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Dove nasce speranza – I RACCONTI DELLE DONNE: LA GUERRA IN CASA E NEL CUORE

Raramente mi capita di troncare la lettura del libro che apro nell’ultimo spazio della giornata, planando verso il sonno. Ci sono testi che non ‘prendono’, altri troppo impegnativi, altri che non suscitano interesse. Questa volta il motivo dell’interruzione è un altro. Il libro è interessantissimo, scritto in modo incalzante e diretto, ricco di storie reali che le protagoniste raccontano in diretta; le ha raccolte una giornalista della televisione russa, a suo tempo inviata nei punti più caldi e costretta a lasciare il suo lavoro ‘nel momento – scrive - in cui la propaganda ha iniziato a rimpiazzare la libertà di parola e la professionalità veniva sostituita dalla lealtà al potere’. Vive all’estero da quando la Russia si è annessa la Crimea e ha innestato la guerra in Ucraina, dove abita metà della sua famiglia. Ora è una giornalista indipendente con un canale YouTube di un milione e mezzo di iscritti e decine di milioni di contatti. E’ il tempo in cui non sa spiegare ai figli perché la sua patria ha scatenato una guerra. Dalla fine di febbraio 2022 viaggia, parla, fa riprese incontrando persone a un posto di frontiera, in treno, per la strada, attraverso amici e amici di amici. Entra così nel dramma di donne che si sono trovate improvvisamente la guerra in casa, e la vita rovinata.  Ventiquattro storie, come le donne che le raccontano: persone e famiglie che vivono di lavoro, affetti e preoccupazioni, nella laboriosa speranza per il futuro. Ecco che da settimane si avverte un rombo lontano che di giorno in giorno si fa più imponente e aggressivo e a un certo punto irrompe nel tuo spazio vitale e lo sconvolge. Marina, Tania, Natascia (non è il nome vero), Julia, Raja, Ljuda… donne, madri, sorelle, nonne. (Katerina Gordeeva, Oltre la soglia del dolore, 24 voci ucraine e russe, per chi sa ascoltare. Ed 21lettere 2024, pp 416  € 19,50). All’insorgere della guerra, alcune cambiano abitazione, altre si proteggono nei rifugi, altre tentano di emigrare. I mariti – di solito - al fronte.                                    Alla porta di casa sbattono i soldati, entrano sbraitando, buttano all’aria le cose, gridano: “Siamo venuti a liberarvi”. Il marito, oculista pediatrico, è andato fuori, dieci minuti di strada, per attingere acqua al pozzo; quando sta per rientrare viene ucciso dagli stessi soldati che, usciti, sparano all’impazzata contro la casa; una pallottola attraversa la porta e colpisce la moglie, passando da parte a parte la gabbia toracica; lì accanto, la bambina. Occorre scappare… Dove, come?                                Una donna incinta cammina in strada senza riuscire a portare in braccio la figlia più grandicella, che le cammina accanto con un altro familiare: i due vengono falciati dai proiettili, e alla mamma rimane lo scrupolo potente di non aver salvato la figlia…  Storie crudeli, disperate, che rivelano menzogne e spietatezze insulse; il vuoto attorno, la disperazione, senza più lacrime…. La guerra in casa, e alla fine la casa non ce l’hai più e non sai dove andare, cosa mangiare, cosa dire ai figli...

Non reggo l’urto delle pagine. Mi fermo alla sesta intervista, dopo che nella notte un sogno mi ripresenta l’angoscia di quel che avevo letto.  Riprenderò la lettura di giorno, fra qualche tempo, quando saprò di gesti di pace, di cuori riconciliati e corpi salvati. Si fa presto a dire guerra, e anche a vedere in tv i droni che incendiamo case e i carrarmati che livellano città. Ma quando la guerra diventa racconto di persone concrete, vive, reali, allora il suo rombo risuona nel tuo cuore. Cerchi la pace, preghi la pace, domandi la misericordia di Dio e degli uomini…

 

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