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Mercoledì 3 giugno 2020 San Carlo Lwanga e 12 compagni martiri in Uganda, 1886

Vangelo secondo Marco 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

UNA VITA PIU’ GRANDE

Misuriamo tutto con il nostro metro. Anche il paradiso, come l’avessimo visitato. Vediamo la vita dell’aldilà come una proiezione – magari ingrandita – dell’aldiqua. Come sarà la vita dei risorti? Dio ci donerà una vita più grande, un amore più grande, che non deperisce e non perisce. Una vita immersa nel sole di Dio che tutti riscalda e fa vivere: la vita di Gesù risorto e asceso al cielo; la vita di Maria assunta al cielo in anima e corpo. Domandiamo di viverne qui un anticipo.