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Giovedì 11 gennaio 2024, San Paolino D’Aquileia, vescovo, Cividale, 802; Sant’Igino, papa dal 136 al 140

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte,

PIU’ DELLA GUARIGIONE

Gesù compie i miracoli quasi trascinato a forza: ha ‘com-passione’, cioè prende a cuore la condizione del lebbroso; l’azione della ‘purificazione’ viene scandita da ben quattro verbi, come in una sequenza filmica. Tanto meno Gesù ama dare pubblicità al fatto; egli non è un guaritore né un ‘salvatore della patria’. Il suo amore e la sua dedizione per la nostra povera umanità sono ben più vasti e profondi: la guarigione fisica è solo il primo passo verso la ‘purificazione-salvezza’ totale.

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