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San Riccardo Pampuri

POESIA E SANTITA’

Quando la poesia incontra la santità, la scena si illumina e il cuore si riscalda. La lettura diventa evocativa, entrando nel mistero dell’azione di Dio che incontra la libertà dell’uomo. Questa volta l’interlocutore è il santo medico lombardo Riccardo Pampuri. Nato a Trivolzio, in provincia di Pavia nel 1897, penultimo di 11 figli, rimane orfano di mamma a tre anni e orfano di padre a dieci. Viene affidato agli zii materni. Nell’ambulatorio di zio Carlo, il piccolo Erminio intuisce già la sua futura professione di medico. Frequenta il liceo e la facoltà di medicina a Pavia. Nel 1917, nel pieno della prima grande guerra, è chiamato al fronte come ausiliario medico. Nel 1923 diventa medico condotto a Morimondo, un paese vicino al suo, e nel 1927 entra nell’Ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli, prendendo il nome di Riccardo. Con questa vita si paragona un autore addestrato a presentare personaggi biblici e santi attraverso quella ‘fantasia reale’ che si esprime nella forma del dialogo e dell’impianto teatrale. Questa composizione letteraria si svolge in quattro quadri, ampi i primi due, più veloci gli altri, come descrive il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti nella nota introduttiva. Dapprima il bambino meravigliato di fronte alla vita, poi il soldato che nella disfatta di Caporetto raccoglie un carretto di medicine e una mucca, con la quale faticosamente sotto la pioggia arriva fino alla postazione medica di Latisana. Si giunge alla fine della vita, anzi alla fine senza fine, a trentatre anni, l’età di Gesù.  Questa ‘azione drammatica’ – da cui è tratto uno spettacolo prodotto dal Teatro degli Scarrozzanti – si completa con un’appendice di grazie e miracoli: “Mentre Riccardo che ora è su nei cieli / ringrazia il Suo Signore e aggiunge solo - / Un buon dottore fa sempre il suo mestiere”.

Giampiero Pizzol, Grazie, dottor Pampuri, Illustrazioni di Franco Vignazia, Mimep-Docete, Milano 2020, pp 126 € 8,00

Angelo Busetto