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Giovedì 30 marzo 2023, San Leonardo Murialdo, sacerdote, Torino, 1828-1900; Beato Gioacchino da Fiore, abate cistercense, Cosenza, 1130-1202

Vangelo secondo Giovanni 8,51-59

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

DAL PROFONDO DEL TEMPO

Nel dibattito con i Giudei, sempre più aspro, Gesù scende nella profondità del tempo, facendosi ‘contemporaneo’ di Abramo, e sale nel mistero dell’eternità di Dio, a cui appartiene:
“Prima che Abramo fosse, Io Sono”. “Io Sono” è il nome che Dio si è attribuito dal roveto ardente davanti a Mosè. Questa suprema dichiarazione di Gesù non viene accolta dai Giudei. Con conseguenze drammatiche e sorprendentemente salvifiche: Gesù viene condannato a morte, e la sua morte e risurrezione diventano salvezza per il mondo.