pietro e gli altri apostoli possano proclamare davanti al mondo la fede nel Figlio di Dio,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Tanti popoli, tante famiglie, tante persone, si trovano percosse da guerre, fame, povertà e migrazioni, pandemia. Preghiamo in particolare per la città di Beyrut,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Per noi riuniti in questa Eucaristia, per i nostri fratelli cristiani e per quanti invocano Dio, perché tutti possiamo adorare il Signore in libertà e pace,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Affidiamo la nostra preghiera al Padre attraverso Gesù, nell’amore dello Spirito Santo, nella comunione della Chiesa. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della domenica
Osserviamo ancora Gesù che si ritira a pregare dopo il miracolo dei pani. Poi accade un fatto che diventa un simbolo per tutti noi. Corriamo incontro al Signore, e poi prendiamo paura: le circostanze della vita, una crisi di fede, una malattia, una incoerenza che riscontriamo in altre persone, una nostra incapacità morale. La mano del Signore ci raggiunge e ci sostiene, come con Pietro. Spesso è una mano leggera come un soffio – come ha dice Elia nella prima lettura – ma ci afferra fortemente. Ci si presenta attraverso un amico, un’occasione, un avvenimento, la nostra stessa comunità, in questo momento eucaristico…

Vangelo di Matteo 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

DOPO AVER VISTO E UDITO

Occorre aver visto una cosa bella e grande per continuare a vivere con intensità e decisione. Gesù sul monte della trasfigurazione offre ai suoi tre amici un anticipo dello splendore della sua vita di risorto. Potranno camminare dietro a Lui, anche quando non lo comprendono o quando loro stessi non si sentono capiti. Quello che hanno visto e udito diventa il punto di attrazione per vedere e udire ancora di più e meglio, e per poterlo comunicare al mondo.

Vangelo di Matteo 15, 21-28

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.

LA FEDE DEGLI STRANIERI

Gesù tratta con diffidenza e distacco la donna straniera per metterne alla prova la fede, oppure perché lui stesso è sottoposto alla cultura del tempo? La donna non lo molla, al punto che Gesù elogia la sua fede e le guarisce la figlia. Anche davanti a Dio la fede deve farsi strada con la combattività dei figli di fronte al padre. Dal dialogo di Gesù con la donna prende avvio l’apertura della fede cristiana a tutti i popoli, fino alla fine del mondo.

Vangelo secondo Matteo 15,1-2.10-14

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

GERMOGLIO DI VITA

Le tradizioni inventate dagli uomini – come quelle dei farisei – deformano la religione, non portano frutto e decadono, perché sono formali ed esteriori. Le tradizioni provocate da Dio fioriscono in opere di fede e di carità. Così è la preghiera che il popolo cristiano rivolge a Maria, nel continuo ricordo della sua visita. Accade anche nell’isola di Pellestrina dove Maria è apparsa il 4 agosto del 1716, a protezione del popolo cristiano. La presenza di Maria è germoglio perenne di vita nuova.

Vangelo secondo Matteo 14,22-36

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

CAMMINARE SULL’ACQUA

Finalmente Gesù ha un suo spazio di silenzio e preghiera, la sera. Sul finire della notte raggiunge la barca degli apostoli camminando sul mare. Pietro è così attratto, che domanda di andargli incontro camminando sul mare. Tutta l’avventura è straordinaria, e si conclude con una grande professione di fede da parte di tutti. “Davvero tu sei Figlio di Dio”. Gesù è capace di farci ‘camminare sull’acqua’, con la fede audace e timorosa di Pietro, superando ogni difficoltà e ogni pericolo della vita.

Se i volti si spengono e diventano anonimi sotto la mascherina, gli occhi restano accesi e brillano come stelle. Già prima della pandemia ci avvolgeva un senso di vuoto e di insignificanza. Che cosa vale, che cosa tiene, qual è il senso del vivere? Permane l’inquietudine del cuore, acuita e quasi straziata dalle chiusure e dalle restrizioni della pandemia. Non ci bastano le buone argomentazioni, non ci basta la stesura delle regole, non ci rassegniamo a vivere senza domanda e senza speranza. Il cammino della nostra umanità è irrefrenabile. “Come colmarlo questo abisso della vita?”, si domandava Miguel Manara nel dramma di Milosz, dopo avere spremuto tutti i piaceri della vita. La risposta ci viene incontro non attraverso regole o teorie, ma nello sguardo pieno di tenerezza di Gesù di Nazaret, rivolto alla donna che gli cosparge di profumo i piedi. L’avvenimento della sua presenza nel mondo intercetta coloro che non soffocano il desiderio e il grido del cuore, ma intraprendono un cammino dietro a lui. E’ una strada che dura una vita, attraversa tutte condizioni, si sottopone a tutte le prove, e sbuca ogni volta alla luce. Introduce alla scoperta del Padre, che ci fa essere e ci ama, e ci dona la confidenza dei figli che rinascono dalla sua misericordia. Ci scopriamo figli nel Figlio, il quale ci sostiene attraverso la compagnia di coloro che egli chiama nella Chiesa ad essere segno di Lui. Il rinnovarsi dell’incontro con la presenza carnale di Cristo ci introduce all’esperienza del centuplo quaggiù e ci apre al compimento del nostro destino.
Tutto questo è il cammino dell’uomo, del cristiano, delineato in un libretto che costituisce il contenuto degli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. E’ una proposta che non ha potuto svolgersi ‘in presenza’, ma che si dipana nei mesi dell’estate. Lo si trova allegato al numero di luglio-agosto del mensile Tracce. E’ il lavoro della vita, accessibile a tutti. Perché gli occhi – e i volti – tornino a brillare.
Julian Carron, Il brillio degli occhi – Che cosa ci strappa dal nulla?                     Supplemento al periodico Tracce, luglio-agosto 2020 pp 160 € 4,00

Vangelo secondo Matteo 14,13-21

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

LA SALVEZZA DEL PANE

La vita di Gesù è a una svolta. L’evangelista Matteo ha mostrato Gesù come Maestro, con i due grandi discorsi delle Beatitudini e delle parabole. Ora la morte di Giovanni Battista sospinge Gesù a manifestare con un’azione diretta la salvezza che Egli è venuto a compiere per tutti.
Nella folla che lo raggiunge con molti malati, Gesù intravvede l’invito del Padre: guarisce i malati e moltiplica i pani e i pesci per la folla, coinvolgendo i primi discepoli. La sua azione di salvezza prosegue nel tempo e ora rende noi protagonisti.