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Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

IL SEGNO DI GIONA

Il Vangelo non è una fiera delle meraviglie, ma un cammino nella realtà della vita. Gesù non produce segni da saltimbanchi, ma consegna la sua vita al Padre per il bene degli uomini. Il ‘segno di Giona’ indica i giorni della Passione-Croce-Risurrezione. Gesù ci chiama a guardarlo, seguirlo, amarlo, mentre Lui stesso ci guarda e ci ama. In questo modo anche la nostra vita, attraverso croci e fatiche, arriva alla resurrezione, alla gioia della Pasqua.

5 marzo 2023, Seconda Domenica di Quaresima

Introduzione del celebrante

In questa Eucaristia Gesù ci conduce sul monte della Trasfigurazione insieme come Pietro, Giacomo e Giovanni. Guardiamo Gesù e affidiamoci a Lui.

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, con la fatica della salita tu ci conduci sul monte della Trasfigurazione per mostrarci la bellezza del tuo volto. Donaci di guardarti, ascoltarti, seguirti, secondo l’invito di Papa Francesco nel messaggio della Quaresima,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ti presentiamo papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che ci accompagnano nel cammino quaresimale. Mostraci la strada da percorrere ogni giorno, per vivere con fede, speranza, carità

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, guarda le persone colpite dalla tragedia della guerra, dal dramma del terremoto e delle migrazioni, dalle difficoltà della vita. Dona serenità e fortezza a chi soffre; dona a tutti di vivere con spirito di carità e di servizio,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ti affidiamo le nostre famiglie e la nostra comunità; con la gioia di ritrovarci insieme nella celebrazione eucaristica, concedici di accogliere la tua parola e di riscoprire la preghiera, personalmente e in famiglia,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Padre, con fiducia di figli, a te affidiamo la nostra preghiera. Tu che vivi e regni…

LA TRASFIGUARAZIONE DI GESU’ E LA NOSTRA

Dalla cenere e dalle tentazioni dell’inizio della Quaresima, allo splendore della Trasfigurazione. Ci accompagna il Messaggio del Papa per la Quaresima, dedicato alla Trasfigurazione. Dopo la fatica della salita sul monte, godiamo bellezza del Signore, ascoltiamo la sua parola, seguiamo la sua persona fino alla Croce e alla risurrezione. E’ il cammino di Abramo e di ogni cristiano: ‘soffri anche tu insieme con me per il Vangelo…’, dice Paolo a Timoteo. Gesù trasfigura la fatica e la sofferenza, e offre bellezza e pace, in tutte le circostanze della vita.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

OSIAMO DIRE…

La preghiera insegnata da Gesù dice chi siamo: siamo figli, siamo fratelli, abbiamo un compito, siamo bisognosi, siamo peccatori, siamo fragili. Dice di Chi siamo: abbiamo un Padre con una infinita volontà di bene per il cielo e la terra, il presente e il futuro. Dio è Padre nella sua stessa essenza: Egli genera dall’eternità il Figlio al quale lo unisce l’amore dello Spirito Santo. La nostra condizione di figli e fratelli ci rende misericordiosi verso i nostri ‘debitori’. Preghiamo così: Padre nostro…

 

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

IL VOLTO DELLA CARITA’

La carità non ha solo il volto dei fratelli poveri, malati, affamati, assetati, carcerati, stranieri. La carità ha il volto di Cristo, impersonato in colui che soccorri. La carità ha anche il volto di chi la compie: non la tua persona, ma Cristo che ti manda. Il tuo aiuto, in denaro, cibo, vestiti, medicine non basterebbe a salvare nessuno. L’altro che soccorri – come tutti noi – ha bisogno di una salvezza più vera e più grande, che è Cristo stesso.

Vangelo secondo Matteo 4,1-11

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA

 

Gesù va nel deserto per ritrovare il senso della missione che il Padre gli affida. E’ il grande ‘ritiro spirituale’ prima della Pasqua che lo consacra come Messia.

L’evangelista Matteo dice che ‘Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo’. La strada di satana è fatta di istintività, potenza, sfida a Dio: tentazioni che ci colpiscono ancora. Rimaniamo uniti al Padre nella preghiera, nella Parola, nella carità, camminando dietro a Gesù nell’esperienza di vita della comunità cristiana.

22 febbraio 2023, Mercoledì delle Ceneri

Introduzione del celebrante

La Quaresima si apre con la preghiera e la penitenza. Affidiamo al Signore il nostro cammino quaresimale, accompagnati da tutta la Chiesa.

  1. All’inizio del sacro tempo della Quaresima, domandiamo la grazia della conversione del cuore e della vita, percorrendo la strada indicata dalla Chiesa, nostra Madre e Maestra,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Domandiamo al Signore l’umiltà del cuore, accogliendo il messaggio quaresimale di Papa Francesco che ci invita all’ascesi e all’ascolto del Signore, nell’affronto della realtà quotidiana,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Nel dramma della guerra e del terremoto, il Signore ci converta alla preghiera e alla carità. Affidiamo persone e famiglie, bimbi e anziani e domandiamo pace e salvezza,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. In questa Quaresima il Signore ci rinnovi attraverso il sacramento della confessione, accogliendo la sua misericordia e la riconciliazione con i fratelli, nella preghiera personale e familiare,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

O Signore custodisci il nostro desiderio e sostienici nelle necessità, nostre e del mondo intero. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

26 febbraio 2023, Prima Domenica di Quaresima

Introduzione del celebrante

In questa prima domenica di Quaresima ci affidiamo a Gesù, l’uomo nuovo che supera ogni tentazione, per diventare partecipi della sua vittoria sul male.

Preghiamo: CONVERTI IL NOSTRO CUORE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, tu superi la tentazione e vinci il male che prende il cuore dell’uomo. Donaci la grazia di percorrere con spirito nuovo il tempo della Quaresima, guardando te e mettendo sui tuoi passi la nostra vita,

Preghiamo: CONVERTI IL NOSTRO CUORE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, unito al Padre e sostenuto dallo Spirito Santo, donaci di superare ogni giorno la tentazione dell’orgoglio e del potere, del denaro e del piacere, per vivere nella libertà dei figli di Dio e nella gioia della fraternità,

Preghiamo: CONVERTI IL NOSTRO CUORE, SIGNORE

  1. Signore Gesù, l’esperienza della vita cristiana diventi per tutti nel mondo richiamo e invito alla sobrietà, alla carità, alla benevolenza e alla pace, in famiglia, nella vita sociale, nel rapporto fra le nazioni,

Preghiamo: CONVERTI IL NOSTRO CUORE O SIGNORE

  1. Signore Gesù, il dramma della guerra e del terremoto ci spingano a convertirci a te, percorrendo le vie della solidarietà e della pace, in spirito di umiltà e di accoglienza,

Preghiamo: CONVERTI IL NOSTRO CUORE, SIGNORE

Conclusione del celebrante

A te, Signore, nostra speranza e conforto, presentiamo la nostra preghiera, per il bene nostro, della Chiesa e del mondo. Tu che vivi e regni.

 

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA

Gesù va nel deserto per ritrovare il senso della missione che il Padre gli affida. E’ il grande ‘ritiro spirituale’ prima della Pasqua che lo consacra pubblicamente come Messia.

L’evangelista Matteo dice che ‘Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo’. La strada di satana è fatta di istintività, potenza, sfida a Dio: tentazioni che ci colpiscono ancora. Rimaniamo uniti al Padre nella preghiera, nella Parola, nella carità, camminando dietro a Gesù nell’esperienza di vita della comunità cristiana.

 

Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

LA CHIAMATA CHE SALVA

Levi-Matteo andava dietro ai soldi, e chi lo poteva liberare da quel compito e da quell’ossessione? E’ la chiamata di Gesù che lo salva. Matteo doveva avere già un disagio interiore, per abbandonarsi così velocemente all’uomo che passava davanti al suo bancone. Era quello che aspettava, forse inconsciamente. Matteo fa festa con gli amici di prima, senza temere che lo prendano per matto.

Non aver paura del tuo male, né dei tuoi desideri: segui Gesù che ti chiama.

Vangelo secondo Matteo 9,14-15

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

PRESENZA O ASSENZA?

C’è una presenza di Gesù che permane nella storia e nella vita, e che possiamo intercettare e riconoscere: nella Chiesa e nei suoi sacramenti, nelle circostanze e negli accadimenti: “Io sono sempre con voi”, Lui ci ha detto. A volte si tratta di una Presenza ‘dolorosa’, nella quale siamo chiamati a partecipare alla Sua Passione; altre volte, una Presenza ‘nascosta’ nel velo del dubbio e della solitudine. Spesso, una presenza gioiosa. Sempre possiamo domandare di riconoscere lo sposo che ci chiama vicini.

Un’accoppiata felice brucia la distanza di sedici secoli: nel mese di febbraio a Sant’Agostino è dedicato l’intero numero di Luoghi dell’infinito; a Papa Benedetto è dedicato il numero di Tracce.

La coincidenza editoriale fa risaltare la straordinaria sintonia tra due grandi personaggi della teologia e della storia della Chiesa. Ratzinger aveva ‘incontrato’ Agostino fin dal tempo dei primi studi filosofici e teologici; a lui dedicò la sua tesi in teologia, e da papa trovò in lui ispirazione per la prima Enciclica "Deus caritas est". Il grande padre della Chiesa, associato a San Bonaventura, è rimasto sempre sullo sfondo degli studi e dell’insegnamento di papa Ratzinger.

La pubblicazione di questa monografia di Luoghi dell’Infinito è originata dal fatto che il corpo di Sant’Agostino (354-430) venne traslato a Pavia, capitale del regno longobardo, nel 723; il Comitato Pavia Città di Sant’Agostino – che fa capo all’Ordine Agostiniano, alla Diocesi e al Comune di Pavia e al quale si sono aggregate vari università e istituzionii nazionali – celebra i 1300 anni di questo evento con numerose iniziative. La rivista apre con un intenso saggio del filosofo Massimo Cacciarti che vede nell’opera di Agostino ‘la lotta fra cielo e terra’ in tensione verso la patria celeste. Di seguito, viene riportata una parte dell’omelia che papa Benedetto pronunciò a Pavia nel 2007, dove racconta delle ‘tre conversioni’ di Agostino: al cristianesimo, alla dedizione contemplativa a Dio, al ministero dell’annuncio della misericordia nel servizio al popolo di Dio.                                          Un globale ed efficace intervento dello storico Franco Cardini passa in rassegna la vita di Agostino, coordinandola con le sue opere, tra le quali emergono le Confessioni, la Trinità, la Città di Dio; un secondo intervento dello stesso autore delinea la travagliata ambientazione storica che si riflette sulla sua opera. Nel seguito degli interventi della rivista non poteva mancare la figura di San’Ambrogio vescovo di Milano, dal quale Agostino rimase affascinato, fino a intraprendere il cammino che lo portò al battesimo. Gli articoli che seguono delineano altri aspetti della straordinaria personalità del santo: il viaggio verso la grazia nella ‘autobiografia’ delle Confessioni; il raffronto tra la scuola di retorica a cui Agostino era introdotto, e la novità cristiana; il grande panorama sul destino dell’uomo e della civiltà delineato nella ‘Città di Dio’; la dolce sapienza di Monica, la madre; i luoghi della vita, dall’Africa all’Italia; la variegata iconografia di Agostino, visto da tanti pittori, documentati nelle illustrazioni di questo numero della rivista. Si procede con il racconto della traslazione del corpo di Agostino e la descrizione  dell’arca che lo contiene a Pavia. Agostino ha ispirato percorsi di studi e di spiritualità lungo i secoli, come si rileva dall’Ordine degli  Agostiniani e dalla bellezza di alcune chiese di Milano. Viene presentato il rapporto di Lutero con Agostino e vengono offerti alcuni spunti sulla dottrina della grazia e sul mondo interiore. Infine, alcune segnalazioni bibliografiche permettono di approfondire la conoscenza di Agostino.

Negli interventi sul mensile Tracce, la figura di papa Ratzinger rimbalza quasi come attualizzazione della dottrina e del tratto umano di Agostino. L’intensità della fede, l’amore alla Chiesa, la fiducia nella grazia risaltano negli interventi di tante persone che hanno partecipato alla vicenda umana di Ratzinger-Benedetto.  Si parte dalla sorpresa di un popolo in coda per il saluto al papa emerito - pur a distanza di quasi dieci anni dalla rinuncia – nel quale ha riconosciuto un uomo che ha amato Gesù ed era preso dall’urgenza di trasmettere la fede come ‘un fatto riguardante la vita’, come testimonia il traduttore italiano dell’Opera omnia di Ratzinger, al quale fa eco il curatore della stessa: “Ha testimoniato la fede come incontro con una persona”. Un suo assistente, insegnante di dogmatica all’Università di Friburgo, racconta la propria riscopreta della fede nel dialogo teologico con Ratzinger, mentre un giornalista rivoca commosso i viaggi di Papa Benedetto: all’altare manifestava un atteggimaneto ‘totalmente coinvolto in quel mistero sbalorditivo che  stava accadendo nelle sue mani… ci fossero state milioni di persone o quaranta’. Ratzinger amava la musica e suonava Mozart al pianoforte: la gioiosità e linearità di quella musica corrispondeva pienamente al suo pensiero. Gli interventi di papa Benedetto vengono evocati in un’antologia di citazioni delle sue omelie e di altri pronunciamenti di limpida chiarezza. Ha partecipato al rinnovamento della Chiesa, da lui definita ‘compagnia sempre riformanda’. Per finire, Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Cl, traccia un appassionato profilo di Papa Benedetto, definito ‘il gigante bambino’.