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IL PONTE CROLLATO

Dopo qualche decina d’anni, eccomi nuovamente di fronte a questo romanzo. Nel frattempo, il romanzo e il suo autore hanno camminato per il mondo, come documentano la postfazione e gli approfondimenti finali: ha rivoluzionato la vita dell’autore, invitato a parlare in America e in Europa, e donandogli fama e fortuna. Nato nel 1897 e morto nel 1975, Thornton Wilder aveva trent’anni quanto scrisse Il ponte di San Luis Rey. L’occasione venne da un fato realmente accaduto: venerdì 20 luglio 1714, il ponte più bello del Perù, che congiungeva due opposte montagne sulla strada tra Lima e  Cuzco, intrecciato dagli Incas con tralci di vimini, si ruppe e lasciò cadere nel baratro cinque persone. Il fatto fu visto a poca distanza da un monaco che da allora venne tormentato da una domanda: perché quei cinque, proprio quei cinque? Quale disegno di Dio, quale Provvidenza di bene sta dietro questo fatto? Così ‘nacque in lui la decisione che lo tenne occupato per sei anni’, alla ricerca della vita e dei precedenti di quelle cinque persone.

Il romanzo ne registra meticolosamente la storia, le storie, sorprendendo ogni volta il lettore, con una frase che dice più o meno così: “…mentre attraversavano il ponte di San Luis Rey, si abbatté su di loro l’incidente di cui sappiamo”. Si può ancora aggiungere l’ultima finale: “C’è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore, la sola sopravvivenza, il solo significato”.

Thornton Wilder, Il ponte di San Luis Rey, Sellerio editore Palermo, 2023, pp 244 € 14,00

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