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24 aprile 2024, mercoledì della IV settimana di Pasqua, + San Fedele da Sigmaringen, sacerdote cappuccino, martire, Germania, 1577/8 – Svizzera, 24 aprile 1622

 

Vangelo secondo Giovanni 12,44-50

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

GESU’, TRA FEDE E OPPOSIZIONE

Il rapporto di Gesù con colui che lo ha mandato nel mondo, Dio Padre, è decisivo; dice la sua origine divina e la sua identità filiale. Inoltre determina il valore della sua missione: Gesù dona quello che riceve dal Padre, comunica la sua parola e realizza per noi la sua salvezza. Gesù reagisce di fronte ad alcuni Giudei increduli, mentre alcuni capi già credono in lui ma non lo dichiaravano pubblicamente. Cosa potrà dunque accadergli?

 

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