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Mercoledì 17 gennaio 2014, Sant’ Antonio, abate, Egitto 250 – Tebaide, Alto Egitto 17 gennaio 356

Vangelo secondo Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

LA PROVOCAZIONE DI GESU’

Di nuovo nella sinagoga, di nuovo in giorno di sabato. Questa volta è Gesù stesso che prende l’iniziativa, affrontando i ‘fedeli’ farisei. Ecco la sfida: la legge del riposo del sabato può essere un paravento che impedisce di fare il bene? Le nostre pratiche religiose, le nostre tradizioni, le nostre leggi, le nostre idee, le nostre manie, diventano un alibi per dire: “non posso fermarmi, non posso aiutarti”? Gesù dice: “Tendi la mano!”. Come ci provoca oggi il Signore?

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